Il Comitato nazionale per la migrazione alla SEPA, presieduto da Banca d’Italia e ABI e a cui partecipano Confindustria e gli altri rappresentanti di imprese, consumatori, PA e intermediari, ha diffuso un Comunicato in vista dell’imminente end-date per la migrazione, fissata al 1° febbraio 2014.
In particolare, il Comitato, attraverso la suddetta dichiarazione, ha confermato il proprio ruolo di sensibilizzazione nei confronti degli operatori coinvolti, sollecitando la finalizzazione delle attività di adeguamento necessarie ai fini della migrazione da parte degli operatori stessi.
In proposito, è fondamentale sottolineare che il mancato adeguamento ai nuovi schemi SEPA per bonifici e incassi determinerebbe a partire dal 1° febbraio 2014 il blocco delle operazioni di pagamento e incasso fondi.
Per approfondimenti su tali attività di adeguamento da parte delle imprese, si rinvia ai contenuti della Guida operativa per le Imprese, predisposta dal Comitato stesso.
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Si comunica che, a partire dallo scorso 2 ottobre, la Banca d'Italia ha attivato un nuovo servizio per le imprese in modo che queste possano ricevere i dati della Centrale dei Rischi.
In particolare, le società iscritte nel Registro delle imprese presso le Camere di Commercio possono sottoscrivere un abbonamento annuale per ricevere al proprio indirizzo PEC, in automatico e con frequenza mensile, i propri dati della Centrale dei Rischi. L'abbonamento è gratuito, rinnovabile alla scadenza e può essere revocato in ogni momento.
Il servizio può essere sottoscritto esclusivamente dal legale rappresentante della società munito di SPID o CNS.
Di seguito si rende disponibile il link al sito della Banca d'Italia, dove sono presenti ulteriori informazioni per la sottoscrizione dell'abbonamento.
https://www.bancaditalia.it/media/notizia/nuovo-servizio-online-per-ricevere-mensilmente-i-dati-della-centrale-dei-rischi/
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L’ABI ha diffuso i dati sulle operazioni di sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI realizzate ai sensi dei diversi Accordi per il Credito, aggiornati al 31 marzo 2018.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito alle PMI è disponibile la comunicazione dell’ABI.
In particolare, a partire dal primo “Avviso Comune” del 2009 fino all’Accordo per il credito 2015, prorogato fino al 31 luglio 2018, sono state accolte:
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439.729 domande di sospensione del pagamento delle rate (+795 rispetto all’ultima rilevazione di ottobre 2017) per un valore di debito residuo pari a 126 miliardi (+0,2 miliardi) e una maggior liquidità a disposizione delle imprese di circa 25 miliardi di euro;
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26.951 domande di allungamento del piano di ammortamento (+1.830 rispetto all’ultima rilevazione di ottobre 2017) pari a 7,7 miliardi di euro di debito residuo (+0,3 miliardi).
Complessivamente le operazioni di sospensione e allungamento hanno coinvolto 466.680 PMI.
I settori che hanno maggiormente beneficiato di tali operazioni sono: servizi (26,1%), commercio e alberghiero (25,1%), edilizia e opere pubbliche (18,1%) e industria (14,3%).
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Si segnala il Comunicato stampa ABI del 31 agosto scorso che aggiorna a giugno 2013 i dati sull’utilizzo degli accordi ABI-Confindustria sulla moratoria dei debiti siglati a partire dal 2009.
Complessivamente, grazie a tali accordi, è stato possibile sospendere oltre 360 mila finanziamenti (oltre 100 mila solo con la seconda moratoria firmata nel 2012 e ancora in vigore) per un ammontare di rate pari a circa 19 miliardi.
Nel comunicato viene evidenziata la ripartizione delle operazioni realizzate su base territoriale e settoriale.
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Si segnala che lo scorso 9 giugno ABI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) hanno sottoscritto un Accordo che consente l’attuazione della moratoria di legge prevista dall’art. 56 del DL 18/2020 (cosiddetto DL Cura Italia) con riferimento ai finanziamenti concessi dalle banche a valere sui seguenti plafond di provvista messi a disposizione da CDP: Plafond PMI 2009, Nuovo Plafond PMI, Plafond Beni Strumentali e Plafond Piattaforma Imprese.
In particolare, l’Accordo disciplina le modalità attraverso le quali le banche possono sospendere il pagamento della quota parte, in conto capitale, della rata dei finanziamenti concessi da CDP alle stesse banche, in scadenza al 30 giugno 2020, per un importo complessivo pari a quello delle quote capitale delle rate sospese alle imprese, con lo slittamento dei relativi piani di ammortamento per un periodo pari alla durata della sospensione.
Si rende disponibile la Circolare ABI relativa alla sottoscrizione dell’Accordo.
Circolare ABI UCR-001140 - Accordo ABI-CDP art. 56 Cura Italia.pdf|Visualizza dettagli
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Confindustria, ABI e le altre rappresentanze d’impresa hanno sottoscritto l’”Accordo per la Ripresa”, che ha come obiettivo continuare a sostenere le imprese in questa delicata fase di avvio della ripresa economico-finanziaria.
L’Accordo per la Ripresa prevede:
· la proroga non oltre il 31 marzo 2015 dei seguenti Accordi, la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre 2014:
- Accordo per il Credito 2013, già oggetto di proroga nel luglio scorso, che prevede la possibilità di: sospendere il pagamento della quota capitale delle rate di mutuo e delle operazioni di leasing; allungare la durata di mutui, anticipazioni bancarie e scadenze del credito agrario di conduzione gli accordi in essere; concedere finanziamenti connessi ad aumenti di mezzi propri da parte delle PMI (Comunicazione del 4 luglio 2014). Le operazioni di sospensione e allungamento dei finanziamenti potranno essere richieste, all’interno del periodo di proroga, qualora non si sia già usufruito di misure analoghe ai sensi dell’Accordo per il Credito 2013;
- Plafond “Progetti Investimenti Italia” e Plafond “Crediti PA”, che hanno messo a disposizione del sistema imprenditoriale 20 miliardi complessivi per la concessione di finanziamenti a fronte di investimenti e per operazioni di smobilizzo dei crediti verso la PA.
· l’impegno da parte delle associazioni di banche e imprese a lavorare insieme nei prossimi 3 mesi per:
- definire nuove misure per sostenere finanziariamente le PMI in temporanea difficoltà finanziaria, ma con prospettive di continuità e sviluppo; promuovere l’evoluzione della struttura finanziaria delle imprese, anche attivando appositi strumenti finanziari volti al rafforzamento patrimoniale delle stesse;
- promuovere la definizione di interventi, anche agevolativi, da parte del Governo in grado di favorire la realizzazione delle misure di cui al punto precedente;
- individuare e promuovere la valorizzazione di informazioni di natura qualitativa utili a migliorare l’analisi del rischio di credito;
- evitare che interventi regolamentari sovranazionali non tengano nella dovuta considerazione il contesto operativo italiano, determinando effetti negativi sul mercato del credito alle imprese.
L’Accordo in oggetto fa da ponte tra la moratoria 2013 e le nuove misure che verranno definite entro la fine di marzo 2015. Ciò si è reso necessario al fine di valutare l’impatto sugli operatori di mercato nazionali del mutato scenario regolamentare bancario europeo, degli esiti dei test di valutazione sugli istituti creditizi italiani e delle misure BCE volte a favorire l’afflusso di credito all’economia reale.
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Si comunica che lo scorso 4 giugno è stata siglata un’intesa tra la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) in base alla quale la BEI finanzierà con 1,5 miliardi la “Piattaforma imprese”, lo strumento con cui la CDP potrà - con la collaborazione del settore bancario - finanziare PMI (fino a 250 addetti secondo la definizione europea) e Midcap (fino a 3.000 addetti) attive in tutti i settori produttivi.
Secondo quanto comunicato, i nuovi finanziamenti potranno riguardare sia esigenze di capitale circolante sia gli investimenti pluriennali delle imprese e potranno accedervi anche reti d’impresa, aggregazioni di imprenditori definiti dalla legge n. 33 del 2009 e filiere.
L’operatività dello strumento è subordinata alla stipula di un accordo tra la CDP e l’ABI, finalizzato a consentire alle banche di utilizzare la liquidità messa a disposizione dalla BEI per la concessione dei finanziamenti alle imprese.
Si rende disponibile, di seguito, la nota stampa.
Comunicato n. 61 del 04_06_2020_CDP-BEI.pdf|Visualizza dettagli
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Si informa che, lo scorso 16 settembre, Cassa depositi e prestiti (Cdp), il Fondo Europeo per gli investimenti (FEI) e Mediocredito Centrale (MCC) hanno siglato un accordo che, grazie al sostegno del Fondo paneuropeo di garanzia (si veda in proposito la comunicazione del 28 maggio 2020), punta a favorire l’accesso al credito di PMI italiane danneggiate dalla crisi pandemica.
La struttura dell’operazione si basa su una garanzia di portafoglio su nuovi finanziamenti alle PMI, garantiti dal Fondo di garanzia per le PMI, controgarantiti per l’80% da Cdp e a loro volta ulteriormente controgarantiti dal FEI attraverso il sostegno delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea con il Fondo paneuropeo di garanzia.
Tramite un’operazione così strutturata, che consente di massimizzare l’effetto leva delle risorse pubbliche messe a disposizione, si intende favorire la concessione di nuovi finanziamenti bancari, potenziando la copertura del Fondo di garanzia per le PMI a sostegno del tessuto produttivo italiano.
I soggetti che hanno siglato l’accordo stimano che un simile intervento potrà agevolare l’accesso al credito di circa 30mila PMI danneggiate dall’emergenza Covid-19, attivando potenzialmente 5 miliardi di nuovi finanziamenti.
Si rende di seguito disponibile il comunicato congiunto relativo all'operazione.
Comunicato stampa n.95 del 16 09 2021_Accordo CDP-FEI-MCC.pdf|Visualizza dettagli
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Si informa che è stato oggi sottoscritto un nuovo Accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, dedicato a tutte le imprese associate e denominato “Disegnare il futuro: Competitività, Innovazione, Sostenibilità”, nell’ambito del quale è prevista la messa a disposizione da parte di Intesa Sanpaolo di un plafond specifico pari a 150 miliardi a supporto delle iniziative previste. L’Accordo nasce nel solco della collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria, già avviata a partire dal 2009 su iniziativa di Piccola Industria, che si è progressivamente consolidata e rafforzata nel corso degli anni.
L’obiettivo dell’Accordo sottoscritto oggi è innanzitutto quello di favorire il rilancio del sistema produttivo dopo l’emergenza pandemica, sostenendo le esigenze finanziarie per la liquidità, gli investimenti e il riequilibrio della struttura finanziaria delle imprese, in una logica di superamento delle misure straordinarie adottate nel recente passato e di rientro in meccanismi più fisiologici e strutturali.
L’Accordo intende puntare sulla definizione di un piano strategico del Paese, sostenendo un percorso di evoluzione del sistema produttivo in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Le principali linee di azione individuate sono le seguenti:
1. sostenere le imprese nella ripartenza dopo l’emergenza, in particolare attraverso la messa a disposizione di linee di finanziamento dedicate a lungo termine (inclusi allungamenti di finanziamenti in essere), anche attraverso il ricorso alle coperture del Fondo di Garanzia per le PMI e di Sace, nonché grazie a quelle concesse dal Gruppo BEI;
2. supportare gli investimenti in ricerca, innovazione e digitalizzazione per garantire la ripresa, sostenendo le imprese nel completamento della transizione 4.0. e promuovendo tutte le iniziative destinate a diffondere la conoscenza degli strumenti e dei programmi/progetti disponibili per favorire l’effettuazione di questi investimenti anche avvalendosi di Intesa Sanpaolo Innovation Center, dei Digital Innovation Hub (DIH) promossi da Confindustria e dei Competence Center;
3. promuovere la patrimonializzazione e il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, con particolare riferimento a PMI e Mid Cap, favorendo la diffusione di una cultura aziendale più attenta alla diversificazione delle fonti finanziarie e al corretto bilanciamento tra debito e capitale di rischio, mettendo a disposizione strumenti finanziari ad hoc e realizzando iniziative volte a favorire l’utilizzo di strumenti alternativi al credito bancario e a stimolare processi aggregativi;
4. valorizzare il sistema delle filiere italiane, proseguendo la collaborazione nell’ambito del programma “Sviluppo Filiere” di Intesa Sanpaolo, che sarà esteso a nuovi comparti produttivi e prevedrà nuove iniziative dedicate a promuovere le Filiere Sostenibili e Green e a sostenere sia le imprese della filiera sia i capo-filiera;
5. dare impulso e sostenere la trasformazione delle imprese per renderle sostenibili e resilienti, agevolando l’adozione di strategie di crescita fondate sulla sostenibilità e sull’evoluzione verso il modello della circular economy, anche attraverso finanziamenti dedicati (“S-Loan”). In proposito è prevista l’istituzione di un tavolo di confronto per individuare congiuntamente le informazioni, anche non finanziarie, necessarie per la valutazione da parte delle banche dei rischi ESG, anche tenuto conto della dimensione e del settore di attività delle imprese.
Viene poi condiviso l’obiettivo di accrescere le capacità manageriali delle imprese e le competenze presenti al loro interno, realizzando in particolare iniziative per favorire la continuità aziendale (gestione del passaggio generazionale), incentivare l’imprenditoria femminile e lo smart working e avvicinare il mondo del lavoro e il mondo delle scuole professionali e degli ITS con l'obiettivo di colmare il gap fra competenze dei giovani e i bisogni delle imprese in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.
Si rendono di seguito disponibili il testo dell’Accordo e le slide presentate da Alessandro Fontana, Direttore del Centro Studi di Confindustria, e Anna Roscio, Responsabile Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, all’evento di presentazione dell’Accordo stesso.
Accordo Intesa Sanpaolo-Confindustria - 18 ottobre 2021.pdf|Visualizza dettagli
Slide Fontana - Presentazione Accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo -18 ottobre 2021.pdf|Visualizza dettagli
Slide Roscio - Presentazione Accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo -18 ottobre 2021.pdf|Visualizza dettagli
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Confindustria e BEI hanno siglato oggi un accordo di collaborazione per sostenere i piani di finanziamento delle imprese italiane di ogni dimensione, ciò con particolare attenzione al Piano Juncker e al Programma InnovFin.
L’accordo - disponibile nella Sezione Documenti - Banca Europea per gli Investimenti - avrà durata triennale e prevede:
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di dare concreta attuazione, in Italia, alle misure previste dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), che prevede l’erogazione in tutta Europa di circa 60 miliardi di prestiti entro la fine del 2018, con 315 miliardi di investimenti attivati per le imprese;
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che Confindustria diffonda presso i propri associati la conoscenza delle varie tipologie di prestiti e garanzie del gruppo BEI, anche con iniziative specifiche sul territorio. Ciò con particolare attenzione a Midcap e Pmi per i loro programmi di investimento a favore di crescita sostenibile e occupazione, ricerca e sviluppo, lotta ai cambiamenti climatici, ambiente e cultura, infrastrutture strategiche e progetti nelle cosiddette aree di convergenza;
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che Confindustria informi la propria rete di associazioni sui diversi programmi gestiti dalla BEI e realizzi, sulla base di criteri periodicamente forniti dalla BEI, una mappatura su scala nazionale o regionale delle imprese più strutturate che potrebbero essere oggetto di interventi diretti nel quadro dei programmi FEIS e InnovFin;
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che la BEI si impegni a valutare le aziende e i progetti segnalati da Confindustria, supportandola nella divulgazione sul territorio degli strumenti finanziari del gruppo BEI. Inoltre, la stessa BEI fornirà attraverso il polo Europeo di consulenza per gli investimenti (Advisory Hub) assistenza alle imprese nella preparazione di progetti di investimento.
In occasione della firma dell’accordo sono stati inoltre illustrati gli strumenti finanziari del gruppo BEI a supporto dello sviluppo di tutto il sistema produttivo. Nella Sezione Documenti - Banca Europea per gli Investimenti sono disponibili le presentazioni dei relatori.
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Si fa seguito all’incontro del 10 febbraio scorso, in occasione del quale è stato presentato l’Accordo siglato tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, per dare avvio alle attività sul territorio previste dall’Accordo stesso.
In proposito, si inviano delle linee guida per la costituzione dei Gruppi Territoriali. Sottolineiamo che, come indicato nelle stesse linee guida, l’ambito di riferimento dei Gruppi può essere di natura regionale o di maggiore granularità sul territorio, in funzione delle esigenze specifiche valutate congiuntamente dalle strutture territoriali del sistema confindustriale e di Intesa Sanpaolo.
Si chiede di comunicare la costituzione dei Gruppi Territoriali, con indicazione dei relativi componenti, scrivendo all’indirizzo cabinadiregia@confindustria.it
Si chiede inoltre di segnalare, sempre all’indirizzo mail sopra indicato, gli eventi programmati sul territorio. In merito a tali eventi, sarà nostra cura fornire un kit dedicato (save the date, agenda, presentazioni a supporto).
Seguiranno ulteriori informazioni in merito alle altre attività che verranno avviate ai sensi dell’Accordo (es: survey sulle imprese).
Si resta a disposizione per qualsiasi chiarimento e informazione.
Linee guida per il funzionamento dei Gruppi Territoriali di Dialogo Banca Impresa
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È stato firmato, il 21 dicembre 2015, un protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), ABI e SACE finalizzato alla concessione di finanziamenti a PMI e Mid-Cap - per un ammontare complessivo di 1 miliardo di euro - finalizzati alla realizzazione di investimenti in innovazione e internazionalizzazione. Si rinvia in proposito al Comunicato Stampa del MEF.
In virtù del protocollo - che fa seguito ai contratti di garanzia InnovFin e COSME firmati da FEI (gruppo BEI), CDP e SACE, che hanno dato vita all’iniziativa “2i per l’impresa - Innovazione&Internazionalizzazione” - le banche potranno erogare crediti a PMI e Mid-cap fino a 1 miliardo di euro, a condizioni, anche economiche, che dovrebbero essere di maggior vantaggio rispetto a quelle praticate di norma sul mercato.
Tali condizioni dovranno infatti riflettere i vantaggi derivanti dall’impegno assunto da SACE a praticare condizioni migliorative rispetto alla sua normale offerta: impegno che SACE si è assunta grazie alla presenza della controgaranzia concessa dal FEI nel quadro del Piano Juncker (attraverso il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici - FEIS).
Il protocollo accelera e rende operativo il Piano Juncker per gli investimenti nel nostro Paese, rappresentando la prima iniziativa di sistema realizzata a valere sul Piano.
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L’ABI ha diffuso i dati dell’ultimo monitoraggio su sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI concessi in base all’Accordo per il Credito 2015 e al precedente Accordo per il Credito 2013.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il comunicato stampa dell’ABI.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e luglio 2016, 58.942 domande di sospensione dei mutui (1101 domande in più rispetto al precedente monitoraggio ottobre 2013 - maggio 2016) per un valore di 19,5 miliardi di debito residuo (a maggio era stimato in 19,1) e rate sospese per 2,4 miliardi (+100 milioni rispetto a maggio).
Si ricorda che dal 2009 i diversi Accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a più di 434.000 aziende di sospendere rate per un valore di 125 miliardi di debito residuo e 25 miliardi di rate sospese.
Inoltre, nel periodo ottobre 2013 - luglio 2016, sono state accolte 9.754 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 2,6 miliardi di debito residuo.
I settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione e allungamento, per il periodo considerato, sono: servizi (25,9%), commercio e alberghiero (25,4%), edilizia e opere pubbliche (18,7%) e industria (14,4%).
Inoltre, per quanto riguarda il “Plafond investimenti”, l’ABI ha reso noto che, al 17 novembre, sono state accolte 21.397 domande di finanziamento per un valore di 6,3 miliardi, a valere su un plafond complessivo di 10 miliardi.
Si ricorda che il Plafond investimenti, previsto dall’Accordo per il Credito 2015, è destinato al finanziamento di progetti di investimento in beni materiali e immateriali, anche finalizzati all’acquisto di beni strumentali ai sensi della “Nuova Sabatini”, o al rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese (per dettagli si veda la Circolare di Confindustria n. 19841).
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L’ABI ha diffuso i dati sulle operazioni di sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI, realizzate in base all’Accordo per il Credito 2015, aggiornati al 30 giugno 2017.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile la comunicazione dell’ABI.
In particolare:
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per quanto riguarda le operazioni di sospensione dei mutui e dei finanziamenti, tra giugno 2015 e giugno 2017, sono state accolte 16.697 domande (+473 rispetto a marzo) per un valore di 4,8 miliardi di debito residuo (+100 milioni) e rate sospese per 621 milioni (+18 milioni);
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per quanto riguarda le operazioni di allungamento del piano di ammortamento dei mutui, tra giugno 2015 e giugno 2017, sono state accolte 6.407 domande di (+1087 rispetto a marzo) per un valore pari a 1,3 miliardi di debito residuo (+200 milioni);
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dal 2009 a giugno 2017, i diversi accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a più di 436.000 aziende di sospendere finanziamenti per un valore di 125,5 miliardi di debito residuo, per circa 25 miliardi di rate sospese.
I settori che hanno maggiormente beneficiato di tali operazioni, tra giugno 2015 e giugno 2017, sono: servizi (26,5%), commercio e alberghiero (21,4%), edilizia e opere pubbliche (16,5%) e industria (13,8%).
Inoltre, per quanto riguarda il “Plafond investimenti”, l’ABI ha reso noto che, tra ottobre 2013 e giugno 2017, sono state accolte 21.535 domande di finanziamento (+138 rispetto a novembre 2016) per un valore di 6,3 miliardi, a valere su un plafond complessivo di 10 miliardi.
L’industria è il settore che ha maggiormente beneficiato delle operazioni di finanziamento (42%); gli altri due settori più coinvolti sono: commercio e alberghiero (28,7%) e servizi (13,2%).
Per dettagli sul Plafond investimenti, che rientra nella misura definita “Imprese in sviluppo” nell’ambito dell’Accordo per il Credito 2015, si veda la Circolare di Confindustria del 1° aprile 2015.
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L’ABI ha diffuso i dati sulle operazioni di sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI, realizzate in base all’Accordo per il Credito 2015, aggiornati al 31 luglio 2017.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile la comunicazione dell’ABI.
In particolare, tra giugno 2015 e luglio 2017, sono state accolte:
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16.825 domande di sospensione dei mutui (+128 rispetto a giugno) per un valore di 4,9 miliardi di debito residuo (+100 milioni) e rate sospese per 627 milioni (+6 milioni);
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6.775 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui (+368 rispetto a giugno) per un valore pari a 1,4 miliardi di debito residuo (+ 100 milioni).
I settori che hanno maggiormente beneficiato di tali operazioni, per il periodo considerato, sono: servizi (26,7%), commercio e alberghiero (21,4%), edilizia e opere pubbliche (16,4%) e industria (13,7%).
Si segnala che, complessivamente, dal 2009 a luglio 2017, i diversi Accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a più di 437.000 aziende di sospendere finanziamenti per oltre 125 miliardi di debito residuo, per circa 25 miliardi di rate sospese.
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L’ABI ha diffuso i dati dell’ultimo monitoraggio sulla sospensione dei debiti concessa alle imprese in base all’Accordo per il Credito 2013 e all’Accordo per il Credito 2015, nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il relativo comunicato stampa.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e dicembre 2015, 52.095 domande di sospensione dei mutui (numero invariato rispetto al precedente monitoraggio di novembre 2015) per un valore di 18 miliardi di euro di debito residuo (a novembre era stimato in 17,6) e rate sospese per 2,2 miliardi di euro (+ 0,1 in un mese).
Inoltre, sono state accolte oltre 9.118 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui (+1.118 rispetto al mese precedente) per un valore pari a 2,4 miliardi di debito residuo (+ 0,2 in un mese).
Il monitoraggio evidenzia, inoltre, che i settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione, per il periodo considerato, sono: commercio e alberghiero (25,7%), edilizia e opere pubbliche (18,9%) e industria (14,4%).
Si ricorda che, dal 2009 i diversi accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a quasi 430.000 aziende di usufruire di maggiore liquidità per circa 25 miliardi.
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L’ABI ha diffuso i dati dell’ultimo monitoraggio sulla sospensione dei debiti concessa alle imprese in base all’Accordo per il Credito 2013 e all’Accordo per il Credito 2015.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il relativo comunicato stampa dell’ABI.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e gennaio 2016, 54.414 domande di sospensione dei mutui (+2.319 domande rispetto al precedente monitoraggio di dicembre 2015) per un valore di 18,3 miliardi di euro di debito residuo (a dicembre era stimato in 18 miliardi) e rate sospese per 2,2 miliardi di euro (dato invariato rispetto a dicembre).
Inoltre, sono state accolte oltre 9.625 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui (+507 rispetto al mese precedente) per un valore pari a 2,6 miliardi di debito residuo (+ 0,2 in un mese).
I settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione, per il periodo considerato, sono: commercio e alberghiero (25,6%), edilizia e opere pubbliche (18,9%) e industria (14,4%).
Si ricorda che, dal 2009 i diversi accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a quasi 430.000 aziende di usufruire di maggiore liquidità per circa 25 miliardi.
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L’ABI ha diffuso i dati dell’ultimo monitoraggio su sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI concessi in base all’Accordo per il Credito 2015.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile la comunicazione dell’ABI.
Sono state accolte, tra giugno 2015 e gennaio 2017, 15.196 domande di sospensione dei mutui per un valore di 4,4 miliardi di debito residuo e rate sospese per 581 milioni.
Si segnala che dal 2009 a gennaio 2017 i diversi Accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a più di 436.000 aziende di sospendere finanziamenti per un valore di 125,1 miliardi di debito residuo, per circa 25 miliardi di rate sospese.
Inoltre, nel periodo giugno 2015 - gennaio 2017, sono state accolte 4.578 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 975 milioni di debito residuo.
I settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione e allungamento, per il periodo considerato, sono: servizi (26,5%), commercio e alberghiero (21,4%), edilizia e opere pubbliche (16,8%) e industria (13,8%).
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L’ABI ha diffuso i dati dell’ultimo monitoraggio su sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI concessi in base all’Accordo per il Credito 2015 e al precedente Accordo per il Credito 2013.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il comunicato stampa dell’ABI.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e maggio 2016, 57.841 domande di sospensione dei mutui (circa 1500 domande in più rispetto al precedente monitoraggio ottobre 2013 - marzo 2016) per un valore di 19,1 miliardi di euro di debito residuo (a marzo era stimato in 18,8 miliardi) e rate sospese per 2,3 miliardi di euro (dato invariato rispetto a marzo).
Inoltre, sempre nel periodo ottobre 2013 - maggio 2016, sono state accolte 9.781 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 2,6 miliardi di debito residuo.
I settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione, per il periodo considerato, sono: servizi (26%), commercio e alberghiero (25,5%), edilizia e opere pubbliche (18,7%) e industria (14,4%).
Si ricorda che dal 2009 i diversi Accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a più di 430.000 aziende di usufruire di maggiore liquidità per circa 25 miliardi.
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L’ABI ha diffuso i dati dell’ultimo monitoraggio su sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI concessi in base all’Accordo per il Credito 2015 e al precedente Accordo per il Credito 2013.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il comunicato stampa dell’ABI.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e marzo 2016, 56.410 domande di sospensione dei mutui (circa 2mila domande in più rispetto al precedente monitoraggio ottobre 2013 - gennaio 2016) per un valore di 18,8 miliardi di euro di debito residuo (a gennaio era stimato in 18,3 miliardi) e rate sospese per 2,3 miliardi di euro (+ 100 milioni da gennaio).
Inoltre, sempre nel periodo ottobre 2013 - gennaio 2016, sono state accolte 9.632 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 2,6 miliardi di debito residuo.
I settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione, per il periodo considerato, sono: commercio e alberghiero (25,5%), edilizia e opere pubbliche (18,8%) e industria (14,4%).
Si ricorda che dal 2009 i diversi Accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a quasi 430.000 aziende di usufruire di maggiore liquidità per circa 25 miliardi.
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Sono stati diffusi i dati dell’ultimo monitoraggio su sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI concessi in base all’Accordo per il Credito 2015.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile la comunicazione dell’ABI.
Sono state accolte, tra giugno 2015 e marzo 2017, 16.224 domande di sospensione dei mutui per un valore di 4,7 miliardi di debito residuo e rate sospese per 603 milioni.
Si segnala che dal 2009 a marzo 2017 i diversi Accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a più di 436.000 aziende di sospendere finanziamenti per un valore di 125,4 miliardi di debito residuo, per circa 25 miliardi di rate sospese.
Inoltre, nel periodo giugno 2015 - marzo 2017, sono state accolte 5.320 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 1,1 miliardi di debito residuo.
I settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione e allungamento, per il periodo considerato, sono: servizi (26,5%), commercio e alberghiero (21,4%), edilizia e opere pubbliche (16,7%) e industria (13,8%).
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Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il Comunicato Stampa con cui l’ABI ha diffuso i dati sulla sospensione dei debiti, concessa alle imprese in base al precedente Accordo per il Credito 2013 e all’Accordo per il Credito 2015.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e novembre 2015, 52.095 domande di sospensione dei mutui per un valore di 17,6 miliardi di euro di debito residuo e rate sospese per 2,1 miliardi di euro. Inoltre, sono state accolte oltre 8.000 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 2,2 milioni di debito residuo.
Il monitoraggio evidenzia, inoltre, che i settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione, per il periodo considerato, sono: commercio e alberghiero (25,9%), edilizia e opere pubbliche (18,9%) e industria (14,4%).
Se consideriamo che il monitoraggio sull’Accordo per il credito 2013 si è chiuso con 46.220 domande di sospensione, per un valore di 15,8 miliardi di debito residuo e di 1,9 miliardi di rate sospese, il nuovo Accordo per il credito 2015 registra, a novembre 2015, 5875 domande accolte per 1,8 miliardi di euro di debito residuo e 200 milioni di euro di rate sospese.
Rispetto al precedente monitoraggio ABI - fermo a ottobre 2015 - nel solo mese di novembre si registra un aumento di 1395 domande pari a 0,4 miliardi di debito residuo e a 15 milioni di rate sospese.
Si ricorda che l’Accordo per il credito 2015 è in vigore dal 31 marzo 2015 ma che fino al 30 giugno 2015 era possibile usufruire ancora delle misure contenute nel precedente Accordo per il Credito 2013.
Infine, si ricorda che i diversi accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a quasi 430.000 aziende di usufruire di maggiore liquidità per circa 25 miliardi.
Modified on by Ciro Ascione 1D6497A3-571B-7D2F-C125-799C0054939A
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L’ABI ha diffuso i dati dell’ultimo monitoraggio su sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI concessi in base all’Accordo per il Credito 2015 e al precedente Accordo per il Credito 2013.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il comunicato stampa dell’ABI.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e ottobre 2016, 60.150 domande di sospensione dei mutui (1.208 domande in più rispetto al precedente monitoraggio di luglio 2016) per un valore di 20 miliardi di debito residuo (a luglio era stimato in 19,5) e rate sospese per 2,4 miliardi (dato invariato rispetto a luglio).
Si ricorda che dal 2009 i diversi Accordi sulla moratoria dei debiti hanno consentito a più di 434.000 aziende di sospendere finanziamenti per un valore di 125 miliardi di debito residuo, per circa 25 miliardi di rate sospese.
Inoltre, nel periodo ottobre 2013 - ottobre 2016, sono state accolte 10.962 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 2,9 miliardi di debito residuo (+ 0,3 rispetto a luglio).
I settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione e allungamento, per il periodo considerato, sono: servizi (25,8%), commercio e alberghiero (25,4%), edilizia e opere pubbliche (18,5%) e industria (14,4%).
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E' stata pubblicata la circolare ABI dell’8 agosto 2013 che fornisce chiarimenti interpretativi in relazione al nuovo Accordo sul credito alle PMI, firmato il 1 luglio scorso da ABI, Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali.
In particolare, con riferimento alle operazioni di sospensione dei conti correnti ipotecari - che rappresentano una delle principali novità dell’Accordo - la circolare chiarisce che, sebbene nell’ambito dell’Accordo stesso tali operazioni siano riferite al comparto edilizio, le banche possono considerare l’opportunità di accettare domande di sospensione anche da parte di imprese appartenenti a settori diversi da quello edilizio.
Inoltre, la circolare precisa che le banche possono decidere di sospendere operazioni di conto corrente ipotecario anche qualora le stesse presentino una struttura finanziaria differente rispetto a quella indicata nell’Accordo (piano di rimborso rateale nel quale siano identificabili le quote capitale e interessi delle singole rate). In proposito, viene evidenziato che per i finanziamenti che non prevedono pagamenti periodici di rate composte da capitale e interessi, ma si basano sulla messa a disposizione sul conto corrente di un fido il cui importo si decurta a scadenze prestabilite, l’operazione può sostanziarsi in una sospensione del piano di rientro del fido, con corrispondente traslazione delle scadenze e fermo restando il pagamento degli interessi secondo la periodicità prestabilita.
La circolare - in assenza di indicazioni da parte dell'Accordo - fornisce inoltre un chiarimento in merito alla possibilità di allungamento dei mutui agevolati. Al riguardo, in analogia a quanto previsto per le operazioni di sospeensione, la circolare stabilisce che è possibile allungare tali mutui in presenza di un’apposita delibera da parte dell’ente erogante l’agevolazione e a condizione che il piano originario di erogazione dei contributi pubblici non venga modificato.
Per quanto concerne l’adesione delle banche al nuovo Accordo, si anticipa che la stessa è in corso e che Confindustria sta sollecitando la pubblicazione dell’elenco degli istituti aderenti che renderà operativo l’Accordo. Si ricorda comunque che l’Accordo del 2012 resterà in vigore fino al 30 settembre 2013.
Sul sito dell’ABI è disponibile il modello di richiesta dei benefici dell’Accordo da parte delle imprese sulla base del quale le singole banche predisporranno i relativi moduli per la clientela.
Modified on by Francesca Brunori 37768FA6-FF42-DAEE-C125-6BD0003095E9 [email protected]
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Nella Sezione Documenti - Accordo per il Credito 2015 è disponibile la circolare di chiarimenti in merito all'Accordo per il Credito 2015, che l'ABI ha diffuso il 12 giugno scorso.
La Circolare fornisce ulteriori indicazioni sulle imprese ammissibili (definizione PMI) e su aspetti e casi specifici legati alle tre iniziative contenute nell'Accordo - Imprese in Ripresa, Imprese in Sviluppo, Imprese e PA - anche a seguito delle segnalazioni da parte di Confindustria di profili critici e dubbi emersi sul territorio in fase di prima applicazione.
Modified on by Lucia Pace DAAB6756-B505-2CDB-C125-6E7B004CA58F [email protected]
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L’ABI ha diffuso i dati dei finanziamenti alle PMI concessi a valere sulle risorse del “Plafond investimenti”, previsto dall’Accordo per il Credito 2015.
Sono state accolte, tra ottobre 2013 e marzo 2016, 20.656 domande di finanziamento per un valore di 6 miliardi di euro, su un plafond complessivo di 10 miliardi.
L’industria è il settore che ha maggiormente beneficiato delle operazioni di finanziamento (41,5%); gli altri due settori più coinvolti sono: commercio e alberghiero (29%) e servizi (13,8%).
Inoltre, l’ABI ha rilevato che il 19,8% delle richieste di finanziamento accolte sono state garantite dal Fondo di Garanzia per le Pmi, dall’Ismea o dalla Sace, nonché dai Confidi.
Si ricorda che il Plafond Investimenti è destinato al finanziamento di progetti di investimento in beni materiali e immateriali, anche finalizzati all’acquisto di beni strumentali ai sensi della “Nuova Sabatini”, o al rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese (per dettagli si veda la Circolare di Confindustria n. 19841).
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Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile il Comunicato Stampa con cui l’ABI ha diffuso i dati sulla sospensione dei debiti concessa alle imprese in base all’Accordo per il Credito 2015.
Si ricorda che l’Accordo 2015 è in vigore dal 31 marzo 2015 e sarà valido fino al 31 dicembre 2017 (per consultare il testo dell’Accordo e le comunicazioni collegate si rinvia alla sezione Documenti - Accordo per il Credito 2015).
Sono state accolte, tra giugno e ottobre 2015, 4.480 domande di sospensione dei mutui per un valore di 1,4 miliardi di euro di debito residuo e rate sospese per 185 milioni di euro. Inoltre, sono state accolte oltre 900 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui per un valore pari a 203 milioni di debito residuo.
Il monitoraggio evidenzia, inoltre, che i settori che hanno maggiormente beneficiato delle operazioni di sospensione, per il periodo considerato, sono: edilizia e opere pubbliche (21,3%), commercio e alberghiero (19,8%) e industria (12,6%).
Si ricorda, infine, che fino al 30 giugno 2015 era possibile usufruire ancora delle misure contenute nel precedente Accordo per il Credito 2013. L’Accordo 2013 ha registrato complessivamente sospensioni per 15,8 miliardi a 46.220 PMI (+ 0,2 miliardi rispetto all’ultimo monitoraggio).
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Confindustria, ABI e le altre Associazioni imprenditoriali hanno prorogato l’”Accordo per il Credito 2015” fino al 31 luglio 2018.
Le imprese possono chiedere, in particolare, di beneficiare delle misure di sospensione e allungamento delle rate dei mutui alle stesse condizioni previste originariamente dall’Accordo, la cui scadenza era prevista per il 31 dicembre 2017.
In proposito, si sottolinea che le operazioni di sospensione e allungamento possono essere realizzate per finanziamenti in essere al 31 marzo 2015. Si ricorda, inoltre, che l’Accordo consente alle imprese di sospendere o allungare finanziamenti già sospesi o allungati, a condizione che tali operazioni non siano state realizzate nell’arco dei 24 mesi precedenti la data di presentazione della domanda.
Resta ovviamente ferma per le banche la possibilità di realizzare le operazioni previste dall’Accordo a condizioni migliori rispetto a quelle dell’Accordo stesso.
Nella Sezione Documenti - Accordo per il Credito 2015 sono disponibili il testo della proroga e l’Accordo per il Credito 2015.
Per approfondimenti sui contenuti dell’Accordo per il Credito 2015 si veda la Circolare di Confindustria n. 19841.
Contestualmente, l’ABI ha diffuso i dati sulle operazioni di sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI, realizzate in base all’Accordo per il Credito 2015, aggiornati a novembre 2017.
Nella sezione Documenti - Monitoraggio Accordo per il Credito 2015 è disponibile la comunicazione dell’ABI.
In particolare, tra marzo 2015 e novembre 2017, sono state accolte:
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17.787 domande di sospensione dei mutui (+962 rispetto a luglio) per un valore di 5,1 miliardi di debito residuo (+200 milioni) e rate sospese per 656 milioni (+29 milioni);
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8.202 domande di allungamento del piano di ammortamento dei mutui (+1427 rispetto a giugno) per un valore pari a 1,6 miliardi di debito residuo (+200 milioni).
I settori che hanno maggiormente beneficiato di tali operazioni, per il periodo considerato, sono: servizi (26,8%), commercio e alberghiero (21,5%), edilizia e opere pubbliche (16,2%) e industria (13,6%).
Nel complesso, a partire dal 2009, le moratorie hanno consentito a circa 439.000 aziende di sospendere finanziamenti per 125,8 miliardi di debito residuo e per circa 25 miliardi di rate sospese. Inoltre, più di 25mila PMI hanno beneficiato dell’allungamento del piano di ammortamento, per 7,4 miliardi di euro di debito residuo (per dettagli in merito si veda il Comunicato Stampa ABI del 23 dicembre 2017).
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È stato pubblicato, nella sezione dedicata del sito di ABI, l'elenco delle banche aderenti all’Accordo per il Credito 2015, aggiornato al 13 luglio 2015.
L’elenco riporta le banche aderenti, specificandone la relativa adesione in relazione a ciascuna delle tre iniziative previste dall’Accordo 2015: Imprese in Ripresa, Imprese in Sviluppo, Imprese e PA (per approfondimenti sui contenuti dell'Accordo, si vedano le comunicazioni del 1 aprile 2015 e del 15 giugno 2015).
Infine, l’elenco ricomprende sia le banche aderenti al precedente Accordo 2013 che non abbiano nel frattempo dato disdetta all’ABI ai fini dell’adesione al nuovo Accordo 2015 - meccanismo automatico previsto dall’Accordo stesso per ridurre i tempi di implementazione delle nuove misure - sia le nuove adesioni.
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È disponibile nella sezione Documenti - Accordo per il Credito 2015 l’elenco delle banche aderenti all’Accordo per il Credito 2015 aggiornato al 13 luglio 2016.
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Confindustria, ABI e le altre Associazioni imprenditoriali hanno firmato il nuovo Accordo per il Credito 2015. L’Accordo contiene misure volte a favorire l’accesso al credito da parte delle PMI e, quindi, a incoraggiare i primi segnali di ripresa, a promuovere lo sviluppo del tessuto produttivo italiano e a sostenere lo smobilizzo dei crediti verso la PA.
L’Accordo dà continuità alle precedenti moratorie, che a partire dal 2009 hanno consentito di realizzare oltre 415mila operazioni e di sospendere rate pari a circa 24 miliardi di euro. In proposito, si ricorda che ieri, 31 marzo 2015, è scaduto il termine di validità del precedente Accordo per il Credito 2013, prorogato dalle Parti firmatarie a fine dicembre 2014. La stessa proroga prevedeva l’impegno a definire, entro la fine di marzo, nuove misure finalizzate a promuovere l’accesso al credito delle PMI.
Nella Sezione Documenti - Accordo per il Credito 2015 sono disponibili il testo dell'Accordo, la Circolare Confindustria n. 19841 che illustra l'Accordo e il Comunicato Stampa ABI.
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Confindustria, ABI e le altre Associazioni di rappresentanza delle imprese hanno raggiunto un’intesa sul nuovo Accordo per il credito, che sarà formalizzato il prossimo 13 novembre.
Il nuovo Accordo rafforza la collaborazione tra le associazioni firmatarie per la definizione di posizioni condivise sulle iniziative regolamentari, nazionali e internazionali, che impattano sull’accesso al credito per le imprese e rinnova le misure di sospensione e allungamento dei finanziamenti in favore delle PMI.
Nell’attesa dell'avvio dell'operatività del nuovo Accordo, l’ABI ha invitato le banche a continuare l’applicazione dell’Accordo per il Credito 2015, al fine di evitare una discontinuità nelle misure di sostegno alle imprese.
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È stato pubblicato l'elenco delle banche aderenti all’Accordo per il Credito alle PMI del 1° luglio 2013. L'elenco è allegato al comunicato stampa diffuso dall'ABI.
Si evidenzia che, alla data del 20 settembre, hanno aderito all'Accordo 281 banche che rappresentano l'80,6% degli sportelli bancarii operanti sull’intero territorio nazionale.
Si ricorda, infine, che le banche aderenti si sono impegnate a rendere operativo il nuovo Accordo entro 30 giorni lavorativi dall’adesione.
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È stato oggi sottoscritto tra Confindustria e Intesa Sanpaolo l'Accordo “Investimenti, Innovazione, Credito”, rinnovando una collaborazione che dura da 15 anni.
Al fine di sostenere la competitività domestica e internazionale delle imprese italiane, l’Accordo prevede un plafond di 200 miliardi e individua le seguenti linee di azione prioritarie:
- Sostenere la trasformazione digitale ed energetica delle imprese in coerenza con il Piano Transizione 5.0 e in linea con le azioni previste dal piano REPowerEU.
- Accelerare la transizione sostenibile, sostenendo l’economia circolare e favorendo il miglior utilizzo delle risorse naturali e la costruzione di un mix energetico in grado di conciliare tutte le fonti, da quelle fonti rinnovabili fino al nucleare di ultima generazione, in un’ottica di piena neutralità tecnologica.
- Investire nelle filiere strategiche per il Paese e in nuovi modelli produttivi evoluti, puntando in particolare sullo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e della Robotica e sulla crescita e valorizzazione delle filiere dell’Aerospazio e delle Scienze della Vita.
- Promuovere l’evoluzione della filiera dell’automotive italiana, rafforzando la capacità competitiva delle imprese della filiera, sostenendone i progetti trasformativi, gli investimenti in ricerca e sviluppo, l’acquisizione di competenze e l’apertura verso nuovi settori ad alto valore tecnologico ed elevato potenziale di crescita e sviluppo.
- Accelerare la ricerca e l’innovazione, favorendo la nascita e lo sviluppo di Start up e Pmi ad alto contenuto tecnologico e i loro sbocchi di mercato all’interno delle filiere produttive e promuovendo iniziative nel campo dell’open innovation per facilitare la coprogettazione e il matching di tecnologie e competenze tra start up, PMI e grandi imprese.
- Sostenere e consolidare il percorso di rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria delle imprese, attraverso soluzioni per la diversificazione delle fonti finanziarie e il ribilanciamento dei livelli di debito, iniziative di formazione e informazione tese ad accrescere la cultura finanziaria, azioni tese a stimolare processi aggregativi e di crescita dimensionale
- Promuovere soluzioni per l’abitare sostenibile, anche al fine di rendere le imprese maggiormente attrattive nei confronti dei lavoratori, valorizzando il patrimonio pubblico in una logica di rigenerazione urbana, favorendo la collaborazione pubblico privata, coinvolgendo gli investitori istituzionali e utilizzando le garanzie pubbliche disponibili.
- Assicurare efficacia alla politica di coesione al fine di rafforzare il riequilibrio dei divari territoriali e dunque di competitività del Paese, accelerando l’utilizzo dei fondi della programmazione 2021-2027 e favorendone un efficace utilizzo a supporto degli investimenti delle imprese, anche promuovendo l’utilizzo di schemi di incentivazione efficaci e uniformi su tutti i territori.
- Promuovere la crescita e lo sviluppo delle imprese del Sud attraverso la valorizzazione della ZES Unica Mezzogiorno e incentivando programmi di sviluppo imprenditoriale, anche rivolti ad accrescere la competitività delle infrastrutture delle aree interessate, con particolare riferimento a quelle logistiche e portuali, riconoscendo nell'economia del mare uno dei fattori determinanti per lo sviluppo del territorio.
Per l’attuazione dell’Accordo è prevista l’istituzione di una Cabina di regia nazionale e di Gruppi territoriali di dialogo banca-impresa, anche con il coinvolgimento delle Associazioni settoriali e territoriali di Confindustria, e la realizzazione di attività di ricerca e di survey.
Saranno inoltre organizzate ulteriori iniziative ed eventi sul territorio dedicati alle imprese. In proposito, seguiranno nuove comunicazioni e aggiornamenti.
Si rendono di seguito disponibili il testo dell'Accordo e le slide di presentazione.
Accordo Intesa Sanpaolo_Confindustria - 14 gennaio 2025.pdf|Visualizza dettagli
Slide Presentazione Accordo Intesa Sanpaolo_Confindustria - 14 gennaio 2025.pdf|Visualizza dettagli
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Facendo seguito alla comunicazione dello scorso 5 giugno, si segnala che l’11 giugno l’ABI e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) hanno sottoscritto un Addendum alla Convenzione “Plafond Piattaforma Imprese”, al fine di disciplinare le regole di utilizzo di una nuova linea di provvista messa a disposizione di CDP dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI).
L’importo massimo della provvista di BEI è pari a 1,5 miliardi di euro ed è destinato ad alimentare il “Plafond Piattaforma Imprese” anche congiuntamente con le altre risorse di CDP. Si ricorda che le banche potranno finanziarsi con tale provvista per erogare credito a PMI (fino a 250 addetti secondo la definizione europea) e Midcap (fino a 3.000 addetti) attive in tutti i settori produttivi.
Si rende disponibile la Circolare ABI che illustra le principali novità introdotte dall’Addendum sottoscritto con la CDP.
Circolare ABI UCR-001162 - Addendum Convenzione ABI-Cdp.pdf|Visualizza dettagli
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Si comunica che Confindustria, lo scorso 22 maggio, ha siglato con ABI e le altre Associazioni imprenditoriali un Addendum all’Accordo per il Credito 2019 (d’ora in avanti anche Accordo) che contiene previsioni sia per le grandi imprese sia per le PMI, finalizzate a sfruttare appieno la flessibilità prudenziale concessa a seguito della crisi epidemiologica dalla European Banking Authority (EBA) a banche e intermediari finanziari in tema di moratorie e di relativa classificazione del rischio dell'impresa.
In particolare, l’Addendum (in allegato), estende esplicitamente la moratoria dei finanziamenti prevista dall’Accordo in favore delle imprese di grandi dimensioni che autocertifichino di essere state danneggiate dall’emergenza sanitaria Covid-19. In precedenza, le grandi imprese potevano beneficiare di una sospensione dei finanziamenti, ma solo sulla base di una scelta discrezionale da parte delle singole banche nell’ambito delle condizioni migliorative che le stesse potevano applicare rispetto alle previsioni dell’Accordo.
L’Addendum prevede inoltre, sia per le PMI che per le grandi imprese, che:
1. la moratoria possa riguardare anche imprese con esposizioni debitorie classificate come deteriorate dopo il 31 gennaio 2020. Si tratta di una novità importante, considerato che l’Accordo e l’Addendum riguardavano solo le imprese in bonis e che anche la moratoria di legge introdotta per le PMI dall’articolo 56 del DL Cura Italia riguarda le sole PMI. Restano comunque escluse le imprese classificate in sofferenza;
2. le banche aderenti possano estendere la durata della sospensione della quota capitale delle rate di mutuo fino a 24 mesi per le imprese appartenenti a specifici settori o filiere produttive con maggiori difficoltà di ripresa dai danni conseguenti all’emergenza sanitaria Covid-19.
Con specifico riguardo alle PMI che si siano avvalse della moratoria di legge di cui all’articolo 56 del DL Cura Italia, si sottolinea la possibilità per le stesse di verificare con gli istituti di credito la possibilità di ottenere sospensioni più lunghe e vantaggiose sulla base dell’Addendum firmato oggi.
L’Addendum, come detto, consentirà di sfruttare appieno le flessibilità previste dall'EBA nelle linee guida emanate lo scorso 2 aprile a seguito del determinarsi dell’emergenza Covid-19.
Tali disposizioni fissano alcuni criteri in base ai quali moratorie pattizie eventualmente concesse da parte di banche e intermediari finanziari (l’Accordo, l’Addendum del 6 marzo e l’Addendum del 22 maggio rientrano tra le moratorie pattizie) a una generalità di soggetti - che devono tutti poter beneficiare delle medesime condizioni – possano, al pari di quelle di legge, non essere considerate come misure di tolleranza (forbearance measures) e quindi non comportare un automatico incremento del rischio di credito dell'impresa.
Secondo le linee guida, banche e intermediari finanziari non dovranno pertanto riclassificare automaticamente l'impresa destinataria della misura di sospensione - così come invece previsto dall'attuale normativa in tema di default e IFRS9 - anche se non sono sollevate dall'obbligo di valutare la capacità di adempimento della stessa impresa alla ripresa del piano di rimborso del prestito.
Si sottolinea inoltre, che ai sensi delle linee guida EBA, perché una moratoria consenta alle banche di beneficiarie dell’effetto sopra indicato ai fini prudenziali, devono essere rispettate alcune condizioni. Tra queste, è previsto che non si applichi una variazione del tasso di interesse, ma solo un eventuale remunerazione per la banca dei costi sostenuti per effettuare la sospensione.
Si intendono comunque ricomprese e coperte dall’Addendum eventuali iniziative che singole banche abbiano avviato precedentemente alla sua adozione, con caratteristiche analoghe e rispondenti alle linee guida EBA.
Le misure previste dall’Addendum del 22 maggio potranno essere richieste fino al 30 giugno 2020. Tale termine è espressamente indicato nelle linee guida dell’EBA e potrà essere prorogato sulla base delle indicazioni delle Autorità di vigilanza bancaria.
Fermo che Confindustria chiederà all’EBA una proroga, si raccomanda, visti i tempi stretti, di procedere con la massima tempestività a prendere contatto con le banche ai fini dell’ottenimento della moratoria prevista dall’Addendum.
Resta inteso, come previsto dall’Accordo, che si tratta di una moratoria pattizia e che non vi è alcun automatismo nella sua concessione da parte delle banche.
Le banche già aderenti all’Accordo saranno automaticamente inserite, salvo diversa comunicazione all’ABI, nell’elenco degli intermediari aderenti all’Addendum del 22 maggio e disponibili alla sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui nei confronti delle imprese di maggiore dimensione rispetto alle PMI.
Si allega di seguito il testo dell'Addendum.
Addendum moratoria grandi imprese - 22 maggio 2020.pdf|Visualizza dettagli
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Il 4 ottobre scorso la Banca centrale europea (BCE) ha pubblicato, a fini di consultazione, un Addendum alle linee guida per le banche sui crediti deteriorati pubblicate lo scorso marzo.
Il documento è disponibile nella sezione Documenti-Consultazioni pubbliche e Audizioni.
L’Addendum prevede nuove regole per l’accantonamento prudenziale che le banche dovranno effettuare a fronte dei nuovi NPL. Tali regole dovrebbero applicarsi a tutte le esposizioni che saranno classificate come deteriorate a partire dal 1° gennaio 2018.
La posizione di Confindustria in merito all'Addendum è stata espressa nel comunicato stampa del 5 ottobre scorso.
La consultazione della BCE scadrà l’8 dicembre prossimo. Confindustria ha avviato un confronto in seno a BusinessEurope teso a predisporre un documento comune delle imprese industriali europee. A tal fine, inviare eventuali commenti al documento in consultazione entro lunedì 20 novembre a: [email protected], [email protected].
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Confindustria ha contribuito, insieme alle altre Associazioni delle imprese europee, a definire la posizione contenuta nella suddetta risposta di BussinessEurope.
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Facendo seguito alle scorse comunicazioni e a valle della decisione dell’EBA di prorogare al 30 settembre 2020 il termine entro cui è possibile effettuare la richiesta a banche e intermediari finanziari di moratorie pattizie, si comunica che è di conseguenza prorogato dal 30 giugno al 30 settembre 2020 il termine previsto nell’Addendum all’Accordo per il Credito 2019, sottoscritto lo scorso 22 maggio, per effettuare la domanda di moratoria alle banche aderenti all’Accordo.
Al riguardo, si rende disponibile la Circolare dell’ABI alle proprie banche associate che, oltre alla proroga del predetto termine, contiene anche una lista non esaustiva delle condizioni migliorative che queste possono applicare alle imprese richiedenti.
UCR-001241 26 giugno2020.pdf|Visualizza dettagli
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Facendo seguito alla comunicazione dello scorso 22 maggio, si rende disponibile il testo della circolare con cui l'ABI comunica alle banche le principali misure contenute nell'Addendum all'Accordo per il Credito 2019 relativo alla Moratoria Grandi imprese e Filiere.
Circolare ABI - UCR-001008.pdf|Visualizza dettagli
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Si segnala la comunicazione "Progetto Alti Potenziali" della Community Affari Internazionali, che descrive l'interessante iniziativa lanciata di recente tramite bando pubblico dall'ICE.
Il Progetto, rivolto a imprese con determinati requisiti (es. 50-150 mln fatturato, 30% minimo di quota export) e di specifici settori (Sistemi Moda, Persona, Casa) ha come obiettivo quello di sostenere la crescita di medie imprese nei mercati internazionali e aumentare la loro quota di attività di export attraverso un percorso di affiancamento dell'impresa della durata di 8 mesi da parte di un team di esperti di Price Waterhouse Coopers Advisory e di Boston Consulting Group.
La scadenza per le adesioni è il 28 maggio prossimo.
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Informiamo che è stato pubblicato sul sito Confindustria il documento trasmesso al Governo e alle forze politiche, contenente le proposte urgenti di Confindustria da mettere in campo per una rapida reazione all'emergenza economica.
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L’Agenda propone un intervento organico per la crescita del Paese da realizzare attraverso un pacchetto di misure che consentirebbe di muovere oltre 185 miliardi di euro nel periodo 2014-2016.
In particolare contiene proposte per:
· rafforzare gli strumenti di garanzia;
· modernizzare le relazioni tra banche e imprese;
· risolvere il problema dei ritardati pagamenti della PA;
· sostenere gli investimenti;
· favorire la diffusione di strumenti di debito alternativi;
· promuovere il rafforzamento patrimoniale delle imprese;
· favorire l'investimento di fondi pensione e assicurazioni nel sistema produttivo.
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E' stata pubblicata dall'Area Politiche Industriali la comunicazione sul decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che disciplina l’accesso alle agevolazioni previste dall’articolo 2 del D.L. n. 69/2013 (cosiddetta "Nuova Sabatini") a favore delle piccole e medie imprese per gli investimenti in nuovi macchinari, impianti o attrezzature e beni strumentali d’impresa.
Per informazioni rivolgersi a:
Valentina Carlini telefono: 065903446 e-mail: [email protected]
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Si ricorda che il 31 ottobre scade il termine ultimo per presentare, attraverso la Piattaforma per la Certificazione dei Crediti (PCC), istanza di certificazione al fine di cedere il proprio credito verso la PA a condizioni vantaggiose.
Infatti, le imprese che richiederanno la certificazione entro tale data potranno beneficiare, ai fini della cessione pro soluto agli intermediari finanziari dei crediti certificati, della garanzia dello Stato e dei seguenti tassi massimi di sconto oneri inclusi: 1,90% annuo per importi fino a 50.000 euro; 1,60% annuo per importi eccedenti i 50.000 euro.
Secondo i dati MEF aggiornati al 20 ottobre, le richieste di certificazione sono pari a 68.604 per un controvalore di circa 7.2 miliardi di euro, mentre le imprese registrate sulla PCC sono complessivamente 18.348.
In merito alle segnalazioni del Sistema Associativo sul tasso di adesione del sistema bancario, è emerso, a seguito di una verifica informale con ABI, che le banche disposte ad acquisire i crediti certificati secondo il meccanismo di favore descritto - tra le quali figurerebbero anche i principali istituti italiani – sarebbero in fase di adeguamento delle proprie procedure interne e quindi dovrebbero essere pronte a breve termine.
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Si comunica che il MEF ha pubblicato ieri un aggiornamento delle FAQ in materia di misure di liquidità per le imprese.
I nuovi chiarimenti sono, come di consueto, disponibili al seguente link:
http://www.mef.gov.it/covid-19/faq.html
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Nella sezione Documenti - AIM Italia è disponibile l'Osservatorio realizzato da IRTop Consulting.
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Lo scorso 18 luglio è stato presentato l'Osservatorio AIM Italia realizzato da IRTop Consulting. In allegato una sintesi del rapporto, disponibile anche nella sezione Documenti – AIM Italia.
Osservatorio AIM Italia 2019 - Sintesi.pdf|Visualizza dettagli
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Si comunica che, lo scorso 29 giugno, la Commissione europea ha autorizzato i regimi di aiuto relativi alle garanzie concesse dal Fondo di Garanzia per le PMI e da SACE secondo quanto previsto dall’articolo 13 del Decreto Legge 25 maggio 2021, n.73 (cd. DL Sostegni Bis).
In particolare, con la predetta decisione:
1. è stata autorizzata la proroga al 31 dicembre 2021 delle misure previste dall’art. 1, commi 1, 2, lettera a), 13 e 14-bis, e dall’art. 13 del Decreto Legge 8 aprile 2020, n. 23, convertito dalla Legge 5 giugno 2020, n. 40 (cd. DL Liquidità);
2. è stata autorizzata la possibilità per le imprese di richiedere alle banche l’allungamento fino a un massimo di 8 anni della durata dei finanziamenti in essere già garantiti dal Fondo di Garanzia per le PMI e da SACE, ferme restando le percentuali di copertura originariamente previste. L’estensione della durata a 10 anni, attualmente prevista dal DL Sostegni Bis, è stata ritenuta dalla Commissione incompatibile con il Temporary Framework sugli aiuti di Stato (TF). Confindustria sta lavorando affinché tale limite sia innalzato in occasione delle prossime modifiche che saranno apportate al TF;
3. è previsto anche che i nuovi finanziamenti, concessi successivamente al 1° luglio 2021, per usufruire del regime di aiuto previsto dal TF ed essere quindi coperti dalle garanzie del Fondo di Garanzia per le PMI e di SACE, potranno avere una durata massima di 8 anni. Si ricorda che, in base a quanto previsto dal DL Sostegni Bis, la copertura del Fondo relativa a tali finanziamenti sarà pari all’80% (non più al 90%), mentre restano ferme le coperture originariamente previste per la Garanzia di SACE;
4. a seguito delle modifiche sopra esposte, sono stati previsti nuovi premi di garanzia per le nuove garanzie che saranno concesse a partire dal 1° luglio ai sensi del Punto 3.2 del TF e per gli allungamenti di durata delle garanzie già concesse. In proposito, si ricorda che la garanzia del Fondo resta gratuita e i premi sono esclusivamente teorici e inquadrabili nell’ambito degli aiuti concessi ai sensi del Punto 3.1 del TF, mentre per la garanzia di SACE il premio non costituisce aiuto e deve essere corrisposto dall’impresa beneficiaria.
Si segnala che, a seguito della decisione della Commissione:
1. il Fondo di Garanzia per le PMI ha pubblicato una nuova Circolare, la n.6 del 2021 (disponibile al seguente link https://www.fondidigaranzia.it/wp-content/uploads/2021/06/20210630_Circolare-N.6-2021_Ulteriori-Misure-DL-Sostegni-bis.pdf), che riassume i contenuti della decisione della Commissione relativa all’operatività dello stesso Fondo e riporta le tabelle contenenti i nuovi premi teorici di garanzia. La predetta circolare sottolinea anche che l’estensione della durata massima a 8 anni è prevista altresì per le misure previste dall’art. 13, comma 1, lettere d), e) e n) del DL Liquidità (relative alle coperture sulle richieste di ammissione alla garanzia del Fondo da parte dei Confidi e alle rinegoziazioni dei finanziamenti in essere con apporto di nuova finanza), che non erano state modificate dal DL Sostegni Bis e per le quali le percentuali di copertura restano invariate;
2. SACE sta predisponendo un aggiornamento delle condizioni relative a Garanzia Italia che pubblicherà a giorni sul proprio sito.
Modified on by Alessandra Greco 969AB659-9536-0755-C125-827B00313732 [email protected]
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Si è conclusa l’analisi della BCE e dell’EBA sui bilanci delle principali 130 banche europee. L’analisi, per la quale si rinvia alla nota di Banca d’Italia, comprende:
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l’asset quality review (AQR), volta a verificare l’adeguatezza del capitale dopo la verifica della qualità degli attivi, delle garanzie e degli accantonamenti;
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gli stress test, tesi ad accertare l’adeguatezza del capitale al verificarsi di uno scenario economico particolarmente negativo.
Per quanto riguarda l’Italia, l’AQR mostra che nessuno dei 15 maggiori istituti italiani ha oggi carenza di capitale rispetto agli elevati requisiti minimi considerati (8% per la parte di migliore qualità). Tale risultato è stato ottenuto grazie alle misure di rafforzamento patrimoniale realizzate da vari di questi istituti nel 2014 (per 11,1 miliardi totali), che hanno colmato le carenze di capitale riscontrate al dicembre 2013 in 8 banche (per 3,2 miliardi).
Gli stress test hanno evidenziato invece una potenziale carenza di capitale per quattro istituti italiani (3,3 miliardi totali), anche dopo i rafforzamenti sopra richiamati.
Conteggiando però ulteriori misure già avviate da alcuni istituti (per 4,1 miliardi), Banca d’Italia ha reso noto che quelli con residue carenze scendono a due: si tratta di MPS (2,1 miliardi) e Banca Carige (circa 800 milioni).
Va sottolineato che, come sopra ricordato, questi dati si riferiscono a uno scenario sfavorevole: prolungata recessione dell’economia italiana nel triennio 2014-2016 (-1,1% il PIL in media all’anno); riacutizzarsi della crisi del debito sovrano (+2 punti sui titoli di Stato italiani).
Gli istituti con carenze di capitale nello stress test presenteranno alla BCE piani di rafforzamento entro due settimane, da attuare entro nove mesi, in prima battuta con ricorso a fonti private.
Nel complesso, per la gran parte del sistema bancario italiano, i risultati BCE-EBA mostrano una situazione favorevole. Anche sotto stress, 13 istituti su 15 avrebbero infatti una eccedenza di capitale (25,1 miliardi totali).
La trasparenza sui bilanci bancari ottenuta con queste analisi e lo scenario avverso considerato possono far sì che i risultati, se ben interpretati, accrescano la fiducia nel sistema bancario italiano, favorendo un progressivo allentamento della stretta sul credito (come ipotizzato nelle previsioni CSC).
L’effetto positivo su fiducia e credito potrebbe essere limitato da alcuni fattori: perdurante debolezza dello scenario economico complessivo; eventualità di una risposta “irrazionale” dei mercati, originata da una lettura parziale dei risultati; tempi lunghi per la realizzazione dei necessari piani di rafforzamento.
Quel che emerge con chiarezza è che, al momento, non è la scarsità di capitale delle banche a frenare i prestiti alle imprese.
Modified on by Ciro Rapacciuolo 3B8E961C-722F-C04B-C125-6AD80054E3CF [email protected]
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