Si è conclusa l’analisi della BCE e dell’EBA sui bilanci delle principali 130 banche europee. L’analisi, per la quale si rinvia alla nota di Banca d’Italia, comprende:
- l’asset quality review (AQR), volta a verificare l’adeguatezza del capitale dopo la verifica della qualità degli attivi, delle garanzie e degli accantonamenti;
- gli stress test, tesi ad accertare l’adeguatezza del capitale al verificarsi di uno scenario economico particolarmente negativo.
Per quanto riguarda l’Italia, l’AQR mostra che nessuno dei 15 maggiori istituti italiani ha oggi carenza di capitale rispetto agli elevati requisiti minimi considerati (8% per la parte di migliore qualità). Tale risultato è stato ottenuto grazie alle misure di rafforzamento patrimoniale realizzate da vari di questi istituti nel 2014 (per 11,1 miliardi totali), che hanno colmato le carenze di capitale riscontrate al dicembre 2013 in 8 banche (per 3,2 miliardi).
Gli stress test hanno evidenziato invece una potenziale carenza di capitale per quattro istituti italiani (3,3 miliardi totali), anche dopo i rafforzamenti sopra richiamati.
Conteggiando però ulteriori misure già avviate da alcuni istituti (per 4,1 miliardi), Banca d’Italia ha reso noto che quelli con residue carenze scendono a due: si tratta di MPS (2,1 miliardi) e Banca Carige (circa 800 milioni).
Va sottolineato che, come sopra ricordato, questi dati si riferiscono a uno scenario sfavorevole: prolungata recessione dell’economia italiana nel triennio 2014-2016 (-1,1% il PIL in media all’anno); riacutizzarsi della crisi del debito sovrano (+2 punti sui titoli di Stato italiani).
Gli istituti con carenze di capitale nello stress test presenteranno alla BCE piani di rafforzamento entro due settimane, da attuare entro nove mesi, in prima battuta con ricorso a fonti private.
Nel complesso, per la gran parte del sistema bancario italiano, i risultati BCE-EBA mostrano una situazione favorevole. Anche sotto stress, 13 istituti su 15 avrebbero infatti una eccedenza di capitale (25,1 miliardi totali).
La trasparenza sui bilanci bancari ottenuta con queste analisi e lo scenario avverso considerato possono far sì che i risultati, se ben interpretati, accrescano la fiducia nel sistema bancario italiano, favorendo un progressivo allentamento della stretta sul credito (come ipotizzato nelle previsioni CSC).
L’effetto positivo su fiducia e credito potrebbe essere limitato da alcuni fattori: perdurante debolezza dello scenario economico complessivo; eventualità di una risposta “irrazionale” dei mercati, originata da una lettura parziale dei risultati; tempi lunghi per la realizzazione dei necessari piani di rafforzamento.
Quel che emerge con chiarezza è che, al momento, non è la scarsità di capitale delle banche a frenare i prestiti alle imprese.