Credito e Finanza

Nella Sezione Documenti – Regolamentazione finanziaria è disponibile la Circolare di Confindustria n. 19918 che illustra il decreto legge n. 183/2015 sulla risoluzione di alcune crisi bancarie.

Il 22 ottobre scorso il MEF ha aggiornato i dati del Cruscotto - sezione del sito MEF operativa da agosto scorso: si veda Blog 31 agosto 2015 - relativi alle fatture registrate sulla Piattaforma per la Certificazione dei Crediti (PCC) per il periodo 1° luglio 2014 - 30 settembre 2015 (la precedente rilevazione si fermava al 30 giugno 2015).

In particolare, il MEF ha diffuso i seguenti dati:

• enti pubblici registrati: oltre 20.000, come a fine giugno scorso. È però aumentata dal 28% al 32% - da circa 5.500 a 6.400 PA - la percentuale di enti pubblici “attivi”, ossia quelli che forniscono informazioni su più del 75% delle fatture registrate;
• fatture registrate: 14 milioni di fatture per un importo di 85 miliardi di euro (da 8 mln per un valore di 46 mld di fine giugno 2015);
• fatture pagate: 3,5 milioni di fatture per un importo di 25 miliardi di euro, di cui il 50% riferito agli enti pubblici attivi (da 2 mln per un valore di 10 mld di fine giugno 2015);
• tempo medio di pagamento: 39 giorni, 36 giorni nel caso degli enti pubblici attivi (da 40 giorni, 32 per gli enti pubblici attivi di fine giugno 2015).

Come per la precedente rilevazione, il MEF sottolinea che tali dati non sono ancora sufficienti ai fini di una precisa e completa ricognizione dell’andamento dei pagamenti PA per le due seguenti ragioni principali:

• inadempienza da parte delle PA degli obblighi di registrazione delle fatture stabiliti dal DL 66/2014: da ciò, ad esempio, deriva che le fatture effettivamente pagate sono sicuramente superiori al dato indicato. Si ricorda, infatti, che l’informazione legata alla ricezione delle fatture è acquisita automaticamente in PCC attraverso il flusso trasmesso dal Sistema di Interscambio - che veicola le fatture elettroniche dai fornitori alle PA - mentre quella riferita al pagamento deve essere necessariamente registrata in piattaforma dalla PA pagatrice;
• adempimento di tali obblighi per lo più da parte delle PA pagatrici più “virtuose”: da ciò deriva che il tempo medio di pagamento effettivo è con ogni probabilità più lungo di quello indicato.

Con riferimento ai soggetti virtuosi, il MEF ne ha incrementato l’elenco pubblico da 100 di fine giugno scorso a 300, selezionando tra quelli con numero di fatture ricevute - non solo quelle elettroniche (obbligatorie per le PA locali solo dal 31 marzo 2015) ma anche quelle tradizionali registrate spontaneamente dalle PA sulla PCC -  superiore a mille e valore complessivo superiore a 1 milione di euro e indicando oltre ai dati anagrafici delle PA anche l’importo complessivo delle fatture, quello pagato e il tempo medio di pagamento.

Infine, sempre in tema di debiti PA, nella sezione Documenti - Pagamento Debiti PA è disponibile il recente Paper di Banca d'Italia "I debiti commerciali delle Amministrazioni Pubbliche italiane: un problema ancora irrisolto", che analizza il fenomeno dei ritardi di pagamento delle PA in Italia negli anni 2008-2014 e gli interventi pubblici di smobilizzo 2013-2014, esaminando anche la distribuzione dei debiti commerciali rispetto a specifiche caratteristiche delle imprese creditrici (es. settore, dimensione, area geografica, frequenza rapporti commerciali).