Il MEF ha annunciato di aver definito, d’intesa con la Commissione europea, un meccanismo di garanzia finalizzato allo smaltimento dei crediti in sofferenza presenti nei bilanci bancari, rendendo noto che a breve saranno emanate le norme che ne stabiliscono le modalità di funzionamento.
In proposito, si ricorda che le sofferenze nei bilanci degli istituti bancari ammontano - fonte Banca d’Italia - a circa 200 miliardi, di cui 143 nei confronti delle imprese (pari al 18,3% dei prestiti alle stesse imprese: a fine 2008, erano pari a 25 miliardi, il 2,9% dei prestiti).
Il meccanismo - avallato dalla Commissione europea che ha concordato sul fatto che lo stesso non rappresenta un aiuto di Stato - prevede la concessione di garanzie dello Stato nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione che abbiano come sottostante crediti in sofferenza.
In dettaglio, secondo lo schema definito dal MEF, lo Stato garantirà le tranche senior delle cartolarizzazioni, cioè quelle più sicure, che sopportano per ultime le eventuali perdite derivanti da recuperi sui crediti inferiori alle attese. Non sono dunque coperte le tranche più rischiose (junior e mezzanine).
Le garanzie possono essere richieste dalle banche che cartolarizzano e cedono i crediti in sofferenza, a fronte del pagamento di una commissione al Tesoro, calcolata come percentuale annua sull’ammontare garantito.
Il prezzo della garanzia sarà di mercato: per tale regione la Commissione europea concorda sul fatto che lo schema non contempli aiuti di Stato.
Il prezzo sarà calcolato prendendo come riferimento i prezzi dei Credit Default Swaps degli emittenti italiani con un livello di rischio corrispondente a quello dei titoli garantiti. Il prezzo sarà crescente nel tempo, sia per tenere conto dei maggiori rischi connessi a una maggiore durata delle note, sia per introdurre un incentivo a recuperare velocemente i crediti.
Lo Stato rilascerà la garanzia solo se i titoli avranno preventivamente ottenuto un rating uguale o superiore all’investment grade (solitamente si considera investment grade un rating non inferiore a BBB), da un’agenzia di rating indipendente e inclusa nella lista delle agenzie accettate dalla BCE.
Le banche saranno tenute a dare l’incarico di recuperare i crediti a un servicer esterno e indipendente. Ciò al fine di evitare che l'azione di recupero sia frenata da eventuali conflitti di interesse.
L’intervento non prevede di generare oneri per il bilancio dello Stato. Al contrario, il MEF, che ha ribadito come lo stesso non avrà effetti sul debito e sul deficit, prevede che le commissioni incassate siano superiori ai costi.
Il meccanismo è dunque di mercato. Per comprendere sia effettivamente in grado di incidere sullo smaltimento dei crediti deteriorati presenti nei bilanci delle banche, occorrerà tuttavia verificare se il meccanismo stesso migliori le attuali condizioni di mercato per le banche e per i potenziali investitori e se sia dunque vantaggioso.
Il MEF ha messo in evidenza che l’intervento si aggiunge alle altre misure varate dal Governo con il Decreto legge 83/2015 e finalizzate a facilitare lo smaltimento dei crediti deteriorati presenti nei bilanci delle banche. Si tratta di:
- misure per rendere più efficienti e rapide le procedure di recupero dei crediti e per ampliare le modalità di attivazione delle soluzioni negoziali delle crisi d’impresa;
- la deducibilità piena e immediata delle perdite su crediti, prima consentita in 5 anni.
Si segnala infine la nota del MEF del 27 gennaio che, con riferimento alle recenti turbolenze registrate sui mercati azionari con riferimento ai titoli bancari, ribadisce che il sistema bancario italiano è solido e che, rispetto a quanto avvenuto in altri Paesi Europei: negli anni peggiori della crisi economica in Italia non si è fatto ricorso a ingenti aiuti di Stato (prassi vietata a partire dal 1 agosto 2013); le banche italiane risultano molto meno esposte verso i paesi emergenti, attualmente in una fase difficile dell’economica, o verso strumenti derivati; hanno una leva finanziaria più contenuta e dunque un più basso profilo di rischio.