Durante la riunione del 4 dicembre 2014, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di lasciare invariati i tassi di riferimento per l’Eurozona sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, che rimarranno cosi rispettivamente allo 0,05%, allo 0,30% e al -0,20%.
Nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione, il Presidente della BCE, Mario Draghi, ha dichiarato che i piani di acquisto di titoli ABS e di obbligazioni garantite, che dureranno ancora per due anni, sono misure dall’impatto notevole e ancora non del tutto manifestato, nonostante abbiano già prodotto un allentamento della politica monetaria.
La BCE intende quindi rivalutare l’effetto di queste e altre misure messe in campo finora e la possibilità di adottare ulteriori misure non convenzionali all’inizio del prossimo anno, anche alla luce anche degli effetti del prezzo del greggio sull’inflazione, avendo come obiettivo quello di riportare il proprio bilancio sui livelli massimi raggiunti nel 2012. Come sottolineato dal Presidente della BCE, infatti, il Consiglio direttivo non intende tollerare il perdurare di un livello d’inflazione così basso da comportare una contrazione antitempo e non desiderata della politica monetaria e, in ultima analisi, una deviazione dall’obiettivo di stabilità dei prezzi.
A tal fine, il Consiglio direttivo ha deciso di accelerare ogni analisi tecnica relativa ad un possibile programma di quantitative easing, così da analizzare meglio gli impatti delle diverse opzioni a disposizione relativamente a «portata, velocità e composizione». Sollecitato circa la compatibilità di un programma di acquisto di titoli di Stato con il mandato della BCE, Mario Draghi ha chiarito che si tratta di uno strumento di politica monetaria perfettamente compatibile con i Trattati e che non necessita di un voto unanime del Consiglio direttivo.
Infine, per quanto riguarda i prestiti alle società non finanziarie, il tasso di variazione annuo registrato in ottobre è stato del -1,6%, dal -1,8% registrato in settembre, indicativo di una graduale ripresa a partire dallo scorso febbraio.