Durante la riunione del 3 giugno 2015, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di mantenere invariati i tassi di riferimento per l’Eurozona sulle operazioni di rifinanziamento principali (0,05%), sulle operazioni di rifinanziamento marginale (0,30%) e sui depositi presso la BCE (-0,20%).
Nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro, il Presidente della BCE, Mario Draghi, ha sottolineato che le misure di politica monetaria della BCE, oltre a tradursi in una ripresa delle aspettative sui livelli di inflazione, stanno generando un miglioramento della disponibilità e delle condizioni di accesso al credito per famiglie ed imprese.
A tal proposito Draghi ha però evidenziato che, malgrado un parziale miglioramento dell'andamento dei prestiti (ad aprile si è registrato un tasso di variazione dei prestiti alle società non finanziarie dello -0,1% dopo il picco negativo del -3,2% toccato a febbraio), la dinamica dei prestiti alle società non finanziarie appare ancora deficitaria. Tale situazione dipende, secondo le parole del Presidente della BCE, sia da un aggiustamento ritardato del credito al ciclo economico, sia da fattori riguardanti il rischio e l’offerta di credito. Contribuiscono alla dinamica anche gli aggiustamenti dei bilanci delle aziende operanti sia nei settori finanziari che in quelli non finanziari. Secondo le parole di Draghi, le misure di politica monetaria adottate dalla BCE avranno l’ulteriore effetto di ridurre i costi di accesso al credito per le imprese e le famiglie e genereranno un incremento dei flussi di credito nel’area euro.
Sul tema del QE Draghi ha sottolineato che il programma avviato a marzo di quest’anno dalla BCE sta producendo i suoi effetti e ribadito che l’acquisto di titoli di Stato proseguirà al ritmo di 60 miliardi al mese fino a settembre 2016 ed ogni caso fino a che non sia stato imboccato un percorso che riporti i tassi d’inflazione su livelli al di sotto ma vicini al 2% nel medio termine. Nel rispondere ai giornalisti il Presidente della BCE ha inoltre aperto alla possibilità di riconsiderare le dimensioni, il timing e delle caratteristiche del QE qualora le circostanze dovessero richiederlo.