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Povertà in Italia: prima flessione dopo la crisi
Secondo le nuove serie storiche ricostruite dall’ISTAT e diffuse oggi, il numero di individui in condizione di povertà assoluta era, nel 2014, pari a 4 milioni e 102mila (6,8% della popolazione residente), in leggero calo rispetto a un anno prima (-318mila). Le famiglie povere erano 1 milione e 470mila (5,7% di quelle residenti, -144mila rispetto al 2013).
Durante la crisi le persone in forte difficoltà economica sono aumentate di circa il 130%, con ampie differenze territoriali. Nel Mezzogiorno l’incidenza della povertà assoluta è cresciuta di 5,2 punti percentuali tra il 2007 e il 2014, contro i 2,7 e 3,1 registrati rispettivamente nel Centro e nel Nord. Ciò ha ampliato ulteriormente le già forti differenze tra aree geografiche: la quota di persone povere ha raggiunto il 9,0% nel Mezzogiorno, mentre si ferma al 5,5% nel Centro e al 5,7% nel Nord.
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Occupazione in Italia: -0,1% a giugno, +0,2% nel secondo trimestre
Secondo le stime preliminari ISTAT diffuse oggi, il numero di persone occupate è sceso in giugno di 22mila unità rispetto a maggio (-0,1%). Nel secondo trimestre si registra comunque un incremento degli occupati di 38mila unità sulla media del primo (+0,2%), grazie all’aumento record di aprile (+130mila unità).
A fronte di una forza lavoro in espansione (+0,3% sul primo trimestre, +0,1% mensile), il tasso di disoccupazione sale al 12,5% nel secondo trimestre (+0,1 punti percentuali sul primo; 12,7% in giugno).
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In Russia segnali di miglioramento: la tempesta perfetta sta passandoLa Russia è, tra i paesi emergenti, il terzo per quota del PIL mondiale (3,3%) e rappresenta per l’export italiano il decimo mercato di destinazione. Dopo essere cresciuta del 5,0% medio annuo nel 1997-2006, era in rallentamento già da prima che conflitto in Ucraina, fuga di capitali e crollo del petrolio la mandassero in recessione. Dalla quale uscirà nel 2016.
La Russia è stata colpita nel corso del 2014 da tre potenti shock, solo in parte collegati tra loro, i cui effetti hanno fatto parlare di “tempesta perfetta” per la loro capacità di penalizzare duramente un’economia già vulnerabile e in rallentamento dal 2011. Le sanzioni occidentali collegate al conflitto in Ucraina, la fuga di capitali e il conseguente deprezzamento del rublo e, infine, il consistente calo del prezzo del petrolio hanno avuto, per ragioni diverse, ripercussioni fortemente negative su tutte le componenti della domanda interna russa e anche per l’export, composto per quasi il 70% da prodotti del settore energetico. Cosicché il PIL si è contratto del 2,2% annuo nel primo trimestre 2015, anche se meno di quanto inizialmente atteso. Tuttavia, è previsto che l’economia russa torni a crescere già prima della fine del 2015, anche grazie all’attività di stabilizzazione messa in atto dalla Banca centrale che, manovrando il tasso di interesse e lasciando fluttuare liberamente il rublo, dopo quindici anni di interventi sul mercato per contenerne la volatilità, ha restituito poco a poco fiducia al sistema. Segnali di risveglio dell’attività emergono già da indicatori congiunturali. In assenza delle riforme strutturali auspicate dalle stesse istituzioni russe, comunque, il potenziale di crescita nel medio termine risulterà sensibilmente più basso di quello sperimentato negli anni Duemila. Nota CSC 10 2015 Russia.pdfView Details |
Si rafforza la crescita dell’economia USANel secondo trimestre 2015 il PIL degli Stati Uniti è aumentato del 2,3% (annualizzato), in forte accelerazione rispetto al primo trimestre, il cui dato è stato peraltro rivisto al rialzo (da -0,2% a +0,6%) in seguito all’applicazione di una nuova metodologia di destagionalizzazione di alcune componenti del PIL. A questa marcata espansione del PIL ha contribuito una forte accelerazione dei consumi (+2,9% dopo il +1,8% del primo trimestre), che ha più che compensato un rallentamento degli investimenti (+0,8% dopo il +3,3% del primo), in particolare di quelli in macchinari e attrezzature, penalizzati dai tagli al settore energetico ed estrattivo. Positivo, seppur modesto, è stato il contributo alla crescita del settore estero (+0,1%), anche grazie a una ripresa superiore alle attese delle esportazioni (+5,3% dopo il -6,0% del primo trimestre), nonostante il rialzo del dollaro e la frenata delle economie emergenti. La crescita dell’economia americana è attesa rafforzarsi nei prossimi trimestri. I forti incrementi occupazionali garantiscono, infatti, un’espansione del reddito. Ciò, insieme al guadagno di potere d’acquisto per il calo del prezzo della benzina, favorirà un recupero di fiducia da parte delle famiglie, contenendo la propensione al risparmio (scesa al 4,8% del reddito disponibile nel secondo trimestre, da 5,2% nel primo), e sosterrà i consumi. |
Offerta di credito meno stretta, risalita della domandaL’indagine sul credito bancario, realizzata da Banca d’Italia, segnala un nuovo timido allentamento dell’offerta di credito nel secondo trimestre 2015, dopo i miglioramenti già registrati tra fine 2014 e inizio 2015. I criteri per l’erogazione di prestiti alle imprese, tuttavia, restano stretti. I dati qualitativi segnalano anche l’inizio della risalita della domanda di credito da parte delle imprese, che era rimasta sostanzialmente stabile per oltre un anno. Cresce, in particolare, la richiesta di fondi per finanziare nuovi investimenti fissi e scorte. |
Cina: la crescita sorprende al rialzo nel secondo trimestreIl PIL cinese nel secondo trimestre 2015 è cresciuto del 7,0% annuo, come nel primo e al di sopra delle attese (+6,8%). In termini congiunturali l’economia ha accelerato al +1,7% sul primo trimestre, dopo il +1,4% nei primi tre mesi dell’anno. Due forze hanno permesso di mantenere la barra fissa sull’obiettivo dl Governo del 7% annuo per il PIL, nonostante il proseguimento del rallentamento di industria e costruzioni. Da una parte le autorità hanno operato importanti interventi espansivi sia di politica monetaria sia di politica di bilancio. Dall’altra la crescita dei servizi ha contribuito per il 57% alla crescita del PIL, ma è in larga parte dovuta, come già è successo nel primo trimestre, al rally del mercato azionario che si è realizzato fino allo scoppio della bolla a metà giugno. La performance dell’economia cinese nella seconda parte dell’anno e la sua capacità di centrare l’obiettivo di crescita del Governo sono legate dunque al proseguimento di politiche espansive che compensino il venir meno del contributo del settore finanziario dopo il recente calo degli indici azionari (-26,3% lo Shanghai composite dal 12 giugno). Il CSC prevede per il PIL cinese +6,8% nel 2015 e +6,3% nel 2016.
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Inflazione stabile su livelli minimi in Italia ed EurozonaIn luglio la variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è rimasta stabile ai livelli di giugno (+0,2%). Si è arrestata la lenta risalita dai minimi toccati a inizio anno (-0,6% a gennaio). La dinamica annua di luglio è determinata da una lieve accelerazione dei prezzi core (+0,7% da +0,6% in giugno), da una frenata di quelli alimentari (+0,8% da +1,0%) e da un minore calo di quelli energetici (-5,4% da -5,8%). I prezzi core, inoltre, si scompongono in una componente dei servizi (+0,8% da +0,7%, con un’accelerazione, dopo la frenata di giugno, dei prezzi dei servizi di trasporto) e in una dei beni industriali (stabile a +0,4%). Nell’Eurozona in luglio l’inflazione è pari a +0,2% annuo, come in giugno; quella core sale da +0,8% a +1,0%. Rimane molto lontano l’obiettivo del 2,0% della BCE. |
Rimbalzo del fatturato industriale italiano
Il fatturato dell’industria italiana è aumentato dell’1,0% in maggio (a prezzi costanti, stima CSC), dopo -0,5% in aprile. La variazione complessiva è frutto di un incremento sia nel mercato interno (+0,9%) sia in quello estero (+1,2%). Negli ultimi due mesi il livello del fatturato totale è superiore dello 0,9% rispetto alla media del primo trimestre 2015.
Gli ordinativi hanno registrato un significativo calo in maggio (-2,7% a prezzi costanti, stima CSC), controbilanciando parzialmente il rimbalzo di aprile (+5,5%). L’arretramento è interamente attribuibile alla domanda estera (-6,4% dopo +8,0%) mentre quella interna - che registra variazioni congiunturali positive da dicembre - è rimasta quasi piatta (+0,1% dopo +3,7%). Nella media di aprile-maggio gli ordini totali hanno registrato un incremento del 4,2% sul primo trimestre.
Tali dati riflettono una tendenza positiva della domanda nel secondo trimestre, in particolare di quella interna. Ulteriori conferme vengono dall’incremento delle vendite al dettaglio in volume (+0,5% in aprile-maggio sul primo trimestre) e dalle indagini qualitative (ISTAT e Markit).
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Cala l’ottimismo tra imprese e famiglie italiane; i livelli restano elevati
L’indice composito di sentimento economico delle imprese è diminuito di 0,3 punti in luglio su giugno (a 104,3), dopo un rimbalzo di 2,9 punti nel mese scorso. Il livello attuale è tra i più elevati dall’estate del 2008 e superiore di 1,4 punti rispetto al valore medio del secondo trimestre. |
Credito ancora in calo, sofferenze su in attesa degli effetti delle nuove misureLo stock di prestiti erogati alle imprese italiane si è ulteriormente ridotto a maggio (-0,1%), dopo il calo di aprile (-0,2%). Il ritmo di caduta, comunque, si è attenuato: -0,1% al mese in media nei primi cinque mesi del 2015, dopo -0,3% nel 2014. Le nuove erogazioni sono frenate dalla continua accumulazione di crediti in sofferenza nei bilanci bancari: a maggio sono saliti a 138 miliardi di euro (17,6% dei prestiti), da 136 in aprile. Le misure varate dal Governo a giugno (deducibilità delle perdite su crediti in un solo anno; interventi per aumentare efficienza e rapidità delle procedure fallimentari) sono volte a favorire, a partire dai prossimi mesi, l’appiattimento del profilo delle sofferenze. Si sta ancora lavorando al progetto di creazione di una società specializzata per l'acquisto di crediti deteriorati. Prosegue, intanto, la discesa dei tassi pagati dalle imprese sulle nuove operazioni: in media, sono al 2,2% a maggio, da 2,3% in aprile (erano al 3,5% nel febbraio 2014). Le grandi imprese hanno pagato l’1,6% a maggio (da 1,8%), quelle di minori dimensioni il 3,0% (da 3,1%). |
In crescita l'export italiano in maggio
In maggio l’export italiano è aumentato, a prezzi costanti, dell’1,4% mensile, dopo un passo falso in aprile (-1,1%). Hanno accelerato, in particolare, le vendite UE (+2,2%); modesto, invece, l’incremento di quelle extra-UE (+0,4%). Al netto dei beni energetici (balzati del 25,8%), la crescita delle esportazioni si riduce a +0,6%: in aumento i beni di consumo (+2,1%), in stallo quelli intermedi e in lieve riduzione quelli strumentali (-0,2%). Nel bimestre aprile-maggio la dinamica dell’export (+1,3% rispetto al primo trimestre) è in linea con quanto realizzato nella media dei primi tre mesi del 2015 (+1,4% sul quarto 2014). |
Prezzi delle case ancora giù in ItaliaNel primo trimestre 2015 i prezzi delle case sono diminuiti dello 0,7% sul quarto 2014, quando erano scesi dell’1,6% sul terzo (dato rivisto al ribasso da -0,8%). A settembre 2012 il CSC aveva previsto un calo del 7,0% nel biennio 2012-13, specificando che “la discesa potrebbe però essere più prolungata e profonda”. In effetti le quotazioni si sono ridotte del 13,6% in tre anni (-18,4% in sette anni, dal picco di inizio 2008). Nonostante ciò, risultano ancora del 2,6% sopra la media di lungo periodo (in rapporto al reddito disponibile pro-capite, che misura la capacità di spesa delle famiglie; stima CSC). Segnali di toccato il fondo nell’edilizia residenziale nel primo trimestre 2015: in aumento gli investimenti (per la prima volta da quasi cinque anni), le compravendite (per il terzo trimestre consecutivo, depurando i dati dagli effetti del cambio di regime delle imposte sugli atti di trasferimento) e i mutui ipotecari. Le agenzie immobiliari si attendono un miglioramento delle condizioni del mercato per la prima volta da quattro anni (indagine Banca d’Italia, Agenzia delle Entrate e Tecnoborsa). |
PMI manifatturiero: crescita robusta in Italia e moderata nell’Euroarea
Il PMI manifatturiero italiano segnala una robusta espansione in giugno, dopo avere registrato in maggio il valore massimo da quattro anni (indice a 54,1 da 54,8). Nel secondo trimestre il livello del PMI manifatturiero è superiore di 2,5 punti rispetto al primo.
Tra le componenti del PMI, la produzione è cresciuta per il sesto mese consecutivo, a un ritmo meno elevato rispetto al mese precedente ma superiore alla media di lungo termine (55,6 da 57,1), sospinta dall’incremento nei beni d’investimento. L'aumento degli ordini è stato robusto, sebbene in rallentamento rispetto al picco quadriennale di maggio, ed è stato sostenuto sia dalla domanda interna sia da quella estera. Per fare fronte alla maggiore attività le imprese hanno assunto ulteriore personale (per il sesto mese di fila) a un ritmo analogo a quello rilevato in maggio e tra i più elevati dall’inizio dell’indagine nel 1997.
Nell’Euroarea il PMI manifatturiero è di poco migliorato (52,5 da 52,2) e nella media del secondo trimestre segnala una crescita dell'attività dello 0,3% congiunturale (Markit). Tra le principali economie indica un'accelerazione in Germania (51,9), Francia (50,7) e Paesi Bassi (56,2); segnala un rallentamento, seppure su ritmi di crescita ancora elevati, in Irlanda e Spagna (rispettivamente 54,6 e 54,5).
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Migliora la fiducia delle imprese in GermaniaDopo due mesi consecutivi di leggero peggioramento, e contro le attese di un ulteriore lieve calo, migliora in luglio la fiducia delle imprese tedesche. L’indice IFO, basato su un’indagine tra circa 7mila imprese tedesche, è infatti risalito a 108,0 da 107,4 in giugno. Il maggiore ottimismo è dovuto, principalmente, all’allentamento delle tensioni sui mercati finanziari in seguito alla soluzione della crisi greca che ha, per ora, scongiurato i rischi di un’uscita della Grecia dall’euro. Il dato è in evidente contrasto con i risultati dell’indagine ZEW tra gli investitori e gli esperti finanziari, la cui fiducia a inizio mese, quando l’incertezza sull’esito dei negoziati tra il governo greco e i suoi creditori era ai massimi, si era fortemente incrinata (l’indice relativo era sceso a 29,7 da 31,5 in giugno). |
Cina: non si arresta il panico ribassista sui mercati azionariProsegue senza soste, e anzi accelera nel ritmo di discesa, la correzione degli indici azionari cinesi. Lo Shanghai composite index, che aveva guadagnato il 150% in dodici mesi fino a giugno, è sceso oggi del 5,9%; il calo dallo scorso 12 giugno, giorno in cui è scoppiata la bolla speculativa, è pari al 32,1%. Molto simili gli andamenti degli altri principali indici azionari sulle piazze di Shanghai e Shenzen. La correzione potrebbe non essere finita. Le vendite sul mercato sono guidate dal panico della moltitudine di piccoli risparmiatori cinesi, che hanno fatto un uso eccessivo della leva finanziaria e si trovano ora a dover ridurre bruscamente la loro esposizione. Sono risultati finora inefficaci gli interventi delle autorità cinesi volti a ridare liquidità ai mercati e riportare calma tra gli operatori. I titoli di 1.323 società quotate, circa il 45% del totale, sono stati sospesi dalla contrattazione. Pur rappresentando gli investimenti in azioni solo il 15% della ricchezza delle famiglie cinesi, l’instabilità finanziaria aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione per un’economia già in deciso rallentamento. |
Risalita dell'economia italiana da rafforzare, in uno scenario internazionale più favorevoleI recenti progressi dell'economia italiana sono in linea o perfino superiori a quelli indicati dal CSC nello scenario di metà giugno. Nell'industria produzione, fatturato e ordini accelerano, tirati dalla domanda interna come prova il balzo dell'import. L'occupazione è ripartita e consolida fiducia e capacità di spesa delle famiglie. Gli indicatori danno investimenti in recupero. L'offerta di credito si allenta e le misure appena varate per smaltire le sofferenze aiuteranno il rilancio dei prestiti bancari. Inoltre, le condizioni internazionali sono ancora più favorevoli di quelle incorporate nelle ultime previsioni CSC. Il petrolio è del 10% più basso e, con il ritorno del greggio iraniano, tenderà a scendere. Il cambio dell'euro contro dollaro è sceso del 5% e l'avvio, sempre più vicino, della normalizzazione della politica monetaria della FED lo schiaccerà ulteriormente. L'acquisto di titoli da parte della BCE ripiegherà i tassi di mercato. La ripresa nell'Eurozona si sta consolidando e l'export del Made in Italy già ne beneficia. È ormai evidente la ripartenza della locomotiva USA. Il commercio globale è tornato ad aumentare. Grazie all'accordo in extremis, non ci sarà alcun contagio dalla Grecia; sebbene la reazione dei mercati avesse fatto capire che sarebbe stato contenuto, nell'attuale contesto di fragilità economica correre quel rischio sarebbe stato delittuoso. Resta il timore di una frenata più marcata dei paesi emergenti. La violenta correzione della Borsa in Cina non aiuta il difficile passaggio ai consumi del testimone dello sviluppo; finora, però, il dirigismo delle autorità ha pilotato un atterraggio morbido. Si approfondisce la recessione in Brasile. Quella in Russia, invece, si sta attenuando e ciò conforta l'attesa del ritorno all'espansione nella seconda metà del 2015. La priorità dell'Italia è rafforzare la lenta risalita dell'economia proseguendo lungo la strada delle riforme strutturali, inclusa la riduzione del carico fiscale che zavorra la competitività delle imprese. Per maggiori dettagli si veda la Congiuntura Flash di luglio nella Libreria del CSC |
Referendum Grecia: in vantaggio i Sì alla proposta dell’EurogruppoIl primo sondaggio condotto da Greek Public Opinion (GPO) sul referendum relativo alla proposta dell’Eurogruppo, che si terrà domenica, mostra un vantaggio per il fronte del Sì con il 47,1% delle preferenze. Il 43,2% dei greci ha dichiarato che voterà No, come auspicato ieri in un appello alla Tv di Stato ERT dal premier Alexis Tsipras. Sulla scheda referendaria il No precede il Sì e il quesito è così formulato: "Deve essere accettata la proposta sottoposta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale all'Eurogruppo del 25 giugno 2015?” Il sondaggio GPO è basato su un campione di 1.000 interviste fatte il 30 giugno, a quattro giorni dalla convocazione del referendum. La percentuale di errore è stimata al 3,1 per cento. |
Attività nelle costruzioni in Italia: nessun segnale di ripresa
La produzione nelle costruzioni in Italia è diminuita dello 0,6% in maggio su aprile, quando era rimasta invariata su marzo (dato rivisto da -0,3% comunicato il mese scorso). Nel primo trimestre è aumentata dello 0,3% sul quarto 2014, in recupero dopo cinque cali consecutivi, ma nel secondo si preannuncia una dinamica negativa, essendo pari a -1,0% la variazione congiunturale acquisita.
Le indagini qualitative condotte presso le imprese del settore offrono segnali contrastanti. L’ISTAT ha rilevato una maggiore fiducia in giugno: l’indice è rimbalzato di 7,9 punti, dopo un calo cumulato di 4,2 nei due mesi precedenti (+3,9 punti nel 2° trimestre sul 1°). Giudizi e attese su ordini e piani di costruzione sono più favorevoli. L’indagine Markit sul settore edilizio ha invece rilevato in giugno la più marcata contrazione da gennaio sia dell’attività (dovuta soprattutto a un calo nell’edilizia residenziale) sia degli ordini.
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L'economia britannica ha accelerato nel secondo trimestreLa stima preliminare del PIL del Regno Unito per il 2° trimestre 2015 indica che l’economia britannica è cresciuta dello 0,7% congiunturale, accelerando rispetto al +0,4% nel 1° e tornando al ritmo di crescita che ha caratterizzato il precedente biennio. La variazione su base annua è stata del +2,6%. La produzione nel settore dei servizi è aumentata dello 0,7% rispetto ai primi tre mesi del 2015; in particolare hanno fornito un forte contributo alla crescita del PIL i servizi finanziari (0,3 punti percentuali), il cui apporto era stato invece nullo nel precedente trimestre. Il balzo della produzione industriale (+1,0%) è dovuto soprattutto a quello delle attività estrattive (+7,8% al ritmo più veloce dal 1989) per effetto degli incentivi governativi alla produzione di oil e gas. Piatto il settore delle costruzioni. Il decimo trimestre di crescita dell’economia e la disoccupazione a livelli pre-crisi (5,6%) avvicinano il momento del primo rialzo del tasso di interesse, fermo al minimo storico dello 0,5% dal marzo 2009. Il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha recentemente ribadito che la restrizione monetaria sarà comunque graduale, indipendentemente dal momento di inizio (presumibilmente la prima metà del 2016), anche per i rischi derivanti dalle politiche di rientro dal disavanzo di bilancio pubblico (5,5% nell'anno fiscale 2014/15) che il Governo sta mettendo in atto. |
Cina: nuovo rallentamento dell’attività manifatturiera in luglioIl PMI manifatturiero cinese segnala un’ulteriore frenata dell’attività manifatturiera in luglio, toccando il minimo da 15 mesi (48,2 stima flash). Giù le principali componenti dell’indice generale: produzione e nuovi ordini totali sono entrambi ai minimi da 16 mesi (47,3 e 48,1, rispettivamente) e i nuovi ordini dall'estero al minimo da luglio 2013 (46,6). La componente occupazione, che in giugno ha toccato il minimo da febbraio 2009 (46,6), in luglio ha segnato una contrazione a un ritmo più lento del mese precedente (47,4). I dati del mercato del lavoro sono comunque ancora confortanti. Alla fine del secondo trimestre il tasso di disoccupazione nelle aree urbane è pari a 4,04% (da 4,05% a fine marzo), essendo 4,5% il livello massimo programmato dal Governo per il 2015. Durante la prima metà dell’anno l'economia ha creato 7,18 milioni di posti di lavoro nelle aree urbane (10 milioni l'obiettivo per l'intero 2015). I dati di luglio confermano le preoccupazioni per il rallentamento della domanda interna cinese e suggeriscono che, nonostante il +7,0% del PIL nel secondo trimestre, l’allentamento delle politiche economiche da parte delle autorità dovrà continuare nella seconda metà dell’anno per centrare gli obiettivi di crescita e occupazione del Governo. |
Commercio italiano extra-Ue: in giugno balzo in avanti dell’import, giù l’exportIn giugno i flussi commerciali italiani con i paesi extra-Ue hanno registrato variazioni divergenti: +5,4% su aprile, a prezzi correnti, le importazioni e -1,6% le esportazioni. Molto robusto l’aumento dell’import: +6,7% nella media del secondo trimestre sul primo; +2,7% al netto della componente energetica (fortemente condizionata dalle fluttuazioni del prezzo del petrolio). Il forte balzo degli acquisti dall’estero di beni strumentali (+8,7%) e di consumo, soprattutto durevoli (+6,3%; +1,9% quelli non durevoli), segnala che la domanda interna continua a marciare. In stallo, invece, le importazioni di prodotti intermedi (-0,3%). Debole la dinamica dell’export: +0,5% nel secondo trimestre, -1,0% al netto dell’energia. Sono aumentate le vendite di beni di consumo (+3,6%), hanno ristagnato quelle di prodotti intermedi (+0,2%) e sono cadute quelle di beni strumentali (-5,1%, dopo un forte aumento nel primo trimestre). Sono in espansione le esportazioni verso Turchia, Stati Uniti e Giappone; in calo quelle in Russia e nei paesi Mercosur e Asean; ancora deboli quelle verso la Cina. La progressiva ripartenza della domanda globale, insieme al pieno dispiegarsi dell’effetto dell’euro debole, sosterranno la dinamica dell’export nella seconda metà dell’anno. |
Attività industriale: marginale correzione in giugnoIl CSC stima un calo della produzione industriale dello 0,2% in giugno su maggio, quando c’è stato un incremento dello 0,9% su aprile, comunicato oggi dall’ISTAT. Nel secondo trimestre del 2015 è stimato un aumento dell’attività dello 0,8% sul precedente, in accelerazione rispetto al +0,5% che si era registrato nel primo (rivisto al rialzo dal +0,3% comunicato il mese scorso). L’incremento trimestrale è il più alto da fine 2010. Il terzo trimestre 2015 eredita dal secondo una variazione congiunturale di +0,2%. Nei mesi estivi la tendenza dell’attività si prefigura positiva. Secondo i direttori degli acquisti (indagine PMI Markit) in giugno gli ordini ricevuti dalle imprese manifatturiere hanno continuato ad aumentare (indice a 54,7, per il quinto mese sopra la soglia neutrale di 50) dopo aver raggiunto in maggio il valore massimo da 51 mesi (56,7). Tale progresso è dovuto soprattutto al favorevole andamento della domanda interna. |
Attività industriale italiana in luglio: +0,4% su giugnoIl CSC rileva un aumento della produzione industriale dello 0,4% in luglio su giugno quando è stata stimata una variazione di -0,3% su maggio. Nel secondo trimestre del 2015 il CSC stima un incremento della produzione dello 0,8% sul primo, quando si era registrato un progresso dello 0,5% sul quarto 2014. La variazione congiunturale acquisita per il terzo trimestre è di +0,5%. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in luglio del 2,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno; in giugno si era avuto +1,4% su giugno 2014. Gli ordini in volume hanno registrato in luglio un progresso dell’1,0% su giugno e del 2,3% su luglio 2014. In giugno si era avuto un miglioramento dello 0,8% su maggio e del 2,7% su giugno 2014. L’indagine sulla fiducia nel manifatturiero mostra una maggiore prudenza degli imprenditori, spiegata soprattutto dall’evoluzione della crisi greca durante la rilevazione (condotta tra 1 e 16 luglio mentre l’accordo è stato sottoscritto il 13). In luglio l’indice è diminuito di 0,3 punti (dopo +0,5 in giugno), a 103,6, un livello comunque elevato e intorno ai massimi dal 2011. Sono stabili, rispetto al mese scorso, giudizi e attese sui livelli di produzione; migliorano invece quelli sugli ordini (di più per quelli esteri).
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Negli USA buone notizie da occupazione, attività manifatturiera e fiducia delle famiglieÈ robusta la crescita dell’occupazione USA: in giugno +223mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, stesso ritmo tenuto in media nel secondo trimestre (dati rivisti al ribasso; +250mila unità al mese nell’ultimo anno). Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,3% (con un riduzione più forte dei disoccupati di lungo periodo), anche a causa di un calo della forza lavoro (che compensa l’aumento nel mese precedente). Restano ridotte le pressioni inflazionistiche: invariate in giugno su maggio le retribuzioni medie orarie (+2,0% annuo). Ha accelerato l’espansione dell’attività manifatturiera, secondo l’indice ISM (a 53,5 in giugno da 52,8 in maggio). È aumentato il ritmo di crescita degli ordini (indice a 56,0) e dell’occupazione (55,5), mentre si sono ridotti gli ordini esteri (49,5), penalizzati dal dollaro forte. Ancora debole il settore petrolifero, a causa delle basse quotazioni dell’oil. La buona salute del mercato del lavoro, insieme con il petrolio a buon mercato e la valuta forte, aumenta il potere d’acquisto e la fiducia delle famiglie (+6,8 punti in giugno su maggio l’indice Conference Board), sostenendo i consumi. L’inflazione ancora ampiamente sotto il target, comunque, lascia ampia discrezionalità alla FED circa la decisione di rialzare i tassi già a settembre. |
Il PMI segnala robusta espansione dell’attività nell’Eurozona in luglio
In luglio l’indice PMI composito (stima flash) segnala una robusta espansione dell’economia dell’Eurozona, a ritmi poco inferiori rispetto ai massimi da quattro anni toccati in giugno (a 53,7 da 54,2). Lieve rallentamento sia nei servizi (a 53,8 da 54,4) sia nel manifatturiero (a 52,2 da 52,5). I dati sono coerenti con un +0,4% del PIL nel secondo trimestre e una stabilizzazione del ritmo di crescita all’inizio del terzo (stime Markit). |