Centro Studi

Meno ottimismo tra imprese e famiglie italiane, ma la tendenza rimane positiva
L’indice composito di sentimento economico delle imprese è rimasto quasi invariato in maggio su aprile (-0,1 punti, a 102,0), quando era diminuito per la prima volta da novembre scorso. Si è attestato intorno ai valori più elevati dall’estate del 2008 e, nella media degli ultimi due mesi, 3,7 punti sopra ai livelli del primo trimestre.
Tra i comparti, l’indicatore di fiducia è aumentato solo nei servizi di mercato (+0,4 punti); è diminuito, invece, nelle costruzioni (-1,5), per il secondo mese consecutivo, e nel commercio al dettaglio (-1,6), soprattutto per il peggioramento delle attese su ordini e occupazione (in entrambi i settori). Tra le imprese manifatturiere si è avuta una modesta correzione (-0,5 punti) dopo otto mesi di crescita ininterrotta (+6,5 punti da agosto 2014 ad aprile 2015). Il calo mensile è dipeso da valutazioni meno favorevoli su ordini esteri (invariati quelli interni) e livelli di produzione; sono migliorate, invece, le attese su occupazione e produzione.
Tra i consumatori la fiducia è diminuita per il secondo mese consecutivo (-2,3 punti), soprattutto per il calo delle componenti relative al clima economico generale e al clima futuro. È peggiorato, ma in misura meno ampia, anche il clima personale, più legato alle decisioni di spesa delle famiglie. La tendenza positiva dell’indice di fiducia non risulta comunque compromessa dalla correzione degli ultimi due mesi: +0,3 punti in aprile-maggio sulla media del primo trimestre.
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Yen ai minimi da 8 anni sul dollaroLo yen ha segnato oggi il cambio più basso da 8 anni contro il dollaro, oltre quota 123, e si dirige rapidamente verso il livello minimo dal 2002. La debolezza della valuta nipponica riflette la rinnovata forza del biglietto verde, sia per le notizie positive negli Stati Uniti derivanti da fiducia dei consumatori, ordini di beni capitali (al netto di difesa e aerei) e prezzi delle case sia per le recenti dichiarazioni della presidente Fed Yellen che alimentano le attese di un rialzo dei tassi entro l’anno. La Bank of Japan in maggio ha confermato il suo programma di stimolo monetario. Dai verbali della riunione di aprile del board, pubblicati ieri, emerge che la maggioranza dei componenti ritiene che lo stimolo sia per ora sufficiente e dovrà essere mantenuto fino al raggiungimento dell’obiettivo dell’inflazione al 2%, ritenuto probabile nella seconda metà 2016, sulla base dell’ipotesi di un moderato aumento dei prezzi del petrolio. L’andamento dello yen continua a favorire la Borsa di Tokio che ha chiuso stamattina la nona sessione positiva consecutiva, a 20.472,58 punti, toccando nuovi massimi da 15 anni.
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Commercio mondiale in contrazione nel primo trimestre; pesa la debolezza degli emergenti
In marzo il commercio mondiale è rimasto sostanzialmente invariato (-0,1% in volume su febbraio); tale risultato è il combinato disposto di una crescita degli scambi dei paesi avanzati (+1,5%) e di una riduzione di quelli dei paesi emergenti (-1,7%). |
In aprile temporanea riduzione dell’export extra-UE; continua la crescita dell’import
In aprile le esportazioni italiane extra-UE sono diminuite, in valore, del 2,0% su marzo (quando erano cresciute del 2,2% su febbraio), mentre le importazioni hanno continuato ad aumentare (+1,5%, dopo +5,6%). Il calo dell’export è dovuto soprattutto alla caduta delle vendite di beni strumentali (-6,8%), che avevano registrato una forte crescita nel 1° trimestre (+4,0% rispetto al 4° 2014). In riduzione anche le esportazioni di energia (-5,4%); in aumento, invece, quelle di beni di consumo (+2,6%) e intermedi (+1,0%). |
Polonia: l’euroscettico conservatore Duda nuovo presidenteIn Polonia il ballottaggio delle elezioni presidenziali si è concluso con la vittoria del 43enne euroscettico nazionalista Andrzej Duda del partito Diritto e Giustizia (PiS). Quando i risultati non sono ancora definitivi il presidente uscente Komorowski del partito liberale Piattaforma civica (PO), che ha guidato il paese dal 2007 verso una rapida crescita economica, ha ammesso la sconfitta. Duda, che entrerà in carica in agosto, è sostenuto dagli ambienti più conservatori della chiesa polacca e durante la campagna elettorale non ha nascosto il suo euroscetticismo e, in particolare, la contrarietà all’entrata della Polonia nell’euro. Qualunque sarà il risultato delle prossime elezioni parlamentari in ottobre, il percorso di riforme di Varsavia verso una maggiore integrazione nell’UE sembra ora più difficile: una vittoria del PiS rafforzerebbe ulteriormente la posizione antieuropeista, mentre nel caso di vittoria del PO il presidente Duda potrebbe comunque esercitare su qualsiasi riforma il diritto di veto, ribaltabile solo con una maggioranza di almeno i 3/5 dei voti. |
Rallenta l’attività produttiva nell’EurozonaA maggio l’indice PMI composito dell’Eurozona, elaborato da Markit, pur restando abbondantemente sopra 50, la soglia che separa recessione da espansione, è diminuito per il secondo mese consecutivo (a 53,4 da 53,9 in aprile) segnalando un ulteriore rallentamento del ritmo di crescita dell’attività produttiva. In particolare, ha rallentato ulteriormente la Germania (a 52,8 da 54,1) ed è continuata, a ritmi modesti, l’espansione in Francia (a 51,0 da 50,6). Tra i settori, ha sensibilmente rallentato il terziario (indice a 53,3 da 54,1), mentre ha riaccelerato, anche se solo leggermente, il manifatturiero (a 52,3 da 52,0). Sospinti dal cambio favorevole, gli ordini dall’estero nell’industria manifatturiera sono balzati a 53,0 (da 52,3), livello massimo da tredici mesi. Seppur più lento che nei due mesi precedenti, il ritmo di espansione è stato comunque sufficiente a convincere le imprese ad assumere nuovo personale; segnale di maggiore ottimismo. Il sottoindice relativo all’occupazione è, infatti, salito a 52,3, il livello più elevato da maggio 2011. |
Il Giappone cresce più delle attese a inizio 2015 grazie all’accumulo di scorteIl PIL nipponico è cresciuto nel 1° trimestre 2015 al tasso annualizzato del 2,4% (stima preliminare), al di sopra delle attese (consensus +1,5%) e accelerando rispetto agli ultimi tre mesi del 2014 (+1,1%). Il dettaglio dei contributi alla crescita è meno entusiasmante: 2 punti percentuali derivano dall’aumento delle scorte, mentre solo 1,3 originano da consumi e investimenti; le esportazioni nette hanno sottratto invece 0,7 punti percentuali alla crescita dell’economia. Il venir meno del contributo delle scorte coinciderà con un rallentamento del ritmo di crescita nel secondo trimestre. La Borsa di Tokio ha reagito alla notizia toccando il picco da oltre quindici anni a 20.278 punti per poi chiudere appena al di sotto del massimo registrato il 23 aprile scorso. Lo yen si è indebolito ai minimi da un mese sul dollaro (121 yen per dollaro). La performance positiva del PIL rende meno probabile un nuovo intervento di stimolo da parte della Bank of Japan nella riunione di venerdì, ma, con un’inflazione prevista a fine anno ancora al di sotto dell’obiettivo del 2%, un ulteriore allentamento della politica monetaria è atteso arrivare nella seconda parte del 2015. |
Attività nelle costruzioni: positivo il primo trimestre, incerto il secondo
La produzione nelle costruzioni in Italia è risultata invariata in marzo su febbraio. Nel primo trimestre è aumentata dello 0,4% sul quarto 2014; si tratta del primo incremento dopo cinque cali consecutivi.
Il secondo trimestre eredita una variazione di -0,5% sul primo e secondo gli operatori del settore la tendenza è meno favorevole rispetto a quella rilevata a inizio d’anno.
L’indagine congiunturale condotta dall’ISTAT presso le imprese di costruzioni segnala, infatti, un calo della fiducia in aprile, dopo il forte rimbalzo registrato nel mese precedente: l’indice è diminuito di 2,7 punti, dopo +7,5 punti in marzo, ma rimane comunque intorno ai livelli più alti da fine 2008. Giudizi e attese su ordini e piani di costruzione sono stati parzialmente ridimensionati dopo i miglioramenti registrati nei tre mesi precedenti. Indicazioni analoghe vengono anche dall’indagine Markit sul settore edilizio italiano.
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Export italiano in robusta espansioneIn marzo l’export italiano è aumentato, a prezzi costanti, dell’1,7% su febbraio. Nel primo trimestre 2015 è cresciuto dell’1,4% sul quarto 2014. Hanno accelerato, in particolare, le vendite extra-UE (+3,0% trimestrale), con il dispiegarsi degli effetti favorevoli dell’euro debole; marginale, invece, l’incremento di quelle intra-UE (+0,2%). Sono aumentate, inoltre, le esportazioni di beni strumentali (+3,9%) e intermedi (+2,1%), mentre si sono ridotte quelle di beni di consumo (-0,9%) ed energetici (-4,9%). In forte espansione le importazioni: +3,6% in marzo su febbraio e +4,0% nel primo trimestre sul quarto 2014. Segnale di una robusta ripresa della domanda interna. Le esportazioni italiane sono attese accelerare nel secondo trimestre, anche grazie al rafforzamento della domanda europea e all’esaurirsi dell’effetto negativo dello shock petrolifero su quella dei paesi esportatori di oil. Lo confermano gli indicatori qualitativi degli ordini esteri nel manifatturiero: in aprile, in territorio fortemente espansivo il PMI (a 56,6) e ai massimi da novembre 2013 i giudizi delle imprese (saldo a -10). |
Farmaceutica: all’Italia il primato della crescita dell’export, traino della produzioneL’Italia con 29 miliardi di fatturato e 63 mila addetti è il secondo produttore farmaceutico della UE. Una posizione che si conferma con investimenti in prodotti e tecnologie sempre più innovative, che hanno reso possibile la forte crescita dell’export (+50% dal 2010 al 2014) e la ripresa dell’occupazione nel 2014 (+1%). Risultati che derivano anche da politiche pubbliche più attente al settore e che ora devono consolidarsi per non mettere a rischio un fondamentale patrimonio industriale.
L’industria farmaceutica in Italia si caratterizza per un ampio numero di imprese e una solida base produttiva, resa competitiva da risorse umane molto qualificate, da moderne e positive relazioni industriali, da un indotto di eccellenza, da un’intensa attività innovativa. Ha una composizione unica in Europa, costituita per il 60% da imprese a capitale estero con una forte presenza industriale nel Paese e per il 40% da aziende a capitale italiano sempre più internazionalizzate. Valori, però, che sarebbe sbagliato dare per scontati. Specie in un contesto mondiale molto concorrenziale e in un settore ad alto tasso di internazionalizzazione, nel quale le scelte di localizzazione delle imprese a livello globale determinano la presenza industriale a livello nazionale. Per questo è fondamentale la competitività del sistema paese e delle aziende. Le quali, però, non possono sopportare ulteriori costi per il contenimento della spesa pubblica (già oggi superiori a 1,3 miliardi all’anno, il 10% del loro ricavo industria dalle vendite al SSN), per non sottrarre risorse che possono essere invece destinate agli investimenti. L’export è la variabile chiave per la crescita dell’industria farmaceutica in Italia, ma comprimere oltre misura la domanda nazionale può compromettere la tenuta del settore. Sia per le aziende a maggiore presenza sul mercato interno sia per quelle proiettate sui mercati internazionali, perché misure di taglio danneggiano la competitività generale del sistema. Le imprese del farmaco stanno dimostrando di voler continuare a investire in Italia. Il loro impegno deve poter contare su politiche stabili per favorire gli investimenti: porre la giusta attenzione al valore industriale della farmaceutica e riconoscerne l’innovazione possono far vincere all’Italia la competizione internazionale.
Nota CSC 15-9_Farmaceutica.pdfVisualizza dettagli |
Piatte in aprile le vendite al dettaglio negli USANegli Stati Uniti le vendite al dettaglio in aprile sono rimaste invariate sui livelli di marzo, nonostante i consistenti guadagni di potere d’acquisto delle famiglie derivanti dalla discesa dei prezzi della benzina, che probabilmente sono stati utilizzati per incrementare ulteriormente i risparmi. Se i dati sull’occupazione (+223mila unità) e sull’attività manifatturiera confermano che l’economia americana ha ripreso vigore all’inizio del secondo trimestre, quelli sulle vendite suggeriscono che il suo ritmo di espansione sarà però lento e graduale. Dopo i risultati deludenti della crescita del PIL nel primo trimestre (+0,2% annualizzato e con il concreto rischio di ulteriori revisioni al ribasso), ciò lascia poco spazio all’ipotesi di un rialzo dei tassi di interesse da parte della FED prima della fine dell’anno. |
PIL Italiano: in ripresa nel primo trimestre; rafforzamento nel secondo.
Il PIL italiano è aumentato dello 0,3% nel primo trimestre 2015 sul quarto. Si tratta del primo incremento dal terzo trimestre 2013. Tale variazione è migliore delle stime CSC (+0,2%) e segnala la fine della seconda recessione dall’inizio della crisi. L’acquisito nel 2015 è di +0,2%.
L’incremento del PIL è frutto di un contributo positivo della domanda nazionale (al lordo delle scorte) che ha più che compensato quello negativo della domanda estera netta. L’ISTAT non ha diffuso il dettaglio delle componenti, ma vi sono indicazioni che supportano l’ipotesi del proseguimento del recupero dei consumi (immatricolazioni di autovetture, ordini interni dei produttori dei beni di consumo, fiducia). Sarebbe, inoltre, continuato il graduale recupero degli investimenti totali, grazie soprattutto a quelli in macchinari e mezzi di trasporto che sarebbero aumentati in linea con quanto registrato nel quarto trimestre (sono migliorati la produzione di beni di investimento e gli ordini interni dei produttori di beni strumentali).
I dati disponibili e gli indicatori anticipatori delineano un'accelerazione nei trimestri successivi, quando si dispiegheranno appieno gli effetti positivi di cambio, tassi, petrolio e accelerazione della ripresa nell'Eurozona (+0,4% nel primo trimestre) che per l’Italia rappresenta oltre il 40% dell'export. Nei prossimi mesi, inoltre, si concentrerà anche l'impatto di EXPO 2015 e Giubileo.
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PIL dell’Eurozona +0,4%; accelerano Francia e Spagna, rallenta la GermaniaAccelera la crescita dell’Eurozona nel primo trimestre 2015 (+0,4% sul quarto 2014, +1,0% rispetto a un anno prima), grazie agli effetti del calo dei prezzi delle commodity, in particolare del petrolio, di un cambio favorevole e del QE della BCE, i cui benefici non si sono, peraltro, ancora del tutto dispiegati. Sorprende positivamente la Francia dove il PIL cresce al tasso più elevato da quasi due anni (+0,6% sul quarto 2014, +0,7% annuo), sostenuto, in particolare, dai consumi (+0,8%) ma frenato ancora dagli investimenti (-0.2%). Rallenta visibilmente la Germania (+0,3% dopo il +0,7% del quarto trimestre 2014) dove è stato, però, positivo il contributo di consumi e investimenti, sia in macchinari sia in costruzioni. Prosegue ai ritmi più rapidi da inizio 2007 l’espansione in Spagna (+0,9%). Negativo è stato, sia in Francia che in Germania, il contributo del settore estero, per il traino esercitato sulle importazioni da consumi e scorte. In particolare, esso ha sottratto ben 0,5 punti percentuali alla crescita in Francia dove le importazioni sono aumentate a ritmi ben superiori (+2,3%) a quelli delle esportazioni (+0,9%), penalizzate dal rallentamento della domanda da parte dei paesi emergenti. |
Esportare la dolce vita 2015 - rapporto in italino e in inglese e materiale convegnoL'11 maggio 2015 il Centro Studi Confindustria e Prometeia hanno presentato a Expo la sesta edizione della ricerca “Esportare la dolce vita”: le opportunità per le esportazioni di beni belli e ben fatti (BBF) nei nuovi mercati (o mercati emergenti). I beni BBF sono costituiti da prodotti di fascia medio-alta dei settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria. La ricerca è stata condotta con il contributo delle Associazioni, ANFAO, ANICA, Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, Federalimentare, FederlegnoArredo, Federorafi e Sistema Moda Italia. Quest'anno hanno collaborato al rapporto anche ICE, ANICA China desk e Netcomm, oltre che, come sempre, l'Area Internazionalizzazione di Confindustria. Nel rapporto sono presentate le previsioni al 2020 delle importazioni dei nuovi mercati, dal mondo e dall’Italia, di BBF. In questa edizione ci sono approfondimenti sul turismo e sul settore audiovisivo come veicoli di promozione dei prodotti BBF. Inoltre, c’è un importante approfondimento sulla Cina, che è il nuovo mercato più promettente per il BBF. Con la collaborazione dell’ICE è stata effettuata un’indagine presso esperti e distributori cinesi di BBF italiano per valutare la percezione del made in Italy e i suoi punti di forza e debolezza. Infine, con la collaborazione di Netcomm è stato analizzato il settore del commercio elettronico cinese. Entrare nei nuovi mercati è una grande sfida per le PMI italiane, ma ciò che si è osservato, attraverso le analisi condotte per Esportare la dolce vita negli ultimi sei anni, è che molte ce l’hanno fatta vincendo forze contrarie che inizialmente sembravano insuperabili. In un’ottica di lungo termine alcuni nuovi mercati (si pensi alla Cina, ma non solo) costituiscono anche l’arena competitiva dove confrontarsi con i migliori concorrenti internazionali e i luoghi nei quali intercettare le tendenze che, anche solo per la forza della demografia, sono destinate a diventare globali.
Il rapporto è destinato al sistema associativo e quindi non è divulgabile al di fuori della cerchia degli associati, fatta eccezione per la stampa
Nella libreria del CSC, nella cartella Esportare la dolce vita 2015, trovate l'edizione italiana e l'edizione inglese del rapporto e le presentazioni del convegno. |
Timido rimbalzo del credito alle imprese, tassi in caloLo stock di prestiti erogati alle imprese italiane è aumentato dello 0,2% mensile a marzo, dopo il forte calo di febbraio (-0,5%; dati destagionalizzati dal CSC). Il parziale allentamento della stretta dell’offerta tra fine 2014 e inizio 2015, segnalato dalle indagini qualitative, è coerente con l’attenuazione della caduta dei prestiti che si sta registrando (-0,1% mensile in media nel primo trimestre, dopo -0,3% nel 2014 e -0,5% nel 2013). È urgente, però, per accompagnare la ripresa economica, invertire la rotta e favorire la risalita del credito (-13,1% dal settembre 2011, pari a -120 miliardi di euro). Buoni segnali vengono dai tassi pagati dalle imprese sulle nuove operazioni. Sono scesi in media al 2,3% a marzo, da 2,4% a febbraio (erano al 3,5% nel marzo 2014). Nell’ultimo mese si sono ridotti in particolare quelli per le piccole aziende (3,1%, da 3,3%), mentre sono rimasti stabili per le grandi (all’1,8%). I minori tassi riducono il costo per interessi a carico delle imprese e stimolano la risalita della loro domanda di credito. |
Produzione industriale: in aprile +0,1% su marzo
Il CSC stima un incremento della produzione industriale dello 0,1% in aprile su marzo quando c’è stato un aumento dello 0,4% su febbraio, comunicato oggi dall’ISTAT.
Rispetto a settembre 2014, precedente punto di minimo, i livelli di attività sono superiori dell’1,5%.
Nel primo trimestre si è avuto un progresso dello 0,3% sul quarto 2014, quando si era registrato +0,2% sul terzo (rivisto all’insù dal -0,1% indicato precedentemente).
La variazione acquisita nel secondo trimestre del 2015 è di +0,6% (+0,5% ereditato dal primo). Gli indicatori qualitativi anticipatori segnalano un ulteriore rafforzamento dell’attività nel trimestre in corso: la componente ordini totali del Markit PMI manifatturiero - in area di espansione per il terzo mese consecutivo - indica in aprile una robusta crescita, superiore rispetto a quella rilevata in marzo (indice a 54,8, da 54,5) e sostenuta soprattutto dalla domanda interna; la componente ordini esteri mostra comunque un andamento molto positivo.
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Regno Unito: la maggioranza assoluta ai conservatori garantisce la continuità di governoI risultati delle elezioni parlamentari nel Regno Unito forniscono una maggioranza assoluta di governo al paese, a sorpresa rispetto alle aspettative per un testa a testa tra conservatori e laburisti, che non avrebbe garantito la formazione di un governo stabile. Quando lo scrutinio non è ancora ultimato in 4 collegi elettorali, i conservatori del premier in carica David Cameron hanno conquistato 327 seggi alla Camera dei Comuni, 2 in più della metà di quelli disponibili (650) e 23 in più rispetto alle elezioni del 2010. Il rinnovo della coalizione con i libdem, che hanno ottenuto solo 8 deputati (-48 rispetto al 2010) a questo punto potrebbe solo servire a rafforzare una maggioranza di governo già esistente. Le elezioni tolgono, dunque, il velo di incertezza che minacciava il proseguimento della sostenuta ripresa dell’economia britannica e sanciscono una continuità di governo che premia la leadership che ha condotto il paese fuori dalla crisi, portandolo a crescere del 2,6% nel 2014, con un tasso di disoccupazione tornato ai livelli di metà 2008.
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Il PMI composito segnala un’accelerazione dell’attività in Italia; vola la Spagna
In aprile il PMI composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica nel manifatturiero e nel terziario) segnala una netta accelerazione dell’attività rispetto a marzo (53,9 da 52,4, valore più alto da dieci mesi), delineando un rafforzamento dell’espansione nel secondo trimestre rispetto al primo (51,6 il livello medio tra gennaio e marzo).
Al miglioramento del PMI manifatturiero si è associato il progresso dell’indice nel terziario, per il secondo mese consecutivo in area espansiva (53,1, top da giugno 2014). Tra le componenti, i nuovi affari segnalano l’aumento maggiore in dieci mesi, da due sopra la soglia neutrale di 50; sono stati, inoltre, rilevati incrementi occupazionali per il terzo mese di fila, al ritmo più rapido da fine 2007. Tali indicazioni mostrano il proseguimento di una dinamica positiva della domanda interna italiana, in linea con il significativo incremento delle vendite di auto in aprile (+2,5% su marzo).
Nell’Area euro, secondo il PMI composito, l’attività ha continuato a espandersi a un ritmo analogo a quello rilevato in marzo (53,9 da 54,0), quando l’indice aveva raggiunto il livello massimo da undici mesi. Tra le principali economie europee la Spagna ha registrato la dinamica più vivace (59,1), seguita dalla Germania (54,1); in Francia l’attività complessiva risulta in marginale recupero (50,6).
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Germania: sciopero dei conducenti di treno paralizza i trasporti per tutta la settimana
Uno sciopero di sei giorni e mezzo dei conducenti di treno (iniziato ieri pomeriggio per i treni merci ed esteso da oggi a domenica mattina ai treni passeggeri) potrebbe costare all'economia tedesca 500 milioni di euro, ovvero 0,1 punti percentuali di PIL nel secondo trimestre. Tra i settori più colpiti il chimico e il siderurgico (si stimano 200mila tonnellate di prodotti in acciaio trasportati su rotaia al giorno).
Lo sciopero è l'ottavo e il più lungo di una disputa tra il sindacato dei conducenti di treno (GDL) e la Deutsche Bahn, le ferrovie statali tedesche, centrata non tanto sugli aumenti salariali (5% la richiesta, 4,7% più una tantum di 1.000 euro l'offerta), quanto su un braccio di ferro relativo alla rappresentanza. La GDL rivendica il diritto a firmare un contratto separato per i conducenti di treno (in linea con l'orientamento giurisprudenziale prevalente da giugno 2010), opponendosi all'applicazione di un rinnovo unitario negoziato dal sindacato di settore maggioritario (EVG).
Un disegno di legge, la cui approvazione è attesa per il mese corrente, sta per reintrodurre in Germania il principio dell'estensione erga omnes dei contratti collettivi firmati dai sindacati più rappresentativi, istituzionalizzando la prassi che era prevalsa fino al 2010. La GDL, insieme ad altri sindacati minoritari, ha già minacciato di rivolgersi alla Corte Costituzionale se la legge dovesse essere approvata dal Parlamento.
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Frena leggermente l’attività manifatturiera nell’Eurozona, ma tornano a salire i prezziContinua in aprile, per il ventiduesimo mese consecutivo, sebbene a ritmi leggermente più bassi, l’espansione dell’attività manifatturiera nell’Area euro, con il PMI a 52,0 (rispetto a 52,2 in marzo). La frenata è guidata da un marginale rallentamento in Germania (a 52,1 da 52,8) e da un peggioramento delle condizioni in Francia (a 48,0 da 48,8). Gli ordini esteri, comunque, continuano ad aumentare in quasi tutti i paesi (con l’eccezione di Francia e Grecia), favoriti dall’euro debole, e l’occupazione accelera al ritmo più rapido da agosto 2011 (a 51,9 da 51,6). Tornano a salire, per la prima volta da agosto 2014, i prezzi di vendita, segnalando un probabile miglioramento della domanda. E così l’inflazione al consumo nell’Eurozona, ferma a marzo sui livelli di un anno prima, dopo quattro mesi di variazioni negative, potrebbe tornare positiva già in aprile. |
PMI manifatturiero: in accelerazione l’attività in Italia
In aprile è proseguita, a un ritmo più forte, l’espansione dell’attività manifatturiera in Italia, secondo l’indicatore PMI, che è salito a 53,8 (+0,5 punti su marzo), massimo da un anno.
Hanno mostrato significativi progressi le principali componenti: la produzione si conferma in area di espansione per il quarto mese consecutivo e risulta in progressiva accelerazione da febbraio (indice a 55,9, +1,2 punti su marzo); i nuovi ordini indicano un robusto incremento (a 54,8), il secondo più forte negli ultimi quattro anni, sostenuto sia dalla domanda interna sia da quella estera; in miglioramento anche le valutazioni relative alla creazione di posti di lavoro, in crescita al tasso più elevato da febbraio 2011 (a 54,4).
L’accelerazione di attività e ordini tracciata dal PMI manifatturiero è coerente con un maggiore vigore dell’economia italiana nei mesi primaverili (come già delineato dall’anticipatore OCSE), grazie al pieno dispiegarsi degli effetti delle spinte esterne (euro debole, tassi di interesse ridotti e prezzo del petrolio ancora basso).
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