Secondo le stime preliminari ISTAT diffuse oggi, il numero di persone occupate è sceso in maggio di 63mila unità rispetto ad aprile (-0,3%). Il bimestre registra comunque un incremento degli occupati di 63mila unità sulla media del primo trimestre, grazie al forte rimbalzo di aprile (+131mila unità, aumento mensile record).
A fronte di una forza lavoro in calo (-0,3% su aprile, piatta in media nei primi cinque mesi), il tasso di disoccupazione resta al 12,4%, valore registrato anche nel primo trimestre.
Nelle stime del CSC il numero di persone occupate crescerà nel 2015, registrando una variazione in media d’anno pari a +0,4%, e il tasso di disoccupazione si attesterà al 12,3%.
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In giugno la variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è rimasta stabile ai livelli di maggio (+0,1%). Si è interrotta la lenta risalita dai minimi toccati a inizio anno (-0,6% a gennaio).
La dinamica annua di giugno è determinata da un calo del 5,8% dei prezzi energetici e da un aumento dell’1,0% di quelli alimentari e dello 0,6% di quelli core (al netto di energia e alimentari); valori uguali a quelli registrati a maggio. I prezzi core, inoltre, si scompongono in una componente dei servizi (+0,7% annuo, come in maggio, anche se frenano i prezzi dei servizi di trasporto) e in una dei beni industriali (+0,4%, da +0,3%, con un’interruzione della discesa dei prezzi dei beni durevoli).
Nell’Eurozona in giugno l’inflazione è scesa a +0,2% annuo (da +0,3% in maggio); quella core si è ridotta da +0,9% a +0,8%. L’obiettivo del 2,0% della BCE rimane quindi molto lontano.
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In maggio le esportazioni italiane extra-UE sono aumentate, in valore, dello 0,4% su aprile, registrando un +1,1% nella media aprile-maggio sul primo trimestre. Al netto della componente energetica, fortemente condizionata dalle fluttuazioni del prezzo del petrolio, le vendite extra-UE hanno però ristagnato: +0,1% nel bimestre aprile-maggio. In particolare, sono aumentate quelle di beni di consumo (+4,8%) e intermedi (+0,8%), mentre sono diminuite quelle di beni strumentali (-3,8%, dopo un +7,5% nel primo trimestre).
Ha rallentato, ma è ancora forte, l’espansione dell’export verso gli Stati Uniti, anche a causa di minori vendite di mezzi di navigazione marittima: +17,3% tendenziale nell’ultimo bimestre (dopo +39,4% nel primo trimestre). In ripresa, invece, le esportazioni verso i principali partner asiatici: +7,5% in Cina ( dopo -4,6%) e +4,7% in Giappone (dopo -4,1%). La robusta crescita USA e l’accelerazione della domanda globale, insieme al pieno dispiegarsi dell’effetto dell’euro debole, sosterranno la dinamica dell’export nei mesi estivi.
Le importazioni italiane extra-UE sono diminuite dell’1,9% in maggio su aprile, ma registrano un +4,9% nell’ultimo bimestre sul primo trimestre: segnale di una robusta ripresa della domanda interna.
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Gli ordinativi dell’industria italiana hanno registrato un significativo aumento in aprile (+5,5% a prezzi costanti, stime CSC), dopo un marginale calo in marzo (-0,2%). È forte il contributo positivo della domanda interna (+3,7% mensile), in aumento per il quinto mese consecutivo (+10,4% cumulato); si è avuto, inoltre, un marcato rimbalzo nella componente estera (+7,9%). In aprile gli ordini totali hanno registrato +5,5% sul primo trimestre.
Il fatturato totale è diminuito dello 0,5% in aprile, dopo +1,4% in marzo. La variazione complessiva è frutto di un incremento nel mercato interno (+0,1%), dopo un rimbalzo di +1,1% nel mese precedente, e di un calo in quello estero (-1,8%) che annulla in gran parte il progresso di marzo (+1,9%). In aprile il livello del fatturato totale è comunque superiore dello 0,4% rispetto alla media del primo trimestre 2015.
Tali dati evidenziano una buona tendenza della domanda nel secondo trimestre; in particolare di quella interna, per la quale ulteriori conferme vengono dall’incremento delle vendite al dettaglio (+0,7% in aprile su marzo a prezzi costanti) e dalle valutazioni degli imprenditori.
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Negli USA sono calati di nuovo a maggio gli ordini di beni durevoli (-1,8% in un mese, dopo -1,5% in aprile). Ma sono risaliti, dopo un leggero calo in aprile, gli ordini di beni capitali con l’esclusione della difesa e degli aeromobili (+0,4%), l’aggregato maggiormente associato con gli investimenti in macchinari e attrezzature.
I dati riflettono le difficoltà in cui versa ancora l’industria manifatturiera. Il settore è, infatti, fortemente penalizzato dalla forza del dollaro, che rende meno competitive le merci americane all’estero, e dal calo del prezzo del petrolio, che ha indotto molte imprese del settore energetico a ridurre drasticamente produzione e investimenti.
Dollaro forte e quotazioni oil basse, però, insieme con i robusti miglioramenti nel mercato del lavoro e in quello immobiliare, accrescono il potere d’acquisto e la fiducia delle famiglie USA. Ciò sostiene i consumi: a maggio sono aumentate fortemente le vendite al dettaglio (+1,2% su aprile).
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È continuata a giugno, al ritmo più rapido da quattro anni, l’espansione dell’economia dell’Eurozona, a conferma della solidità della ripresa economica nell’area. L’indice PMI composito, di manifatturiero e servizi, è salito di 0,5 punti (54,1), al livello più elevato da maggio 2011. L’attività accelera, in particolare, nei servizi (54,4 da 53,8) e acquista vigore anche nel manifatturiero (52,5 da 52,2).
Nel secondo trimestre l’indice composito risulta superiore, in media, di 0,6 punti rispetto al primo ed è coerente con una crescita del PIL pari ad almeno +0,4%. L’attività economica, sostenuta dal cambio favorevole, dai bassi prezzi dell’energia e dal QE della BCE, ha quindi intensificato il ritmo di crescita, nonostante l’incertezza generata dal prolungarsi della crisi greca.
Favorevoli le indicazioni provenienti dai due maggiori paesi dell’area. In Germania l’espansione è continuata, per il 26esimo mese consecutivo, a tassi sostenuti (PMI composito a 54,0 da 52,6), con un’accelerazione soprattutto nei servizi (54,2 da 53,0). In Francia (composito a 53,4 da 52,0) è tornato in espansione il manifatturiero (50,5 da 49,4), per la prima volta da aprile 2014, e ha alzato significativamente il ritmo di crescita il terziario (54,1 da 52,8), ai massimi da 46 mesi.
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La produzione nelle costruzioni in Italia è diminuita dello 0,3% in aprile su marzo, quando era rimasta invariata su febbraio. Nel primo trimestre è aumentata dello 0,4% sul quarto 2014 (primo incremento dopo cinque cali consecutivi), ma nel secondo – a meno di forti rimbalzi in maggio e giugno - difficilmente si avrà una dinamica positiva, essendo pari a -0,9% la variazione congiunturale acquisita.
Le indagini qualitative condotte presso le imprese del settore offrono segnali misti. L’ISTAT ha rilevato una minore fiducia anche in maggio: l’indice è diminuito di 3,2 punti negli ultimi due mesi, dopo il forte rimbalzo registrato tra dicembre e marzo (+16,7 punti). Nonostante il recente calo l’indice rimane intorno ai livelli più alti da fine 2008. Giudizi e attese su ordini e piani di costruzione sono stati parzialmente ridimensionati dopo i miglioramenti registrati nei mesi precedenti. L’indagine Markit sul settore edilizio ha rilevato una leggera contrazione dell’attività in maggio, dovuta all’edilizia residenziale, mentre hanno ripreso ad aumentare i lavori di edilizia non residenziale e di ingegneria civile.
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In aprile l’export italiano è diminuito, a prezzi costanti, dell’1,2% su marzo (dopo essere cresciuto dell’1,3% nel primo trimestre 2015 sul quarto 2014). Hanno ristagnato le vendite intra-UE (-0,1%) e sono calate quelle extra-UE (-2,3%). Si sono ridotte le esportazioni di beni strumentali (-4,0%) e intermedi (-0,8%), che erano cresciute di più nel primo trimestre, mentre sono aumentate quelle di beni di consumo (+1,3%) ed energetici (+3,9%).
Battuta d’arresto per le importazioni (-0,5%; -1,6% al netto dell’energia), dopo una robusta crescita nel primo trimestre (+3,9% sul quarto 2014).
Gli scambi con l’estero sono attesi ripartire nei mesi estivi. Le esportazioni saranno favorite dall’aumento di competitività dovuto alla svalutazione dell’euro e dall’accelerazione del commercio mondiale. Le importazioni beneficeranno della progressiva ripresa della domanda interna.
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La popolazione residente in Italia è pari a circa 60,8 milioni di persone a fine 2014. È rimasta quasi invariata rispetto al 2013 (+13mila unità). È negativo, però, il saldo naturale (-96mila), cioè la differenza tra nati e morti, al minimo dalla Prima Guerra Mondiale.
Positivo, invece, il movimento migratorio: +141mila unità, risultato di un aumento netto di stranieri (+201mila) e di una perdita di italiani (-60mila). Gli stranieri residenti in Italia superano così i 5 milioni, anche grazie a un saldo positivo tra nati e morti (+69mila). Rappresentano l’8,2% della popolazione e contribuiscono al 14,9% dei nati.
La popolazione italiana invecchia. L’età media è di 44 anni e 5 mesi, in aumento di due mesi e mezzo all’anno dal 2011. In particolare, aumenta la quota dei grandi vecchi (sopra gli 80 anni) e si riduce quella delle persone in età lavorativa (tra i 15 e i 64 anni, pari a 64,5% del totale, da 65,2% nel 2012), cioè di quelle potenzialmente attive sul mercato del lavoro.
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Il CSC stima un incremento della produzione industriale dello 0,1% in maggio su aprile quando c’è stato un calo dello 0,3% su marzo, comunicato oggi dall’ISTAT.
La variazione acquisita nel secondo trimestre del 2015 è di +0,3% (+0,5% ereditato dal primo).
Gli indicatori qualitativi anticipatori segnalano un ulteriore recupero dell’attività nei prossimi mesi: la componente ordini totali del Markit PMI manifatturiero - in area di espansione per il quarto mese consecutivo - indica in maggio una dinamica molto positiva, superiore rispetto a quella rilevata in aprile (indice a 56,7, da 54,8) e sostenuta sia dalla domanda interna sia da quella estera (quest'ultima cresciuta al ritmo più forte da giugno dello scorso anno). Secondo i direttori degli acquisti, il maggiore afflusso di ordini esteri è in gran parte attribuibile alla domanda proveniente da USA, Regno Unito e Sud America, favorita dall’euro debole.
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Le elezioni parlamentari turche si sono concluse con l’ennesima vittoria del partito di governo conservatore islamico moderato AKP del presidente Erdogan, che perde però la maggioranza assoluta in parlamento con 258 deputati (contro i 276 necessari).
Grande incertezza sul futuro immediato: il primo partito non ha i numeri per governare da solo; un governo di coalizione con uno dei tre partiti di opposizione (che insieme hanno più di 290 seggi) è molto improbabile, mentre non sono esclusi un governo di minoranza dell’AKP o un immediato ritorno alle urne. Ciò che è certo è che sono state sconfitte le ambizioni del presidente Erdogan di ottenere una maggioranza che gli permettesse di cambiare la Costituzione per dare vita a una repubblica presidenziale.
I mercati hanno reagito male alla nuova incertezza nel paese chiave per gli equilibri tra Oriente e Occidente: la Borsa di Istanbul ha registrato in apertura un -8,2%, la lira turca si è svalutata di quasi il 5% contro il dollaro (a quota 2,8). La Banca centrale è intervenuta a difesa della lira tagliando di 50 punti base i tassi sui depositi in dollari (a 3,5%) e in euro (a 1,5%).
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In maggio il PMI composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala un lieve rallentamento dell’attività rispetto ad aprile (53,6 da 53,9), quando aveva raggiunto i valori più elevati in dieci mesi. È comunque coerente con un’accelerazione dell’espansione nel secondo trimestre (53,8 in media negli ultimi due mesi, da 51,6 tra gennaio e marzo). Tra i principali paesi europei, l’Italia è seconda per velocità di ripresa dopo la Spagna (58,3); fa meglio di Germania (52,6) e Francia (52,0).
Il PMI manifatturiero italiano segnala in maggio un’espansione al ritmo più alto da aprile 2011 (54,8); tra le sue componenti, la produzione è cresciuta al tasso più elevato da 4 anni e l'aumento degli ordini è stato il più marcato dall'inizio del 2011, grazie sia alla domanda interna sia a quella estera.
Anche nei servizi il PMI evidenzia un proseguimento dell’espansione (per il quarto mese dall’inizio dell’anno), ma in rallentamento rispetto ad aprile (52,5 da 53,1); sono segnalati in aumento nuovi affari e occupazione. Tali indicazioni sono coerenti con una dinamica positiva della domanda interna italiana, in linea con il significativo incremento delle vendite di auto in aprile-maggio (+3,4% sul primo trimestre).
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La variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è tornata positiva (+0,2% a maggio, da -0,1% in aprile). Prosegue, quindi, la lenta risalita rispetto ai valori toccati a inizio anno (-0,6% a gennaio), ma la strada per avvicinarsi all’obiettivo BCE (+2,0%) è ancora molto lunga.
La riduzione dei prezzi energetici si è attenuata (-5,8% annuo, da -6,4%), a seguito della risalita dai minimi della quotazione del petrolio. I prezzi alimentari crescono a ritmo invariato (+1,0%).
La dinamica annua dei prezzi core (al netto di energia e alimentari) è risalita a +0,6% a maggio (da +0,3% in aprile). Ciò è interamente da attribuire ai prezzi dei servizi (+0,7%, da +0,3%), in particolare a quelli dei servizi di trasporto (+0,8%, da -0,6%). La variazione dei prezzi dei beni industriali, invece, resta estremamente ridotta (+0,3%), a riflesso dei livelli ancora bassi di attività economica.
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