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Secondo i direttori degli acquisti rimane robusta la dinamica del manifatturiero in Italia ed Euroarea
Il PMI manifatturiero italiano (IHS-Markit) segnala in luglio un ritmo di crescita sostanzialmente analogo a quello rilevato in giugno: l’indice generale si è attestato a 55,1 (da 55,2).
Rimane robusta, seppure meno vivace, la dinamica mensile della componente produzione, il cui indice è sceso a 56,0 (da 57,2), soprattutto per il rallentamento dell’attività nei beni di consumo. Si è avuta un’accelerazione nel ritmo di crescita degli ordini totali (+0,4 punti, a 56,4), grazie al più forte aumento della domanda interna; l’indice della componente estera, invece, è arretrato dal picco biennale di giugno (-1,7 punti, a 55,3), in linea con la rilevazione ISTAT sui giudizi sugli ordini esteri nel manifatturiero. Restano ampiamente positive, seppure in minor misura, le valutazioni sull’andamento dell’occupazione, in area di espansione da gennaio 2015 (a 53,6 da 54,3).
Nell’Euroarea, dove il PIL è cresciuto dello 0,6% congiunturale nel secondo trimestre 2017 (stima preliminare), la crescita dell’attività manifatturiera procede in luglio a un passo molto robusto, lievemente inferiore a quello record di giugno: PMI a 56,6 da 57,4 (massimo da 74 mesi). Secondo Markit, il livello dell'indice in luglio è coerente con un progresso del 4% annualizzato. La ripresa è diffusa a tutti i paesi dell’area, inclusa la Grecia, dove il PMI si è attestato sopra 50 per il secondo mese consecutivo (50,5). Il ritmo di espansione resta molto sostenuto in Germania (58,1), Austria (60,0) e Paesi Bassi (58,9); meno dinamico ma elevato in Francia (54,9) e Spagna (54,0).
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La BCE resta iper-espansiva, novità attese per l’autunnoNella riunione di luglio, come atteso, la BCE ha lasciato in campo tutte le sue misure iper-espansive. Invariati i tassi di interesse ai minimi storici: zero sui prestiti alle banche, -0,40% sui loro depositi. E gli acquisti di titoli pubblici e privati (QE) proseguono al ritmo di 60 miliardi di euro al mese, fino a dicembre. Rimane invariata anche la forward guidance, secondo cui i tassi resteranno ai minimi molto dopo la fine del QE e quest’ultimo, se dovesse essere necessario per avvicinare l’inflazione dell’Eurozona all’obiettivo del 2%, potrebbe essere accresciuto in termini di durata e/o dimensione. Gran parte degli analisti non si aspettava novità a luglio ma nella riunione di settembre o, al massimo, in quella di ottobre. Pochi mesi prima della scadenza di dicembre 2017, infatti, la BCE dovrebbe annunciare un allungamento del QE al 2018 ma a un ritmo mensile più basso (tapering), primo prudente passo nella direzione di una riduzione dello stimolo monetario. |
Credito per le imprese: cresce la domanda, offerta meno strettaBuone indicazioni dai dati qualitativi per l’andamento del credito alle imprese italiane, secondo l'indagine Banca d’Italia presso le maggiori banche (Bank Lending Survey). Anzitutto, nel secondo trimestre 2017 la domanda di credito è cresciuta, dopo la leggera flessione a inizio anno. L’indicatore cumulato di domanda ha quasi raggiunto i livelli pre-crisi del 2007. In particolare, è aumentata in modo significativo nel trimestre la richiesta per finanziare nuovi investimenti produttivi e, in minor misura, per realizzare operazioni di fusione/acquisizione e rifinanziamento del debito. Si registra una pausa, invece, nel trend di crescita della domanda per finanziare scorte e capitale circolante. Inoltre, l’offerta di credito registra un ulteriore piccolo allentamento nel secondo trimestre, pur rimanendo ancora poco sotto i valori del 2011 e lontano da quelli del 2007. Il miglioramento è spiegato dagli istituti con le minori difficoltà sulla dotazione di capitale e nella raccolta sui mercati e con migliori attese sull’andamento dell’economia. Le banche indicano di aver ridotto ulteriormente i margini di interesse sulla media dei prestiti, sebbene non per quelli giudicati più rischiosi. Inoltre, hanno allentato in misura marcata i criteri relativi all’ammontare del prestito e, meno, quelli sulle scadenze, ma hanno accresciuto gli oneri addizionali agli interessi. |
Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di giugno 2017A giugno 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,0, con una variazione di -0,1 rispetto al mese di maggio. In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_giu17.xlsVisualizza dettagli |
Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Giugno 2017A giugno 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,0. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01273430. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003. Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_giu17.xlsVisualizza dettagli |
Forte balzo della produzione industriale nell’Eurozona a maggio
In maggio la produzione industriale nell’Area euro, secondo l’Eurostat, ha registrato un incremento dell’1,3% rispetto ad aprile e del 4,0% rispetto allo stesso mese del 2016.
L’aumento ha interessato diffusamente tutti i principali paesi membri e tutti i comparti industriali. A livello paese, la produzione dell’industria è cresciuta in Germania dell’1,4% congiunturale (+4,8% tendenziale), del 2,4% in Francia (+3,4% in termini annui), dell’1,6% in Spagna (+3,4%) e dello 0,7% in Italia (+2,8%); paesi che complessivamente rappresentano oltre i tre quarti della produzione dell’area.
A livello di comparto, la crescita è stata trainata dai beni capitali (+2,3% congiunturale) e dai beni di consumo (+1,8% i durevoli e +1,2% i non durevoli), seguiti dall’energia (+0,9%) e dai beni intermedi (+0,3%).
Il CSC
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Credito ancora debole per le impreseLo stock di prestiti alle imprese italiane è rimasto invariato a maggio, dopo il -0,3% di aprile (dati destagionalizzati CSC). In termini annui, lo stock registra un -2,1%, che diventa però +0,3% tenendo conto dei crediti cartolarizzati e cancellati dai bilanci bancari. Le sofferenze sono diminuite di poco, a 144 miliardi di euro a maggio (19,1% dei prestiti alle imprese), da 145 in aprile. Questo fardello resta uno dei motivi di un credito ancora molto selettivo da parte di numerose banche. Al netto dei fondi rettificativi (e includendo anche i prestiti a famiglie e altri settori), le sofferenze sono ferme da inizio anno a 77 miliardi. Questi dati, relativi a maggio, sono precedenti alla soluzione della crisi delle due banche venete (25 giugno). Il costo dei prestiti per le imprese è salito all’1,6% a maggio, da 1,5% in aprile. Resta comunque ai minimi, favorendo la domanda di credito. Nei prossimi mesi potrebbe risentire del recente aumento dei rendimenti dei BTP (2,31% a 10 anni, da 1,90% a giugno). |
Attività industriale in ulteriore recupero: +0,4% in giugno su maggio
Il CSC rileva un aumento della produzione industriale dello 0,4% in giugno su maggio, quando c’è stato un recupero dello 0,7% su aprile, comunicato oggi dall’ISTAT.
Nel secondo trimestre 2017 si rileva un incremento dello 0,7% sul primo, che aveva registrato un calo dello 0,3% sul quarto 2016. Il terzo trimestre eredita una variazione acquisita di +0,5%.
Gli indicatori qualitativi sono coerenti con un aumento dell’attività in giugno e preannunciano un andamento positivo della produzione industriale anche nei prossimi mesi. Nell’indagine PMI Markit l’indice della componente produzione è salito di 1,8 punti (a 57,2), soprattutto per l’accelerazione dell’attività nei beni di consumo; il ritmo di crescita mensile è tra i più robusti degli ultimi due anni, quello rilevato nella media del secondo trimestre (57,1) è ai massimi da oltre sei anni. L’accelerazione ha riguardato anche gli ordini totali (+0,2 punti, a 56,0 in giugno) che sono stati spinti dalla componente estera (+1,7 punti, a 57,0) salita al valore più elevato degli ultimi due anni.
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PMI composito ai massimi nella media del secondo trimestre in Italia e nell’Eurozona
In giugno il PMI Markit composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala espansione dell’attività a un ritmo meno vivace rispetto a quello rilevato in maggio (-0,6 punti, a 54,6). Il valore dell’indice nella media del secondo trimestre (55,5), comunque, è superiore di 1,5 punti rispetto a quello nel primo ed è il più alto dall’estate del 2007.
Il dettaglio settoriale indica in giugno un’accelerazione della crescita di produzione, esportazioni e occupazione nell’industria. Nei servizi l’espansione dell’attività è risultata meno robusta, risultando inferiore alle attese degli operatori: l’indice PMI terziario è sceso a 53,6 (da 55,1 in maggio; le attese puntavano a 54,6); i nuovi ordini, sopra la soglia neutrale di 50 da marzo 2015, sono giudicati in significativa crescita (seppure di poco inferiore a quella del mese precedente); migliorano nettamente le valutazioni sull’andamento dell’occupazione, che risulta crescere a un ritmo più rapido di quello rilevato in maggio.
Nell’Eurozona l’indice PMI composito si è attestato in giugno a 56,3 (55,7 la stima flash), in calo dai massimi in quasi sei anni di aprile e maggio (56,8); nella media del secondo trimestre, comunque, registra il livello più alto dal primo 2011 (56,6). Il risultato trimestrale è determinato da un rafforzamento della crescita sia nel manifatturiero sia nei servizi ed è coerente con una crescita del PIL dello 0,7-0,8% congiunturale. Il valore del PMI composito nel secondo trimestre è ai massimi da sei anni sia in Germania (56,8) sia in Francia (56,7), nonostante una correzione all’ingiù registrata in giugno in entrambi i paesi.
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Aumentano a giugno le immatricolazioni di auto in Italia; intenzioni di acquisto piatte
Le immatricolazioni di auto in Italia sono aumentate in giugno dell’1,9% congiunturale (dopo +3,8% in maggio e -6,5% in aprile). Rispetto a giugno 2016 si è avuto un progresso del 12,9% (dopo +8,4% annuo in maggio).
La variazione congiunturale nel secondo trimestre 2017 è di -1,2%, dopo +4,4% nel primo sul quarto 2016. Il trascinamento statistico al terzo trimestre è pari a +2,5%.
Dal precedente minimo di gennaio 2013, gli acquisti di autovetture sono aumentati del 59,6%. Tale recupero ha ridotto al -22,1% la distanza da dicembre 2007, massimo pre-crisi.
Secondo le intenzioni di acquisto di autovetture, un indicatore trimestrale che anticipa la dinamica delle immatricolazioni, gli acquisti di auto in Italia dovrebbero stabilizzarsi nel prosieguo dell’anno.
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Attività industriale in ulteriore recupero a giugno: +0,4% su maggio
Il CSC rileva una crescita della produzione industriale italiana dello 0,4% in giugno su maggio, quando è stato stimato un incremento dello 0,4% su aprile.
Nel secondo trimestre 2017 l’attività è aumentata dello 0,6% sul prim (da -0,3% sul quarto 2016). Il terzo trimestre eredita una variazione congiunturale di +0,6%.
La produzione al netto del diverso numero di giornate lavorative è avanzata in giugno del 3,2% rispetto a giugno del 2016; in maggio si era avuto un progresso del 2,4% sullo stesso mese dell’anno scorso.
Gli ordini in volume sono cresciuti dell’1,0% in giugno su maggio (+1,7% su giugno 2016), quando erano aumentati dello 0,6% su aprile (+2,0% sui dodici mesi).
Le valutazioni degli operatori del manifatturiero sono molto positive e lasciano intravedere un buon andamento dell’attività nei mesi estivi. L’indicatore di fiducia (indagine ISTAT) è salito in giugno a 107,3 (+0,4 punti su maggio), sostenuto da un netto miglioramento delle valutazioni sulle condizioni attuali: il saldo dei giudizi sugli ordini totali è aumentato di 1,5 punti, spinto da entrambe le componenti (+3,2 quella interna e +5,3 quella estera); +1,9 il saldo relativo alla produzione. Il livello della fiducia nel 2° trimestre è superiore di 1,2 punti rispetto a quello medio del primo. Nella stessa direzione muovono il PMI manifatturiero e le sue componenti (indagine IHS-Markit).
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