In aprile le vendite al dettaglio in Giappone sono diminuite del 13,7% mensile dopo il +6,4% di marzo. La forte caduta corrisponde alla fine degli acquisti anticipati che avevano portato a un'importante aumento dei consumi nei mesi precedenti all'aumento dell'IVA dal 5% all'8%, aumento verificatosi il 1° aprile. La caduta maggiore si è verificata per i beni durevoli, la cui ripresa degli acquisti necessiterà un po' più di tempo rispetto ai beni di prima necessità, i cui acquisti sembrano invece aver già toccato il punto più basso a metà mese di aprile alimentando speranze per un rimbalzo delle vendite già a maggio.
Il calo su base annua del 4,4% è il più elevato dal terremoto-tsunami del marzo 2011. La caduta mensile a dati destagionalizzati del 13,7% è stata superiore alle attese (-11,7%) ed eguaglia la caduta delle vendite che si verificò nell'aprile 1997 nella precedente occasione in cui il Governo aumentò la tassa sui consumi, dal 3% al 5%. In quel caso le vendite al dettaglio rimasero deboli per tutto il corso dell'anno e l'economia andò in recessione. Secondo alcuni la recessione fu proprio causata dall'aumento della tassa sui consumi, ma bisogna tenere conto che nel 1997 la crisi finanziaria che scoppiò nel Sud-Est asiatico ebbe ripercussioni importanti anche sull'economia nipponica. L'analisi dei dati del PIL del primo trimestre 2014 (+1,5% sul trimestre precedente +5,9% annualizzato) sono incoraggianti in questo senso: la crescita, superiore alle attese, è stata guidata non solo dall'anticipo dei consumi ma dalla crescita della spesa per investimenti (+4.9% congiunturale e +21,0% annualizzato). La solidità del mercato del lavoro e la lenta crescita dei salari reali aiuteranno il recupero dei consumi che dovrebbero tornare a crescere nel terzo trimestre.