Centro Studi

Il PMI manifatturiero segnala una dinamica debole dell'attività in Italia e nell'Euroarea
L’attività industriale nell’Eurozona continua ad espandersi a un ritmo lento: in luglio il PMI manifatturiero è rimasto fermo sui livelli di giugno (51,8), minimo da sette mesi. All’interno dell’area le dinamiche sono state divergenti: i livelli del PMI sono coerenti con un’accelerazione dell’attività in Germania (52,4, massimo da tre mesi), una crescita più lenta in Spagna (53,9, minimo da maggio) e Italia (51,9) e una maggiore contrazione in Francia (47,8, minimo da sette mesi).
In Italia, in particolare, il PMI è sceso a 51,9 (minimo da gennaio), da 52,6 in giugno. Il rallentamento è dovuto alla più lenta espansione delle componenti produzione (53,7 da 54,9), occupazione (51,6 da 52,0) e nuovi ordini totali (52,2 da 53,4); è giudicato in forte attenuazione - rispetto a giugno - il ritmo di incremento degli ordini esteri (indice a 54,7 da 57,6).
Questo andamento del PMI manifatturiero conferma che l’attuale fase di debolezza del ciclo produttivo italiano proseguirà anche nel terzo trimestre.
|
Si è stabilizzato il mercato del lavoro italianoI dati ISTAT sull’occupazione in giugno confermano che il mercato del lavoro italiano si è stabilizzato, al di là delle fluttuazioni mensili. L’ultima variazione mensile (+50mila unità) e quella precedente (+32mila unità) compensano la perdita di aprile (-79mila unità) portando a una variazione trimestrale nulla. Il tasso di disoccupazione si è attestato in giugno al 12,3% (-0,3 su maggio) grazie a una forza lavoro in contrazione (-0,1%), segnale che il mercato del lavoro resta debole.
Tasso di disoccupazione in calo anche nella media dell’Eurozona (11,5% in giugno dall’11,6% dei due mesi precedenti); elevatissimo in Spagna (24,5%), ma in lenta riduzione dal picco di febbraio 2013 (26,4%); in leggero aumento in Francia al 10,2% (da 10,1% di maggio e aprile), fermo in Germania al 5,1%. Tra i 15-24enni il tasso di disoccupazione medio europeo è al 23,2% (dal 23,9% di un anno prima), con ancora più ampia variabilità tra paesi membri: 53,5% in Spagna, 22,4% in Francia e 7,8% in Germania. |
FIducia delle imprese in Italia
Il clima di fiducia complessivo delle imprese italiane in luglio è migliorato per il secondo mese consecutivo, raggiungendo i livelli di tre anni fa (90,9) grazie soprattutto al rimbalzo che si è avuto nei servizi di mercato (+4,4). Secondo incremento di fila anche nelle costruzioni (+1,6 su giugno) e quarto nel commercio al dettaglio, dove il recupero in luglio è stato marginale (+0,4).
Nel manifatturiero si è avuto un modesto arretramento (-0,2 punti), come in giugno, dopo che l’indicatore di fiducia aveva raggiunto il livello massimo su tre anni in maggio; sono migliorate le attese di produzione ma peggiorati i giudizi sugli ordini (sia interni sia esteri), specie per il maggiore calo della componente interna della domanda; il saldo dei giudizi sui livelli di produzione è diminuito di un punto. Queste valutazioni riflettono una sostanziale debolezza dell’attività manifatturiera anche in avvio di terzo trimestre.
|
World Economic Outlook July update:L'FMI ha rivisto al ribasso la crescita globale nel 2014 di 0,3 punti percentuali a 3,4, lasciando inalterato il 2005 (+4,0%). Per gli USA previsioni in ribasso nel 2014 a +1,7% e il rialzo al +3,0% nel 2015; per la Cina previsioni in ribasso di 0,2 punti percentuali nel 2014 e 2015 (a +7,4% e +7,1%), una previsione che è molto vicina a quella che il CSC ha fatto già a dicembre 2013 (+7,3% nel 2014 e +7,0% nel 2015). Per l'Italia il Fondo prevede +0,3% nel 2014 e +1,1% nel 2015. Importante notare come con la revisione delle parità di potere di acquisto (PPA), applicata a partire da questo aggiornamento del WEO, il peso dei paesi emergenti e in via di sviluppo (EVS) sul livello del PIL mondiale sale di molto. Per il 2013 il peso degli EVS passa dal 50,6%, calcolato con le vecchie PPA, al 56,4%. Se finora si considerava il 2013 come l'anno del sorpasso degli emergenti sugli avanzati, grazie ai nuovi dati il sorpasso dovrà essere anticipato di qualche anno. |
Regno Unito: si consolida la crescita nel secondo trimestreIl PIL del Regno Unito è cresciuto dello 0,8% congiunturale nel 2° trimestre (+3,1% annuo), confermando la variazione registrata nel primo. La produzione è cresciuta in 2 dei 4 settori principali: servizi +1,0% e industria +0,4%, mentre hanno registrato un calo dello 0,5% le costruzioni e dello 0,2% l'agricoltura. Nel 2° trimestre 2014 il PIL britannico ha superato dello 0,2% il picco precrisi del 1° trimestre 2008; tra i G7 solo l'Italia manca a questo appello. Ieri l'FMI ha rivisto al rialzo la propria revisione sull'economia UK per il 2014 a +3,2% (+0,4 punti percentuali) e per il 2015 a +2,7% (+0,2 pp); in giugno previsione CSC a +3,0% e +2,5%).  |
In riduzione il commercio mondialeA maggio il commercio mondiale dimunuisce dello 0,6% rispetto ad aprile, considerando la media degli ultimi tre mesi (marzo-maggio) resta ancora debolmente positivo (+0,2%) rispetto ai precedenti tre mesi (dicembre-febbraio). La contrazione di maggio è giudata dalla riduzione delle importazioni mondiali (-1,9% rispetto a aprile) mentre le esportazioni mondiali restano ancora in territorio positivo (+0,6%). In particolare le importazioni degli emergenti asiatici, che pesano più del 20% del commercio mondiale, sono crollate del 5,2% (maggio su aprile), in forte riduzione anche quelle dell'Europa centro-orientale (-3,7%). Tale contrazione non essendo controbilanciata da forti incrementi nelle altre aree contribuirà a mantenere gli scambi mondiali sotto al 3% nella media dell'anno in corso, in linea con le previsioni del CSC di giugno. |
Fiducia dei consumatori italianiL’indice di fiducia dei consumatori italiani è diminuito in giugno per il secondo mese consecutivo (104,6 da 105,6 in maggio e 106,2 in aprile), mostrando un arretramento di tutte le componenti. Tra quelle più strettamente correlate con la spesa delle famiglie, i saldi dei giudizi e delle attese sul bilancio familiare sono calati di due punti; -3 punti i giudizi sulle opportunità attuali all’acquisto di beni durevoli; invariati quelli sul bilancio familiare (che erano diminuiti nei tre mesi precedenti). Il peggioramento delle valutazioni negli ultimi mesi è coerente con il proseguimento di una significativa debolezza della spesa delle famiglie, in linea con la dinamica evidenziata dagli hard data già disponibili (immatricolazioni di auto, ICC e vendite al dettaglio). |
Flash PMI Cina al massimo da 18 mesiL'attività manifatturiera in Cina è cresciuta in luglio al massimo da 18 mesi, secondo il Flash PMI di luglio (52,0 da 50,7 in giugno; consensus 51,0). Le componenti produzione (52,8) e nuovi ordini (53,7) hanno toccato i rispettivi massimi da 18 e 16 mesi. I risultati sono compatibili con l'aspettativa che gli stimoli di bilancio e monetario degli ultimi 2 mesi continuerano ad esercitare effetti positivi nel terzo trimestre. |
Italia: giù l'export extra-UE in giugnoIn giugno l'export extra-UE è diminuito del 4,3% in valore su maggio, perdendo gran parte dell'incremento registrato nel mese precedente (+5,4%). Nel complesso le vendite extra-UE sono aumentate dello 0,3% nel 2° trimestre sul 1°. Meglio hanno fatto le importazioni extra-UE (+1,9% in giugno e +2,0% nel 2° trimestre): un segnale positivo per la domanda interna. In prospettiva l'export extra-UE sarà favorito dal maggiore slancio degli USA e di alcune economie emergenti, tra cui la Cina e l'India. |
Produzione nelle costruzioni: in maggio nuovo calo (-1,1% su aprile)Torna a calare la produzione nelle costruzioni: -1,1% congiunturale in maggio, dopo il marginale recupero di aprile (+0,1%) e il rimbalzo registrato in marzo (+2,2%). La variazione acquisita per il secondo trimestre è di -0,4% (nel primo si era avuto un calo del 2,5% sul quarto). La distanza dal picco di attività pre-crisi (gennaio 2008) ha raggiunto in maggio -43,6%. |
Italia: bene export e import in maggioRipartono le esportazioni italiane in maggio (+2,2% nominale su aprile), grazie alla migliore dinamica delle vendite extra-Ue (+5,4%) che ha più che controbilanciato la battuta di arresto di quelle intra-Ue (-0,4%). Al raffreddamento della domanda intra-Ue ha contribuito soprattutto la marcia indietro della locomotiva tedesca (-3,4% le importazioni tedesche in maggio su aprile). Finalmente una schiarita anche dal lato della domanda interna italiana, con il ritorno in territorio espansivo delle importazioni (+3,2%) per la prima volta dall’inizio dell’anno. Per il terzo trimestre sono buone le prospettive per le esportazioni: in aumento il PMI sugli ordini esteri in giugno (57,6) e in consolidamento le aspettative delle imprese esportatrici sulla dinamica della domanda estera (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24Ore). |
Cina: PIL in accelerazioneIl PIL cinese nel secondo trimestre ha accelerato per la prima volta in tre trimestri (+7,5% annuo dal minimo in 18 mesi di +7,4% nel 1° e +2,0% congiunturale da +1,5%, rivisto al rialzo da +1,4%) in risposta agli importanti stimoli fiscali (+26,1% annuo in giugno la spesa pubblica), monetari (ai massimi dal 2009 la misura aggregata del credito) e sul cambio (-2,5% lo yuan dall'inizio dell'anno). Per centrare l'obiettivo del +7,5% per il PIL nell'anno il governo dovrà proseguire nell'allentamento della politica economica (la previsione CSC è del +7,3% per il 2014) a sostegno di una congiuntura ancora meno brillante che in passato: output industriale +9,2% annuo in giugno (+8,8% nei primi 6 mesi del 2014 e +9,7% nel 2013), vendite al dettaglio +12,4% (+12,1% e +13,1), prezzi delle case +5,6% in maggio in calo da 6 mesi rispetto al massimo pluriennale di +9,9% di novembre 2013. |
Rallenta la locomotiva tedesca, restano gli squilibri nell'Area euroQualche battuta d'arresto per la locomotiva tedesca. Scende la produzione industriale e cala la fiducia delle imprese manifatturiere. Giù anche esportazioni e importazioni: due brutte notizie. Da un lato, infatti, c’è meno domanda per le esportazioni italiane, in particolare di beni intermedi incorporati nelle merci tedesche. La dinamica dell’export tedesco, infatti, tende ad anticipare quella dell’export italiano. Dall’altro, il surplus commerciale tedesco continua comunque ad ampliarsi, alimentando gli squilibri di parte corrente all’interno dell’Area euro. Dove verrà investito questo risparmio tedesco? Soprattutto nei paesi periferici dell’Area euro, secondo un articolo di Carlo Bastasin (in allegato), in particolare sotto forma di IDE. Una buona notizia, perché proprio di investimenti questi paesi hanno grande bisogno. Ma che cela un rischio più profondo: che gli squilibri finanziari diventino squilibri industriali e che l’espansione della rete produttiva tedesca comporti nuove tensioni politiche e sociali nell’Area. Per questo l’ordine del giorno a Bruxelles deve comprendere il tema di una politica industriale e di investimenti coordinata a livello europeo. GERMAN INVESTORS RESHAPING EUROPE.pdfVisualizza dettagli |
Propensione al risparmio e reddito disponibile delle famiglie italiane
Nel primo trimestre del 2014 la propensione al risparmio delle famiglie è scesa al 10% , in calo di 2 decimi dal precedente.
Tra 1999 e 2007 la quota del risparmio sul reddito disponibile era, in media, del 13,3%; durante la crisi ha raggiunto il minimo storico nel secondo trimestre del 2012 (7,8%); fino ad oggi, quindi, una buona parte del ripristino del risparmio è stato già realizzato dalle famiglie.
La diminuzione nel primo trimestre è dovuta a due effetti combinati: l'invarianza del reddito disponibile associato a un aumento dello 0,2% della spesa per consumi finali (in valori correnti).
In termini reali il reddito disponibile delle famiglie è sceso dello 0,1% congiunturale, portando al -10,7% il calo cumulato durante la crisi. Al di là delle oscillazioni trimestrali, risulta sostanzialmente piatto nell'ultimo anno.
|
Italia: prezzi delle case ancora giùNel I trimestre 2014 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Complessivamente i prezzi sono caduti del 4,6% nell'ultimo anno e dell'11,5% negli ultimi due anni e mezzo. Il ritmo di discesa dei prezzi è comunque in rallentamento. L'aggiustamento dei prezzi verso la media di lungo periodo (in rapporto al reddito disponibile pro-capite) non è ancora completo. Serve allora un aumento del reddito per tornare in equilibrio e favorire un'inversione di tendenza nella dinamica dei prezzi. Ci sono, finalmente, dei segnali congiunturali positivi. Si riducono i costi del servizio di un nuovo mutuo (ancora troppo alti) e migliorano le condizioni sia di offerta sia di domanda di mutui. In miglioramento le attese delle agenzie immobiliari sulle condizioni del mercato e sulla variazione dei prezzi. Il mercato però è ancora fermo: ai massimi i tempi di vendita e vicino ai minimi il numero di compravendite (che hanno registrato un aumento nel I trimestre 2014 ma soprattutto a causa della riduzione delle imposte di registro, che ha spinto gli acquirenti a posticipare la stipula delle compravendite avvenute a fine 2013). Per molte grandezze economiche si è aperta, negli ultimi mesi, una forbice tra indicatori qualitativi, in miglioramento, e dinamiche reali, deludenti. Conviene allora aspettare qualche mese per capire se le migliori aspettative nel mercato immobiliare saranno realizzate. |
Giappone: giù la fiducia delle imprese ma segnali positivi per la seconda parte dell'annoIl rapporto Tankan della Banca centrale giapponese sulla fiducia delle imprese nei 3 mesi fino a giugno riporta segnali tutto sommato positivi. L’indice coincidente per le condizioni correnti è diminuito per tutte le categorie di imprese dopo il crollo di vendite e consumi per l’aumento dell’IVA in aprile. Rispetto a marzo per le grandi manifatturiere e non manifatturiere è sceso di 5 punti, a 12 e 19 rispettivamente; per le piccole manifatturiere e non è diminuito da 4 a 1 e da 8 a 2 rispettivamente. Per tutte le imprese è sceso da 12 a 7. Però l’indice per le aspettative sulle condizioni future è salito da 1 a 7 per tutte le industrie e per quelle manifatturiere e da 1 a 6 per quelle non manifatturiere. Fa ben sperare rispetto a un pronto recupero dell’economia nella seconda parte dell’anno la la revisione al rialzo della previsione di spesa per investimenti fissi, inclusi software ed esclusi i terreni, per tutte le imprese e tutte le industrie per l’anno fiscale 2014 a +4,7% da una contrazione dello 0,7% prevista nella precedente indagine. La fiducia che la caduta dei consumi stia passando è testimoniata anche dalla revisione al rialzo di 1,8 punti percentuali (a +0,9%) anche delle vendite di tutte le imprese e industrie, con revisioni al rialzo per tutte le tipologie di industria, mentre rimangono deboli le attese di profitto per l’AF 2014: -5,4%, nonostate una revisione al rialzo di 2,7 punti percentuali. Il risultato risente dell’ottima performance dell’AF 2013: +28,4%. La previsione degli imprenditori per l’inflazione tra un anno è confermata all’1,5% come in marzo, al di sotto dell’obiettivo del 2%. |
2013: gli IDE tornano a crescere a ritmi pre-crisiNel 2013 i flussi di IDE (1,45 trilioni di dollari) nel mondo sono tornati ai livelli pre-crisi (1,49 trilioni di dollari nel periodo 2005-2007). E’ il secondo anno consecutivo che i paesi in via di sviluppo (0,8 trilioni di dollari nel 2013) ricevono più capitali esteri dei paesi sviluppati (0,6 trilioni di dollari). I flussi di IDE nel mondo sono ancora sotto il massimo storico raggiunto nel 2007 (2,0 trilioni di dollari) ma stanno riducendo la distanza e l’UNCTAD stima che dal 2014 al 2016 i flussi continueranno a crescere a un ritmo di 1,73 trilioni di dollari annui. Nei prossimi due anni l’UNCTAD prevede un maggiore afflusso di capitali esteri nei paesi sviluppati, in seguito alla ripartenza delle principali economie, rispetto a quello previsto nei paesi in via di sviluppo a causa della fragilità di alcune economie e dei maggiori rischi politici in alcune regioni. Nel 2013 il 52% del flusso di IDE mondiale è andato ai paesi in via di sviluppo. L’area più attrattiva resta l’Asia (con una quota mondiale del 29%), superando anche il flusso ricevuto dall’Unione Europea (tradizionalmente l’area con la più alta quota mondiale). Il 39% è andato ai paesi sviluppati e il restante 9% alle economie in transizione.
Il 39% dei flussi di capitali esteri nel mondo nel 2013 è venuto dai paesi emergenti (paesi in via di sviluppo e economie in transizioni) il restante 61% dai paesi sviluppati. Nel 1999 la quota dei paesi emergenti, come investitori internazionali, era appena pari al 12%. Più dei 2/3 delle acquisizioni da parte dei paesi emergenti ha riguardato imprese localizzate negli altri paesi emergenti (IDE da sud a sud del mondo). La metà di queste imprese acquisite era costituita da affiliate di imprese multinazionali di proprietà dei paesi sviluppati. |