Il modello di sviluppo cinese si caratterizza per una profonda asimmetria rispetto ai principi delle economie liberali ed alle norme internazionali e lo stesso approccio della Cina alla competizione globale è causa di crescenti interrogativi e preoccupazioni. Tali circostanze, unite all’offensiva commerciale lanciata dall’amministrazione Trump, hanno indotto una riflessione strategica anche in Europa sull’atteggiamento da assumere nei confronti del gigante asiatico.
Con il Position Paper “Italia, Europa e Cina: Analisi e Proposte per un rinnovato modello di cooperazione”, che si trasmette in allegato, Confindustria intende fornire il proprio contributo al dibattito in corso a livello europeo e agli esiti del Vertice bilaterale UE-Cina dello scorso 9 aprile.
L'obiettivo del Paper non è discutere l’importanza della Cina come partner per l’Italia e l’Europa, quanto piuttosto sottolineare come le nostre imprese debbano poter competere con le controparti cinesi in maniera più equa e regolamentata. A tale riguardo è necessaria una strategia unitaria dell’Europa per le relazioni con la Cina e per preservare la propria centralità nell’economia globale. Essa deve contemplare un deciso orientamento delle risorse verso i principali fattori di competitività, modifiche ed innovazioni all’ordinamento domestico e l’assunzione della leadership per la riforma di quello multilaterale. Investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione devono essere la base della politica economica europea. Per la tutela degli asset strategici e la disciplina della concorrenza sono necessarie regole più moderne, volte a rendere l’industria europea più competitiva.
E’ inoltre necessario che l’Ue rafforzi ogni misura di politica commerciale utile a rendere il rapporto con la Cina mutuamente vantaggioso, in primo luogo attraverso adeguati strumenti di difesa commerciale. Per evitare la marginalizzazione dalle rotte commerciali preferenziali e dalle nuove frontiere della primazia tecnologica globale, l’Ue deve ampliare la propria rete di accordi di libero scambio estendendo il più possibile la convergenza regolamentare ed i propri standard alle regioni e ai mercati di maggiore interesse. Se oggi un Accordo di libero scambio con la Cina appare decisamente prematuro, la Ue deve sostenere con la massima determinazione la riforma del WTO cosi da ottenere dalla Cina il rispetto concreto degli impegni assunti e porre le basi per rafforzare le proprie istanze bilaterali di reciprocità.
L’Italia, come Paese fondatore e seconda potenza manifatturiera europea, ha l’obbligo di assumere un ruolo di primo piano in questo esercizio, contribuendo in maniera attiva alla definizione di una rinnovata strategia di politica estera comune nei confronti della Cina.
Position Paper Cina 2019.pdfVisualizza dettagli