Nei dati di luglio, elaborati da Banca d'Italia, si registra un netto calo dello stock di sofferenze relative a prestiti alle imprese italiane: -15 miliardi (a 122 miliardi, da 137 a giugno; erano a 144 a maggio).
La flessione a luglio dei prestiti in sofferenza è stata dovuta in massima parte a operazioni di cartolarizzazione, con cancellazione dai bilanci bancari: l’ammontare complessivo di tali operazioni, relativamente ai prestiti alle imprese, è salito di 14 miliardi a luglio (a 57 miliardi, da 43 a giugno). In particolare, nei dati di luglio è stata contabilizzata la maxi cartolarizzazione di sofferenze di uno dei maggiori istituti italiani.
Incluse tali operazioni, la dinamica del credito alle imprese risulta positiva a luglio: la variazione annua dello stock di prestiti, corretta per le cartolarizzazioni e le altre cessioni di crediti, è salita a +0,5% (da zero a giugno). La variazione annua dello stock grezzo di prestiti bancari, invece, è scesa a -4,0% a luglio (da -2,3%), proprio a riflesso della cancellazione di crediti dai bilanci degli istituti; lo stock non corretto, infatti, a luglio registra un flusso netto pari a -15 miliardi rispetto a giugno.
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A luglio 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,0, con una variazione nulla rispetto al mese di giugno.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A luglio 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,0.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01398430.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_lug17.xls|Visualizza dettagli
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Ad agosto 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,4.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01822532.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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Ad agosto 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,4, con una variazione di +0,4 rispetto al mese di luglio.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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In agosto, secondo la stima preliminare diffusa dal Ministero del Commercio Internazionale e dell'Industria giapponese (METI), la produzione industriale in Giappone è cresciuta del 2,1% su luglio, quando era calata dello 0,8% mensile (dati destagionalizzati); la variazione rispetto ad agosto 2016 è pari a +5,4%.
In base a questa prima lettura, in agosto le scorte sono diminuite per il terzo mese consecutivo (-0,6% su luglio), mentre le consegne sono aumentate dell’1,8%; conseguentemente, il rapporto scorte-consegne ha registrato una flessione del 4,3%, favorendo una maggiore produzione nei prossimi mesi. A livello settoriale, l’aumento congiunturale della produzione è stato sostenuto dai beni capitali e in particolare, in ordine di contributo, dai macchinari (+3,7% rispetto a luglio), mezzi di trasporto (+2,4%), beni ICT (+5,7%) e componentistica elettronica (+1,8%). Quanto alle componenti della domanda, gran parte dell’incremento è derivato dalla domanda estera di beni strumentali (+1,7%).
In prospettiva, secondo le aspettative di produzione si dovrebbero registrare un calo della produzione manifatturiera in settembre e un nuovo aumento in ottobre.
Il CSC
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Parte la seconda fase della normalizzazione della politica monetaria negli USA. Nella riunione di settembre, la FED ha deciso che inizierà ad ottobre la graduale riduzione del suo enorme portafoglio di titoli pubblici e privati (4.255 miliardi di dollari), secondo le modalità annunciate già a giugno. L’obiettivo è riportare tale stock a valori “normali” senza causare scossoni sui mercati finanziari, in particolare sui rendimenti dei Treasury.
Dal prossimo mese, quindi, diviene solo parziale il reinvestimento in nuovi titoli di quelli che giungono a scadenza: ciò farà ridurre lo stock FED di Treasury e MBS di 10 miliardi di dollari al mese. Ritmo che, automaticamente, salirà di 10 miliardi ogni tre mesi, fino a 50 miliardi al mese da ottobre 2018.
Il tasso di interesse ufficiale, intanto, è stato lasciato a 1,00-1,25% a settembre, dopo i due rialzi già effettuati quest’anno. Il FOMC continua a indicare come appropriato un altro rialzo entro fine 2017 (a 1,25-1,50%) e tre nel 2018 (a 2,00-2,25%). L’esatto sentiero rimane dipendente dai dati in uscita e la FED ha sottolineato ancora di guardare con attenzione all’inflazione, che si mantiene poco sotto l’obiettivo del +2,0% annuo (+1,7% in agosto l’indice al netto di energia e alimentari).
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La dinamica annua dei prezzi al consumo in Italia ha frenato al +1,1% a settembre, da +1,2% in agosto. Valori molto più bassi di quelli coerenti con l’obiettivo BCE (poco sotto il +2,0%).
Ciò è dovuto, soprattutto, alla ridotta crescita dell’indice core, calcolato al netto di energia e alimentari (72% del paniere), scesa di un decimo a settembre al +0,8% annuo (da +0,9%). Tra i prezzi core, la dinamica di quelli dei beni industriali non energetici è di nuovo caduta di poco in territorio negativo (-0,1%, da +0,1%), nonostante il recupero dell’economia e la crescita dei corrispondenti prezzi misurati al cancello della fabbrica (+1,8% annuo in agosto). Anche i prezzi al consumo dei servizi frenano, ma mostrano una variazione positiva (+1,3% annuo, da +1,6%).
Inoltre, i prezzi energetici hanno frenato al +3,4% annuo (da +4,5%). Quelli alimentari, invece, hanno accelerato al +1,3% (da +0,7%).
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L’indice composito di sentimento economico delle imprese è aumentato di 0,9 punti in settembre su agosto (a 108,0), quando era aumentato di 1,4 punti sul mese precedente. Il livello medio nel terzo trimestre (106,9) è superiore di 0,4 punti rispetto a quello del secondo.
In settembre l’indicatore di fiducia è aumentato in tutti i comparti, tranne che nei servizi, dove è rimasto invariato rispetto al mese scorso. In particolare, è rimbalzato nelle costruzioni, dove ha più che compensato la caduta di agosto (+3,7 punti dopo -2,7) e ha raggiunto il livello più elevato da marzo 2008 (132,1); anche nel commercio al dettaglio si è avuto un forte incremento (+3,5 punti dopo -3,6) guidato da migliori aspettative su vendite e occupazione. Tra le imprese manifatturiere la fiducia è aumentata per il quarto mese consecutivo: +1,9 punti su agosto (indice a 109,0 nel terzo trimestre da 107,5 nel secondo); la spinta è venuta da valutazioni più ottimistiche sull’andamento sia degli ordini (+6,3 punti il saldo dei giudizi su agosto), interni ed esteri, sia dei livelli di produzione (+8,4 punti); sono inoltre più favorevoli le aspettative, specie quelle sull’economia e sull’occupazione. Tra i produttori di beni di investimento, in particolare, sono aumentati la fiducia e il saldo dei giudizi sugli ordini interni, segno che la spesa in beni strumentali sta continuando a crescere anche nei mesi estivi.
Tra i consumatori la fiducia è notevolmente avanzata in settembre: +4,3 punti (quarto incremento mensile consecutivo), con il livello dell’indice al massimo da gennaio 2016. Nel terzo trimestre il valore medio è di 111,3 (106,7 nel secondo trimestre). La spinta è venuta soprattutto dal miglioramento dei giudizi sul clima economico e sul clima futuro; anche le valutazioni più strettamente connesse alle decisioni di spesa (giudizi sui bilanci familiari, sulla situazione economica della famiglia e sulle possibilità di acquisto) sono più positive sia nel mese in corso sia nel trimestre. Ciò segnala una possibile accelerazione nell’andamento dei consumi, dopo il +0,3% registrato in primavera. Tale ipotesi è confermata anche dal significativo miglioramento del saldo dei giudizi sugli ordini interni dei produttori di beni di consumo, un indicatore ben correlato con la dinamica della spesa delle famiglie.
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