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A settembre in crescita le immatricolazioni di auto in Italia. Terzo trimestre piatto
Le immatricolazioni di auto in Italia sono aumentate in settembre del 2,1% congiunturale, dopo il +3,1% registrato in agosto (stime CSC). Rispetto a settembre 2015 si è avuto un incremento del 17,4%. Dal minimo di febbraio 2013 le immatricolazioni sono cresciute del 49,7% (-26,4% la distanza rispetto a dicembre 2007, picco pre-crisi).
Nel terzo trimestre 2016 si è registrata una crescita congiunturale nulla (dopo +0,7% nel secondo). È il primo stop dopo 10 trimestri consecutivi di crescita. La variazione acquisita ereditata dal quarto trimestre è di +2,4%.
Secondo le intenzioni d’acquisto di auto, rilevate nell’indagine ISTAT sulla fiducia dei consumatori, è destinato a proseguire anche nei prossimi trimestri il rallentamento delle immatricolazioni in Italia.
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Accelera la crescita USA
Secondo la stima preliminare del BEA (Bureau of Economic Analysis), il PIL degli Stati Uniti è cresciuto del 2,9% annualizzato nel terzo trimestre sul secondo, quando aveva registrato +1,4% sul primo. Il dato è superiore alle attese (+2,5%) e si aggiunge alle indicazioni positive provenienti dalla solida crescita dell’occupazione (+192mila nuovi posti al mese nel terzo trimestre) e dall’aumento dei salari orari (+2,6% annuo). Ciò rende ancora più probabile il primo aumento dei tassi FED entro fine 2016. |
BCE: tassi di interesse bassi ancora a lungo, nessun tapering in vistaLa BCE nella riunione di ottobre ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di policy (zero sui prestiti alle banche, -0,40% sui loro depositi). Sottolineando, come già in precedenza, che tali tassi a breve rimarranno a questi livelli, o più bassi, molto dopo che sarà terminato il programma di Quantitative Easing (QE). A proposito del QE, la banca centrale ha confermato che gli acquisti di titoli pubblici e privati proseguiranno, al ritmo invariato di 80 miliardi di euro al mese, almeno fino al marzo 2017, continuando quindi a esercitare una pressione al ribasso sui tassi a medio-lungo termine nell’Area euro. In più, la BCE ha ribadito che se a quella data non sarà stato registrato un significativo trend di risalita dell’inflazione nell’Area, che la indirizzi rapidamente verso l’obiettivo del +2,0% annuo (siamo al +0,4% a settembre), il QE proseguirà ancora. Queste decisioni smentiscono alcune voci di mercato che indicavano un nascente consenso in ambito BCE su un prossimo tapering, cioè la graduale riduzione del ritmo degli acquisti di titoli (come aveva fatto la FED). E indicano, invece, che la Banca è determinata a tenere i tassi di interesse, sia a breve sia a lungo, bassi ancora per molto tempo, per continuare a sostenere crescita e prezzi nell’Area euro. |
Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Settembre 2016A settembre 2016 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 100,0. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2015, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01195093. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003. Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di settembre 2016A settembre 2016 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 100,0, con una variazione percentuale di -0,2 rispetto al mese di agosto.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_set16.xlsVisualizza dettagli |
Credito in caduta, sofferenze elevate, tassi ai minimiLo stock di prestiti alle imprese italiane non smette di diminuire: -0,2% in agosto, dopo -0,4% a luglio (dati destagionalizzati dal CSC). Nei primi otto mesi del 2016 si è registrato un calo del -0,2% in media al mese, in accelerazione rispetto al 2015 (-0,1%). Dal picco del 2011, dopo 5 anni di flessione del credito bancario, si è creata una voragine pari al -15,6% (-143 miliardi di euro). Il fardello delle sofferenze continua a gravare i bilanci delle banche, sebbene si sia interrotto il trend pluriennale di aumento durato fino a inizio anno e si registri ora un andamento altalenante: 143 miliardi di euro in agosto, da 141 a luglio, non lontano dal picco che era stato toccato a gennaio (144 miliardi). Ciò frena l’offerta di credito da parte degli istituti, che è stata allentata gradualmente da fine 2014 ma resta molto stretta. I tassi di interesse sulle nuove operazioni sono ai minimi: 1,7% in media in agosto, come a luglio (erano al 3,5% a inizio 2014). Ciò stimola la richiesta di credito, che è in significativa risalita fin dalla primavera 2015, pur restando sotto i livelli pre-crisi del 2011. |
Credito: si arresta la lenta risalita dell’offerta, flessione della domandaSecondo l’indagine condotta da Banca d’Italia (BLS), l’offerta di credito per le imprese è rimasta invariata nel terzo trimestre 2016. Si è fermato, dunque, il processo di graduale e parziale allentamento partito a fine 2014. Continua a pesare, perciò, la fortissima stretta degli anni precedenti, a causa della quale l’offerta resta molto sotto i valori pre-crisi. Tali dati qualitativi raccolti presso le banche indicano, inoltre, che la domanda di credito si è ridotta, sebbene di poco, nel terzo trimestre 2016. Le richieste delle imprese erano in recupero dalla primavera 2015 e avevano quasi raggiunto i livelli pre-crisi. Nel complesso questi dati sono coerenti con l’ulteriore riduzione dello stock di prestiti alle imprese registrata a luglio-agosto. E segnalano prospettive molto deboli per il mercato del credito nei prossimi mesi. |
Fiducia in Italia: giù quella delle famiglie, migliora quella delle imprese
L’indice composito di sentimento economico delle imprese è aumentato di 1,2 punti in ottobre su settembre (a 102,4), quando era già migliorato di 1,6 punti sul mese precedente. Rispetto alla media del terzo trimestre il livello in ottobre è superiore di un punto.
L’indicatore di fiducia è aumentato in tutti i comparti, tranne che nel commercio, dove era rimbalzato in settembre (-0,7 punti, dopo +4,6). Nei servizi di mercato il secondo rialzo consecutivo (+2,9, dopo +1,1) è sostenuto da giudizi più favorevoli su ordini e attività corrente. Migliori attese spingono, invece, la risalita della fiducia nelle costruzioni (+0,5, dopo +1,8). Tra le imprese manifatturiere la fiducia è migliorata di 0,9 punti (dopo +0,8 in settembre), spinta da valutazioni più ottimistiche su ordini interni ed esteri e livelli di produzione; sostanzialmente stabili le aspettative; il livello di ottobre è più elevato di quello medio nel terzo trimestre (103,0 da 102,1). Ciò prefigura un andamento positivo dell’attività nei mesi autunnali.
Tra i consumatori la fiducia è diminuita per il terzo mese di fila (-0,6 punti, dopo -0,5 e -2,1), specie per il peggioramento dei giudizi sul clima personale e sul clima corrente. Le valutazioni sugli indicatori più strettamente connessi alle decisioni di spesa (giudizi e attese sulla situazione economica della famiglia e sui bilanci familiari) sono in marginale miglioramento rispetto sia a settembre sia al trimestre estivo. Tale andamento riflette il perpetuarsi di un atteggiamento parsimonioso anche nei mesi autunnali.
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In Italia prezzi delle case ancora giù; in forte risalita le compravendite
Non si interrompe la discesa delle quotazioni delle case in Italia: -0,4% nel secondo trimestre 2016 sul primo, quando erano diminuite dello 0,2%. Il calo congiunturale è dovuto alla caduta dei prezzi delle abitazioni nuove (-1,7%), mentre quelli delle abitazioni esistenti sono rimasti invariati. Le quotazioni sono scese dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2015 e del 20,0% dal massimo registrato nel primo trimestre 2008. |
In modesto aumento l’export italiano extra-UE in settembreIn settembre le esportazioni italiane extra-UE sono aumentate, in valore, per il quarto mese consecutivo (+0,5% su agosto), mentre le importazioni sono cadute del 4,1% mensile. Nella media del terzo trimestre il commercio italiano extra-UE ha registrato una dinamica debole: al netto del settore dell’energia (in cui il rafforzamento dei prezzi ha sostenuto il valore degli scambi), l’export è diminuito dello 0,3% sul secondo e l’import è salito dello 0,6%. Il calo trimestrale delle esportazioni extra-UE è dovuto a minori vendite di beni strumentali (-1,0%), mentre sono aumentate lievemente quelle di beni di consumo (+0,3%) e intermedi (+0,1%). Tra i mercati di destinazione dell’export italiano, in settembre si sono rafforzati l’Asia (Cina, Giappone e paesi ASEAN) e gli Stati Uniti. È stato ancora elevato il calo delle vendite nei paesi OPEC e in Turchia, mentre quelle verso il Sud America (paesi MERCOSUR) sono aumentate su settembre 2015, in controtendenza con la dinamica fortemente negativa registrata da inizio anno. |