Secondo la stima preliminare del BEA (Bureau of Economic Analysis), il PIL degli Stati Uniti è cresciuto del 2,9% annualizzato nel terzo trimestre sul secondo, quando aveva registrato +1,4% sul primo. Il dato è superiore alle attese (+2,5%) e si aggiunge alle indicazioni positive provenienti dalla solida crescita dell’occupazione (+192mila nuovi posti al mese nel terzo trimestre) e dall’aumento dei salari orari (+2,6% annuo). Ciò rende ancora più probabile il primo aumento dei tassi FED entro fine 2016.
L’accelerazione del PIL è stata sostenuta, in particolare, da un maggiore accumulo di scorte (dopo cinque trimestri di diminuzione), da un forte aumento dell’export (a un passo molto più rapido di quello dell’import) e da un incremento della spesa pubblica (grazie a maggiori esborsi del governo federale e minori tagli di quelli statali e locali). Hanno offerto contributi positivi alla crescita del PIL anche i consumi, seppur in rallentamento rispetto al secondo trimestre, e gli investimenti fissi non residenziali, mentre quelli residenziali hanno continuato a scendere.
Nell’ultimo quarto dell’anno i consumi saranno ancora sostenuti dalla buona dinamica di occupazione e redditi. Prospettive deboli, invece, per gli investimenti fissi non residenziali provengono dall’andamento altalenante degli ordini di beni capitali (esclusi difesa e aerei; -1,2% in settembre dopo +1,2% in agosto). Gli ultimi dati qualitativi segnalano un consistente aumento degli ordini sia nel terziario sia nel manifatturiero, che garantisce una buona dinamica dell'economia anche nei prossimi mesi.