Domani 12 maggio alle 13, presso la sala E-F di viale dell'Astronomia, avrà luogo il CSC lunch seminar di Maggio con ospite Marco Malgarini (ANVUR) che ci parlerà dell'evoluzione nel tempo della relazione tra indice di fiducia e produzione in Europa.
L'analisi mostra che la relazione tende a indebolirsi nei periodi di recessione; guardando in particolare alla crisi dei debiti sovrani, le due serie mostrano andamenti non coerenti in molti paesi europei. Ciò potrebbe essere dovuto da un lato a problemi statistici di selezione del campione, e dall'altro a modifiche nella percezione degli agenti causate dalla caduta prolungata dei livelli produttivi.
Di sotto potete scaricare l'articolo di Marco Malgarini, Stefano Fantacone e Petya Garalova-Stieg:
Per chi volesse partecipare scrivere una email a [email protected] o [email protected].
Buona lettura,
Il CSC
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Il CSC rileva un aumento della produzione industriale dello 0,3% in aprile su marzo, quando c’è stata una variazione nulla su febbraio, comunicata oggi dall’ISTAT.
Nel primo trimestre dell’anno l’attività è cresciuta dello 0,7% congiunturale, dopo il -0,1% che si era avuto nel quarto del 2015. Il secondo trimestre 2016 registra una variazione congiunturale acquisita di +0,1%.
L’andamento degli indicatori qualitativi anticipatori è coerente con il proseguire di una dinamica positiva della produzione industriale anche nei prossimi mesi. Secondo i direttori degli acquisti (indagine PMI Markit) in aprile è risultata più forte, rispetto a marzo, la crescita degli ordini manifatturieri (indice a 54,9 da 54,3), grazie soprattutto alla spinta della domanda estera (55,2, +1,9 punti su marzo) che è aumentata al ritmo più robusto dallo scorso dicembre.
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Prosegue senza sosta la caduta dei prestiti alle imprese italiane: -0,5% a marzo, dopo -0,4% a febbraio (dati destagionalizzati dal CSC). Nel primo trimestre 2016 il credito si è ridotto dello 0,5% al mese, contro il -0,1% mensile del 2015. Rispetto al picco del settembre 2011, lo stock di prestiti si è ridotto del 15,5% (pari a -142 miliardi di euro).
Tornano a crescere, sebbene di poco, le sofferenze bancarie sui prestiti alle imprese, dopo il significativo calo del mese precedente: 140 miliardi a marzo, da 139 a febbraio (picco a 144 miliardi a gennaio). Occorrerà tempo per vedere effetti marcati e duraturi sullo stock di crediti deteriorati dal set di misure varate negli ultimi mesi, per accorciare i tempi di recupero e favorire le cessioni di sofferenze. Resta forte, dunque, il freno esercitato sulle erogazioni di credito.
Stabili i tassi pagati, in media, dalle imprese sulle nuove operazioni: 1,9% a marzo, come a febbraio. Ciò è il risultato di una limatura per le imprese minori (2,6%, da 2,7%) e di un marginale aumento per le più grandi (1,4%, da 1,3%). Il costo del credito, dunque, resta ai minimi, favorendo il proseguire del recupero della domanda.
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Negli Stati Uniti l’occupazione non agricola è cresciuta in aprile di 160mila unità, l’aumento più basso degli ultimi sette mesi e ben al di sotto dei 202mila nuovi occupati attesi in media dagli analisti. Il risultato è in linea con il forte rallentamento del PIL negli ultimi due trimestri (+0,5% annualizzato nel primo 2016, dopo un già deludente +1,4% nel quarto 2015). Resta invariato al 5,0% il tasso di disoccupazione.
I guadagni orari sono saliti, in media, dello 0,3% rispetto a marzo e del 2,5% annuo; un ritmo ancora nettamente inferiore al 3% annuo che gran parte degli economisti ritiene necessario per riportare rapidamente l’inflazione all’obiettivo del 2%.
Il calo imprevisto della forza lavoro (-362mila unità) ha comportato una riduzione di 0,2 punti percentuali del tasso di partecipazione (al 62,8% della popolazione in età lavorativa), che comunque nei mesi precedenti era risalito dal minimo registrato a settembre 2015 (62,4%, livello più basso da settembre 1977).
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Il CSC rileva un incremento della produzione industriale italiana dello 0,1% in aprile su marzo, quando è stata stimata una variazione di +0,3% su febbraio.
Nel primo trimestre 2016 l’attività è cresciuta dello 0,8% sul quarto 2015, quando si era avuta una crescita nulla sul precedente. La variazione congiunturale acquisita per il secondo trimestre 2016 è di +0,1%.
La produzione al netto del diverso numero di giornate lavorative è avanzata in aprile dell’1,4% rispetto ad aprile del 2015; in marzo si era avuto un incremento dell'1,3% sullo stesso mese dell’anno scorso.
Gli ordini in volume hanno registrato una crescita dello 0,4% in aprile su marzo (-0,8% su aprile 2014); il mese scorso erano aumentati dello 0,4% su febbraio (+0,5% sui dodici mesi).
Gli indicatori ISTAT sulla fiducia nel manifatturiero sono coerenti con il proseguire di un andamento positivo dell’attività nei prossimi mesi, anche se non segnalano un’accelerazione. In aprile l’indice complessivo è migliorato per il secondo mese di fila (+0,5 punti, a 102,7); il saldo dei giudizi sui livelli di produzione è rimasto invariato rispetto a marzo (a -11) mentre quello sugli ordini totali è diminuito di 1 punto (a -14), per il calo di entrambe le componenti della domanda (soprattutto di quella estera); sono, invece, più favorevoli le attese su ordini e produzione.
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Le immatricolazioni di auto in Italia sono aumentate in aprile del 4,3% congiunturale, più che compensando la caduta di marzo (-3,0%, stime CSC). Rispetto ad aprile 2015 si è avuto un incremento dell’11,5%.
La variazione acquisita nel secondo trimestre 2016 è di +2,5%; nel primo si era avuto un progresso del 6,9%, in accelerazione dal +5,0% nel quarto 2015. Dal minimo di gennaio 2013 le immatricolazioni sono cresciute del 46,3% (-28,5% la distanza rispetto a dicembre 2007, picco pre-crisi).
Secondo le intenzioni di acquisto di autovetture (indagine ISTAT sulla fiducia presso i consumatori), un indicatore trimestrale anticipatore ben correlato con la dinamica effettiva delle immatricolazioni, il recupero dovrebbe proseguire fino ai mesi estivi.
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In aprile il PMI Markit composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala espansione dell’attività a un ritmo più veloce rispetto a quello rilevato in marzo (+0,7 punti, a 53,1). Il valore dell’indice all’inizio del secondo trimestre è in linea con quello registrato in media nel primo (53,3).
Il dettaglio settoriale per l’Italia indica in aprile un’accelerazione della crescita di produzione, ordini ed esportazioni nel manifatturiero. Anche nei servizi l’attività è cresciuta a un ritmo più rapido rispetto a marzo (quando aveva toccato il minimo da 13 mesi), superando le aspettative degli operatori: l’indice PMI terziario è salito a 52,1 (da 51,2; le attese puntavano a 51,3); i nuovi ordini, in espansione per il quattordicesimo mese consecutivo, hanno mostrato una dinamica mensile più forte (51,9 da 50,9), spinti dalla domanda interna; sono più positive anche le valutazioni sull’andamento occupazionale (51,9, in miglioramento di un punto).
Nell’Eurozona l’espansione prosegue sui ritmi moderati di marzo (PMI composito a 53,0 da 53,1), appena al di sotto di quelli registrati, in media, nel primo trimestre dell’anno (53,2). Cresce a velocità costante il terziario (indice a 53,1, come in marzo) e accelera leggermente il manifatturiero (51,7 da 51,6), dove, però, rallenta la produzione (52,6 da 53,1). Scendono ancora, e ai ritmi più rapidi da oltre un anno, i prezzi di vendita (48,3 da 48,6), a conferma di una dinamica dei prezzi in zona deflazione. Tra gli altri principali paesi, la crescita accelera in Spagna (PMI composito a 55,2), frena ma rimane sostenuta in Germania (53,6) e risale in Francia poco sopra la soglia di 50 (50,2), segnalando una sostanziale stagnazione.
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Il PMI manifatturiero italiano (Markit), in area di espansione da febbraio 2015, segnala in aprile un’accelerazione della crescita rispetto ai ritmi rilevati in marzo: l’indice generale è salito per il secondo mese consecutivo, raggiungendo 53,9 (da 53,5), valore più alto da dicembre 2015.
L’indice della componente produzione è salito di 0,2 punti (a 56,2), trainato soprattutto dai beni di investimento. Il miglioramento ha riguardato anche gli ordini (+0,6 punti, a 54,9), grazie soprattutto alla migliore dinamica della componente estera (il relativo indice è aumentato di 1,9 punti, a 55,2). Le valutazioni sull’andamento dell’occupazione sono più positive rispetto al mese precedente. Continuano a calare, a un ritmo più lento, sia i prezzi medi d’acquisto, soprattutto per il minor costo di metalli e petrolio, sia i prezzi di vendita.
Nell’Euroarea la crescita dell’attività manifatturiera procede a un ritmo sostanzialmente uguale a quello rilevato in marzo (indice a 51,7 da 51,6). Il dato complessivo è la sintesi di andamenti differenziati tra paesi, con l’Italia che registra la performance migliore. In particolare, il PMI manifatturiero è aumentato in Germania, dove l’espansione risulta più sostenuta (51,8), mentre in Francia è sceso al minimo da un anno, attestandosi in area di recessione (48,0); segnala una crescita solida in Spagna (53,4).
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