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Povertà in Italia: prima flessione dopo la crisi
Secondo le nuove serie storiche ricostruite dall’ISTAT e diffuse oggi, il numero di individui in condizione di povertà assoluta era, nel 2014, pari a 4 milioni e 102mila (6,8% della popolazione residente), in leggero calo rispetto a un anno prima (-318mila). Le famiglie povere erano 1 milione e 470mila (5,7% di quelle residenti, -144mila rispetto al 2013).
Durante la crisi le persone in forte difficoltà economica sono aumentate di circa il 130%, con ampie differenze territoriali. Nel Mezzogiorno l’incidenza della povertà assoluta è cresciuta di 5,2 punti percentuali tra il 2007 e il 2014, contro i 2,7 e 3,1 registrati rispettivamente nel Centro e nel Nord. Ciò ha ampliato ulteriormente le già forti differenze tra aree geografiche: la quota di persone povere ha raggiunto il 9,0% nel Mezzogiorno, mentre si ferma al 5,5% nel Centro e al 5,7% nel Nord.
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Occupazione in Italia: -0,1% a giugno, +0,2% nel secondo trimestre
Secondo le stime preliminari ISTAT diffuse oggi, il numero di persone occupate è sceso in giugno di 22mila unità rispetto a maggio (-0,1%). Nel secondo trimestre si registra comunque un incremento degli occupati di 38mila unità sulla media del primo (+0,2%), grazie all’aumento record di aprile (+130mila unità).
A fronte di una forza lavoro in espansione (+0,3% sul primo trimestre, +0,1% mensile), il tasso di disoccupazione sale al 12,5% nel secondo trimestre (+0,1 punti percentuali sul primo; 12,7% in giugno).
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In Russia segnali di miglioramento: la tempesta perfetta sta passandoLa Russia è, tra i paesi emergenti, il terzo per quota del PIL mondiale (3,3%) e rappresenta per l’export italiano il decimo mercato di destinazione. Dopo essere cresciuta del 5,0% medio annuo nel 1997-2006, era in rallentamento già da prima che conflitto in Ucraina, fuga di capitali e crollo del petrolio la mandassero in recessione. Dalla quale uscirà nel 2016.
La Russia è stata colpita nel corso del 2014 da tre potenti shock, solo in parte collegati tra loro, i cui effetti hanno fatto parlare di “tempesta perfetta” per la loro capacità di penalizzare duramente un’economia già vulnerabile e in rallentamento dal 2011. Le sanzioni occidentali collegate al conflitto in Ucraina, la fuga di capitali e il conseguente deprezzamento del rublo e, infine, il consistente calo del prezzo del petrolio hanno avuto, per ragioni diverse, ripercussioni fortemente negative su tutte le componenti della domanda interna russa e anche per l’export, composto per quasi il 70% da prodotti del settore energetico. Cosicché il PIL si è contratto del 2,2% annuo nel primo trimestre 2015, anche se meno di quanto inizialmente atteso. Tuttavia, è previsto che l’economia russa torni a crescere già prima della fine del 2015, anche grazie all’attività di stabilizzazione messa in atto dalla Banca centrale che, manovrando il tasso di interesse e lasciando fluttuare liberamente il rublo, dopo quindici anni di interventi sul mercato per contenerne la volatilità, ha restituito poco a poco fiducia al sistema. Segnali di risveglio dell’attività emergono già da indicatori congiunturali. In assenza delle riforme strutturali auspicate dalle stesse istituzioni russe, comunque, il potenziale di crescita nel medio termine risulterà sensibilmente più basso di quello sperimentato negli anni Duemila. Nota CSC 10 2015 Russia.pdfView Details |
Si rafforza la crescita dell’economia USANel secondo trimestre 2015 il PIL degli Stati Uniti è aumentato del 2,3% (annualizzato), in forte accelerazione rispetto al primo trimestre, il cui dato è stato peraltro rivisto al rialzo (da -0,2% a +0,6%) in seguito all’applicazione di una nuova metodologia di destagionalizzazione di alcune componenti del PIL. A questa marcata espansione del PIL ha contribuito una forte accelerazione dei consumi (+2,9% dopo il +1,8% del primo trimestre), che ha più che compensato un rallentamento degli investimenti (+0,8% dopo il +3,3% del primo), in particolare di quelli in macchinari e attrezzature, penalizzati dai tagli al settore energetico ed estrattivo. Positivo, seppur modesto, è stato il contributo alla crescita del settore estero (+0,1%), anche grazie a una ripresa superiore alle attese delle esportazioni (+5,3% dopo il -6,0% del primo trimestre), nonostante il rialzo del dollaro e la frenata delle economie emergenti. La crescita dell’economia americana è attesa rafforzarsi nei prossimi trimestri. I forti incrementi occupazionali garantiscono, infatti, un’espansione del reddito. Ciò, insieme al guadagno di potere d’acquisto per il calo del prezzo della benzina, favorirà un recupero di fiducia da parte delle famiglie, contenendo la propensione al risparmio (scesa al 4,8% del reddito disponibile nel secondo trimestre, da 5,2% nel primo), e sosterrà i consumi. |
Rimbalzo del fatturato industriale italiano
Il fatturato dell’industria italiana è aumentato dell’1,0% in maggio (a prezzi costanti, stima CSC), dopo -0,5% in aprile. La variazione complessiva è frutto di un incremento sia nel mercato interno (+0,9%) sia in quello estero (+1,2%). Negli ultimi due mesi il livello del fatturato totale è superiore dello 0,9% rispetto alla media del primo trimestre 2015.
Gli ordinativi hanno registrato un significativo calo in maggio (-2,7% a prezzi costanti, stima CSC), controbilanciando parzialmente il rimbalzo di aprile (+5,5%). L’arretramento è interamente attribuibile alla domanda estera (-6,4% dopo +8,0%) mentre quella interna - che registra variazioni congiunturali positive da dicembre - è rimasta quasi piatta (+0,1% dopo +3,7%). Nella media di aprile-maggio gli ordini totali hanno registrato un incremento del 4,2% sul primo trimestre.
Tali dati riflettono una tendenza positiva della domanda nel secondo trimestre, in particolare di quella interna. Ulteriori conferme vengono dall’incremento delle vendite al dettaglio in volume (+0,5% in aprile-maggio sul primo trimestre) e dalle indagini qualitative (ISTAT e Markit).
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Offerta di credito meno stretta, risalita della domandaL’indagine sul credito bancario, realizzata da Banca d’Italia, segnala un nuovo timido allentamento dell’offerta di credito nel secondo trimestre 2015, dopo i miglioramenti già registrati tra fine 2014 e inizio 2015. I criteri per l’erogazione di prestiti alle imprese, tuttavia, restano stretti. I dati qualitativi segnalano anche l’inizio della risalita della domanda di credito da parte delle imprese, che era rimasta sostanzialmente stabile per oltre un anno. Cresce, in particolare, la richiesta di fondi per finanziare nuovi investimenti fissi e scorte. |
Cina: la crescita sorprende al rialzo nel secondo trimestreIl PIL cinese nel secondo trimestre 2015 è cresciuto del 7,0% annuo, come nel primo e al di sopra delle attese (+6,8%). In termini congiunturali l’economia ha accelerato al +1,7% sul primo trimestre, dopo il +1,4% nei primi tre mesi dell’anno. Due forze hanno permesso di mantenere la barra fissa sull’obiettivo dl Governo del 7% annuo per il PIL, nonostante il proseguimento del rallentamento di industria e costruzioni. Da una parte le autorità hanno operato importanti interventi espansivi sia di politica monetaria sia di politica di bilancio. Dall’altra la crescita dei servizi ha contribuito per il 57% alla crescita del PIL, ma è in larga parte dovuta, come già è successo nel primo trimestre, al rally del mercato azionario che si è realizzato fino allo scoppio della bolla a metà giugno. La performance dell’economia cinese nella seconda parte dell’anno e la sua capacità di centrare l’obiettivo di crescita del Governo sono legate dunque al proseguimento di politiche espansive che compensino il venir meno del contributo del settore finanziario dopo il recente calo degli indici azionari (-26,3% lo Shanghai composite dal 12 giugno). Il CSC prevede per il PIL cinese +6,8% nel 2015 e +6,3% nel 2016.
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Inflazione stabile su livelli minimi in Italia ed EurozonaIn luglio la variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è rimasta stabile ai livelli di giugno (+0,2%). Si è arrestata la lenta risalita dai minimi toccati a inizio anno (-0,6% a gennaio). La dinamica annua di luglio è determinata da una lieve accelerazione dei prezzi core (+0,7% da +0,6% in giugno), da una frenata di quelli alimentari (+0,8% da +1,0%) e da un minore calo di quelli energetici (-5,4% da -5,8%). I prezzi core, inoltre, si scompongono in una componente dei servizi (+0,8% da +0,7%, con un’accelerazione, dopo la frenata di giugno, dei prezzi dei servizi di trasporto) e in una dei beni industriali (stabile a +0,4%). Nell’Eurozona in luglio l’inflazione è pari a +0,2% annuo, come in giugno; quella core sale da +0,8% a +1,0%. Rimane molto lontano l’obiettivo del 2,0% della BCE. |
Cala l’ottimismo tra imprese e famiglie italiane; i livelli restano elevati
L’indice composito di sentimento economico delle imprese è diminuito di 0,3 punti in luglio su giugno (a 104,3), dopo un rimbalzo di 2,9 punti nel mese scorso. Il livello attuale è tra i più elevati dall’estate del 2008 e superiore di 1,4 punti rispetto al valore medio del secondo trimestre. |
Credito ancora in calo, sofferenze su in attesa degli effetti delle nuove misureLo stock di prestiti erogati alle imprese italiane si è ulteriormente ridotto a maggio (-0,1%), dopo il calo di aprile (-0,2%). Il ritmo di caduta, comunque, si è attenuato: -0,1% al mese in media nei primi cinque mesi del 2015, dopo -0,3% nel 2014. Le nuove erogazioni sono frenate dalla continua accumulazione di crediti in sofferenza nei bilanci bancari: a maggio sono saliti a 138 miliardi di euro (17,6% dei prestiti), da 136 in aprile. Le misure varate dal Governo a giugno (deducibilità delle perdite su crediti in un solo anno; interventi per aumentare efficienza e rapidità delle procedure fallimentari) sono volte a favorire, a partire dai prossimi mesi, l’appiattimento del profilo delle sofferenze. Si sta ancora lavorando al progetto di creazione di una società specializzata per l'acquisto di crediti deteriorati. Prosegue, intanto, la discesa dei tassi pagati dalle imprese sulle nuove operazioni: in media, sono al 2,2% a maggio, da 2,3% in aprile (erano al 3,5% nel febbraio 2014). Le grandi imprese hanno pagato l’1,6% a maggio (da 1,8%), quelle di minori dimensioni il 3,0% (da 3,1%). |