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Modified on by Alessandro Fontana

In forte miglioramento la fiducia in Italia

Massimo Roda' 107 Views
L’indice di sentimento economico delle imprese - ricostruito dall’ISTAT in base 2010 e calcolato con una nuova metodologia - è aumentato di 5,5 punti in marzo su febbraio (a 110,9, massimo dal luglio 2008), per effetto di un miglioramento in tutti i settori. 
Da rilevare soprattutto il significativo aumento della fiducia nei servizi di mercato (+7,7 punti), dove sale da quattro mesi, e nelle costruzioni (+7,5), dove il recupero è iniziato tre mesi fa, guidato (in entrambi i settori) da valutazioni più ottimistiche su attività corrente e aspettative. Tra le imprese manifatturiere la maggiore fiducia (+3,2 punti, settimo incremento mensile consecutivo) è stata sostenuta da migliori giudizi e attese su ordini (interni ed esteri) e produzione; nel commercio al dettaglio il miglioramento è meno ampio (+2,0 punti) ed è supportato da più favorevoli attese su domanda e occupazione.
Un maggiore ottimismo è stato rilevato anche tra i consumatori, la cui fiducia è aumentata per il terzo mese di fila (+3,2 punti su febbraio sulla base delle nuove serie), grazie soprattutto al miglioramento del clima economico. Anche il clima personale - più legato alle valutazioni sulla situazione economica, sui bilanci e sulle decisioni di spesa delle famiglie - è risalito per il terzo mese di fila (+1,7 punti in marzo, +4,3 nel trimestre) e riflette un’evoluzione positiva dei consumi.
La debolezza dell’euro, il calo dei prezzi dei prodotti energetici e le migliori condizioni nel mercato del lavoro stanno sostenendo la fiducia di imprese e consumatori e contribuiscono a una dinamica più favorevole dell’economia italiana. Nel primo trimestre l’indice di fiducia complessiva delle imprese è aumentato di 5,9 punti sul quarto 2014 (quando era calato di 0,6 punti sul terzo); quello dei consumatori è salito di 8,4 punti (dopo -2,0). Tale andamento è coerente con un incremento del PIL a inizio 2015 (+0,2% congiunturale secondo il CSC), dopo la stagnazione nel trimestre precedente.
 

Prezzi ancora in riduzione nell’Eurozona, dinamica core stabile

Ciro Rapacciuolo 107 Views

I prezzi al consumo nell’Eurozona continuano a registrare una variazione annua negativa (-0,3% a febbraio), anche se meno accentuata di quella di gennaio (-0,6%). Un andamento molto simile a quello in Italia (-0,2% annuo, da -0,6%). Resta enorme la distanza dall’obiettivo della BCE (poco sotto il +2,0%).

Come in Italia, anche nella media dell’Area si riducono i prezzi energetici (-7,9% annuo, da -9,3%) e tornano a crescere quelli alimentari (+0,5% da -0,1%). Escluse tali due componenti dei prezzi, la dinamica core è stabile al +0,6% annuo.

A gennaio si riduce l’export italiano; prospettive migliori per i prossimi mesi

Cristina Pensa 106 Views

L’export italiano è diminuito del 2,4% in gennaio (a prezzi costanti),  annullando in gran parte il rimbalzo di dicembre (+2,9% su novembre). Giù le vendite sia nei paesi UE (-2,7%) sia in quelli extra-UE (-2,2%). Al netto della componente energetica (scesa del 15,5%) la riduzione delle esportazioni si ferma al -2,1%. Incrementi sono stati registrati solo nei beni intermedi (+0,3%).
Nonostante questa correzione, nel trimestre novembre-gennaio la domanda estera è cresciuta dell’1,0% sui tre mesi precedenti.
Al dato negativo dell’export si è contrapposto un forte miglioramento delle importazioni, aumentate del 2,5% su dicembre (+0,5% su novembre); ciò segnala una dinamica positiva della domanda interna e attese più favorevoli sulle future vendite degli esportatori. In particolare, sono risultati in crescita gli acquisti di beni intermedi (+5,7%) e di beni strumentali (+1,7%).
A febbraio sono migliorati sia la componente PMI relativa agli ordini esteri (indice a 55,2 da 52,9) sia il saldo dei giudizi sulla domanda estera (a -23 da -25) nell’indagine ISTAT presso le imprese manifatturiere. Ciò delinea una possibile accelerazione delle esportazioni nei prossimi mesi.

Sale fortemente la fiducia nell’Eurozona

Pasquale Capretta 105 Views

Il clima di fiducia nell’Eurozona è salito a marzo (di 1,6 punti, a 103,9), per il quarto mese consecutivo, confermando il significativo miglioramento delle prospettive di crescita dell’area. L’indice del “sentimento economico”, elaborato dalla Commissione europea, è ai massimi da luglio 2014 in Germania ed è tornato sui livelli di agosto 2011 in Francia e di agosto 2007 in Italia; addirittura su quelli di giugno 2001 in Spagna.

Il maggiore ottimismo degli operatori, ormai diffusosi in tutta l’area, ha, in particolare, interessato i consumatori (con il relativo indice salito di ben 3 punti) e le imprese manifatturiere (di 1,7 punti), i maggiori beneficiari della riduzione dei prezzi energetici, del deprezzamento dell’euro e del programma di acquisto di titoli pubblici (QE) varato dalla BCE. I consumatori vedono, infatti, aumentare il proprio potere d’acquisto mentre le imprese, grazie ai minori costi di produzione e al cambio favorevole, stanno recuperando rapidamente molte posizioni competitive sui mercati internazionali.

Sceso il gettito IRES nel 2014

Alessandro Fontana 103 Views

Le entrate tributarie del 2014 sono risultate in flessione di circa 3 miliardi di euro (-0,6%) conseguenza principalmenteight: black; border-bottom: black; border-left: black"> 10.617 10.950 333 3,1 Add. Comunale 3.889 4.159 270 6,9 IRAP 34.767 30.468 -4.299 -12,4 IMU comuni 15.706 16.529 823 5,2 TASI   4.607 4.607 100,0 Ruoli (incassi) 8.365 8.812 447 5,3 Poste correttive -31.151 -30.680 471 -1,5 Totale 466.826 463.792 -3.034 -0,6 Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero Economia e Finanze.

 

 

Forte espansione dell’export italiano extra-UE a febbraio

Cristina Pensa 103 Views

In febbraio le esportazioni italiane extra-UE sono aumentate, in valore, del 4,5% rispetto a gennaio (da -2,4%). Il rimbalzo è dovuto alla forte crescita delle vendite di beni strumentali (+13,7%); su anche le esportazioni di energia (+2,4%), giù quelle di beni di consumo e di prodotti intermedi (-1,5% entrambe).
In crescita anche le importazioni (+1,1%, da -0,4% in gennaio); al netto della componente energetica (-1,6%), l’aumento è pari al 2,0%. Hanno contribuito positivamente soprattutto gli acquisti di beni strumentali (+9,5%); in crescita quelli di beni di consumo (+0,5%), in riduzione quelli di prodotti intermedi (-0,4%).
I mercati di destinazione dell’export italiano più dinamici sono gli Stati Uniti (+49,3% tendenziale), grazie alla svalutazione dell’euro sul dollaro (-28% da marzo 2014 a marzo 2015) e alla robusta crescita della domanda interna, e in misura minore la Turchia (+10,7%) e l’OPEC (+6,6%). Il forte aumento delle vendite in questi mercati ha più che compensato il calo di quelle in alcuni paesi esportatori netti di petrolio, dove ha pesato la caduta delle quotazioni oil: -28,5% in Russia, anche a causa degli embarghi e della pessima situazione economica del paese, e -17,6% nel Mercosur.
Negli ultimi tre mesi (dicembre-febbraio) le esportazioni italiane extra-UE sono cresciute dell’1,5% rispetto ai tre precedenti. Continueranno a essere sostenute dall’aumento della competitività di prezzo dovuto all’euro meno forte.

Nell’Eurozona accelera l’attività economica e aumenta la fiducia dei consumatori

Pasquale Capretta 103 Views

Accelera a un ritmo più rapido delle attese l’attività nell’Eurozona, stimolata dall’euro debole, dal calo dei prezzi energetici e dagli effetti del QE della BCE. L’indice PMI composito, di manifatturiero e servizi, elaborato da Markit, è balzato ai massimi da quasi quattro anni a marzo (54,1 da 53,3 in febbraio); ed è ormai da ventuno mesi al di sopra di 50, la soglia che separa contrazione da espansione. Il dato alza la media per il primo trimestre 2015 a 53,3 (da 51,5 nel quarto 2014), un risultato che, secondo Markit, è coerente con una crescita del PIL pari a +0,3%.

L’attività ha accelerato sia nel manifatturiero (51,9 da 51,0, ai massimi da dieci mesi) sia nei servizi (54,3 da 53,7, al top da quarantasei mesi). In particolare, hanno mostrato dinamiche molto elevate in entrambi i settori le componenti relative ai nuovi ordini, ai massimi da otto mesi, e all’occupazione, in crescita al ritmo più rapido da agosto 2011. Stentano però a risalire i prezzi di vendita, il cui sottoindice, benché ai massimi da otto mesi, segnala contrazione (49,0 da 47,9), a conferma di una domanda ancora piuttosto debole.

Tra i maggiori paesi dell’area, alza il ritmo la Germania (55,3 da 53,8), sia nel manifatturiero (52,4 da 51,1) sia nei servizi (55,3 da 54,7), rallenta leggermente la Francia (51,7 da 52,2), dove frenano i servizi (52,8 da 53,4) e riduce la velocità di caduta il manifatturiero (48,2 da 47,6).

La ritrovata vivacità del sistema produttivo si riflette sulla fiducia dei consumatori, che è aumentata significativamente a marzo (di 3 punti rispetto a febbraio, a -3,7). Ciò contribuirà alla ripresa della domanda.

Esportazioni delle regioni italiane: Meridione e isole penalizzati dal crollo delle quotazioni oil

Cristina Pensa 103 Views

Nel quarto trimestre 2014 le esportazioni italiane sono aumentate in tutte le aree territoriali a eccezione di quelle dell’Italia meridionale e delle isole (-0,3% rispetto al terzo). L’incremento delle vendite all’estero del Nord-Est (+3,7%), del Centro (+1,6%) e del Nord-Ovest (+1,4%) ha determinato, comunque, un’accelerazione della dinamica dell’export complessivo (+2,1%, da -0,1%).
Nella media del 2014 le disparità geografiche si ampliano: le esportazioni del Nord-Est sono cresciute al tasso più elevato (+3,5% rispetto al 2013); seguono quelle del Centro (+3,0%) e, con uno scarto maggiore, del Nord-Ovest (+2,2%); le regioni meridionali e insulari, invece, hanno ridotto le vendite del 4,7%.
La diversa specializzazione settoriale delle aree territoriali spiega l’elevata variabilità della loro performance. Quasi il 26% dell’export delle regioni del Sud e delle isole è costituito da prodotti petroliferi raffinati, le cui vendite sono diminuite più del 14% nel 2014. A sostenere la crescita delle regioni del Nord è, invece, la quota elevata di vendite in macchinari e mezzi di trasporto, entrambi settori in crescita. La forte vocazione farmaceutica dell’Italia centrale, infine, ne ha determinato l’ottima performance.

Cina: partenza fiacca nel 2015, politiche espansive in vista

Manuela Marianera 103 Views

 

I dati di produzione, vendite e investimenti cinesi di gennaio e febbraio deludono le attese. La produzione in gennaio-febbraio ha registrato un +6,8% annuo (da +7,9% in dicembre), la crescita minima dal 1995 cioè da quando esiste la serie (al netto della crisi del 2009). Le vendite al dettaglio hanno segnato un +10,7% (da +11,9%) e gli investimenti un +13,9% (da +15,0%). Inoltre continua il rallentamento già in atto del mercato immobiliare, con i nuovi progetti che segnano un -17,7% (-10,7% nel 2014) e le aree in costruzione che rallentano a +7,6% (+9,2% nel 2014). 

 

Tutto ciò deriva da una domanda interna debole, a causa di un rallentamento degli investimenti pubblici e degli effetti della politica anticorruzione del Governo (che si dovrebbe più correttamente tradurre dal cinese con “richiamo all’austerità”) che ha inciso enormemente nei mesi del capodanno lunare, il periodo dell’anno in cui si offrono più regali.

 

In questo quadro il Governo di sicuro allenterà ulteriormente le maglie della politica economica, anzitutto facilitando gli esborsi per i progetti d’investimento già in agenda. 

Calano gli ordini ma resta solida la crescita in Germania

Pasquale Capretta 103 Views

A gennaio, in Germania, gli ordini all’industria si sono ridotti del 3,9% rispetto a dicembre, un calo più forte delle attese e il più pesante da agosto 2014, quando si era nel pieno della crisi ucraina. La caduta ha interessato sia il mercato interno (-2,5%) sia, specialmente, quello estero (-4,8%), con il crollo, in particolare, degli ordini provenienti dai paesi partner dell’Eurozona (-9,0%).

Il dato negativo sugli ordini di gennaio sconta, almeno parzialmente, il balzo da essi registrato a dicembre (+4,4%) ed è in contrasto con l’andamento di altri indicatori più recenti, dai quali scaturisce, invece, un quadro complessivamente positivo dell’economia tedesca. A febbraio, l’indice PMI composito è aumentato di 0,4 punti rispetto a gennaio, segnalando un’accelerazione dell’attività sia nel manifatturiero (51,1 da 50,9) sia, specialmente, nei servizi dove l’espansione prosegue ai ritmi più rapidi degli ultimi 5 mesi (54,9 da 50,0).

A gennaio è ulteriormente aumentata l’occupazione (+41mila unità rispetto a dicembre, +412mila rispetto a gennaio 2014) ed è di nuovo sceso il numero dei disoccupati; il tasso di disoccupazione, fermo al 6,5%, è ai minimi dal 1991 e il più basso dell’Eurozona. Ciò, insieme a sostanziosi aumenti retributivi e al calo del prezzo della benzina, continuerà a sostenere la fiducia e i consumi. Come, peraltro, confermato dall’aumento a gennaio, per il quarto mese consecutivo, delle vendite al dettaglio (+2,9% rispetto a dicembre, +5,3% annuo).

Prezzi al consumo in calo, core inflation poco sopra lo zero

Ciro Rapacciuolo 102 Views

La variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è rimasta invariata a marzo (-0,1%, come a febbraio). Resta, quindi, debolmente negativa e perfettamente allineata con quella media dell’Eurozona (-0,1%, da -0,3%). Enorme il divario da colmare per avvicinarsi all’obiettivo BCE (poco sotto il +2,0% annuo).

In Italia a marzo si riducono meno i prezzi dei beni energetici (-6,5% annuo, da -8,5%), sulla scia del mini-rimbalzo della quotazione del petrolio espressa in euro. I prezzi dei beni alimentari, invece, continuano a salire a ritmo praticamente invariato (+1,0%, da +0,9%).

La core inflation, che è misurata al netto di energia e alimentari, frena ulteriormente, avvicinandosi allo zero (+0,3% annuo, da +0,5%). Ciò riflette soprattutto la flessione della dinamica dei prezzi dei servizi (+0,5%, da +0,8%), mentre i prezzi al consumo dei beni industriali hanno già da tempo una variazione quasi nulla (+0,1%, da +0,2%).

In aumento le entrate tributarie nel 2014

Alessandro Fontana 102 Views

Le entrate tributarie nei primi 11 mesi del 2014 sono aumentate, nel complesso, di 2,5 miliardi di euro (+0,7%) rispetto allo stesso periodo del 2013. Buona parte dell'aumento è concentrato sulle entrate degli enti territoriali (+5,3% rispetto al 2013 pari a 2,3 miliardi in più) e in particolare sull'IMU comunale. In diminuzione il gettito IRAP (-1,7 miliardi), IRES (-2,6 miliardi) e IRPEF (-1,7 miliardi). In aumento il gettito delle imposte indirette e in particolare dell'IVA (+1,7 miliardi). In riduzione le poste correttive.

er-bottom: black; border-left: black"> Add. Regionale 9.761 10.058 297 3 Add. Comunale 3.567 3.814 247 6,9 IRAP 22.180 20.465 -1.715 -7,7 IMU comuni 7.712 8.765 1.053 13,7 Ruoli (incassi) 6.431 7.423 992 15,4 Poste correttive -27.639 -27.219 420 1,5 Totale 377.498 379.960 2.462 0,7 Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero Economia e Finanze.

In calo i prezzi industriali all’import, non solo quelli energetici

Ciro Rapacciuolo 101 Views

I prezzi dei prodotti industriali importati dalle imprese italiane sono in calo del 6,4% annuo a gennaio. In particolare, i beni energetici registrano una forte discesa (-27,8% annuo), sulla scia dei ribassi petroliferi. Si riducono anche i prezzi all’import dei beni di consumo (-0,7% annuo) e dei beni intermedi (-0,6%), ma rincarano quelli dei beni strumentali (+2,1% annuo; +0,1% l’indice totale al netto dell’energia).

Questa dinamica porta un beneficio netto all’economia italiana e favorirà la risalita di investimenti e consumi. I minori prezzi importati, infatti, sostengono i margini delle imprese, in calo da oltre un decennio. Inoltre, nell’attuale contesto di domanda debole, i ribassi accrescono anche il reddito disponibile in termini reali delle famiglie, dato che le imprese trasferiscono in parte tali riduzioni sui prezzi finali al consumo.