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Il fabbisogno della PA nel 2014

Alessandro Fontana 95 Views

Il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche nel 2014 è stato pari a 65,8 miliardi, 11,2 miliardi in meno di quello registrato nel 2013. Tenendo conto delle dismissioni mobiliari effettuate (che riducono il fabbisogno) dei prestiti ai paesi membri dell'Unione monetaria, dei contributi ai fondi salva stati (EFSF e ESM; che aumentano il fabbisogno), del pagamento dei debiti alle imprese (che accrescono il fabbisogno) e delle altre operazioni straordinarie, il fabbisogno risulta sensibilmente maggiore dell'anno precedente per circa 8 miliardi.

 

Fabbisogno delle amministrazioni pubbliche
(Periodo gennaio-dicembre; milioni di euro)
  2013 2014
Fabbisogno PA 77.038 65.815
(+) Dismissioni 1.877 3.328
(-) Prestiti a EFSF e paesi membri 7.224 1.842
(-) Contributi a ESM 5.732 2.866
(-) Pagamenti debiti alle imprese 17.800 14.700
(+) Altre operazioni straordinarie -3.600 3.000
Fabbisogno al netto delle operazioni straordinarie 44.559 52.735
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia.    

 

Il real brasiliano ai minimi da 11 anni per calo dei prezzi del petrolio, corruzione e incertezza politica

Alessandro Gambini 98 Views

Il real ha toccato questa settimana il livello minimo dal 2004 nei confronti del dollaro, superando la soglia dei 3,2 contro la valuta americana e segnando una perdita di valore superiore al 20% da inizio 2015. Sembrano al momento inefficaci i ripetuti tentativi della Banca centrale brasiliana di sostenere la divisa nazionale e contenere l’inflazione, che ha sfondato l’obiettivo massimo fissato al 6,5% sia in gennaio (7,1% annuo) sia in febbraio (7,7%).

La valuta brasiliana è caduta sotto la pressione degli investitori internazionali negli ultimi mesi perché il calo dei prezzi del petrolio e delle commodity ha aumentato l’avversione al rischio nei mercati internazionali e penalizzato le valute più deboli rispetto al dollaro. Inoltre, il real paga sul fronte interno l’importante scandalo di corruzione che ha coinvolto Petrobas, il principale produttore di petrolio del Brasile, provocando la sospensione sia di rilevanti progetti di investimento sia dei pagamenti di contratti già conclusi da parte della controllata statale.

L'incertezza è alimentata, infine, dal quadro macroeconomico stagnante e dalla politica economica del nuovo governo. Il 2014 si è chiuso con una crescita nulla del PIL e con il primo deficit primario di bilancio in più di dieci anni, mentre nel 2015 l’economia brasiliana è prevista tornare in recessione. La presidente Dilma Rousseff, a pochi mesi dalla sua rielezione, ha affermato la necessità di un importante piano di austerità e invitato pubblicamente i brasiliani a stringere la cinghia, scatenando di nuovo la protesta nelle strade delle più grandi città.

 

In aumento le entrate tributarie nel 2014

Alessandro Fontana 102 Views

Le entrate tributarie nei primi 11 mesi del 2014 sono aumentate, nel complesso, di 2,5 miliardi di euro (+0,7%) rispetto allo stesso periodo del 2013. Buona parte dell'aumento è concentrato sulle entrate degli enti territoriali (+5,3% rispetto al 2013 pari a 2,3 miliardi in più) e in particolare sull'IMU comunale. In diminuzione il gettito IRAP (-1,7 miliardi), IRES (-2,6 miliardi) e IRPEF (-1,7 miliardi). In aumento il gettito delle imposte indirette e in particolare dell'IVA (+1,7 miliardi). In riduzione le poste correttive.

er-bottom: black; border-left: black"> Add. Regionale 9.761 10.058 297 3 Add. Comunale 3.567 3.814 247 6,9 IRAP 22.180 20.465 -1.715 -7,7 IMU comuni 7.712 8.765 1.053 13,7 Ruoli (incassi) 6.431 7.423 992 15,4 Poste correttive -27.639 -27.219 420 1,5 Totale 377.498 379.960 2.462 0,7 Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero Economia e Finanze.

In calo i prezzi industriali all’import, non solo quelli energetici

Ciro Rapacciuolo 101 Views

I prezzi dei prodotti industriali importati dalle imprese italiane sono in calo del 6,4% annuo a gennaio. In particolare, i beni energetici registrano una forte discesa (-27,8% annuo), sulla scia dei ribassi petroliferi. Si riducono anche i prezzi all’import dei beni di consumo (-0,7% annuo) e dei beni intermedi (-0,6%), ma rincarano quelli dei beni strumentali (+2,1% annuo; +0,1% l’indice totale al netto dell’energia).

Questa dinamica porta un beneficio netto all’economia italiana e favorirà la risalita di investimenti e consumi. I minori prezzi importati, infatti, sostengono i margini delle imprese, in calo da oltre un decennio. Inoltre, nell’attuale contesto di domanda debole, i ribassi accrescono anche il reddito disponibile in termini reali delle famiglie, dato che le imprese trasferiscono in parte tali riduzioni sui prezzi finali al consumo.

In diminuzione le entrate tributarie a gennaio

Alessandro Fontana 107 Views

Nel mese di gennaio 2015 le entrate tributarie erariali ammontano a 32,9 miliardi di euro (-48 milioni di euro rispetto allo stesso mese del 2014, -0,1%). Sono state pari a 22,8 miliardi
di euro (+54 milioni di euro, +0,2%) le imposte dirette e a 10,1 miliardi di euro (-102 milioni di euro, –1,0%) le imposte indirette.
Tra le imposte dirette, il gettito IRPEF si è attestato a 21,6 miliardi di euro (+58 milioni di euro, +0,3%) trainato dal buon andamento delle ritenute effettuate sui dipendenti del settore privato che ammontano a 10,2 miliardi di euro (+305 milioni di euro, +3,1%); l’IRES presenta un gettito di 154 milioni di euro (-119 milioni di euro, -43,6%).Add. Regionale 166 180 14 8,4 Add. Comunale 53 57 4 7,5 IRAP 1.253 1.215 -38 -3,0 IMU comuni 524 108 -416 -79,4 TASI   27 27 100,0 Ruoli (incassi) 460 727 267 58,0 Poste correttive -1.335 -1.399 -64 4,8 Totale 34.032 33.778 -254 -0,7 Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero Economia e Finanze.

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In forte miglioramento la fiducia in Italia

Massimo Roda' 107 Views
L’indice di sentimento economico delle imprese - ricostruito dall’ISTAT in base 2010 e calcolato con una nuova metodologia - è aumentato di 5,5 punti in marzo su febbraio (a 110,9, massimo dal luglio 2008), per effetto di un miglioramento in tutti i settori. 
Da rilevare soprattutto il significativo aumento della fiducia nei servizi di mercato (+7,7 punti), dove sale da quattro mesi, e nelle costruzioni (+7,5), dove il recupero è iniziato tre mesi fa, guidato (in entrambi i settori) da valutazioni più ottimistiche su attività corrente e aspettative. Tra le imprese manifatturiere la maggiore fiducia (+3,2 punti, settimo incremento mensile consecutivo) è stata sostenuta da migliori giudizi e attese su ordini (interni ed esteri) e produzione; nel commercio al dettaglio il miglioramento è meno ampio (+2,0 punti) ed è supportato da più favorevoli attese su domanda e occupazione.
Un maggiore ottimismo è stato rilevato anche tra i consumatori, la cui fiducia è aumentata per il terzo mese di fila (+3,2 punti su febbraio sulla base delle nuove serie), grazie soprattutto al miglioramento del clima economico. Anche il clima personale - più legato alle valutazioni sulla situazione economica, sui bilanci e sulle decisioni di spesa delle famiglie - è risalito per il terzo mese di fila (+1,7 punti in marzo, +4,3 nel trimestre) e riflette un’evoluzione positiva dei consumi.
La debolezza dell’euro, il calo dei prezzi dei prodotti energetici e le migliori condizioni nel mercato del lavoro stanno sostenendo la fiducia di imprese e consumatori e contribuiscono a una dinamica più favorevole dell’economia italiana. Nel primo trimestre l’indice di fiducia complessiva delle imprese è aumentato di 5,9 punti sul quarto 2014 (quando era calato di 0,6 punti sul terzo); quello dei consumatori è salito di 8,4 punti (dopo -2,0). Tale andamento è coerente con un incremento del PIL a inizio 2015 (+0,2% congiunturale secondo il CSC), dopo la stagnazione nel trimestre precedente.
 

In India nuovo allentamento monetario e fiducia nei piani del Governo

Alessandro Gambini 101 Views

La Banca centrale indiana ha abbassato, a sorpresa, per la seconda volta dall’inizio dell’anno il tasso ufficiale di riferimento, che è sceso con effetto immediato di 25 punti base al 7,5%. Dal comunicato ufficiale emerge come il persistente sottoutilizzo della capacità produttiva e gli ancora deboli indicatori relativi a produzione e domanda di credito hanno convinto l’autorità monetaria ad anticipare le proprie mosse e utilizzare i margini di manovra offerti dai dati sull’inflazione.

La dinamica dei prezzi al consumo è scesa dai livelli a due cifre di fine 2013 al 5,1% annuo in gennaio a un ritmo più veloce di quanto atteso, grazie al calo del prezzo dei beni petroliferi e all’effetto sui prezzi all’import del recente apprezzamento della rupia. Da marzo l’obiettivo primario è solo la stabilità dei prezzi, essendo il target d’inflazione stato fissato al 4% con una banda di oscillazione di due punti (quindi tra il 2% e il 6%).

La Banca centrale ha anche giudicato positivamente il potenziamento, previsto nel budget di bilancio 2015/16 approvato dal Governo, della carente rete logistica e infrastrutturale, che aiuterà a contenere i costi di trasporto, e quindi anche i prezzi alimentari. La spesa in opere pubblica passerà dall’11% al 14% della spesa complessiva e aumenterà del 25% rispetto al bilancio precedente. Altre riforme a favore della crescita, come il taglio dell’imposta sugli utili d’impresa dal 30% al 25% in quattro anni, sono state giudicate positive e compatibili con un equilibrato piano di consolidamento del bilancio pubblico.

 

In leggero calo a gennaio la produzione nell’Eurozona; chiari, però, i segnali di una pronta ripresa già da febbraio

Pasquale Capretta 87 Views

La produzione industriale nell’Eurozona è scesa leggermente a gennaio (-0,1% su dicembre) dopo quattro mesi consecutivi di crescita. Su base annua, la produzione aumenta dell’1,2%, il tasso di crescita più elevato da luglio 2014. Il calo di gennaio ha interessato, in particolare, la produzione di beni di consumo durevoli (-2,2%) e di beni intermedi (-0,5%).

Tra gli stati membri, la produzione resta invariata in Germania e aumenta leggermente in Francia, paesi in cui si erano, però, registrati forti incrementi a dicembre (+1,2% e +1,5% rispettivamente). Anche in Italia, la contrazione di gennaio (-0,7%) era stata preceduta da due consecutivi aumenti in novembre (+0,3%) e dicembre (+0,4%).

Molti sono i segnali di una pronta ripresa dell’attività produttiva. A febbraio, l’indice PMI manifatturiero è rimasto in territorio espansivo (invariato a 52,1). Il calo dei prezzi dell’energia, il deprezzamento dell’euro e gli effetti del QE su tassi e prestiti contribuiranno al recupero di competitività delle imprese dell’area e a sostenerne una fiducia già in miglioramento (da -4,8 in gennaio a -4,7 in febbraio, secondo la Commissione europea).

Il recupero di potere d’acquisto incoraggia la domanda: a gennaio, sono aumentate, per il quarto mese consecutivo, le vendite al dettaglio (+1,1% in termini reali su dicembre). L’ulteriore diminuzione del numero dei senza lavoro (-140mila su dicembre, -544mila da luglio 2014) e il conseguente calo del tasso di disoccupazione (a 11,2%) rafforzeranno, inoltre, la fiducia tra i consumatori, già migliorata sensibilmente a febbraio (-6,7 da -8,5 in gennaio).

In ulteriore recupero l’attività a marzo: +0,2% su febbraio

Massimo Roda' 98 Views

  Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,2% in marzo su febbraio, quando è stato stimato un recupero dello 0,5% su gennaio1.

  Nel primo trimestre 2015 si ha un aumento dello 0,1% sul quarto 2014, quando si era avuto un calo dello 0,1% sul precedente. Il secondo trimestre 2015 eredita statisticamente dal primo una variazione congiunturale di +0,3%.

  La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in marzo dello 0,3% rispetto a marzo del 2014 (un giorno lavorativo in più quest’anno); in febbraio si era avuto un calo dello 0,3% sullo stesso mese dell’anno scorso.

  Gli ordini in volume hanno registrato in marzo una crescita dell’1,1% sul mese precedente (+2,8% su marzo 2014). In febbraio erano aumentati dello 0,6% su gennaio (+0,8% sui dodici mesi).

  Gli indicatori ISTAT sulla fiducia nel manifatturiero - ricostruiti secondo una nuova metodologia e ribasati al 2010 - segnalano in marzo un netto miglioramento delle condizioni nel settore: l’indice generale è  salito di 3,2 punti (a 103,7, il valore più alto da maggio 2011); il saldo dei giudizi sui livelli di produzione ha registrato un incremento di 4 punti (a -11); quello sugli ordini totali di 6 (a -11), raggiungendo il livello massimo da 7 anni, grazie al contributo sia della domanda interna sia di quella estera; sono più positive anche le attese di ordini e produzione.

 

Italia: il PMI composito segnala debole espansione; indicazioni positive vengono da immatricolazioni di auto

Massimo Roda' 109 Views
In febbraio il PMI composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica nel manifatturiero e nel terziario) segnala una lieve decelerazione dell’attività rispetto a gennaio (51,0 da 51,2), ma rimane in territorio espansivo e indica un’accelerazione rispetto a fine anno (51,1 nel bimestre da 50,3 nel quarto trimestre 2014).
Al miglioramento del PMI manifatturiero (51,9 da 49,9) si è associato un calo dell’indice nel terziario, che segnala una sostanziale stagnazione dell'attività dopo il marginale incremento rilevato in gennaio: a 50,0 da 51,2, al di sotto delle attese che puntavano a 51,8; nella media dei primi due mesi il livello è comunque in linea con quello del quarto 2014 (50,6 da 50,7). Tra le componenti, i nuovi affari segnalano un lieve arretramento, meno forte di quello registrato in gennaio; sono stati, invece, rilevati incrementi occupazionali per la prima volta da maggio 2011 (il relativo indice è a 50,2 da 47,4). Tali indicazioni mostrano nel complesso una debolezza della domanda interna. 
Tuttavia, valutazioni più positive vengono dal forte miglioramento della fiducia dei consumatori in febbraio (l’indice è salito di 6,5 punti in un mese, fonte ISTAT) e dalle immatricolazioni di auto che sono aumentate dell’1,4% su gennaio, quando erano avanzate del 9,9% su dicembre (+7,0% nel bimestre sul quarto 2014). Ciò suggerisce il proseguimento di una dinamica favorevole della spesa delle famiglie anche nel trimestre in corso.
Il CSC

La Cina abbassa l’obiettivo di crescita a “circa il 7%”

Alessandro Gambini 101 Views

La Cina ha fissato per il 2015 l'obiettivo di crescita economica intorno al 7%, il più basso dal 1999 (l’anno scorso era al 7,5% e il PIL è cresciuto del 7,4%). Alla riunione annuale del parlamento cinese il premier Li Keqiang ha detto che la politica fiscale rimarrà proattiva, la politica monetaria prudente e il tasso di cambio sarà mantenuto a un livello ragionevole ed equilibrato.

Il governo si impegna a mettere in campo misure che supportino la crescita nel lungo termine, riformando il sistema di bilancio delle amministrazioni locali, incentivando i consumi privati e rafforzando la sicurezza sociale, e a continuare la lotta contro gli effetti collaterali dell'espansione travolgente del paese che negli ultimi anni ha stimolato la corruzione, alimentato il debito di amministrazioni pubbliche e grandi imprese statali e danneggiato l'ambiente. I fattori contrari allo sviluppo nel breve periodo sono indicati nella forte frenata del settore immobiliare, nella capacità industriale in eccesso e non ultimo nel marcato rallentamento dei prezzi, che ha indotto la Banca popolare cinese al secondo taglio del tasso di interesse ufficiale in tre mesi nello scorso fine settimana (meno 25 punti base, a 5,35%).

Con l'obiettivo di circa il 7%, che è coerente con le previsioni per un’espansione del 6,8% secondo il Fondo monetario internazionale e del 7,1% secondo la Banca mondiale, la Cina è tra i paesi del G-20 il secondo con la crescita più rapida del PIL dopo l’India (prevista crescere all’8% nel 2015) e soprattutto quello che fornisce il più elevato contributo alla crescita del PIL mondiale (30% nel 2015 secondo le stime dell'FMI).

 

Migliora il fabbisogno della PA a gennaio

Alessandro Fontana 108 Views

A gennaio 2015 il fabbisogno della PA è stato pari a -4,6 miliardi, in netto miglioramento rispetto allo stesso mese del 2014. Tenendo conto dei pagamenti dei debiti verso le imprese che hanno inciso diversamente a gennaio di quest'anno e dello scorso anno, il fabbisogno risulta ancora migliore. Considerando la flessione delle entrate tributarie rispetto a gennaio 2014 (attribuibile principalmente alla riscossione, nel 2014, della "mini IMU" che si riferiva al 2013) non integralmente compensata dalle entrate contributive, il risultato positivo di gennaio è ascrivibile a una diminuzione della spesa. In particolare, hanno influito positivamente i minori pagamenti per interessi sul debito pubblico, i minori finanziamenti al bilancio europeo, nonché i minori prelevamenti degli enti della PA.

 

Migliora il fabbisogno della PA
(Gennaio; milioni di euro)
  2014 2015
Fabbisogno PA 1.291 -4.613
(+) Dismissioni 0 0
(-) Prestiti a EFSF e paesi membri 0 0
(-) Contributi a ESM 0 0
(-) Pagamenti debiti alle imprese 1.900 1.300
(+) Altre operazioni straordinarie 0 0
Fabbisogno al netto delle operazioni straordinarie -609 -5.913
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia.    

Nell’Eurozona accelera l’attività economica e aumenta la fiducia dei consumatori

Pasquale Capretta 103 Views

Accelera a un ritmo più rapido delle attese l’attività nell’Eurozona, stimolata dall’euro debole, dal calo dei prezzi energetici e dagli effetti del QE della BCE. L’indice PMI composito, di manifatturiero e servizi, elaborato da Markit, è balzato ai massimi da quasi quattro anni a marzo (54,1 da 53,3 in febbraio); ed è ormai da ventuno mesi al di sopra di 50, la soglia che separa contrazione da espansione. Il dato alza la media per il primo trimestre 2015 a 53,3 (da 51,5 nel quarto 2014), un risultato che, secondo Markit, è coerente con una crescita del PIL pari a +0,3%.

L’attività ha accelerato sia nel manifatturiero (51,9 da 51,0, ai massimi da dieci mesi) sia nei servizi (54,3 da 53,7, al top da quarantasei mesi). In particolare, hanno mostrato dinamiche molto elevate in entrambi i settori le componenti relative ai nuovi ordini, ai massimi da otto mesi, e all’occupazione, in crescita al ritmo più rapido da agosto 2011. Stentano però a risalire i prezzi di vendita, il cui sottoindice, benché ai massimi da otto mesi, segnala contrazione (49,0 da 47,9), a conferma di una domanda ancora piuttosto debole.

Tra i maggiori paesi dell’area, alza il ritmo la Germania (55,3 da 53,8), sia nel manifatturiero (52,4 da 51,1) sia nei servizi (55,3 da 54,7), rallenta leggermente la Francia (51,7 da 52,2), dove frenano i servizi (52,8 da 53,4) e riduce la velocità di caduta il manifatturiero (48,2 da 47,6).

La ritrovata vivacità del sistema produttivo si riflette sulla fiducia dei consumatori, che è aumentata significativamente a marzo (di 3 punti rispetto a febbraio, a -3,7). Ciò contribuirà alla ripresa della domanda.