Gli ultimi dati ISTAT sul numero di persone occupate in Italia registrano in febbraio una lieve flessione rispetto a gennaio (-44mila unità). Nella media dei primi due mesi dell’anno l’occupazione risulta sostanzialmente stabile sui livelli dell’ultimo quarto 2014, quando già era rimasta piatta. Si tratta di un arresto temporaneo dopo la progressiva risalita del numero di persone occupate tra settembre 2013 e settembre 2014 (+232mila unità).
Per i prossimi mesi ci si attende che le nuove norme sul contratto a tutele crescenti (in vigore dal 1° marzo), aggiungendosi all’impulso esercitato dagli sgravi contributivi validi da gennaio, sosterranno le assunzioni a tempo indeterminato. E l’occupazione nel suo complesso avanzerà in presa diretta con la congiuntura, innescando un circolo virtuoso, dato che il miglioramento del mercato del lavoro aiuterà le famiglie a liberarsi dall’incertezza causata dalla crisi.
Il tasso di disoccupazione si è attestato nel primo bimestre 2015 sul 12,7%, dal 13,0% del quarto trimestre, tornando sui livelli di inizio 2014. La sua evoluzione dipenderà anche dall’andamento della forza lavoro, in espansione già nel 2014 (+0,9%).
Centro Studi

Occupazione in Italia: stabile nei primi due mesi dell’anno, ma pronta a ripartire |
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In forte miglioramento la fiducia in Italia
L’indice di sentimento economico delle imprese - ricostruito dall’ISTAT in base 2010 e calcolato con una nuova metodologia - è aumentato di 5,5 punti in marzo su febbraio (a 110,9, massimo dal luglio 2008), per effetto di un miglioramento in tutti i settori.
Da rilevare soprattutto il significativo aumento della fiducia nei servizi di mercato (+7,7 punti), dove sale da quattro mesi, e nelle costruzioni (+7,5), dove il recupero è iniziato tre mesi fa, guidato (in entrambi i settori) da valutazioni più ottimistiche su attività corrente e aspettative. Tra le imprese manifatturiere la maggiore fiducia (+3,2 punti, settimo incremento mensile consecutivo) è stata sostenuta da migliori giudizi e attese su ordini (interni ed esteri) e produzione; nel commercio al dettaglio il miglioramento è meno ampio (+2,0 punti) ed è supportato da più favorevoli attese su domanda e occupazione.
Un maggiore ottimismo è stato rilevato anche tra i consumatori, la cui fiducia è aumentata per il terzo mese di fila (+3,2 punti su febbraio sulla base delle nuove serie), grazie soprattutto al miglioramento del clima economico. Anche il clima personale - più legato alle valutazioni sulla situazione economica, sui bilanci e sulle decisioni di spesa delle famiglie - è risalito per il terzo mese di fila (+1,7 punti in marzo, +4,3 nel trimestre) e riflette un’evoluzione positiva dei consumi.
La debolezza dell’euro, il calo dei prezzi dei prodotti energetici e le migliori condizioni nel mercato del lavoro stanno sostenendo la fiducia di imprese e consumatori e contribuiscono a una dinamica più favorevole dell’economia italiana. Nel primo trimestre l’indice di fiducia complessiva delle imprese è aumentato di 5,9 punti sul quarto 2014 (quando era calato di 0,6 punti sul terzo); quello dei consumatori è salito di 8,4 punti (dopo -2,0). Tale andamento è coerente con un incremento del PIL a inizio 2015 (+0,2% congiunturale secondo il CSC), dopo la stagnazione nel trimestre precedente.
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Sale fortemente la fiducia nell’EurozonaIl clima di fiducia nell’Eurozona è salito a marzo (di 1,6 punti, a 103,9), per il quarto mese consecutivo, confermando il significativo miglioramento delle prospettive di crescita dell’area. L’indice del “sentimento economico”, elaborato dalla Commissione europea, è ai massimi da luglio 2014 in Germania ed è tornato sui livelli di agosto 2011 in Francia e di agosto 2007 in Italia; addirittura su quelli di giugno 2001 in Spagna. Il maggiore ottimismo degli operatori, ormai diffusosi in tutta l’area, ha, in particolare, interessato i consumatori (con il relativo indice salito di ben 3 punti) e le imprese manifatturiere (di 1,7 punti), i maggiori beneficiari della riduzione dei prezzi energetici, del deprezzamento dell’euro e del programma di acquisto di titoli pubblici (QE) varato dalla BCE. I consumatori vedono, infatti, aumentare il proprio potere d’acquisto mentre le imprese, grazie ai minori costi di produzione e al cambio favorevole, stanno recuperando rapidamente molte posizioni competitive sui mercati internazionali. |
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Nell’Eurozona accelera l’attività economica e aumenta la fiducia dei consumatoriAccelera a un ritmo più rapido delle attese l’attività nell’Eurozona, stimolata dall’euro debole, dal calo dei prezzi energetici e dagli effetti del QE della BCE. L’indice PMI composito, di manifatturiero e servizi, elaborato da Markit, è balzato ai massimi da quasi quattro anni a marzo (54,1 da 53,3 in febbraio); ed è ormai da ventuno mesi al di sopra di 50, la soglia che separa contrazione da espansione. Il dato alza la media per il primo trimestre 2015 a 53,3 (da 51,5 nel quarto 2014), un risultato che, secondo Markit, è coerente con una crescita del PIL pari a +0,3%. L’attività ha accelerato sia nel manifatturiero (51,9 da 51,0, ai massimi da dieci mesi) sia nei servizi (54,3 da 53,7, al top da quarantasei mesi). In particolare, hanno mostrato dinamiche molto elevate in entrambi i settori le componenti relative ai nuovi ordini, ai massimi da otto mesi, e all’occupazione, in crescita al ritmo più rapido da agosto 2011. Stentano però a risalire i prezzi di vendita, il cui sottoindice, benché ai massimi da otto mesi, segnala contrazione (49,0 da 47,9), a conferma di una domanda ancora piuttosto debole. Tra i maggiori paesi dell’area, alza il ritmo la Germania (55,3 da 53,8), sia nel manifatturiero (52,4 da 51,1) sia nei servizi (55,3 da 54,7), rallenta leggermente la Francia (51,7 da 52,2), dove frenano i servizi (52,8 da 53,4) e riduce la velocità di caduta il manifatturiero (48,2 da 47,6). La ritrovata vivacità del sistema produttivo si riflette sulla fiducia dei consumatori, che è aumentata significativamente a marzo (di 3 punti rispetto a febbraio, a -3,7). Ciò contribuirà alla ripresa della domanda. |
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A gennaio si riduce l’export italiano; prospettive migliori per i prossimi mesi
L’export italiano è diminuito del 2,4% in gennaio (a prezzi costanti), annullando in gran parte il rimbalzo di dicembre (+2,9% su novembre). Giù le vendite sia nei paesi UE (-2,7%) sia in quelli extra-UE (-2,2%). Al netto della componente energetica (scesa del 15,5%) la riduzione delle esportazioni si ferma al -2,1%. Incrementi sono stati registrati solo nei beni intermedi (+0,3%). |
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BCE: partono gli acquisti di titoli di stato, tassi e cambio anticipano il caloNella riunione di oggi del Consiglio Direttivo, la BCE ha confermato l’imminente inizio dei suoi acquisti sul mercato secondario di titoli di stato emessi dai paesi dell’Eurozona: da lunedì 9 marzo. Come già stabilito a fine gennaio, si tratterà di 60 miliardi di euro al mese, compresi gli acquisti già in corso di titoli privati (ABS e covered bond). La BCE effettuerà tali acquisti di titoli almeno fino a settembre 2016, ma anche oltre se nel frattempo l’inflazione non avrà dato segnali di stare tornando vicina al +2,0% annuo. La dimensione del programma calcolata in 1.140 miliardi di euro in 19 mesi va perciò interpretata come la sua ampiezza minima. Il Presidente BCE Mario Draghi ha sottolineato che sui mercati si sono già registrati vari effetti positivi di questo programma espansivo e delle misure precedenti. In particolare, l’allentamento delle condizioni finanziarie, tramite un cambio meno forte e minori tassi a lungo termine. Questi sviluppi si sono trasmessi al costo del credito, sceso in misura marcata negli ultimi mesi in molti paesi dell’Eurozona, compresa l’Italia. Dove, però, non si è ancora arrestata la riduzione dei prestiti alle imprese. |
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Torna a migliorare la fiducia dei consumatori USAL’indice di fiducia dei consumatori americani elaborato dal Conference Board è risalito di 2,5 punti, a 101,3, a marzo, recuperando parzialmente la contrazione di febbraio (-5,0 punti). L’aumento è da attribuirsi per intero al forte miglioramento delle aspettative di breve termine (da 90,0 a 96,0), specialmente su occupazione e redditi. Sono, invece, peggiorati, per il secondo mese consecutivo, i giudizi sulla situazione economica corrente (da 112,1 a 109,1). La dinamica della fiducia riflette il ritmo di crescita piuttosto moderato che ha caratterizzato l’economia americana in questa prima parte del 2015. La cautela dei consumatori è confermata dal forte incremento del tasso di risparmio, risalito in febbraio al 5,8% del reddito disponibile, dal 4,4% a novembre 2014. I consumi, infatti, sono diminuiti, in termini reali, dello 0,1% su gennaio, nonostante un aumento dei redditi dello 0,2%, dovuto, in particolare, al calo dei prezzi della benzina. La maggiore fiducia, alimentata dalla crescita dell’occupazione (+295mila nuovi posti di lavoro a febbraio) e dei redditi, sosterrà un forte rimbalzo dei consumi nei prossimi mesi. |
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Migliora il fabbisogno della PA a gennaioA gennaio 2015 il fabbisogno della PA è stato pari a -4,6 miliardi, in netto miglioramento rispetto allo stesso mese del 2014. Tenendo conto dei pagamenti dei debiti verso le imprese che hanno inciso diversamente a gennaio di quest'anno e dello scorso anno, il fabbisogno risulta ancora migliore. Considerando la flessione delle entrate tributarie rispetto a gennaio 2014 (attribuibile principalmente alla riscossione, nel 2014, della "mini IMU" che si riferiva al 2013) non integralmente compensata dalle entrate contributive, il risultato positivo di gennaio è ascrivibile a una diminuzione della spesa. In particolare, hanno influito positivamente i minori pagamenti per interessi sul debito pubblico, i minori finanziamenti al bilancio europeo, nonché i minori prelevamenti degli enti della PA.
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Prezzi al consumo in calo, core inflation poco sopra lo zeroLa variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è rimasta invariata a marzo (-0,1%, come a febbraio). Resta, quindi, debolmente negativa e perfettamente allineata con quella media dell’Eurozona (-0,1%, da -0,3%). Enorme il divario da colmare per avvicinarsi all’obiettivo BCE (poco sotto il +2,0% annuo). In Italia a marzo si riducono meno i prezzi dei beni energetici (-6,5% annuo, da -8,5%), sulla scia del mini-rimbalzo della quotazione del petrolio espressa in euro. I prezzi dei beni alimentari, invece, continuano a salire a ritmo praticamente invariato (+1,0%, da +0,9%). La core inflation, che è misurata al netto di energia e alimentari, frena ulteriormente, avvicinandosi allo zero (+0,3% annuo, da +0,5%). Ciò riflette soprattutto la flessione della dinamica dei prezzi dei servizi (+0,5%, da +0,8%), mentre i prezzi al consumo dei beni industriali hanno già da tempo una variazione quasi nulla (+0,1%, da +0,2%). |
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In ulteriore recupero l’attività a marzo: +0,2% su febbraioIl CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,2% in marzo su febbraio, quando è stato stimato un recupero dello 0,5% su gennaio1. Nel primo trimestre 2015 si ha un aumento dello 0,1% sul quarto 2014, quando si era avuto un calo dello 0,1% sul precedente. Il secondo trimestre 2015 eredita statisticamente dal primo una variazione congiunturale di +0,3%. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in marzo dello 0,3% rispetto a marzo del 2014 (un giorno lavorativo in più quest’anno); in febbraio si era avuto un calo dello 0,3% sullo stesso mese dell’anno scorso. Gli ordini in volume hanno registrato in marzo una crescita dell’1,1% sul mese precedente (+2,8% su marzo 2014). In febbraio erano aumentati dello 0,6% su gennaio (+0,8% sui dodici mesi). Gli indicatori ISTAT sulla fiducia nel manifatturiero - ricostruiti secondo una nuova metodologia e ribasati al 2010 - segnalano in marzo un netto miglioramento delle condizioni nel settore: l’indice generale è salito di 3,2 punti (a 103,7, il valore più alto da maggio 2011); il saldo dei giudizi sui livelli di produzione ha registrato un incremento di 4 punti (a -11); quello sugli ordini totali di 6 (a -11), raggiungendo il livello massimo da 7 anni, grazie al contributo sia della domanda interna sia di quella estera; sono più positive anche le attese di ordini e produzione.
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