Il Presidente della BCE Mario Draghi, intervenendo a una conferenza a Francoforte, ha sottolineato con chiarezza che, prima di modificare l’attuale politica monetaria iper-espansiva, la Banca Centrale ha ancora bisogno di accumulare sufficiente fiducia sul fatto che l’inflazione convergerà davvero al suo obiettivo nel medio termine (poco sotto il +2,0% annuo) e che rimarrà a quei livelli anche con condizioni monetarie meno espansive.
Perciò i tassi interesse rimarranno ai minimi storici (zero sui prestiti, -0,40% sui depositi delle banche) e gli acquisti di titoli pubblici e privati proseguiranno (60 miliardi di euro al mese fino a dicembre). Inoltre, la BCE continuerà a indicare che i tassi saranno ai valori attuali, o anche più bassi, ancora a lungo dopo la fine degli acquisti di titoli; e che tali acquisti proseguiranno anche oltre il 2017, fino a quando non si avrà un aumento duraturo dell’inflazione (forward guidance).
Ciò contrasta con le recenti prese di posizione di analisti e anche di alcuni membri della stessa BCE sull’opportunità che la Banca Centrale inizi (almeno a ragionare su) un percorso di uscita dalla politica monetaria iper-espansiva. In particolare, nelle scorse settimane si era parlato molto di prossime modifiche della forward guidance (eliminare la possibilità di tassi “ancora più bassi” e/o l’indicazione di un “lungo periodo” tra la fine degli acquisti e l’inizio di eventuali rialzi), in modo da preparare i mercati alla transizione verso un contesto meno espansivo.