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Accelera l’attività delle costruzioni in agosto: +1,8% su luglio. Probabile recupero nel terzo trimestre
L’attività edile italiana è aumentata dell’1,8% in agosto su luglio, quando c’era stato un incremento dello 0,1% su giugno. Il terzo trimestre registra una variazione congiunturale acquisita (cioè quella che si avrebbe se la variazione in settembre fosse nulla) di +1,2%, dopo -1,0% nel secondo e +0,6% nel primo. La produzione edile dovrebbe quindi tornare a contribuire positivamente alla variazione congiunturale del PIL nei mesi estivi.
Gli indicatori qualitativi nel settore delle costruzioni offrono segnali incoraggianti. Tra luglio e settembre la fiducia degli imprenditori edili (indagine ISTAT) è migliorata rispetto a quella registrata nel secondo trimestre (+1,9 punti), con giudizi più favorevoli su attività corrente e su ordini e piani di produzione. In particolare, in settembre l’indicatore ha più che compensato la caduta di agosto (+3,7 punti dopo -2,7) e ha raggiunto il livello più elevato da marzo 2008 (132,1). Sono inoltre migliorate, in settembre (al top da febbraio 2007) e nella media del terzo trimestre, le valutazioni dei direttori degli acquisti (indagine PMI Markit).
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Ancora in frenata l’inflazione italianaL’inflazione in Italia ha ulteriormente frenato in ottobre, al +1,0% annuo (da +1,1% a settembre). Continua, quindi, ad allontanarsi dall’obiettivo BCE (+2,0%). Al netto di energia e alimentari, la dinamica annua dei prezzi al consumo è caduta al +0,5% annuo (da +0,8%). Una flessione in antitesi con il graduale rafforzamento della ripresa economica nel paese. Il calo è stato determinato dai prezzi dei servizi (+0,7% annuo, da +1,3%), mentre la dinamica annua dei prezzi dei beni industriali non energy è ferma su valori già negativi (-0,1%). La variazione dell’indice totale, viceversa, è stata sostenuta in ottobre dai prezzi energetici (+3,8% annuo, da +3,4%) e da quelli alimentari (+1,9%, da +1,3%), che riflettono maggiormente gli andamenti delle quotazioni internazionali delle commodity. |
Area euro: al di sopra delle attese l’aumento della produzione industriale in agosto
Sulla base dei dati diffusi oggi dall’Eurostat, in agosto la produzione industriale nell'Area euro è cresciuta dell'1,4% su luglio, al ritmo più alto dal novembre 2016; su base annuale è aumentata del 3,8%.
A livello settoriale, l’espansione è stata trainata dai due comparti più rilevanti in termini di peso relativo: +3,1% congiunturale i beni strumentali (che pesano per il 29% dell’indice complessivo) e +1,3% i beni intermedi (34%). A livello paese, l’incremento ha interessato i paesi a più alta vocazione industriale, con in testa la Germania (+3,0% congiunturale) e l’Italia (+1,2%), mentre si è registrato un calo in Francia (-0,4%) e nei Paesi Bassi (-2,3%).
La produzione industriale è prevista in ulteriore espansione anche nei mesi invernali, sulla base delle attese di produzione (il saldo è pari a 16 nel terzo trimestre, a fronte di una media storica di 6) e delle aspettative sull’export (a 16 il saldo, contro una media storica di 7).
Il CSC
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BCE ancora iper-espansiva; ridotto il ritmo mensile degli acquisti di titoliLa BCE nella riunione di ottobre, come ampiamente atteso dai mercati, ha annunciato un allungamento del programma di acquisti di titoli pubblici e privati dell’Eurozona (QE), con una contestuale riduzione del loro ritmo mensile: 30 miliardi di euro al mese da gennaio a settembre 2018, dai 60 previsti in precedenza fino a dicembre 2017. Francoforte continua a sottolineare che gli acquisti proseguiranno fino a che non si vedrà un sostenibile aumento dell’inflazione nell’Area euro. Si dichiara perciò pronta, se necessario, ad allungare ulteriormente il QE. Proseguirà, inoltre, il reinvestimento in nuovi titoli delle somme incassate da quelli che man mano giungono a scadenza, ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti. Infine, restano fermi, ai minimi storici, i tassi ufficiali a breve: a zero quello sui prestiti alle banche, a -0,40% quello sui loro depositi presso la BCE stessa. Invariata, inoltre, l’indicazione secondo cui i tassi resteranno a questi livelli ancora a lungo, molto dopo la fine degli acquisti di titoli. Cioè, almeno fino alla prima metà del 2019. |
Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Settembre 2017A settembre 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,1. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01723205. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003. Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_set17.xlsView Details |
Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di settembre 2017A settembre 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,1, con una variazione di -0,3 rispetto al mese di agosto. In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_set17.xlsView Details |
Credito fermo per le imprese, tassi ai minimiLa dinamica annua dei prestiti alle imprese italiane risulta sostanzialmente piatta in agosto (-0,1%, da +0,3% a luglio), una volta tenuto conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, ovvero del processo di pulizia in corso dei bilanci. Il credito, dunque, non è più un forte freno alla risalita dell’economia, ma nemmeno la sostiene. Lo stock di sofferenze bancarie è sceso in agosto a 121 miliardi (122 a luglio), dopo le significative riduzioni registrate nei due mesi precedenti (era a 144 miliardi a maggio), in larga misura proprio grazie a operazioni di cartolarizzazione. Andamento analogo per le sofferenze calcolate al netto dei fondi rettificativi e relative ai prestiti a imprese, famiglie e altri settori (65 miliardi, da 66 a luglio e 77 a maggio). Il costo del credito resta invariato ai minimi: 1,6% in agosto, in media, per i nuovi prestiti alle imprese, come nei tre mesi precedenti (era al 3,5% a inizio 2014). Ciò continua a favorire la domanda di credito delle aziende. |
Giappone: le elezioni anticipate rafforzano il primo ministro in carica AbeLa coalizione liberaldemocratica del primo ministro in carica Abe ha vinto ieri, 22 ottobre, le elezioni anticipate, ottenendo la maggioranza di due terzi alla Camera Bassa con 314 seggi su 465. La vittoria di Abe potrebbe favorire il percorso verso la riforma della Costituzione giapponese, che, varata nel 1947 sotto dettatura americana, sancisce all’articolo 9 la rinuncia alla guerra in qualsiasi circostanza. La Borsa ha reagito positivamente con un rialzo dell’1% dell’indice Nikkei (a un nuovo massimo da 21 anni), mentre lo yen si è ulteriormente indebolito (scendendo a 114 sul dollaro). Il risultato elettorale implica la prosecuzione della Abenomics, iniziata nel dicembre del 2012, che, grazie soprattutto a stimoli monetari non convenzionali (QE), ha garantito all’economia nipponica sei trimestri consecutivi di crescita, con un tasso medio annualizzato intorno al 2,5% nel 2017, riducendo il tasso di disoccupazione al 3,0%. La vittoria di Abe peraltro si inserisce in una fase congiunturale favorevole per l’economia giapponese. L’indice Tankan di fiducia delle imprese è ai massimi da dieci anni (saldo a +22 in settembre), con un miglioramento sia nel manifatturiero sia nei servizi. Nel manifatturiero, in particolare, il maggiore ottimismo è diffuso alle imprese di ogni dimensione, con un effetto contagio dalle grandi (+22 il saldo) alle piccole (+10), cosicché la dispersione tra le imprese si è ridotta ai minimi dal 1980; anche la variabilità tra le otto regioni è la più bassa da 25 anni.
Il CSC
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In ottobre avanza l’attività industriale italiana: +0,4% su settembre
Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,4% in ottobre su settembre, quando ha stimato una variazione di -0,6% su agosto. Nel terzo trimestre del 2017 l'attività è aumentata dell’1,8% sul secondo (+1,4% sul primo); nel quarto la variazione congiunturale acquisita è di +0,4%.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in ottobre del 4,0% rispetto allo stesso mese dello scorso anno; in settembre era aumentata del 3,9% su settembre 2016. Si tratta di incrementi forti, in linea con la media degli ultimi cinque mesi. Gli ordini in volume hanno registrato una variazione di +0,9% in ottobre su settembre (+3,5% su ottobre 2016), quando erano progrediti dell’1,6% su agosto (+0,5% sui dodici mesi).
Il dato congiunturale negativo di settembre va interpretato come una correzione tecnica dopo il significativo progresso di agosto, che è spiegato dalla necessità di soddisfare una domanda crescente in presenza di normali chiusure aziendali per ferie.
Il contesto economico rimane molto positivo anche in autunno, come peraltro è segnalato dalle indagini presso le imprese. Gli indicatori qualitativi preannunciano un buon andamento dell'attività industriale nei prossimi mesi. In ottobre la fiducia degli imprenditori manifatturieri è migliorata per il quinto mese consecutivo: l’indice generale è salito di 0,5 punti (a 111,0), dopo +2,0 in settembre. Il sostegno è venuto da valutazioni più ottimistiche su ordini interni e livelli di produzione corrente; sono risultate stabili le aspettative sugli ordini totali e più elevate quelle sulla produzione a tre mesi. I maggiori progressi della fiducia si sono avuti tra i produttori di beni intermedi.
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Offerta di credito in stallo, domanda in crescitaSecondo i dati qualitativi raccolti da Banca d’Italia presso i principali istituti, le banche italiane hanno lasciato invariati i criteri per la concessione di credito alle imprese nel terzo trimestre 2017, dopo i piccoli allentamenti della prima metà dell’anno. L’offerta di credito, quindi, resta molto sotto i valori pre-crisi, anche se è decisamente risalita dai minimi del 2014. L’indagine mostra, inoltre, che la domanda di credito delle imprese è salita anche nel terzo trimestre 2017, dopo l’aumento nel secondo. Le richieste sono ai livelli del 2007, alimentate dalla risalita di investimenti e attività economica e favorite dal costo del credito ai minimi. Questi dati segnalano andamenti a breve ancora deboli per i prestiti alle imprese italiane, dopo che gli ultimi dati Banca d’Italia, relativi ad agosto, hanno mostrato una dinamica annua piatta. |