Più ottimistiche in febbraio le valutazioni dei direttori degli acquisti sul manifatturiero in Italia ed Eurozona
Il PMI manifatturiero italiano (Markit), in area di espansione per il sesto mese consecutivo, segnala in febbraio un’accelerazione della crescita rispetto ai ritmi rilevati in gennaio, oltre le aspettative dei mercati: l’indice generale è salito a 55,0 (da 53,0 in gennaio, era atteso a 53,6), toccando il valore più alto da dicembre 2015. Nella media del primo bimestre del 2017 il livello del’indice PMI è pari a 54,0 contro 52,1 di fine 2016.
L’indice della componente produzione è salito di 2,0 punti (a 56,8), grazie soprattutto ai beni di consumo e agli intermedi. Il miglioramento ha riguardato anche gli ordini (+2,4 punti, a 56,2, massimo da agosto 2015), per una dinamica più forte di entrambe le componenti della domanda, ma in particolare di quella interna. Le valutazioni sull’andamento dell’occupazione sono molto positive, con l’indicatore in crescita su gennaio e ai massimi dal 2000 (54,9 da 53,9). Continuano ad aumentare sia i prezzi medi d’acquisto, soprattutto per il maggior costo dei metalli, sia - in misura minore - i prezzi di vendita, causando così pressioni sui margini delle imprese.
Nell’Euroarea procede con maggiore slancio la crescita del manifatturiero (55,4 a febbraio da 55,2 di gennaio), con un’accelerazione anche rispetto al ritmo registrato nel quarto trimestre 2016 (54,0 in media). L’espansione dell’attività è diffusa a tutte le economie europee, fatta eccezione per la Grecia, il cui PMI resta al di sotto del valore soglia di 50 (47,7); i Paesi Bassi guidano la classifica (58,3), seguiti da Austria (57,2) e Germania (56,8). Nel complesso dell’area, sia la produzione sia gli ordini manifatturieri sono aumentati ai tassi più veloci da aprile 2011.
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Recupero dell'attività in febbraio (+0,4%), dopo il calo di gennaio (-1,2%)Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,4% in febbraio su gennaio, quando è stato stimato un calo dell’1,2% su dicembre. Nel primo trimestre del 2017 la variazione congiunturale acquisita dell’attività industriale è di +0,2%, in frenata dal +1,3% nel quarto 2016. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è aumentata in febbraio del 2,9% rispetto a febbraio 2016 e in gennaio dell’1,7% sullo stesso mese dell’anno scorso. Gli ordini in volume hanno registrato in febbraio un incremento dello 0,7% sul mese precedente (-1,3% su febbraio 2016). In gennaio erano diminuiti dello 0,6% su dicembre (+4,6% sui dodici mesi). Nonostante significative oscillazioni, la produzione industriale procede lungo un percorso di recupero, iniziato nell’autunno del 2014, che ha portato a una crescita cumulata del 7,0% fino a dicembre 2016. La risalita dell’attività è avvenuta a un passo lento nel corso del 2015 ed è stata più vivace nell’anno successivo, quando è cresciuta del +0,4% medio mensile. Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero (indagine ISTAT sulla fiducia) mostrano un’intonazione positiva a inizio 2017: in febbraio l'indice di fiducia è aumentato di 1,3 punti (terzo incremento di fila), raggiungendo i livelli più alti dalla primavera del 2008; il miglioramento è da attribuirsi prevalentemente alle valutazioni più ottimistiche sull’andamento della produzione corrente (saldo a -4 da -8) e ai più favorevoli giudizi sugli ordini (saldo a -6 da -10), cui hanno contribuito sia la domanda interna sia quella estera. Sono peggiorate, invece, le aspettative. |
Prezzi di energia e alimentari in accelerazione, deboli quelli coreProsegue il rapido aumento della variazione annua dei prezzi al consumo in Italia: +1,5% a febbraio (da +1,0% a gennaio; minimo a -0,2% in ottobre). Tuttavia, al netto di energia e alimentari, la dinamica inflazionistica resta bassa (+0,6%, da +0,5%). I prezzi energetici registrano un’ulteriore accelerazione (+4,2%, da +2,7%), dovuta in particolare a quelli non regolamentati (+12,1%, da +9,0%). Andamento simile per i prezzi alimentari (+3,5%, da +2,1%), con una forte crescita specie di quelli non lavorati (+8,8%, da +5,3%). Si tratta delle tipologie di prezzi che maggiormente risentono degli andamenti internazionali delle commodity. Viceversa, i prezzi core, più legati a fattori di origine domestica, mostrano andamenti molto più deboli: quelli dei servizi crescono poco (+0,9%, da +0,7%), quelli dei beni industriali sono fermi. In particolare, i prezzi dei beni di consumo durevole mostrano una riduzione (-0,4%, da -0,5%), che riflette la perdurante debolezza dell’attività economica. |
Accelerano fatturato e ordinativi a fine 2016. Prospettive favorevoli
La dinamica di ordinativi e fatturato dell’industria italiana risulta vivace a fine 2016 e le prospettive appaiono favorevoli. Ciò è coerente con un miglioramento dello scenario economico italiano a inizio 2017.
In dicembre gli ordinativi, in volume, sono aumentati del 2,2% (stime CSC, +2,8% a prezzi correnti), dopo +1,8 in novembre e +1,2% in ottobre. L’incremento mensile è dipeso esclusivamente dalla domanda interna (+6,2%), che era aumentata nei due mesi precedenti (+2,6% cumulato). Gli ordini esteri sono diminuiti del 2,6% (dopo +3,5% cumulato in ottobre e novembre). Nel quarto trimestre gli ordini totali registrano una variazione congiunturale di +1,7% (invariati nel terzo) e lasciano intravedere un miglioramento dell’attività nella prima parte dell’anno in corso.
L’andamento in volume del fatturato dell’industria italiana è risultato in crescita per il terzo mese di fila: +1,9% a dicembre (+2,6% a prezzi correnti), dopo +2,5% in novembre e +1,0% in ottobre. L’aumento dei volumi è da attribuirsi principalmente al mercato estero (+4,9%) poiché quello interno è rimasto quasi stabile (+0,5%). Il fatturato totale mostra nel quarto trimestre una variazione congiunturale in volume di +1,7%, dopo +1,2% nel terzo.
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In Italia maggiore ottimismo tra le imprese; più prudenti le famiglie
La fiducia delle imprese continua a migliorare in febbraio: l’indice composito di sentimento economico è aumentato di 0,7 punti su gennaio, a 104,0 (+2,8 punti a gennaio su dicembre), sospinto dai rialzi nel commercio al dettaglio (+5,1 punti) e nella manifattura (+1,3 punti); fiducia invariata nei servizi di mercato e nelle costruzioni.
Il miglioramento nel manifatturiero (il terzo di fila) è da attribuirsi prevalentemente ai più favorevoli giudizi sugli ordini (saldo a -6 da -10), cui hanno contribuito entrambe le componenti (ordini interni ed esteri), e sulla produzione corrente (saldo a -4 da -8). Sono peggiorate le aspettative sull’andamento dell’economia italiana, mentre vi sono attese più favorevoli sull’occupazione. A livello settoriale il più forte progresso della fiducia si è avuto tra i produttori di beni strumentali.
Tra i consumatori l’indice di fiducia è diminuito per il secondo mese consecutivo: -2,0 punti in febbraio (-2,2 in gennaio), a 106,6, minimo dallo scorso settembre, con valutazioni più negative soprattutto sul clima economico (-3,4 punti dopo -8,5 in gennaio) e sul clima corrente (-2,9). I giudizi sulle variabili strettamente connesse alle decisioni di spesa delle famiglie, situazione economica della famiglia e bilanci familiari, sono peggiorati. Le maggiori preoccupazioni riguardano giudizi e attese sulla situazione economica dell’Italia; in tal caso l’incertezza politica gioca un ruolo determinante. Il risultato potrebbe essere un aumento del risparmio e una maggiore parsimonia nella gestione delle spese familiari.
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Congiuntura Flash: Europa in forte crescita, Italia fanalino di coda.
La crescita italiana prosegue debole e il nostro Paese si conferma fanalino di coda dell'Eurozona. Lo dicono le ultime rilevazioni del Centro Studi Confindustria, che prevede una crescita del PIL a ritmo lento anche nel 1°trimestre 2017, dopo il +0,2% nel 4° 2016 e il +0,3% nel 3°. Il CSC |
Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di gennaio 2017A gennaio 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 100,6, con una variazione di +0,3 rispetto al mese di dicembre 2016.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_gen17.xlsVisualizza dettagli |
Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Gennaio 2017A gennaio 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 100,6. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00349327. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_gen17.xlsVisualizza dettagli |
Indagine Confindustria sul lavoro
Cara/o Collega,
è partita oggi la 13^ edizione dell'Indagine Confindustria sul lavoro. Consapevoli del carico statistico che grava sulle nostre imprese, abbiamo ulteriormente snellito il questionario rispetto agli anni scorsi. Continuiamo, però, a raccogliere importanti informazioni sulla dinamica dell’occupazione, sull’orario di lavoro (da cui si possono calcolare, tra l’altro, i tassi di assenteismo) e sulla negoziazione di premi variabili e pacchetti di welfare aziendale.
Prosegue inoltre lo sforzo del nostro Sistema per coordinare le diverse indagini confindustriali che monitorano il lavoro nelle nostre imprese. Rinnovando l’esperienza inaugurata nel 2010, l’indagine di Sistema è armonizzata con l’analoga rilevazione di Federmeccanica (arrivata quest’anno alla 40^ edizione), oltre che con quelle della Federazione Gomma Plastica, di Federchimica, di Assografici, di Sistema Moda Italia, di Confindustria Ceramica e dell'Unione Parmense degli Industriali.
Data l’importanza dell’indagine speriamo che la Tua Associazione partecipi all’iniziativa di Sistema, facendo richiesta del kit per l’avvio, contenente il questionario e una lettera che potrai mandare alle Aziende Associate, adattandola, se vorrai, per presentare l'indagine e indicare la persona cui fare riferimento nell'Associazione.
Qui trovi i riferimenti delle colleghe che si occupano dell’indagine e che puoi contattare per richiedere il materiale per l’avvio:
Il termine per la raccolta dei questionari è il 31 marzo 2017 pertanto, qualora volessi far parte di questo progetto, Ti chiederemmo di agire tempestivamente in modo da rispettare la deadline.
Restiamo a disposizione per qualsiasi necessità, Il CSC
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Export italiano in robusta crescita a fine 2016. Buone le prospettive di inizio 2017
In dicembre le esportazioni italiane sono aumentate, a prezzi costanti, dell’1,8% su novembre (stime CSC). Nella media del quarto trimestre hanno registrato +2,0% sul terzo, crescendo allo stesso ritmo sia nell'insieme dei paesi dell’Area Euro sia in quelli extra-AE. Nel 2016 l’export è salito del 2,2% sul 2015; ciò risulta da una dinamica robusta delle vendite intra-AE (+4,5%) e una debole di quelle extra-AE (+0,6%).
A fine 2016 l’export italiano è aumentato in tutte le principali categorie di beni (di consumo, strumentali, intermedi ed energetici). Tra i mercati di destinazione, si è rafforzata l’espansione delle vendite in Cina, Stati Uniti e Germania; in risalita anche quelle in Sud America e Russia, che però registrano un calo nella media dell’anno.
Secondo gli indicatori qualitativi degli ordini manifatturieri esteri (giudizi delle imprese ISTAT e componente PMI Markit), l’export italiano è atteso aumentare a buoni ritmi a inizio 2017, anche grazie al rafforzamento della crescita mondiale e all’euro debole (scambiato a 1,06 sul dollaro).
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Nel quarto trimestre PIL italiano in crescita dello 0,2% sul terzo (+0,9% nel 2016); non si intravede un’accelerazione a inizio anno
Il PIL italiano è aumentato dello 0,2% congiunturale nel quarto trimestre 2016 (dopo +0,3% nel terzo) e dell’1,1% sullo stesso periodo del 2015 (stime preliminari ISTAT). Tale andamento è in linea con le stime CSC e inferiore alle attese di consenso (+0,3%). Il recupero del PIL italiano è iniziato nel primo trimestre del 2015 ed è proseguito ininterrottamente per otto trimestri, durante i quali ha accumulato un incremento del 2,0% cumulato (+0,25% medio trimestrale).
Nel quarto trimestre 2016 è stato positivo il contributo della domanda interna (al lordo delle scorte); quella estera netta (esportazioni meno importazioni) ha invece inciso negativamente. Tra i settori si è avuto un calo solo nell’agricoltura, più che compensato dai progressi nei servizi e, soprattutto, nell’industria. Nel 2016 il PIL ha registrato un aumento dello 0,9% sul 2015 (dati grezzi; +1,0% al netto del diverso numero di giornate lavorative). Il 2017 eredita una variazione acquisita di +0,3%.
Gli indicatori congiunturali disponibili sono positivi ma non segnalano una netta accelerazione nel trimestre in corso. Il quadro generale appare soggetto a rischi di peggioramento, specie per fattori legati all’incertezza politica.
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Prestiti scarsi e sofferenze ostinatamente alte, ma tassi ai minimiI prestiti bancari alle imprese italiane hanno registrato un aumento a dicembre 2016 (+0,2% mensile), dopo il calo di novembre (-0,2%). Negli ultimi quattro mesi del 2016 il ritmo di caduta si è attenuato, ma nel complesso dell’anno lo stock di prestiti si è ridotto dello 0,15% in media al mese (-1,8% a fine anno rispetto a fine 2015, pari a -14 miliardi di euro). Dal picco di fine 2011 il calo complessivo dei prestiti è del 15,8% (-145 miliardi). Le sofferenze nei bilanci delle banche sono aumentate a 143 miliardi a dicembre, da 142 a novembre (minimo di 139 a febbraio). Non si registra, dunque, nessuna flessione dello stock. Ciò continua a tenere alta l’avversione al rischio delle banche e a frenare il credito alle imprese. Il costo del credito per le imprese è ai minimi (1,5% a dicembre sulle nuove operazioni, da 1,6% a novembre). Ciò rimane uno stimolo significativo per la domanda di fondi, che è ormai risalita poco sotto i valori pre-crisi. |
L’inflazione risale, spinta da energia e alimentari, ma frena la misura coreLa variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è salita al +0,9% a gennaio, da +0,5% a dicembre. Prosegue, dunque, il processo di graduale incremento dai minimi, in territorio negativo, toccati negli ultimi mesi del 2016 (-0,2% in ottobre). La risalita è spiegata anzitutto dall’andamento dei prezzi energetici, che ora risultano in aumento (+2,7% annuo a gennaio, da -1,9% a dicembre), sulla scia del rincaro delle quotazioni petrolifere negli ultimi mesi. Una dinamica molto simile si ha per i prezzi alimentari, il cui aumento è divenuto più marcato (+2,1%, da +0,7%). Viceversa, i prezzi misurati al netto di energia e alimentari hanno frenato al +0,4% annuo a gennaio (da +0,6% a dicembre). In particolare, i prezzi dei servizi crescono del +0,6% annuo (da +0,9%), mentre quelli dei beni industriali sono fermi in termini annui (+0,1% a dicembre). |
PMI composito: a inizio anno robusta crescita dell’attività in Italia e nell’Eurozona
In gennaio il PMI Markit composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala espansione dell’attività a un ritmo sostanzialmente invariato rispetto a dicembre (indice a 52,8 da 52,9). Il valore dell’indice a inizio 2017 è più elevato di quello registrato, in media, nel quarto trimestre 2016 (52,4).
Il dettaglio settoriale per l’Italia indica nel manifatturiero un incremento meno robusto, rispetto a dicembre, di produzione e ordini, ma un rafforzamento della dinamica occupazionale. Nei servizi la crescita dell’attività si consolida: l’indice PMI terziario è in marginale aumento (52,4, +0,1 punti su dicembre); rallenta l’espansione dei nuovi ordini (52,7, -0,8 punti), ma quelli esteri salgono al ritmo più rapido in 13 mesi; risultano più ottimistiche le valutazioni sull’andamento dell’occupazione, giudicata in crescita per il quarto mese consecutivo (51,5, +0,9 punti); meno favorevoli, infine, le attese sull’andamento futuro dell’attività.
Nell’Eurozona il PMI composito rimane invariato a gennaio sui livelli di dicembre (54,4), con un lieve ritocco all’insù rispetto alla stima flash (54,3). Il valore dell’indice è superiore a quello medio nell’ultimo trimestre del 2016 (53,9) e rappresenta un record da giugno 2013. In accelerazione l’Irlanda (59,3) e la Francia (54,1, livello più alto da giugno 2011); rallentano, invece, la Germania (54,8, minimo negli ultimi 4 mesi) e la Spagna (54,7). A livello settoriale registrano un’accelerazione del ritmo di espansione sia il manifatturiero (indice a 56,1 da 54,9 del quarto trimestre 2016, massimo da aprile 2011) sia, in misura più contenuta, il terziario (a 53,7 da 53,4, con una leggera revisione al rialzo rispetto alla stima flash di 53,6).
Il CSC
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Attività in calo a gennaio: -0,2% su dicembre
Il CSC rileva una variazione della produzione industriale di -0,2% in gennaio su dicembre, quando è stato stimato un calo dello 0,3% su novembre.
Nel quarto trimestre del 2016 l’attività industriale registra un aumento dello 0,6% congiunturale, dopo il +1,3% nel terzo trimestre. Il primo trimestre 2017 ha una variazione acquisita di -0,2%.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative (2 in più questo mese), è aumentata in gennaio dello 0,3% rispetto a gennaio del 2016 e in dicembre del 2,5% sullo stesso mese dell’anno precedente.
Gli ordini in volume hanno registrato in gennaio una crescita dello 0,7% sul mese precedente (+6,9% su gennaio 2016). In dicembre erano aumentati dello 0,8% su novembre (2,9% sui dodici mesi).
Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero (indagine ISTAT) offrono indicazioni positive sulla tendenza dell’attività nei prossimi mesi, anche se a gennaio si è avuto un calo dei giudizi sul livello corrente di attività. Comunque, per il secondo mese consecutivo la fiducia degli imprenditori manifatturieri è aumentata (+1,1 punti, a 104,8, massimo da ottobre 2015) grazie al miglioramento dei giudizi sugli ordini (+2 punti) e delle attese sulla produzione (+1) e sull’andamento dell’economia (+3). La dinamica della fiducia dei consumatori, in calo a gennaio con un peggioramento di giudizi e attese su bilanci familiari, suggerisce una maggiore parsimonia delle famiglie italiane a inizio anno. Ciò potrebbe frenare la risalità dell’attività nei prossimi mesi
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Buone condizioni del manifatturiero italiano a inizio anno; ulteriore accelerazione nell'Eurozona
Il PMI manifatturiero italiano in gennaio ha mantenuto un ritmo di crescita in linea con quello rilevato in dicembre: l’indice si è attestato a 53,0, da 53,2, in area di espansione per il quinto mese consecutivo. Il livello di gennaio è superiore di 0,9 punti alla media registrata nel quarto trimestre 2016.
L’indice della componente produzione mostra un incremento di attività meno robusto rispetto a quello rilevato in dicembre (54,0 da 54,7); è meno forte anche la crescita degli ordini totali (53,8, -0,9 punti su dicembre), che è stata sostenuta dalla domanda estera, avanzata allo stesso ritmo del mese precedente (-0,1 punti a 54,8). Sono migliorate le valutazioni sulla dinamica occupazionale (a 53,9 da 52,2) e mostrano una netta accelerazione i prezzi di acquisto dei prodotti industriali (al massimo da aprile 2011), per effetto del maggior costo delle materie prime e della debolezza dell’euro rispetto al dollaro; per il terzo mese di fila sono aumentati i prezzi di vendita.
Nell’Eurozona la crescita dell’attività manifatturiera ha accelerato al passo più rapido da maggio 2014 (indice a 55,2 da 54,9 di dicembre). Fatta eccezione per la Grecia, l’espansione dell’attività è diffusa a tutti i paesi compresi nell’indagine Markit, con i Paesi Bassi al livello massimo su circa 3 anni (56,5), l’Austria con un valore record in quasi 6 anni (57,3) e la Germania che, pur con un leggero ritocco al ribasso rispetto alla stima flash, permane intorno al picco degli ultimi 3 anni (56,4); il livello dell’indice in Italia è superiore solo a quello della Grecia (46,6).
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