Centro Studi

Attività industriale in novembre: +0,4% su ottobre
Il CSC rileva un aumento della produzione industriale dello 0,4% in novembre su ottobre, quando c’è stata una variazione nulla su settembre, comunicata oggi dall’ISTAT.
Nel quarto trimestre 2016 la variazione congiunturale acquisita è di +0,3% (+1,2% nel terzo trimestre sul secondo).
L’incremento nell’ultimo mese è spiegato: a) da un effetto base, in quanto l’indice destagionalizzato di novembre si confronta con un indice in ottobre più basso di quanto precedentemente stimato; b) dal proseguimento della crescita della produzione di energia elettrica, necessaria per compensare l'azzeramento delle importazioni dalla Francia dove diverse centrali nucleari sono chiuse per manutenzione o per ragioni di sicurezza. Negli ultimi anni la quota di energia importata dalla Francia era pari a circa il 5% del fabbisogno nazionale.
Le indagini qualitative condotte presso le imprese manifatturiere italiane segnalano una moderata crescita dell’attività. Il PMI manifatturiero in novembre ha accelerato a un ritmo più forte dell’atteso, attestandosi a 52,2, massimo da giugno scorso, da 50,9 (le attese erano di 51,4). L’indice della componente produzione è salito di 1,8 punti (a 53,4), segnalando il più forte incremento dell’attività da giugno scorso. È risultata robusta la crescita degli ordini totali (53,2, +2,8 punti su ottobre), sostenuta soprattutto dalla domanda interna (la componente estera ha guadagnato 1,4 punti a 52,5).
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Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Novembre 2016A novembre 2016 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 100,0. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2015, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01445093. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003. Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_nov16.xlsVisualizza dettagli |
Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di novembre 2016A novembre 2016 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 100,0, con una variazione nulla rispetto al mese di ottobre. In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_nov16.xlsVisualizza dettagli |
Euro ai minimi sul dollaro, dopo il rialzo dei tassi USA
Il tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro USA è sceso a 1,04 (da 1,06 il 13 dicembre), livello minimo da gennaio 2003. Il biglietto verde si è apprezzato anche rispetto alle altre principali valute (sterlina, yen e yuan).
Il rafforzamento del dollaro segue la decisione della FED di alzare di un quarto di punto il tasso di interesse USA, peraltro attesa e in gran parte scontata dai mercati, e l’indicazione di un sentiero leggermente più ripido di rialzo dei tassi (3 nel 2017 e 3 nel 2018). Inoltre, è favorito dalla promessa da parte di Donald Trump di una forte spinta alla domanda interna e di incentivi fiscali al rimpatrio degli utili delle multinazionali americane detenuti all’estero.
Il cambio effettivo dell’euro è sceso dello 0,8% in un giorno e del 2,5% da inizio novembre. La svalutazione della moneta unica e l’accelerazione della domanda globale (anche grazie alla maggiore crescita USA) favoriranno le esportazioni europee e, in particolare, quelle italiane nel prossimo anno.
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In lieve calo l’export italiano in ottobre
Resta debole la dinamica dell’export italiano: a prezzi costanti, -0,2% in ottobre su settembre e -0,5% la variazione acquisita nel quarto trimestre sul terzo (stime CSC). Nell’anno in corso la variazione acquisita sul 2015 è pari a +2,1%; combinato disposto di un robusto aumento delle vendite intra-UE (+4,3%) e un calo di quelle extra-UE (-0,5%). Positiva la performance dell’import: +1,8% in ottobre e +0,1% nel quarto trimestre (+2,2% nel 2016).
Tra i mercati di destinazione, in ottobre si confermano in robusta espansione le vendite italiane in Asia (paesi ASEAN, Cina e Giappone) e in forte contrazione quelle in Turchia e Russia. Per categorie di merci, sono cadute le esportazioni di prodotti energetici (-8,6% su settembre); invariate, invece, quelle al netto dell’energia.
Secondo gli indicatori qualitativi degli ordini manifatturieri esteri (giudizi delle imprese ISTAT e componente PMI Markit), l’export italiano è atteso crescere a ritmi moderati negli ultimi mesi dell’anno, anche grazie al rafforzamento della crescita mondiale. In prospettiva, inoltre, esso sarà favorito dalla svalutazione dell’euro (sceso a 1,04 sul dollaro).
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Mini rimbalzo del credito in ottobre, ma le sofferenze bancarie restano invariateIl quarto trimestre 2016 si è aperto con un timido segno positivo nell’andamento dello stock di prestiti per le imprese italiane: +0,2% in ottobre, dopo -0,3% a settembre (dati destagionalizzati CSC). Nei primi dieci mesi, comunque, il credito si è ridotto dello 0,2% in media al mese (-0,1% nel 2015) e registra un calo complessivo del 15,7% dal picco di fine 2011. La massa di prestiti in sofferenza è rimasta invariata a 142 miliardi di euro in ottobre (18,6% del credito alle imprese; picco a 144 miliardi a gennaio). Un’inversione di tendenza del credito si potrà materializzare quando le banche riusciranno a liberare i loro bilanci da questi vecchi prestiti deteriorati, che le hanno rese estremamente avverse all’assunzione di nuovo rischio di credito, frenando la risalita dell’offerta. In ottobre, inoltre, si è registrato un aumento dei tassi sulle nuove operazioni di prestito: 1,6% in media per le imprese, da 1,5% a settembre (erano al 3,5% a inizio 2014). Il costo del credito, comunque, è poco sopra i minimi storici e continua a favorire il recupero della domanda. |
Rialzo dei tassi FED a dicembre, come attesoA dicembre la FED ha alzato di un quarto di punto la forchetta per il tasso di interesse USA a 0,50-0,75%, dal precedente 0,25-0,50%. La decisione è stata presa all’unanimità dai 10 membri votanti. Si tratta dell’unico rialzo del 2016 e il secondo da quando è iniziata la fase di normalizzazione, dopo quello di fine 2015. La FED ha sottolineato che la stance monetaria resta espansiva. Il mercato del lavoro USA è ormai al pieno impiego: 4,6% la disoccupazione a novembre, meno del 4,8% di lungo periodo indicato dalla FED. L’inflazione resta poco sotto l’obiettivo (+1,6% annuo in ottobre, rispetto al +2,0%), anche se al netto di energia e alimentari è già in linea (+2,1%). È sui prezzi che si concentrerà l’attenzione della FED in vista delle future decisioni sui tassi. La FED ha ribadito che i prossimi rialzi saranno molto graduali e dipenderanno dai dati sull’andamento dell’economia. Il sentiero desiderato dei tassi indicato a dicembre prevede 3 rialzi nel 2017 e altri 3 nell’anno successivo, fino a raggiungere il 2,00-2,25% a fine 2018. Il valore di lungo periodo del tasso è indicato al 3,00%. A fine 2019 tale livello non sarebbe ancora raggiunto secondo le indicazioni della FED. |