A dicembre la FED ha alzato di un quarto di punto la forchetta per il tasso di interesse USA a 0,50-0,75%, dal precedente 0,25-0,50%. La decisione è stata presa all’unanimità dai 10 membri votanti. Si tratta dell’unico rialzo del 2016 e il secondo da quando è iniziata la fase di normalizzazione, dopo quello di fine 2015. La FED ha sottolineato che la stance monetaria resta espansiva.
Il mercato del lavoro USA è ormai al pieno impiego: 4,6% la disoccupazione a novembre, meno del 4,8% di lungo periodo indicato dalla FED. L’inflazione resta poco sotto l’obiettivo (+1,6% annuo in ottobre, rispetto al +2,0%), anche se al netto di energia e alimentari è già in linea (+2,1%). È sui prezzi che si concentrerà l’attenzione della FED in vista delle future decisioni sui tassi.
La FED ha ribadito che i prossimi rialzi saranno molto graduali e dipenderanno dai dati sull’andamento dell’economia. Il sentiero desiderato dei tassi indicato a dicembre prevede 3 rialzi nel 2017 e altri 3 nell’anno successivo, fino a raggiungere il 2,00-2,25% a fine 2018. Il valore di lungo periodo del tasso è indicato al 3,00%. A fine 2019 tale livello non sarebbe ancora raggiunto secondo le indicazioni della FED.