Centro Studi

Si consolida la risalita dell’occupazione in Italia
Nel secondo trimestre il numero di persone occupate in Italia è aumentato di altre 143mila unità (+0,6%), dopo le +32mila del primo trimestre (+0,1%); il livello in giugno è ai massimi da metà 2009.
La crescita è ascrivibile a un ulteriore aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+26mila, dopo quattro trimestri consecutivi di espansione; +317mila unità dal primo trimestre 2015). Crescono anche i lavoratori a termine (+62mila, dopo due trimestri di contrazione) e quelli indipendenti (+55mila, pressoché piatti nel primo trimestre dopo un forte calo).
Il tasso di disoccupazione è fermo all'11,6%, sui livelli di estate 2015. La forza lavoro, al di là delle fluttuazioni mensili, mostra infatti una graduale crescita (+0,4% nel trimestre), segno di più fiducia nel trovare un posto.
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Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Giugno 2016A giugno 2016 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 99,9. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2015, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00750. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003. Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di giugno 2016A giugno 2016 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 99,9, con una variazione percentuale di +0,2 rispetto al mese di aprile.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre. Tabella Rivalutazione crediti lavoro_giu16.xlsVisualizza dettagli |
Italian private capital: challenges and opportunitiesQuanto conviene investire nelle imprese italiane? Il quadro complessivo italiano è favorevole o meno agli investitori stranieri? Lo scorso 13 giugno presso la sede londinese di Bloomberg Luca Paolazzi ha risposto a queste e altre domande al convegno “Italian private capital: challenges and opportunities”che si è svolto in collaborazione con AIFI e l’Ambasciata d’Italia a Londra. L’Italia offre molti elementi di attrazione per le multinazionali straniere, come l’eccellenza del settore manifatturiero, una posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, elevate competenze tecnologiche e capitale umano, ma in questo contesto esistono notevoli differenze nella performance tra le stesse tipologie di imprese e territori. Come fare allora la scelta più vantaggiosa? Guardando più da vicino si scopre che le strategie vincenti poggiano su cinque grandi pilastri: conoscenza, diversificazione, verticalizzazione integrale, riorganizzazione dei mercati intermedi, marketing e commercializzazione. Una visione attenta è il presupposto per una scelta vincente. Per conoscere più nel dettaglio il quadro generale che si presenta agli investitori stranieri rimandiamo alle slide caricate nella Libreria del CSC. |
Si attenua la riduzione dei prezzi al consumo, sale la core inflationLa variazione annua dei prezzi al consumo in Italia si sta riavvicinando allo zero: -0,1% a luglio, da -0,4% a giugno (minimo a -0,5% in aprile). Si tratta, comunque, del sesto mese consecutivo di dinamica negativa. La variazione annua per la media 2016 già “acquisita” a luglio è pari a -0,1%. I prezzi dei beni energetici restano in forte riduzione (-7,0% annuo a luglio, da -7,5% a giugno). Gli alimentari, invece, hanno prezzi in aumento (+0,6%, da +0,2%). La dinamica dei prezzi dei prodotti industriali resta contenuta (+0,5% annuo) e accelera quella dei servizi (+0,6%, da +0,4%). Nel complesso, la core inflation è salita di due decimi (+0,6% annuo, da +0,4%), allontanandosi quindi dalla zona di rischio deflazione. |
Buoni segnali sul credito prima della Brexit e tassi ai minimi, ma sofferenze in crescitaIl credito alle imprese in Italia ha mostrato timidi segnali di risalita prima dell’esito del referendum sulla Brexit: +0,3% a maggio dopo +0,1% in aprile (-0,4% al mese nel primo trimestre). Lo stock, comunque, a maggio era del 15,0% sotto i valori del settembre 2011 (-138 miliardi di euro). Le sofferenze bancarie, però, hanno continuato a crescere: 142 miliardi a maggio (18,5% dei prestiti alle imprese), da 141 in aprile. Si tratta del terzo mese consecutivo di aumento, dopo il significativo calo che si era registrato a febbraio. Questo manterrà le banche molto prudenti nelle erogazioni. Il tasso di interesse pagato dalle imprese italiane, in media, sui nuovi prestiti è sceso al minimo di 1,8% a maggio, da 1,9% in aprile (era al 3,5% a inizio 2014). Il costo ai minimi favorisce il processo, già in corso, di risalita della domanda. |
Crollano dopo la Brexit le aspettative di crescita degli operatori tedeschiL’indicatore ZEW, che rileva il sentimento economico di investitori e analisti tedeschi, è caduto di 26,0 punti in luglio su giugno (a -6,8), nettamente più del previsto (era atteso a +9,1). Il livello dell’indice ha toccato il minimo da novembre 2012, molto al di sotto della media di lungo periodo (24,3). Sono peggiorati, in modo meno marcato, anche i giudizi sulla situazione corrente dell’economia tedesca (-4,7 punti). La profonda incertezza post-Brexit ha fortemente condizionato le opinioni degli esperti finanziari tedeschi, che hanno espresso preoccupazione per le prospettive dell’export e per la stabilità del sistema bancario europeo. Sono ancora più negative, inoltre, le valutazioni sulle prospettive di crescita dell’Eurozona. L’indicatore del sentimento economico nell’Area è crollato di 34,9 punti, a -14,7. |
Indagine REC (Radar dell'Economia di Confindustria) sul ciclo economicoL’indagine REC sul ciclo economico italiano, condotta presso i centri studi del Sistema Confindustria, rileva una modesta accelerazione congiunturale dell’economia nel secondo trimestre 2016 e una stabilizzazione della crescita nel terzo. La domanda interna traina il recupero del PIL. L’incertezza geopolitica costringe gli imprenditori a navigare a vista e frena i programmi di investimento. L’indicatore coincidente REC Nazionale nel secondo trimestre 2016 ha raggiunto un valore di +0,28. Il livello del secondo trimestre a consuntivo è più alto di quanto indicato come aspettativa dagli intervistati in marzo (+0,01). L’indice riguardante le attese per il terzo trimestre 2016 ha segnato +0,151. Valori positivi indicano un incremento nel ritmo di crescita dell’attività economica, negativi segnalano un rallentamento, nulli preannunciano una stabilizzazione della dinamica. L’andamento del REC Nazionale segnala un’espansione del PIL italiano nei mesi primaverili di poco superiore al +0,3% congiunturale rilevato dall’ISTAT nel primo trimestre 2016, e una sostanziale stabilizzazione in quelli estivi. Il REC Mentinsieme mostra per il secondo trimestre (+0,22) una dinamica in linea con quella rilevata dal REC Nazionale; per il terzo (+0,33) segnala, invece, un andamento più robusto. Nella precedente indagine il livello dell’indicatore sulle attese per il secondo trimestre era risultato più basso (+0,07)2. Diversi intervistati hanno evidenziato un peggioramento delle aspettative sulla domanda estera e un rafforzamento di quelle sulla domanda interna. La crisi del comparto edile rappresenta un forte freno all’evoluzione del PIL, soprattutto in alcune aree del Sud Italia. Il quadro complessivo risulta comunque caratterizzato da un’accresciuta incertezza, legata all’evoluzione delle problematiche politiche interne e internazionali (specie Brexit). Ciò induce gli imprenditori ad essere prudenti nella programmazione degli investimenti.
1 All’indagine REC condotta in giugno hanno partecipato 32 associazioni provinciali e 10 regionali. La quota di valore aggiunto coperto dai territori rappresentati è stata pari al 56% del totale nazionale. 2 In totale 67 rispondenti. |
Torna a migliorare a luglio la fiducia di famiglie e imprese italiane
La fiducia delle imprese a luglio è migliorata in tutti i settori: nelle costruzioni (+4,6 punti rispetto a giugno), nei servizi di mercato (+3,5), nel commercio al dettaglio (+2,0) e nel manifatturiero (+0,2). L’indicatore composito è aumentato di 2,1 punti (a 103,3), compensando la caduta di giugno e raggiungendo un livello superiore di quasi un punto a quello medio del secondo trimestre.
L’incremento nel manifatturiero, in particolare, è il secondo consecutivo. Tra le componenti, sono migliorati i giudizi sulla produzione corrente e sugli ordini esteri (peggiorati quelli sugli ordini interni), sono rimaste invariate le attese sulla domanda e sono più favorevoli quelle sulla produzione. Da ottobre scorso, massimo precedente, l’indice di fiducia nell’industria è diminuito di 2,3 punti. I livelli, comunque, sono ancora elevati e poco inferiori alla media del 2015.
Tra i consumatori l’indice di fiducia in luglio è aumentato per la prima volta da marzo (+1,1 punti dopo -2,4 in giugno), sospinto dal miglioramento delle componenti relative al clima personale e al clima futuro; sono più favorevoli giudizi e attese sulla situazione economica della famiglia (che erano peggiorati il mese scorso), mentre sono ancora in calo le valutazioni sui bilanci familiari.
La prima rilevazione post-Brexit in Italia mostra che l’esito del referendum britannico, per il momento, ha avuto un impatto sostanzialmente nullo sul morale di consumatori e imprese italiane, per quanto riguarda sia le valutazioni relative alla situazione corrente sia quelle future.
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Credito: nel 2° trimestre frena la risalita sia dell’offerta sia della domandaSecondo l’indagine sul credito bancario realizzata da Banca d’Italia, che si è conclusa il 29 giugno, nel 2° trimestre 2016 sono proseguite le tendenze già in atto di risalita sia dell’offerta sia della domanda. Entrambe, tuttavia, hanno registrato una significativa frenata rispetto ai trimestri precedenti, avvenuta in larga misura già prima del voto del 23 giugno a favore della Brexit. In particolare, si è fermato il recupero delle richieste di fondi per finanziare investimenti fissi, che era partito nella primavera 2015. Ha continuato a crescere, invece, la domanda di credito per finanziare scorte, operazioni di fusione/acquisizione, rinegoziazione del debito. Il mini allentamento dell’offerta registrato nel 2° trimestre si è avuto per lo più sui tassi di interesse pagati dalle imprese, poco su volumi, garanzie e scadenze. È spiegato dagli istituti di credito con la percezione di marginali miglioramenti nello scenario economico, progressi che invece nei trimestri precedenti erano considerati più corposi. Le condizioni di liquidità, patrimoniali e di accesso ai mercati delle banche sono giudicate neutrali nel 2° trimestre, prima del nuovo crollo delle quotazioni di Borsa. |