Centro Studi

Si consolida la risalita dell’occupazione in Italia
Nel secondo trimestre il numero di persone occupate in Italia è aumentato di altre 143mila unità (+0,6%), dopo le +32mila del primo trimestre (+0,1%); il livello in giugno è ai massimi da metà 2009.
La crescita è ascrivibile a un ulteriore aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+26mila, dopo quattro trimestri consecutivi di espansione; +317mila unità dal primo trimestre 2015). Crescono anche i lavoratori a termine (+62mila, dopo due trimestri di contrazione) e quelli indipendenti (+55mila, pressoché piatti nel primo trimestre dopo un forte calo).
Il tasso di disoccupazione è fermo all'11,6%, sui livelli di estate 2015. La forza lavoro, al di là delle fluttuazioni mensili, mostra infatti una graduale crescita (+0,4% nel trimestre), segno di più fiducia nel trovare un posto.
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Si attenua la riduzione dei prezzi al consumo, sale la core inflationLa variazione annua dei prezzi al consumo in Italia si sta riavvicinando allo zero: -0,1% a luglio, da -0,4% a giugno (minimo a -0,5% in aprile). Si tratta, comunque, del sesto mese consecutivo di dinamica negativa. La variazione annua per la media 2016 già “acquisita” a luglio è pari a -0,1%. I prezzi dei beni energetici restano in forte riduzione (-7,0% annuo a luglio, da -7,5% a giugno). Gli alimentari, invece, hanno prezzi in aumento (+0,6%, da +0,2%). La dinamica dei prezzi dei prodotti industriali resta contenuta (+0,5% annuo) e accelera quella dei servizi (+0,6%, da +0,4%). Nel complesso, la core inflation è salita di due decimi (+0,6% annuo, da +0,4%), allontanandosi quindi dalla zona di rischio deflazione. |
Torna a migliorare a luglio la fiducia di famiglie e imprese italiane
La fiducia delle imprese a luglio è migliorata in tutti i settori: nelle costruzioni (+4,6 punti rispetto a giugno), nei servizi di mercato (+3,5), nel commercio al dettaglio (+2,0) e nel manifatturiero (+0,2). L’indicatore composito è aumentato di 2,1 punti (a 103,3), compensando la caduta di giugno e raggiungendo un livello superiore di quasi un punto a quello medio del secondo trimestre.
L’incremento nel manifatturiero, in particolare, è il secondo consecutivo. Tra le componenti, sono migliorati i giudizi sulla produzione corrente e sugli ordini esteri (peggiorati quelli sugli ordini interni), sono rimaste invariate le attese sulla domanda e sono più favorevoli quelle sulla produzione. Da ottobre scorso, massimo precedente, l’indice di fiducia nell’industria è diminuito di 2,3 punti. I livelli, comunque, sono ancora elevati e poco inferiori alla media del 2015.
Tra i consumatori l’indice di fiducia in luglio è aumentato per la prima volta da marzo (+1,1 punti dopo -2,4 in giugno), sospinto dal miglioramento delle componenti relative al clima personale e al clima futuro; sono più favorevoli giudizi e attese sulla situazione economica della famiglia (che erano peggiorati il mese scorso), mentre sono ancora in calo le valutazioni sui bilanci familiari.
La prima rilevazione post-Brexit in Italia mostra che l’esito del referendum britannico, per il momento, ha avuto un impatto sostanzialmente nullo sul morale di consumatori e imprese italiane, per quanto riguarda sia le valutazioni relative alla situazione corrente sia quelle future.
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Calo dell’attività nelle costruzioni in maggio; prospettive migliori secondo gli imprenditori ediliIn maggio la produzione nelle costruzioni è diminuita del 3,6% su aprile, quando era aumentata del 2,2%. La variazione congiunturale acquisita nel secondo trimestre è pari a -0,7%. Nella valutazione del calo congiunturale di maggio occorre tenere conto dei metodi statistici di destagionalizzazione che sono sensibili al numero di giorni lavorativi (due in più rispetto a maggio del 2015). Perciò ci si attende un altrettanto statisticamente influenzato recupero in giugno. Al di là delle variazioni mensili, comunque, l'andamento dell’attività è sostanzialmente piatto negli ultimi trimestri. Per i mesi estivi indicazioni positive vengono dalla fiducia degli imprenditori edili, che nel secondo trimestre è aumentata di 3,6 punti (+7 punti da gennaio a giugno), con ordini e attese su piani di costruzione in netto miglioramento (indagine ISTAT). |
Credito: nel 2° trimestre frena la risalita sia dell’offerta sia della domandaSecondo l’indagine sul credito bancario realizzata da Banca d’Italia, che si è conclusa il 29 giugno, nel 2° trimestre 2016 sono proseguite le tendenze già in atto di risalita sia dell’offerta sia della domanda. Entrambe, tuttavia, hanno registrato una significativa frenata rispetto ai trimestri precedenti, avvenuta in larga misura già prima del voto del 23 giugno a favore della Brexit. In particolare, si è fermato il recupero delle richieste di fondi per finanziare investimenti fissi, che era partito nella primavera 2015. Ha continuato a crescere, invece, la domanda di credito per finanziare scorte, operazioni di fusione/acquisizione, rinegoziazione del debito. Il mini allentamento dell’offerta registrato nel 2° trimestre si è avuto per lo più sui tassi di interesse pagati dalle imprese, poco su volumi, garanzie e scadenze. È spiegato dagli istituti di credito con la percezione di marginali miglioramenti nello scenario economico, progressi che invece nei trimestri precedenti erano considerati più corposi. Le condizioni di liquidità, patrimoniali e di accesso ai mercati delle banche sono giudicate neutrali nel 2° trimestre, prima del nuovo crollo delle quotazioni di Borsa. |
Crollano dopo la Brexit le aspettative di crescita degli operatori tedeschiL’indicatore ZEW, che rileva il sentimento economico di investitori e analisti tedeschi, è caduto di 26,0 punti in luglio su giugno (a -6,8), nettamente più del previsto (era atteso a +9,1). Il livello dell’indice ha toccato il minimo da novembre 2012, molto al di sotto della media di lungo periodo (24,3). Sono peggiorati, in modo meno marcato, anche i giudizi sulla situazione corrente dell’economia tedesca (-4,7 punti). La profonda incertezza post-Brexit ha fortemente condizionato le opinioni degli esperti finanziari tedeschi, che hanno espresso preoccupazione per le prospettive dell’export e per la stabilità del sistema bancario europeo. Sono ancora più negative, inoltre, le valutazioni sulle prospettive di crescita dell’Eurozona. L’indicatore del sentimento economico nell’Area è crollato di 34,9 punti, a -14,7. |
Italian private capital: challenges and opportunitiesQuanto conviene investire nelle imprese italiane? Il quadro complessivo italiano è favorevole o meno agli investitori stranieri? Lo scorso 13 giugno presso la sede londinese di Bloomberg Luca Paolazzi ha risposto a queste e altre domande al convegno “Italian private capital: challenges and opportunities”che si è svolto in collaborazione con AIFI e l’Ambasciata d’Italia a Londra. L’Italia offre molti elementi di attrazione per le multinazionali straniere, come l’eccellenza del settore manifatturiero, una posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, elevate competenze tecnologiche e capitale umano, ma in questo contesto esistono notevoli differenze nella performance tra le stesse tipologie di imprese e territori. Come fare allora la scelta più vantaggiosa? Guardando più da vicino si scopre che le strategie vincenti poggiano su cinque grandi pilastri: conoscenza, diversificazione, verticalizzazione integrale, riorganizzazione dei mercati intermedi, marketing e commercializzazione. Una visione attenta è il presupposto per una scelta vincente. Per conoscere più nel dettaglio il quadro generale che si presenta agli investitori stranieri rimandiamo alle slide caricate nella Libreria del CSC. |
Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di giugno 2016A giugno 2016 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 99,9, con una variazione percentuale di +0,2 rispetto al mese di aprile.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre. Tabella Rivalutazione crediti lavoro_giu16.xlsVisualizza dettagli |
Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Giugno 2016A giugno 2016 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 99,9. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2015, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00750. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003. Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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Buoni segnali sul credito prima della Brexit e tassi ai minimi, ma sofferenze in crescitaIl credito alle imprese in Italia ha mostrato timidi segnali di risalita prima dell’esito del referendum sulla Brexit: +0,3% a maggio dopo +0,1% in aprile (-0,4% al mese nel primo trimestre). Lo stock, comunque, a maggio era del 15,0% sotto i valori del settembre 2011 (-138 miliardi di euro). Le sofferenze bancarie, però, hanno continuato a crescere: 142 miliardi a maggio (18,5% dei prestiti alle imprese), da 141 in aprile. Si tratta del terzo mese consecutivo di aumento, dopo il significativo calo che si era registrato a febbraio. Questo manterrà le banche molto prudenti nelle erogazioni. Il tasso di interesse pagato dalle imprese italiane, in media, sui nuovi prestiti è sceso al minimo di 1,8% a maggio, da 1,9% in aprile (era al 3,5% a inizio 2014). Il costo ai minimi favorisce il processo, già in corso, di risalita della domanda. |