In febbraio le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono diminuite dello 0,1% rispetto a gennaio. Il calo, unito alla forte revisione al ribasso del dato di gennaio (da +0,2% a -0,4%), torna a sollevare dubbi sulle prospettive di crescita dell’economia USA. Esso è, peraltro, in netta controtendenza con i dati sull’andamento del mercato del lavoro, che avevano mostrato, in febbraio, un aumento consistente degli occupati nel settore non agricolo (+242mila unità) e i primi segnali di un’accelerazione dei salari.
Anche la dinamica delle vendite al netto di auto, benzina e materiali da costruzione, cioè dell’aggregato più vicino alla componente “consumi delle famiglie” del PIL, è stata rivista all’ingiù in gennaio (da +0,6% a +0,2%) ed è stata pressoché nulla in febbraio.
L’andamento piuttosto modesto delle vendite di questo inizio anno riflette quello della fiducia dei consumatori, calata di 5,6 punti a febbraio, e conferma che i consumi delle famiglie, cresciuti del 2% annualizzato nel quarto trimestre 2015, continueranno a essere deboli anche nel primo trimestre 2016.
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Cari colleghi,
ancora una volta grazie per essere accorsi così numerosi e per aver reso l'incontro di venerdì un grande momento di incontro e partecipazione.
Ringraziamo anche coloro che ci hanno seguito in diretta streaming, oltre trenta, che hanno contribuito a rendere la giornata di venerdì ancora più indimenticabile.
Speriamo possano esserci maggiori opportunità di ritrovo come questa, che aiutano a conoscerci meglio e a comprendere fino in fondo il valore del confronto tra di noi.
Per tutte le altre occasioni vi invitiamo a condividere i vostri pensieri, le vostre richieste e le vostre idee su questa piattaforma, affinchè diventi realtà il desiderio di creare una comunità sinergica ed attiva che tragga spunti e benefici dallo stare insieme.
Invitiamo inoltre i presenti all'incontro annuale a compilare il questionario di valutazione (di sotto il link) sull'organizzazione dei lavori cui avete assistito, in modo da darci spunti e riflessioni per migliorarci il prossimo anno.
Nella libreria del CSC sono invece disponibili tutte le slide che abbiamo proiettato e che riceverete anche via mail.
Vi auguriamo una buona giornata,
a presto,
il CSC
(per una corretta visualizzazione vi consigliamo di copiare il link e di incollarlo sul vostro motore di ricerca)
Modified on by Gianluca Gallo 2E10684F-406D-6C9E-C125-7F68003F18D2
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Il CSC rileva un calo della produzione industriale dell’1,0% in febbraio su gennaio, quando c’è stato un incremento dell’1,9% su dicembre, comunicato oggi dall’ISTAT.
Il dato positivo di gennaio è stato superiore alle stime CSC (+0,9%) e a quelle di consenso (+0,8%) ed è in parte riconducibile al rimbalzo tecnico dopo l’anomalo arretramento dell’attività rilevato dall’ISTAT in dicembre (-0,6%). Quest’ultimo è attribuibile a problemi di destagionalizzazione dovuti al ponte di lunedì 7 dicembre (i programmi statistici correggono solo per il numero di giornate lavorative del calendario ufficiale e non per i giorni effettivamente lavorati). Una parte del rimbalzo è dovuta, inoltre, al fatto che il dato di attività grezza in gennaio si confronta con un valore relativamente basso rilevato nel gennaio 2015, quando si sono avuti ben due ponti (venerdì 2 e lunedì 5 del mese).
Al di là delle forti oscillazioni mensili, il primo trimestre dell’anno registra una variazione acquisita di +0,6% congiunturale. La crescita dell’attività accelera rispetto al quarto trimestre del 2015, quando invece era stata nulla.
Pur in un contesto di minore ottimismo tra le imprese, gli indicatori qualitativi anticipatori puntano a una tendenza positiva della produzione. Secondo i direttori degli acquisti (indagine PMI Markit) gli ordini manifatturieri in febbraio sono ancora cresciuti, ma a un ritmo più lento rispetto al mese precedente (indice a 52,1 da 54,4), dopo aver raggiunto in dicembre il valore massimo da quasi cinque anni. Frenano gli ordini esteri, mentre la domanda interna, secondo il PMI dei servizi (in accelerazione a febbraio), dovrebbe continuare a sostenere l’attività nei mesi primaverili.
La dinamica positiva nell’industria, insieme all’andamento favorevole rilevato nei servizi, secondo il modello trimestrale del CSC determina un aumento del PIL nel trimestre in corso superiore al +0,1% registrato a fine 2015.
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La Banca Centrale Europea ha annunciato oggi un ampio pacchetto addizionale di misure monetarie espansive. L’obiettivo è sostenere la dinamica dei prezzi nell’Eurozona, allontanandola dalla deflazione (-0,2% annuo a febbraio) e riportandola vicino all’obiettivo (poco sotto il +2,0%). Le nuove misure sono pensate per stimolare il credito e quindi la ripresa economica e la dinamica dei prezzi nell’area.
Primo, la BCE ha tagliato tutti i tassi ufficiali a sua disposizione: il tasso principale di rifinanziamento scende allo 0,00% (da 0,05%); il tasso sui prestiti marginali scende allo 0,25% (da 0,30%); il tasso sui depositi bancari, già negativo, viene ulteriormente ridotto a -0,40% (da -0,30%). Inoltre, la Banca ha sottolineato che i tassi resteranno a lungo a tali livelli o più bassi, sicuramente molto dopo la fine del programma di Quantitative Easing (QE, che durerà “almeno fino a marzo 2017”).
Secondo, la Banca Centrale ha potenziato il QE: il ritmo mensile degli acquisti di bond pubblici e privati sale a 80 miliardi di euro (da 60); potranno essere comprati, da giugno 2016, anche bond emessi da imprese non bancarie, purché abbiano un rating almeno pari a investment grade (corporate sector purchase programme).
Terzo, la BCE ha annunciato un nuovo round di prestiti T-LTRO alle banche, condizionati all'erogazione di credito all'economia, come le precedenti T-LTRO. Le nuove aste (T-LTRO 2) saranno quattro, partiranno da giugno 2016, una ogni tre mesi, e avranno durata fissa di 4 anni (l’ultima scadrà a marzo 2021), senza obblighi di restituzione anticipata. Le banche potranno ottenere fondi pari fino al 30% dei loro prestiti all’economia e il tasso base sarà pari a quello corrente sulle operazioni principali di rifinanziamento (al momento, 0,00%), ma c’è un forte incentivo a prestare: se i nuovi crediti supereranno determinate soglie si potranno ottenere fondi a tassi più bassi, fino a raggiungere quello corrente sui depositi (ora a -0,40%).
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Il 2016 si è aperto con l’accentuarsi della caduta dello stock di prestiti alle imprese italiane: -0,5% a gennaio, dopo il -0,3% a dicembre (dati destagionalizzati dal CSC). Nella prima metà del 2015, invece, la riduzione si era quasi arrestata. Continua a mancare, dunque, un cruciale fattore di sostegno per il recupero dell’attività economica.
I tassi di interesse sulle nuove operazioni, inoltre, sono bruscamente saliti a gennaio (2,0%, da 1,7% a dicembre), dopo una lunga fase di flessione partita a inizio 2014 (quando erano al 3,5%). Sono cresciuti maggiormente quelli pagati dalle grandi imprese (1,6%, da 1,3%), meno quelli per le PMI (2,8%, da 2,7%).
Le sofferenze bancarie sul credito alle imprese sono aumentate a 144 miliardi a gennaio, da 143 a dicembre (pari al 18,6% dei prestiti, da 18,5%). Nonostante le diverse misure varate negli ultimi mesi, il peso delle sofferenze e i rischi che esse pongono restano un forte elemento di freno all’erogazione di nuovo credito.
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Grande affluenza per l'incontro di venerdì prossimo: è stata finora raggiunta quota “48”, tenendo conto sia delle preferenze sulla data sia delle adesioni pervenute dopo l’invio dell’ordine del giorno.
Bando alla privacy...ecco l’elenco dei partecipanti:
Monighini Giuseppe, Alessandria
Romano Davide, Pavia
Gazzaniga Paolo, Assobiomedica
Pucci Sara, Toscana
Manzini Massimo, Firenze
Fedreghini Davide, Brescia
Caltabiano Simona, Catania
Falasconi Laura, ASSICA
Brancia Marco, Assofond
Pisanu Maria, Assofond
Grandi Matteo, Forlì-Cesena
Triola Roberto, Confindustria Digitale
Santini Alessandro, Trento
Marchiodi Mirco, Bolzano
Quaranta Daniela, Roma
Rigo Alessandro, Assografici
Ariazzi Luca, Assocalzaturifici
Pareschi Riccardo, Farmindustria
Pagani Stefano, UCINA
Ciarpella Gloria, Ancona
Franceschini Giacomo, Genova
Minozzi Marzia, Asstel
Matera Andrea, ASSOMET
Marvelli Vittoria, Federchimica
Massaro Raffaella, Padova
Bianchi Eleonora, AIDEPI
Negri Valeria, Assolombarda
Pagani Patrick, Unionzucchero
Raimondi Annamaria, Emilia Romagna
Pignatelli Luca, Torino
Bigagli Barbara, Toscana Nord
Daniele Chersi, Toscana Nord
Vettori Renzo, Toscana Nord
Fascioli Antonella, Roma
Pistacchio Rita, Unione Petrolifera
Pelliccia Gigi, Federalimentare
Caradini Cinzia, Assocarta
Ruberto Valentina, Parma
Poggioli Gian Franco, Bologna
Piccinno Maurizio, ANDIL
Rossi Francesco, Mantova
Federici Olivetta, Novara
Seligardi Alberto, Reggio Emilia
Pigozzi Stefania, UCIMU
Petrucci Cristiana, UNRAE
Federicis Laura, Chieti Pescara
Santini Francesco, Lombardia
Balzani Massio, Forlì-Cesena
Qualora a noi fosse sfuggita qualche mail o a voi di confermare la presenza, fateci sapere (anche per il pranzo)!
Il CSC
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Negli USA gli occupati non agricoli sono aumentati di 242mila unità a febbraio, a un ritmo ben superiore alle attese degli analisti. Il Labor Department ha anche rivisto al rialzo, di ben 30mila unità complessive, i dati dei due mesi precedenti.
Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 4,9%, per il contemporaneo aumento della forza lavoro; mentre il tasso di partecipazione è salito significativamente, di 0,2 punti percentuali (al 62,9% della popolazione in età lavorativa), un segnale inequivocabile di maggiore fiducia.
Oltre a confermare la solidità del mercato del lavoro, il forte aumento dell’occupazione a febbraio allontana ulteriormente i timori di una possibile entrata in recessione dell’economia USA. Insieme alla dinamica positiva dei consumi (+0,4% in gennaio rispetto a dicembre) e degli ordini di beni capitali (+3,4%, al netto di difesa e aeromobili), esso indica che l’economia americana ha riacquistato vigore dopo il deludente risultato del quarto trimestre 2015, quando il PIL era cresciuto di appena l’1,0% (annualizzato).
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Il Pil italiano è cresciuto dello 0,1% nel quarto trimestre 2015 (confermata la stima preliminare), mostrando un progressivo rallentamento dal +0,4% registrato nel primo trimestre dell’anno (+0,3% nel secondo e +0,2% nel terzo). Sulla base dei nuovi profili trimestrali la distanza rispetto al picco pre-crisi (primo trimestre 2008) è dell’8,8%. Nel 2015 il PIL è aumentato dello 0,8% (come stimato dal CSC); il trascinamento statistico all’anno in corso è di +0,2%.
Dal lato della domanda vi sono diverse indicazioni positive. Gli investimenti fissi lordi sono aumentati dello 0,8%, in accelerazione dal +0,2% nel terzo. Tra le componenti, il sostegno principale è venuto dagli investimenti in costruzioni (quasi il 50% del totale), che sono aumentati dello 0,9% (dopo +0,2% nel precedente trimestre); un ritmo di crescita così ampio non si registrava dal secondo trimestre 2010. È avanzata a un passo più veloce la spesa in mezzi di trasporto (+8,7% dopo +4,9%; +37,1% dal minimo del secondo trimestre 2013), mentre è proseguito il calo - per il secondo trimestre consecutivo – di quella in macchinari (-0,1% dopo -0,4%). I consumi delle famiglie, in crescita da dieci trimestri (+2,3% cumulato), sono aumentati dello 0,3% congiunturale (dopo +0,5%). In forte incremento la spesa della PA (+0,6%). Per quanto riguarda, invece, gli scambi con l’estero, è risultata in significativa accelerazione la dinamica sia delle esportazioni (+1,3% dopo -1,3%) sia delle importazioni (+1,0% dopo -0,2%). La variazione delle scorte ha sottratto ben 0,4 punti alla crescita del PIL nel quarto trimestre (dopo aver fornito contributi positivi nei tre precedenti), annullando interamente il supporto della domanda nazionale (+0,4 punti); è stato positivo l’apporto della domanda estera (+0,1).
L’andamento degli indicatori coincidenti e anticipatori è coerente con un incremento del PIL nel primo trimestre 2016 di poco superiore a quanto registrato a fine 2015, ma il quadro generale appare ancora fragile e soggetto a rischi di peggioramento.
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In febbraio il PMI Markit composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala espansione dell’attività a un ritmo sostanzialmente analogo a quello rilevato in gennaio (-0,2 punti, a 53,7). Il valore dell’indice nella media del primo bimestre è poco inferiore rispetto a quello, elevato, registrato nel quarto trimestre 2015 (53,7 da 54,0, massimo da otto anni). In Germania il PMI composito è sceso al minimo da cinque mesi (54,1, tre decimi al di sopra della stima flash) e in Francia al minimo da gennaio 2015 e segnala un marginale calo dell’attività (49,3, da 49,8 nella stima flash).
Il dettaglio settoriale per l’Italia indica in febbraio il proseguimento di un rallentamento della crescita di produzione, ordini ed esportazioni nell’industria. Nei servizi, invece, l’attività è risultata in accelerazione, andando meglio di quanto previsto dai mercati: l’indice PMI terziario è salito a 53,8 (da 53,6 in gennaio; le attese puntavano a 52,6). I nuovi ordini, in espansione da un anno, sono giudicati in più forte crescita grazie alla domanda interna (quella estera ha rallentato). Indicazioni positive anche per l’occupazione che, però, risulta crescere più lentamente rispetto a gennaio.
Nell’Euroarea procede con minore slancio l’espansione nel terziario (53,0 da 53,6), a causa del passo più lento di produzione, ordini e occupazione; l’attività nei servizi accelera in Germania (55,3 da 55,0) e scende sotto la soglia neutrale di 50 in Francia (49,2). Il livello del PMI composito dell’Euroarea, nel primo bimestre di quasi un punto inferiore alla media del quarto trimestre 2015, è compatibile con un aumento del PIL poco inferiore allo 0,3% rilevato a fine anno. Sono aumentate le pressioni deflazionistiche, con i prezzi di vendita in calo al ritmo più veloce da giugno 2013. Il rallentamento dell’attività e le spinte al ribasso sui prezzi spingeranno la BCE a intraprendere ulteriori misure espansive per riportare il tasso d’inflazione vicino all’obiettivo del 2,0%.
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Il CSC rileva una variazione della produzione industriale di -0,4% in febbraio su gennaio, quando è stato stimato un aumento dello 0,9% su dicembre. Nel primo trimestre del 2016 la variazione congiunturale acquisita dell’attività industriale è di +0,1%, dopo il -0,1% nel quarto 2015.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è aumentata in febbraio dello 0,1% rispetto a febbraio del 2015 e in gennaio dell’1,6% sullo stesso mese dell’anno scorso. Gli ordini in volume hanno registrato in febbraio un incremento dello 0,2% sul mese precedente (+2,6% su febbraio 2015). In gennaio erano aumentati dello 0,4% su dicembre (+0,6% sui dodici mesi).
La dinamica della produzione industriale si caratterizza per le forti oscillazioni mensili e mostra a partire dall’estate una sostanziale stagnazione. Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero (indagine ISTAT sulla fiducia) non preannunciano un miglioramento: in febbraio l'indice di fiducia è diminuito di 1,0 punti (quarto calo di fila), attestandosi comunque sui livelli tra i più elevati degli ultimi quattro anni; il calo mensile è spiegato dal peggioramento sia delle attese (specie quelle sull’economia) sia dei giudizi sugli ordini esteri (invariati quelli sugli ordini interni); sono migliorate, invece, le valutazioni relative alla produzione corrente (saldo a -10 da -11).
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