In febbraio il PMI Markit composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala espansione dell’attività a un ritmo sostanzialmente analogo a quello rilevato in gennaio (-0,2 punti, a 53,7). Il valore dell’indice nella media del primo bimestre è poco inferiore rispetto a quello, elevato, registrato nel quarto trimestre 2015 (53,7 da 54,0, massimo da otto anni). In Germania il PMI composito è sceso al minimo da cinque mesi (54,1, tre decimi al di sopra della stima flash) e in Francia al minimo da gennaio 2015 e segnala un marginale calo dell’attività (49,3, da 49,8 nella stima flash).
Il dettaglio settoriale per l’Italia indica in febbraio il proseguimento di un rallentamento della crescita di produzione, ordini ed esportazioni nell’industria. Nei servizi, invece, l’attività è risultata in accelerazione, andando meglio di quanto previsto dai mercati: l’indice PMI terziario è salito a 53,8 (da 53,6 in gennaio; le attese puntavano a 52,6). I nuovi ordini, in espansione da un anno, sono giudicati in più forte crescita grazie alla domanda interna (quella estera ha rallentato). Indicazioni positive anche per l’occupazione che, però, risulta crescere più lentamente rispetto a gennaio.
Nell’Euroarea procede con minore slancio l’espansione nel terziario (53,0 da 53,6), a causa del passo più lento di produzione, ordini e occupazione; l’attività nei servizi accelera in Germania (55,3 da 55,0) e scende sotto la soglia neutrale di 50 in Francia (49,2). Il livello del PMI composito dell’Euroarea, nel primo bimestre di quasi un punto inferiore alla media del quarto trimestre 2015, è compatibile con un aumento del PIL poco inferiore allo 0,3% rilevato a fine anno. Sono aumentate le pressioni deflazionistiche, con i prezzi di vendita in calo al ritmo più veloce da giugno 2013. Il rallentamento dell’attività e le spinte al ribasso sui prezzi spingeranno la BCE a intraprendere ulteriori misure espansive per riportare il tasso d’inflazione vicino all’obiettivo del 2,0%.