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Economia italiana: ritmo di recupero fiacco ma il quadro resta favorevole
Il 2016 dell’economia globale è iniziato all’insegna delle turbolenze, con crolli delle Borse e dei prezzi delle materie prime e rivalutazione del cambio effettivo dell’euro. Le condizioni finanziarie sono così diventate più restrittive e la fiducia complessiva di famiglie e imprese già ne risente. Non è l’ambiente ideale per far prendere quota all’incremento del PIL italiano. Tanto più che il credit crunch è stato sì un po’ allentato, ma rimane zavorrata l’erogazione di prestiti alle imprese a causa della grande mole di sofferenze, la stretta regolamentare sui requisiti di capitale delle banche e l’entrata in vigore del bail-in.
L’ulteriore forte caduta del prezzo del petrolio aggiunge spinta al reddito disponibile nei paesi consumatori (per il Belpaese vale uno 0,2% di PIL in più quest’anno), però nell’immediato è insieme specchio e fonte di instabilità internazionale. Lo scenario è diventato più sfidante, con maggiori rischi al ribasso. Tuttavia, il quadro resta favorevole. Gli USA vivono una ripresa robusta, l’Eurozona continua ad avanzare a passo moderato, la Cina rallenta secondo le attese e la buona notizia è che la ricomposizione dalla manifattura al terziario si sta realizzando, sebbene con inevitabili scossoni. A peggiorare, piuttosto, sono Brasile e Russia; l’India registra qualche debolezza.
In tale contesto, il ritmo di recupero italiano è rimasto fiacco, ma c’è stato un buon rilancio dell’export, che sarà sostenuto dai mercati dell’Eurozona. La domanda interna sale tirata soprattutto dai consumi; gli ordini domestici registrano forti incrementi. L’occupazione marcia in presa diretta con l’economia e in linea con le previsioni CSC. La legge di stabilità, per dimensione e composizione, darà l’atteso sostegno (0,4 punti di PIL nel 2016-17, stima anche la Banca d’Italia).
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Mini recupero del credito, tornano a salire le sofferenzeI prestiti bancari erogati alle imprese italiane sono aumentati dello 0,1% a novembre, dopo il -0,4% di ottobre (dati destagionalizzati dal CSC). Nei primi 11 mesi del 2015 si è registrata una riduzione dello stock al ritmo del -0,1% in media al mese, meno che nel 2014 (-0,3%). I crediti in sofferenza presenti nei bilanci delle banche italiane sono tornati ad aumentare a novembre (143 miliardi, pari al 18,3% dei prestiti alle imprese, da 142 in ottobre). Questo enorme fardello mantiene prudenti gli istituti, frenando l’erogazione di credito. I tassi pagati dalle imprese sui nuovi prestiti sono rimasti stabili all’1,9% in media a novembre (1,8% a settembre). Il lungo processo di riduzione del costo del credito (dal 3,5% a inizio 2014) si è dunque fermato negli ultimi mesi. |
Rallenta la crescita del PIL USA nel quarto trimestre 2015Il ritmo di crescita dell’economia americana ha rallentato bruscamente nel quarto trimestre 2015 (a +0,7% dopo +2,0% nel terzo; dati congiunturali annualizzati). La frenata di pressoché tutte le componenti della domanda aggregata è dovuta, in parte, a fattori temporanei, quali il clima mite e la correzione di un eccessivo accumulo di scorte. Con il risultato del quarto trimestre, il PIL USA ha fatto registrare un aumento medio pari a +2,4% nel 2015. Hanno frenato i consumi, passati da un +3,0% nel terzo trimestre a +2,2% nel quarto, a causa, principalmente, di temperature eccezionalmente temperate che hanno penalizzato la vendita di prodotti invernali e ridotto la spesa per energia. Si sono contratti gli investimenti non residenziali, sia in strutture sia in macchinari, per i tagli effettuati nel settore energetico ed estrattivo in conseguenza del crollo dei prezzi del petrolio; mentre sono aumentati quelli in costruzioni residenziali (+8,1%), in forte espansione ormai da sette trimestri consecutivi. Significativamente negativi sono stati i contributi alla crescita sia della variazione delle scorte (-0,45%) sia del settore estero (-0,47%), con una riduzione delle esportazioni (-2,5%) a causa del dollaro forte e dal rallentamento delle economie emergenti. In prospettiva, comunque, l’ulteriore calo a inizio anno dei prezzi della benzina, ora attorno ai due dollari al gallone, l’occupazione in costante aumento e la risalita dei prezzi delle case, che spinge in alto la ricchezza delle famiglie, continueranno a sostenere la domanda. |
Rimbalzo delle esportazioni italiane a novembre
In novembre le esportazioni italiane sono aumentate del 3,5% a prezzi costanti rispetto a ottobre (quando era diminuite dello 0,1%), grazie al forte rimbalzo delle vendite nei paesi extra-Ue (+3,8%, dopo -1,7% nel mese precedente) e all’accelerazione di quelle nei paesi Ue (+3,3% dopo +1,2%). Tutti i comparti sono in crescita, a eccezione di quello energetico (-9,6%); al netto dell’energia, l’export è aumentato del 4,0%. |
Francia: il balzo degli investimenti ha sostenuto la crescita nel quarto trimestre 2015In Francia la crescita del PIL ha solo leggermente rallentato nel quarto trimestre 2015 (+0,2% sul terzo, quando era stata pari a +0,3%). È stata sostenuta dal forte balzo degli investimenti (+0,8%, dopo il deludente +0,1% nel terzo), che ha compensato il significativo calo dei consumi (-0,4%, dopo +0,4%). In particolare, sono tornati a crescere, per la prima volta dopo otto trimestri consecutivi di contrazione, gli investimenti in costruzioni (+0,5%), un chiaro segnale di ripresa dell’immobiliare. Le imprese hanno anche provveduto a ripristinare un adeguato livello di scorte, la cui variazione ha di nuovo fornito un significativo contributo alla crescita del PIL (+0,5%, dopo il +0,6% nel terzo trimestre). Ancora negativo è risultato, invece, l’apporto del settore estero (-0,3% il contributo, dopo -0,7%), a causa di un aumento delle importazioni (+1,6%) ben più elevato di quello delle esportazioni (+0,6%), sulle quali hanno pesato il rallentamento delle economie emergenti e l’euro forte. La caduta dei consumi è dovuta principalmente a fattori temporanei, quali il crollo delle spese per l’energia, conseguenza di temperature eccezionalmente miti, e gli attacchi terroristici del 13 novembre a Parigi. Secondo l’Istituto di Statistica (Insee), infatti, la spesa per beni delle famiglie francesi, crollata a novembre (-1,4% sul mese precedente), è già ripartita in dicembre (+0,7%). |
Al record storico la fiducia delle famiglie, cala quella delle imprese
La fiducia delle imprese arretra ulteriormente in gennaio, pur restando su livelli elevati: l’indice composito di sentimento economico è sceso di 4,1 punti su dicembre, a 101,5 (terzo calo mensile consecutivo, minimo da marzo 2015). È stata forte la flessione della fiducia nei servizi di mercato (-7,3 punti in un mese) e nel commercio al dettaglio (-1,3); debole, invece, nelle costruzioni (-0,2 punti, dopo una forte caduta in dicembre).
Nel manifatturiero la fiducia è diminuita di 0,8 punti; tale correzione è da attribuirsi prevalentemente al peggioramento dei giudizi sugli ordini esteri e sui livelli di produzione (in entrambi i casi il saldo è sceso di 5 punti). Il livello in gennaio, comunque, resta tra i più alti da inizio 2011. Tra i settori la fiducia è migliorata solo nella produzione di beni di consumo.
È stato rilevato un maggiore ottimismo tra i consumatori: la fiducia è rimbalzata in gennaio (+1,2 punti dopo -0,7 in dicembre) toccando il record dall’inizio della rilevazione (1995). Il miglioramento dell’indice è dovuto soprattutto alle componenti relative al clima corrente (+4,4 punti) e al clima personale (+3,1). Le valutazioni strettamente connesse alle decisioni di spesa sono nettamente più favorevoli: migliorano ancora i giudizi sulla situazione economica della famiglia, sui bilanci familiari e sull’opportunità di acquisto di beni durevoli. Tale maggiore ottimismo si potrà tradurre in un atteggiamento meno prudente nelle decisioni di spesa, che è sostenuta anche dall’accresciuto potere d’acquisto dovuto alla caduta dei prezzi dei beni energetici.
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In crescita l’export italiano extra-Ue in dicembre
In dicembre le esportazioni italiane verso i paesi extra-Ue sono aumentate, in valore, dello 0,9% congiunturale. Nel quarto trimestre 2015 hanno registrato una crescita del 2,0% sul terzo, a prezzi costanti (stima CSC); in espansione le vendite di tutte le tipologie di beni (di consumo, strumentali, intermedi ed energetici). |
In Italia primo aumento dei prezzi delle case dopo quattro anni
Nel terzo trimestre del 2015 le quotazioni delle case in Italia hanno registrato una variazione positiva per la prima volta dopo quattro anni (+0,2% sul secondo, quando erano rimaste invariate rispetto al primo). Ciò è interamente dovuto al balzo dei prezzi delle abitazioni nuove (+1,4%), mentre quelle esistenti sono ancora in marginale calo (-0,1%). |