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Si consolida la risalita dell’occupazione in Italia
Al di là delle fluttuazioni mensili, si consolida la risalita dell’occupazione in Italia: nonostante il -0,2% di settembre su agosto, il terzo trimestre si chiude con 102mila occupati in più rispetto al secondo (+0,5%), stessa variazione registrata nel trimestre precedente. Il numero delle persone occupate è ai massimi da autunno 2012.
Il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre si attesta sull'11,9%, sui livelli di inizio 2013; in settembre il numero di disoccupati in percentuale della forza lavoro è 11,8%, a seguito di una contrazione della forza lavoro (-0,3% su agosto).
Tasso di disoccupazione in discesa nella media dell’Eurozona (10,8% in settembre, da 10,9% nei due mesi precedenti); alto in Spagna (21,6%), ma in costante riduzione da inizio 2013; in lieve contrazione in Francia (10,7% da 10,8%) e ai minimi in Germania (4,5%).
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Brusca caduta delle esportazioni italiane ad agosto
In agosto le esportazioni italiane sono diminuite del 3,2% a prezzi costanti, a causa del crollo delle vendite nei paesi extra-Ue (-7,9%), mentre sono aumentate quelle nei paesi Ue (+0,6%). Nel bimestre luglio-agosto l’export si è ridotto dell’1,7% sul secondo trimestre (+0,1% intra-Ue e -4,0% extra-Ue). |
Cina: fine della politica del figlio unico
Il Comitato Centrale del Partito Comunista cinese ha decretato che le coppie cinesi potranno avere fino a due figli, ponendo fine alla politica del figlio unico in vigore dal 1979. |
In Italia segnali di stabilizzazione nel mercato delle case
Frena la discesa dei prezzi delle case in Italia: -0,1% nel secondo trimestre 2015 sul primo (-0,3% le abitazioni nuove e -0,1% quelle esistenti), dopo un calo dello 0,9% nel trimestre precedente. Il -0,1% è il dato migliore dal terzo trimestre 2011. |
Fiducia di imprese e famiglie italiane in ulteriore miglioramento
Prosegue in ottobre il miglioramento della fiducia di imprese e consumatori italiani e delinea una tendenza positiva di consumi e investimenti anche nel trimestre in corso.
L’indice composito di sentimento economico delle imprese è aumentato di 1,4 punti in ottobre su settembre (a 107,5), raggiungendo il valore massimo da ottobre 2007, superiore di 2,7 punti rispetto alla media del terzo trimestre. L’indicatore di fiducia è diminuito solo nelle costruzioni (-3,5 punti), dopo due robusti incrementi mensili consecutivi; particolarmente marcato l’aumento nel commercio al dettaglio (+7,4, a 116,6, massimo storico); è continuato il recupero anche nei servizi di mercato (+0,9, secondo rialzo consecutivo).
Nel manifatturiero l’indice di fiducia è salito a 105,9 (+1,5 punti, come in settembre), favorito da un incremento in tutte le componenti: attese e giudizi su ordini interni e (soprattutto) esteri e sui livelli di produzione. Il livello di ottobre è il più elevato da gennaio 2011 e superiore di 2,2 punti a quello medio del terzo trimestre. Il miglioramento è più marcato nel settore di produzione di beni di consumo.
Tra i consumatori la fiducia è aumentata per il terzo mese di fila (+3,9 punti, +9,9 da agosto) ed è al top da febbraio 2002, grazie soprattutto alla componente relativa al clima economico (+9,1 punti); il clima personale è migliorato di 0,3 punti dopo due forti incrementi di fila. Le valutazioni strettamente connesse alle decisioni di spesa sono meno favorevoli: migliorano ancora i giudizi e, in misura maggiore, le attese sulla situazione economica della famiglia; per la prima volta dopo quattro mesi peggiorano invece le valutazioni sui bilanci familiari, pur restando sui valori più elevati da quattro anni.
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Rallenta negli USA la crescita dell’occupazioneNegli Stati Uniti, a settembre, l’occupazione nel settore non agricolo è aumentata di 142mila unità, molto meno dei 203mila nuovi posti di lavoro attesi dagli analisti. Il Labor Department ha anche rivisto al ribasso (per complessive 59mila unità) i dati degli ultimi due mesi. È rimasto invariato al 5,1% il tasso di disoccupazione, per il calo significativo della forza lavoro (-350mila). Salgono, inoltre, i timori per le ripercussioni sull’economia USA del rallentamento dell’economia globale. A settembre, l’indice ISM (50,2 da 51,1 in agosto) ha segnalato un significativo rallentamento dell’attività nel settore manifatturiero, penalizzato anche dalla forza del dollaro. Pur restando appena al di sopra della soglia neutrale di 50, sono calate, in particolare, le componenti dell’indice relative a produzione, occupazione e ordini (con quelli esteri in forte contrazione, a 46,5). Questi dati alimentano i dubbi sul timing dell’aumento dei tassi di interesse da parte della FED, in un contesto di bassa inflazione (+0,3% in agosto, ben al di sotto dell’obiettivo del 2%) e salari orari in crescita moderata (invariati rispetto ad agosto, +2,2% annuo). Tuttavia, le aspettative di rialzo dei tassi entro la fine dell’anno vengono corroborate dal buon andamento della domanda interna (balzate a 18,2 milioni le vendite annualizzate di auto a settembre, massimo da oltre 10 anni), favorita dal forte recupero di potere d’acquisto da parte delle famiglie. Nei prossimi mesi, essa è attesa compensare il rallentamento di quella estera e trainare al rialzo la produzione. |
Frena la crescita USA nel 3° trimestre; resta elevata la domanda internaRallenta all’1,5% congiunturale (annualizzato) la crescita del PIL USA nel terzo trimestre 2015, dopo il +3,9% del secondo trimestre. La frenata è da attribuirsi quasi esclusivamente al forte contributo negativo fornito dalle scorte (-1,4%), che lascia, però, ben sperare per i prossimi trimestri, quando le imprese, per soddisfare una domanda interna in solida espansione, dovranno ripristinare un livello di scorte adeguato. Pressoché nullo è stato il contributo del settore estero, dove l’export (+1,9% dopo il +5,1% nel secondo trimestre) ha risentito delle difficoltà dei paesi emergenti e del dollaro forte. Sono cresciuti a ritmi sostenuti i consumi, che costituiscono più di due terzi dell’economia americana (+3,2% dopo il +3,6% nel secondo trimestre), sostenuti da un’occupazione in costante aumento e dalla bassa inflazione, che ha fatto lievitare il potere d’acquisto delle famiglie. Il reddito disponibile, aumentato dell’1,2% in termini reali nel secondo trimestre, è infatti balzato del 3,5% nel terzo. Hanno rallentato gli investimenti (+2,9% dopo un +5,2%), per il calo di quelli in strutture non residenziali (-4,0% dopo un +6,2%) legato, in particolare, alla chiusura di impianti nel settore energetico e estrattivo. Sono, invece, balzati del 5,3% quelli in macchinari (dopo il +0,3% nel secondo), anche per la necessità da parte delle imprese di sostituire macchine e attrezzature ormai obsolete. |
Prosegue la lenta e graduale accelerazione dei prezzi al consumo in ItaliaLa dinamica dei prezzi al consumo in Italia aumenta in ottobre (+0,3% annuo, da +0,2% a settembre; minimo a -0,6% a gennaio), restando comunque ancora troppo vicina alla soglia della deflazione e lontanissima dall’obiettivo BCE (poco sotto il +2,0% annuo). Una spinta al rialzo viene dai prezzi alimentari, che accelerano al +1,8% annuo in Italia (da +1,5%); in particolare, per gli alimentari non lavorati si registra una fiammata al +4,2% (da +3,3%). Cresce, di poco, anche la dinamica dei prezzi core, cioè al netto di alimentari e energia (+0,9% annuo, da +0,8%), sulla scia della ripartenza dell’economia nel 2015. Al suo interno, i prezzi dei beni industriali crescono solo del +0,5% annuo, la metà rispetto a quelli dei servizi (+1,0%). Viceversa, continuano a ridursi in misura marcata i prezzi al consumo energetici (-7,7% annuo, da -7,6%), a causa dei precedenti ribassi della quotazione del petrolio. Ciò, da un lato, tiene bassa la dinamica totale dei prezzi in Italia, ma dall’altro libera risorse per la crescita dei consumi di beni e servizi. |
Riduzione di ordini e fatturato in agosto. Gli imprenditori intravedono un miglioramento in autunno
Il fatturato dell’industria italiana è arretrato, a prezzi costanti, dello 0,9% in agosto (stime CSC, -1,6% a prezzi correnti), dopo -0,6% in luglio. Il contributo più negativo viene dal mercato interno (-1,5%), sulla cui dinamica ha inciso parzialmente la fine (il 30 giugno) degli incentivi per gli acquisti di alcune categorie di beni strumentali, che lo avevano gonfiato in maggio e giugno. Quello estero è rimasto quasi stabile (-0,1%, dopo +0,6%). La variazione congiunturale acquisita del fatturato totale nel terzo trimestre è di -0,5% rispetto alla media del secondo (+1,2% sul primo).
Gli ordinativi sono diminuiti del 4,8% congiunturale in agosto (-5,5% a prezzi correnti), dopo due mesi di recupero (+3,9% cumulato). Il calo è attribuibile soprattutto alla domanda nazionale (-6,8%), che era in aumento da dicembre 2014 (+14,5% cumulato) ed è spiegato, in parte, dal confronto col rimbalzo di luglio (+3,5%), dovuto a una grossa commessa registrata nel settore degli “altri mezzi di trasporto”. Gli ordini esteri sono diminuiti del 2,4%. L’acquisito per gli ordinativi nel terzo trimestre è di -1,3% (+5,1% nel secondo).
I dati di agosto sono molto volatili a causa dei bassi livelli di attività nel mese, per cui anche piccoli cambiamenti nei valori di fatturato possono comportare variazioni percentuali ampie. Essi riflettono, comunque, un rallentamento della domanda interna nei mesi estivi; le indagini qualitative (ISTAT e Markit) segnalano una migliore dinamica in autunno.
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Concluso il Trattato Transpacifico di libero commercio e investimenti
Ad Atlanta, dopo cinque anni di negoziati, è stato concluso il Trattato Transpacifico di libero commercio e investimenti (Trans-Pacific Partnership, TPP), il più grande accordo di libero scambio della storia, tra 12 economie che rappresentano il 40% del PIL mondiale e il 25% degli scambi globali (Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia, Brunei, Cile, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam). L’accordo entrerà in vigore soltanto dopo la ratifica di ogni paese coinvolto. La Cina, grande esclusa da questo primo round, potrebbe aderire in un secondo momento. |