Centro Studi

Attività nelle costruzioni: positivo il primo trimestre, incerto il secondo
La produzione nelle costruzioni in Italia è risultata invariata in marzo su febbraio. Nel primo trimestre è aumentata dello 0,4% sul quarto 2014; si tratta del primo incremento dopo cinque cali consecutivi.
Il secondo trimestre eredita una variazione di -0,5% sul primo e secondo gli operatori del settore la tendenza è meno favorevole rispetto a quella rilevata a inizio d’anno.
L’indagine congiunturale condotta dall’ISTAT presso le imprese di costruzioni segnala, infatti, un calo della fiducia in aprile, dopo il forte rimbalzo registrato nel mese precedente: l’indice è diminuito di 2,7 punti, dopo +7,5 punti in marzo, ma rimane comunque intorno ai livelli più alti da fine 2008. Giudizi e attese su ordini e piani di costruzione sono stati parzialmente ridimensionati dopo i miglioramenti registrati nei tre mesi precedenti. Indicazioni analoghe vengono anche dall’indagine Markit sul settore edilizio italiano.
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Commercio mondiale in contrazione nel primo trimestre; pesa la debolezza degli emergenti
In marzo il commercio mondiale è rimasto sostanzialmente invariato (-0,1% in volume su febbraio); tale risultato è il combinato disposto di una crescita degli scambi dei paesi avanzati (+1,5%) e di una riduzione di quelli dei paesi emergenti (-1,7%). |
Esportare la dolce vita 2015 - rapporto in italino e in inglese e materiale convegnoL'11 maggio 2015 il Centro Studi Confindustria e Prometeia hanno presentato a Expo la sesta edizione della ricerca “Esportare la dolce vita”: le opportunità per le esportazioni di beni belli e ben fatti (BBF) nei nuovi mercati (o mercati emergenti). I beni BBF sono costituiti da prodotti di fascia medio-alta dei settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria. La ricerca è stata condotta con il contributo delle Associazioni, ANFAO, ANICA, Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, Federalimentare, FederlegnoArredo, Federorafi e Sistema Moda Italia. Quest'anno hanno collaborato al rapporto anche ICE, ANICA China desk e Netcomm, oltre che, come sempre, l'Area Internazionalizzazione di Confindustria. Nel rapporto sono presentate le previsioni al 2020 delle importazioni dei nuovi mercati, dal mondo e dall’Italia, di BBF. In questa edizione ci sono approfondimenti sul turismo e sul settore audiovisivo come veicoli di promozione dei prodotti BBF. Inoltre, c’è un importante approfondimento sulla Cina, che è il nuovo mercato più promettente per il BBF. Con la collaborazione dell’ICE è stata effettuata un’indagine presso esperti e distributori cinesi di BBF italiano per valutare la percezione del made in Italy e i suoi punti di forza e debolezza. Infine, con la collaborazione di Netcomm è stato analizzato il settore del commercio elettronico cinese. Entrare nei nuovi mercati è una grande sfida per le PMI italiane, ma ciò che si è osservato, attraverso le analisi condotte per Esportare la dolce vita negli ultimi sei anni, è che molte ce l’hanno fatta vincendo forze contrarie che inizialmente sembravano insuperabili. In un’ottica di lungo termine alcuni nuovi mercati (si pensi alla Cina, ma non solo) costituiscono anche l’arena competitiva dove confrontarsi con i migliori concorrenti internazionali e i luoghi nei quali intercettare le tendenze che, anche solo per la forza della demografia, sono destinate a diventare globali.
Il rapporto è destinato al sistema associativo e quindi non è divulgabile al di fuori della cerchia degli associati, fatta eccezione per la stampa
Nella libreria del CSC, nella cartella Esportare la dolce vita 2015, trovate l'edizione italiana e l'edizione inglese del rapporto e le presentazioni del convegno. |
Export italiano in robusta espansioneIn marzo l’export italiano è aumentato, a prezzi costanti, dell’1,7% su febbraio. Nel primo trimestre 2015 è cresciuto dell’1,4% sul quarto 2014. Hanno accelerato, in particolare, le vendite extra-UE (+3,0% trimestrale), con il dispiegarsi degli effetti favorevoli dell’euro debole; marginale, invece, l’incremento di quelle intra-UE (+0,2%). Sono aumentate, inoltre, le esportazioni di beni strumentali (+3,9%) e intermedi (+2,1%), mentre si sono ridotte quelle di beni di consumo (-0,9%) ed energetici (-4,9%). In forte espansione le importazioni: +3,6% in marzo su febbraio e +4,0% nel primo trimestre sul quarto 2014. Segnale di una robusta ripresa della domanda interna. Le esportazioni italiane sono attese accelerare nel secondo trimestre, anche grazie al rafforzamento della domanda europea e all’esaurirsi dell’effetto negativo dello shock petrolifero su quella dei paesi esportatori di oil. Lo confermano gli indicatori qualitativi degli ordini esteri nel manifatturiero: in aprile, in territorio fortemente espansivo il PMI (a 56,6) e ai massimi da novembre 2013 i giudizi delle imprese (saldo a -10). |
Farmaceutica: all’Italia il primato della crescita dell’export, traino della produzioneL’Italia con 29 miliardi di fatturato e 63 mila addetti è il secondo produttore farmaceutico della UE. Una posizione che si conferma con investimenti in prodotti e tecnologie sempre più innovative, che hanno reso possibile la forte crescita dell’export (+50% dal 2010 al 2014) e la ripresa dell’occupazione nel 2014 (+1%). Risultati che derivano anche da politiche pubbliche più attente al settore e che ora devono consolidarsi per non mettere a rischio un fondamentale patrimonio industriale.
L’industria farmaceutica in Italia si caratterizza per un ampio numero di imprese e una solida base produttiva, resa competitiva da risorse umane molto qualificate, da moderne e positive relazioni industriali, da un indotto di eccellenza, da un’intensa attività innovativa. Ha una composizione unica in Europa, costituita per il 60% da imprese a capitale estero con una forte presenza industriale nel Paese e per il 40% da aziende a capitale italiano sempre più internazionalizzate. Valori, però, che sarebbe sbagliato dare per scontati. Specie in un contesto mondiale molto concorrenziale e in un settore ad alto tasso di internazionalizzazione, nel quale le scelte di localizzazione delle imprese a livello globale determinano la presenza industriale a livello nazionale. Per questo è fondamentale la competitività del sistema paese e delle aziende. Le quali, però, non possono sopportare ulteriori costi per il contenimento della spesa pubblica (già oggi superiori a 1,3 miliardi all’anno, il 10% del loro ricavo industria dalle vendite al SSN), per non sottrarre risorse che possono essere invece destinate agli investimenti. L’export è la variabile chiave per la crescita dell’industria farmaceutica in Italia, ma comprimere oltre misura la domanda nazionale può compromettere la tenuta del settore. Sia per le aziende a maggiore presenza sul mercato interno sia per quelle proiettate sui mercati internazionali, perché misure di taglio danneggiano la competitività generale del sistema. Le imprese del farmaco stanno dimostrando di voler continuare a investire in Italia. Il loro impegno deve poter contare su politiche stabili per favorire gli investimenti: porre la giusta attenzione al valore industriale della farmaceutica e riconoscerne l’innovazione possono far vincere all’Italia la competizione internazionale.
Nota CSC 15-9_Farmaceutica.pdfVisualizza dettagli |
Frena leggermente l’attività manifatturiera nell’Eurozona, ma tornano a salire i prezziContinua in aprile, per il ventiduesimo mese consecutivo, sebbene a ritmi leggermente più bassi, l’espansione dell’attività manifatturiera nell’Area euro, con il PMI a 52,0 (rispetto a 52,2 in marzo). La frenata è guidata da un marginale rallentamento in Germania (a 52,1 da 52,8) e da un peggioramento delle condizioni in Francia (a 48,0 da 48,8). Gli ordini esteri, comunque, continuano ad aumentare in quasi tutti i paesi (con l’eccezione di Francia e Grecia), favoriti dall’euro debole, e l’occupazione accelera al ritmo più rapido da agosto 2011 (a 51,9 da 51,6). Tornano a salire, per la prima volta da agosto 2014, i prezzi di vendita, segnalando un probabile miglioramento della domanda. E così l’inflazione al consumo nell’Eurozona, ferma a marzo sui livelli di un anno prima, dopo quattro mesi di variazioni negative, potrebbe tornare positiva già in aprile. |
Germania: sciopero dei conducenti di treno paralizza i trasporti per tutta la settimana
Uno sciopero di sei giorni e mezzo dei conducenti di treno (iniziato ieri pomeriggio per i treni merci ed esteso da oggi a domenica mattina ai treni passeggeri) potrebbe costare all'economia tedesca 500 milioni di euro, ovvero 0,1 punti percentuali di PIL nel secondo trimestre. Tra i settori più colpiti il chimico e il siderurgico (si stimano 200mila tonnellate di prodotti in acciaio trasportati su rotaia al giorno).
Lo sciopero è l'ottavo e il più lungo di una disputa tra il sindacato dei conducenti di treno (GDL) e la Deutsche Bahn, le ferrovie statali tedesche, centrata non tanto sugli aumenti salariali (5% la richiesta, 4,7% più una tantum di 1.000 euro l'offerta), quanto su un braccio di ferro relativo alla rappresentanza. La GDL rivendica il diritto a firmare un contratto separato per i conducenti di treno (in linea con l'orientamento giurisprudenziale prevalente da giugno 2010), opponendosi all'applicazione di un rinnovo unitario negoziato dal sindacato di settore maggioritario (EVG).
Un disegno di legge, la cui approvazione è attesa per il mese corrente, sta per reintrodurre in Germania il principio dell'estensione erga omnes dei contratti collettivi firmati dai sindacati più rappresentativi, istituzionalizzando la prassi che era prevalsa fino al 2010. La GDL, insieme ad altri sindacati minoritari, ha già minacciato di rivolgersi alla Corte Costituzionale se la legge dovesse essere approvata dal Parlamento.
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Il Giappone cresce più delle attese a inizio 2015 grazie all’accumulo di scorteIl PIL nipponico è cresciuto nel 1° trimestre 2015 al tasso annualizzato del 2,4% (stima preliminare), al di sopra delle attese (consensus +1,5%) e accelerando rispetto agli ultimi tre mesi del 2014 (+1,1%). Il dettaglio dei contributi alla crescita è meno entusiasmante: 2 punti percentuali derivano dall’aumento delle scorte, mentre solo 1,3 originano da consumi e investimenti; le esportazioni nette hanno sottratto invece 0,7 punti percentuali alla crescita dell’economia. Il venir meno del contributo delle scorte coinciderà con un rallentamento del ritmo di crescita nel secondo trimestre. La Borsa di Tokio ha reagito alla notizia toccando il picco da oltre quindici anni a 20.278 punti per poi chiudere appena al di sotto del massimo registrato il 23 aprile scorso. Lo yen si è indebolito ai minimi da un mese sul dollaro (121 yen per dollaro). La performance positiva del PIL rende meno probabile un nuovo intervento di stimolo da parte della Bank of Japan nella riunione di venerdì, ma, con un’inflazione prevista a fine anno ancora al di sotto dell’obiettivo del 2%, un ulteriore allentamento della politica monetaria è atteso arrivare nella seconda parte del 2015. |
Il PMI composito segnala un’accelerazione dell’attività in Italia; vola la Spagna
In aprile il PMI composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica nel manifatturiero e nel terziario) segnala una netta accelerazione dell’attività rispetto a marzo (53,9 da 52,4, valore più alto da dieci mesi), delineando un rafforzamento dell’espansione nel secondo trimestre rispetto al primo (51,6 il livello medio tra gennaio e marzo).
Al miglioramento del PMI manifatturiero si è associato il progresso dell’indice nel terziario, per il secondo mese consecutivo in area espansiva (53,1, top da giugno 2014). Tra le componenti, i nuovi affari segnalano l’aumento maggiore in dieci mesi, da due sopra la soglia neutrale di 50; sono stati, inoltre, rilevati incrementi occupazionali per il terzo mese di fila, al ritmo più rapido da fine 2007. Tali indicazioni mostrano il proseguimento di una dinamica positiva della domanda interna italiana, in linea con il significativo incremento delle vendite di auto in aprile (+2,5% su marzo).
Nell’Area euro, secondo il PMI composito, l’attività ha continuato a espandersi a un ritmo analogo a quello rilevato in marzo (53,9 da 54,0), quando l’indice aveva raggiunto il livello massimo da undici mesi. Tra le principali economie europee la Spagna ha registrato la dinamica più vivace (59,1), seguita dalla Germania (54,1); in Francia l’attività complessiva risulta in marginale recupero (50,6).
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In aprile temporanea riduzione dell’export extra-UE; continua la crescita dell’import
In aprile le esportazioni italiane extra-UE sono diminuite, in valore, del 2,0% su marzo (quando erano cresciute del 2,2% su febbraio), mentre le importazioni hanno continuato ad aumentare (+1,5%, dopo +5,6%). Il calo dell’export è dovuto soprattutto alla caduta delle vendite di beni strumentali (-6,8%), che avevano registrato una forte crescita nel 1° trimestre (+4,0% rispetto al 4° 2014). In riduzione anche le esportazioni di energia (-5,4%); in aumento, invece, quelle di beni di consumo (+2,6%) e intermedi (+1,0%). |