Centro Studi

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I conti pubblici 2014

Alessandro Fontana 100 Views

I dati diffusi ieri dall'ISTAT sui conti pubblici mostrano che i deficit pubblico nel 2014 è stato pari al 3,0% del PIL (dal 2,9% del 2013), quindi entro i paletti europei (in linea con le previsioni di dicembre scorso del CSC).

Rispetto al 201dowtext; border-left: windowtext"> 48,1               Saldo corrente 1.204 2.718     Indebitamento netto -47.455 -49.015     (In % del PIL) -2,9 -3,0     Saldo primario 30.487 25.942     (In % del PIL) 1,9 1,6     Pressione fiscale 43,4 43,5    

Prosegue il recupero dell’attività in febbraio: +0,2% su gennaio

Massimo Roda' 86 Views

  Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,2% in febbraio su gennaio, quando è stato stimato un aumento dello 0,2% su dicembre1.

  La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in febbraio dell’1,2% rispetto a febbraio del 2014; in gennaio si era avuto un progresso dello 0,3% sullo stesso mese dell’anno scorso.

 Gli ordini in volume hanno registrato in febbraio una crescita dello 0,6% sul mese precedente (+0,8% su febbraio 2014). In gennaio erano aumentati dello 0,5% su dicembre (-0,4% sui dodici mesi).

  Nel primo trimestre 2015 si ha una variazione acquisita della produzione industriale di +0,7%. Nel quarto 2014 si era avuto un calo dello 0,1% congiunturale.

  La fiducia nel manifatturiero (indagine ISTAT) delinea un miglioramento delle condizioni nel settore: in febbraio il saldo dei giudizi sui livelli di produzione è aumentato per il secondo mese consecutivo (-18 da -19); quello sugli ordini totali è salito ai massimi da luglio 2011 (-20 da -23), grazie soprattutto al significativo contributo della domanda interna; sono più positive anche le attese di ordini e produzione.

 

Occupazione in Italia: stabile in gennaio, come già in chiusura 2014, dopo il miglioramento nei primi tre quarti dell’anno

Francesca Mazzolari 84 Views

Gli ultimi dati ISTAT sul numero di persone occupate in Italia registrano in gennaio una sostanziale stabilità rispetto a dicembre (+11mila unità). Per i prossimi mesi ci si attende che le nuove norme sul contratto a tutele crescenti (in vigore da oggi), aggiungendosi all’impulso esercitato dagli sgravi contributivi validi da gennaio, sosterranno le assunzioni a tempo indeterminato.
Sulla base dei dati storici diffusi il 2 marzo 2015 e ricalcolati usando una ricostruzione aggiornata delle serie di popolazione, si rileva che l’occupazione è cresciuta nei primi tre trimestri del 2014 (+125mila unità da fine 2013) e rimasta stabile nell’ultimo quarto. Le serie storiche aggiornate, quindi, danno un quadro più roseo rispetto a quelle disponibili fino al mese scorso, che segnalavano per il 2014 solo una stabilizzazione degli occupati a livello nazionale.
La disaggregazione dei dati trimestrali per macroaree mostra che il miglioramento dell’occupazione nei primi tre quarti del 2014 si è registrato al Nord (+0,5% tra fine 2013 e fine 2014, +53mila unità) e al Centro (+1,4%, pari a +65mila unità), più rapidi a rispondere ai cambiamenti congiunturali. Al Sud, che tradizionalmente reagisce con ritardo al ciclo economico, l’occupazione è rimasta sostanzialmente piatta nel corso del 2014 (+0,1%, +4mila unità).
La disaggregazione per settore di attività indica che nel 2014 il numero di persone occupate è cresciuto nell’industria in senso stretto (+1,5%), anche nel quarto trimestre (+0,5% sul terzo), mentre nelle costruzioni il calo occupazionale non si è ancora esaurito, anzi si è accentuato a fine anno (-3,1% congiunturale, -6,2% sul quarto 2013). Nei servizi si è registrato un progressivo, seppur lento miglioramento lungo tutto il 2014 (+0,9 nel quarto trimestre rispetto a un anno prima).
Il tasso di disoccupazione è sceso in gennaio al 12,6%, dal 13,0% del quarto trimestre, tornando sui livelli di inizio 2014. A fronte del miglioramento dell’occupazione, la crescita del tasso di disoccupazione lo scorso anno è stata totalmente ascrivibile a una forza lavoro in espansione, segno di diffusione di una percezione di maggiore probabilità di trovare un lavoro.
Tasso di disoccupazione su livelli elevati ma in calo anche nella media dell’Eurozona (in gennaio all’11,2%, dall’11,4% nel quarto trimestre); ancora altissimo in Spagna (23,4%), seppur in progressiva riduzione dal picco di febbraio 2013 (26,3%); pressoché fermo in Francia (10,2%), ai minimi in Germania (4,7%). 

PMI manifatturiero: accelerazione in Italia e crescita stabile - ma su bassi ritmi - nell’Euroarea

Massimo Roda' 88 Views
In febbraio l’indicatore PMI del manifatturiero italiano è tornato in territorio espansivo (>50) per la prima volta dopo cinque mesi: l’indice complessivo è salito di due punti, a 51,9 (massimo da luglio 2014), ben al di sopra delle attese che puntavano a 50,2. Nella media gennaio-febbraio il livello è di 50,9 da 48,8 nel quarto trimestre 2014.
Tutte le componenti hanno mostrato significativi progressi: l’indice della produzione è salito di 2,9 punti (a 54,1, massimo da otto mesi), per il secondo mese in area di espansione; per la prima volta da ottobre scorso i nuovi ordini segnalano un incremento (51,2 da 47,8), che è stato sostenuto da entrambe le componenti, con quella estera in forte accelerazione rispetto al mese scorso (+2,3 punti, a 55,2); secondo i responsabili degli acquisti, tale dinamica è spiegata dalla  minore forza dell’euro e dalla più robusta domanda proveniente dal resto d’Europa. Sono migliorate anche le valutazioni relative al mercato del lavoro.
La dinamica tracciata dal PMI manifatturiero per l’Italia è in linea con le stime CSC di un recupero della produzione industriale a inizio d’anno e conferma la svolta positiva del ciclo nel primo trimestre.
Nel complesso dell’Euroarea il PMI manifatturiero è rimasto stabile rispetto a gennaio (51,0), un livello coerente con una dinamica fiacca ma positiva dell’attività nel trimestre invernale. Invariato anche il ritmo di crescita della produzione, mentre si è avuta una modesta accelerazione degli ordini totali, guidata da quelli esteri. 
Diversa la dinamica tra le principali economie europee. In Germania il PMI manifatturiero è migliorato di 0,2 punti (a 51,1), con debole incremento della produzione, sostenuto dal progresso degli ordini totali (specie quelli esteri). In Francia sono tornate a peggiorare le condizioni nel settore: il PMI manifatturiero è sceso a 47,6 (-1,6 punti da gennaio) e si è accentuata la contrazione di produzione e nuovi ordini totali.