In novembre l’indice ZEW di fiducia delle imprese tedesche aumenta per la prima volta nell’anno (+15,1 punti su ottobre), grazie a una valutazione più favorevole delle prospettive nell’Eurozona. In particolare, migliorano le aspettative nei settori dell’ingegneria meccanica, dell’automotive e dell’elettronica.
Questo recupero di fiducia contrasta con le valutazioni pessimistiche diffuse ieri dalla Bundesbank, la Banca centrale tedesca, secondo la quale la fase di stagnazione della Germania dovrebbe proseguire almeno fino alla fine del 2014, mentre nel corso del 2015 si osserverebbero gli effetti positivi della svalutazione dell'euro e della riduzione del prezzo del petrolio.
D'altra parte, nel corso degli ultimi trimestri l'evoluzione dell'economia ha sorpreso gli analisti, smentendo le previsioni di consolidamento della ripresa. Ora la sorpresa potrebbe essere di segno opposto, con un anticipo dei tempi della ripartenza.
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La produzione nelle costruzioni è calata del 5,4% in settembre su agosto, compensando quasi per intero il rimbalzo congiunturale registrato nel mese precedente (+5,8% in agosto grazie alla riapertura di molti cantieri rimasti chiusi in luglio per le avverse condizioni meteorologiche).
Nel terzo trimestre l’attività è diminuita dell’1,7% sul secondo, quando era arretrata dell’1,3% sul primo. Si tratta del quarto calo trimestrale consecutivo (-8,7% cumulato). Rispetto al primo 2008, picco pre-crisi, la produzione nelle costruzioni è scesa del 44,3%.
Il quarto trimestre 2014 eredita dal terzo una variazione di -1,8%.
L’indagine sulla fiducia rilevata dall’ISTAT presso le imprese di costruzioni segnala un marginale miglioramento in ottobre ma non lascia intravedere un’inversione di tendenza nei mesi invernali: l’indice generale è aumentato di due punti (a 77,5, risalendo poco sopra i livelli di luglio) e la durata del lavoro assicurato è rimasta stabile a 10,2 mesi come in primavera (8,9 all’inizio dell’anno); sono però peggiorati i giudizi sugli ordini e i piani di costruzione.
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Le esportazioni italiane a prezzi costanti sono aumentate dell’1,7% in settembre su agosto e le importazioni dell’1,6%. Le vendite extra-UE sono cresciute del 4,1%, più che compensando una riduzione di quelle intra-UE (-0,6%).
Nel terzo trimestre le esportazioni italiane sono diminuite dello 0,4% rispetto al secondo. In particolare si sono ridotte le vendite intra-UE (-1,1%) nonostante una dinamica positiva della domanda potenziale, mentre quelle extra-UE sono aumentate dello 0,4%.
In peggioramento le prospettive per il quarto trimestre 2014: in ottobre la componente ordini esteri del PMI manifatturiero italiano è scesa a 50,3 (da 54,1 in settembre), a fronte di una crescita della domanda statunitense e di una debolezza di quella europea, tedesca in particolare.
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Il PIL nipponico si è contratto nel 3° trimestre al tasso annualizzato dell’1,6% (stima preliminare), deludendo di molto le attese per un ritorno alla crescita (+2,1%) dopo la contrazione nel trimestre precedente (-7,3%, rivisto al ribasso da -7,1%). Ciò sancisce il ritorno dell’economia in recessione e conferma che l’aumento dell’IVA dal 5% all’8% scattato in aprile ha avuto conseguenze su consumi e investimenti più durature di quanto si attendesse il governo.
La borsa di Tokio ha reagito alla notizia con un calo del 3% e lo yen ha toccato nuovi minimi contro il dollaro.
La deludente performance dei conti nazionali rende certo il rinvio di almeno un anno del secondo aumento dell’IVA al 10%, che era previsto a ottobre 2015 nell’ambito delle misure per il contenimento dell’alto deficit pubblico (7,6% del PIL nel 2013). Il premier Abe dovrebbe annunciare a giorni lo scioglimento della Camera bassa e la convocazione di elezioni anticipate per il 14 dicembre al fine di ottenere un rinnovato mandato al proseguimento delle sue politiche di rilancio dell'economia. È probabile che, in caso di vittoria elettorale, vengano proposti ulteriori stimoli di bilancio a sostegno della domanda interna, mentre non è escluso un nuovo intervento nel prossimo futuro da parte della Banca centrale, che ha varato un massiccio allentamento monetario appena il 31 ottobre scorso.
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Il PIL italiano è diminuito dello 0,1% nel terzo trimestre sul secondo, quando era calato dello 0,2% sul primo (rivisto leggermente al ribasso da -0,18% a -0,23%). Il secondo calo trimestrale consecutivo riporta tecnicamente in recessione l’economia italiana. L’acquisito per il 2014 è di -0,33%, cui va aggiunta la perdita dovuta a due giornate lavorative in meno.
La variazione comunicata dall’ISTAT è in linea con quella prevista dal CSC a settembre (-0,15%) e migliore del -0,2% stimabile sulla base delle informazioni qualitative e quantitative disponibili per il terzo trimestre.
Il calo è dovuto alla contrazione dell'attività in agricoltura e industria, mentre nei servizi c'è stato un aumento di attività. La domanda totale interna è scesa, mentre quella netta estera è aumentata.
Le informazioni congiunturali disponibili per il quarto trimestre, ancora assai scarse, sono coerenti con una stabilizzazione dell'attività nell’industria e nei servizi:
1. l’attività industriale, secondo l’Indagine rapida CSC, è aumentata dello 0,4% congiunturale in ottobre e l’acquisito per il trimestre in corso è di -0,1%; sono meno negative, rispetto ai mesi scorsi, le valutazioni degli imprenditori manifatturieri su produzione e ordini;
2. Il PMI dei servizi è salito di due punti, attestandosi in ottobre a 50,8 (da 48,8 in settembre, 50,5 nel terzo trimestre), ritornando dopo due mesi al di sopra della soglia di 50 - che separa l’area di contrazione da quella di espansione - e su livelli superiori alle attese (49,6).
3. Le immatricolazioni di auto sono aumentate del 5,7% in ottobre su settembre e l’acquisito per il trimestre è di +3,2%.
In base a queste informazioni, il modello trimestrale di previsione del CSC indica per i mesi autunnali una variazione nulla del PIL.
Tenuto conto del diverso numero di giorni lavorativi (due in meno nel 2014 rispetto al 2013 che incidono per -0,07 punti) la variazione annua attesa per il 2014 si conferma di -0,4% sul 2013.
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L’indicatore anticipatore dell’OCSE preannuncia per i prossimi due-tre trimestri una sostanziale stabilizzazione della crescita economica nel complesso dei paesi avanzati, anche se con una perdita di slancio (-0,03% su agosto -0,06% cumulato in cinque mesi).
Le dinamiche tracciate dall’indicatore per i principali paesi risultano divergenti: consolidamento della crescita in USA, Canada e BRIC (con l’India che accelera) e forte frenata in Giappone (-0,15% in settembre, -1,53% in un anno) e Regno Unito; deterioramento del contesto economico nell’Euroarea (-0,06% sul mese precedente) specie a causa del peggioramento in Germania, dove il calo dell’anticipatore è iniziato a marzo ed è il più profondo tra i paesi europei (-0,28% su agosto, -1,48% cumulato in sette mesi); in Francia, dove l’indice è migliorato per il terzo mese di fila (+0,09% cumulato), si preannuncia una fase di stabilizzazione.
In Italia l’anticipatore è diminuito per il secondo mese consecutivo: -0,03% in settembre, stessa variazione di agosto (+1,21% su settembre 2013), dopo un recupero che era iniziato nell’ottobre del 2012. Nei mesi estivi l’indice è salito dello 0,03% sul secondo trimestre (dal +0,39% sul primo), in marcato rallentamento dai trimestri precedenti (aveva registrato la massima espansione - +0,69% - nel terzo 2013). Questa dinamica suggerisce arretramento del PIL fino alla primavera 2015, in assenza di adeguate misure di politica economica.
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Il mercato delle case è rimasto fermo nel terzo trimestre del 2014, secondo il sondaggio congiunturale della Banca d’Italia. Sia i tempi di vendita sia lo sconto accordato rispetto al prezzo richiesto sono aumentati leggermente, raggiungendo i valori massimi dall’inizio dell’indagine (fine 2008).
È rimasto fortemente negativo il saldo dei giudizi sulla variazione dei prezzi, seppure in leggero aumento dall’inizio del 2014. Peggiorano, invece, le attese per il trimestre successivo, che avevano registrato un miglioramento più marcato a inizio anno.
Indicazioni di prezzi in calo, quindi, anche nella seconda metà del 2014. Nel secondo trimestre, peraltro, le quotazioni immobiliari risultavano ancora del 2,2% sopra la media di lungo periodo (in rapporto al reddito disponibile pro-capite, che misura la capacità di spesa delle famiglie).
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L’aumento degli occupati non agricoli negli USA (+214mila, dopo il +256mila di settembre, rivisto al rialzo assieme ad agosto per complessive 31mila unità) è solido e in linea con la media degli ultimi 12 mesi (+222mila), anche se leggermente inferiore alle attese (+235mila). Continua a scendere il tasso di disoccupazione, che torna ai livelli di luglio 2008 (a 5,8% della forza lavoro, da 5,9%), nonostante l’aumento delle persone che sono sul mercato del lavoro (tanto che il tasso di partecipazione è salito a 62,8%, da 62,7%, che era però il livello minimo dal 1978). Invariato il ritmo di crescita dei salari orari: +2,0% su base annua.
L’andamento dell’occupazione conferma che la crescita dell'economia americana rimane forte all'inizio del quarto trimestre, dopo il sostenuto incremento del PIL nel terzo trimestre (+3,5% annualizzato, da +4,6% nel secondo e -2,1% nel primo). Gli elevati livelli registrati a ottobre dagli indici di attività ISM sia nel manifatturiero (a 59,0, stesso livello che in agosto, massimo da febbraio 2011, con accelerazione dell'afflusso di ordini), sia nei servizi (57,1 da 58,6, con buon afflusso di ordine) fanno, infatti, prevedere un’ulteriore forte espansione dell’economia anche negli ultimi mesi dell’anno.
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Il CSC stima un incremento della produzione industriale dello 0,4% in ottobre su settembre quando c’è stato un calo dello 0,9% su agosto, comunicato oggi dall’ISTAT.
Nel terzo trimestre del 2014 la produzione è diminuita dell’1,1% sul precedente, in ulteriore peggioramento dal -0,5% che si era registrato nel secondo trimestre e al -0,1% nel primo. Con la stima CSC di ottobre, si ha nel quarto una variazione congiunturale acquisita di -0,1% (-0,5% ereditato dal terzo).
Questa dinamica è coerente con calo del PIL dello 0,2% nei mesi estivi (-0,4% la variazione acquisita per il 2014).
Gli indicatori qualitativi forniscono informazioni non uniformi sull’andamento dell’attività nei mesi autunnali. Da un lato, l’indagine PMI Markit segnala che in ottobre sono diminuiti gli ordini ricevuti dalle imprese industriali: la relativa componente del PMI manifatturiero per l’Italia si è attestata al di sotto della soglia neutrale di 50 per la prima volta da aprile 2013 (47,1 da 50,2), riflettendo soprattutto la riduzione della domanda interna. Dall’altro lato, indicazioni meno negative vengono dall’indagine ISTAT sulla fiducia presso le imprese manifatturiere, che anticipa per il quarto trimestre una sostanziale stabilizzazione dell’attività.
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Invariato lo stock di prestiti alle imprese italiane a settembre, dopo il -0,3% in agosto (dati destagionalizzati dal CSC). Al netto dei rimborsi di prestiti effettuati grazie al pagamento dei debiti commerciali scaduti della PA (2,6 miliardi a settembre), la variazione è +0,1%. Si conferma lo scenario di progressiva stabilizzazione del credito, già emerso negli ultimi mesi.
Dall’inizio di quest’anno la riduzione dei prestiti è stata nel complesso più attenuata rispetto al biennio 2012-2013: -0,2% al mese in media e -0,1% al netto dell'effetto del pagamento dei debiti PA, contro -0,4%. Il calo registrato nei primi nove mesi del 2014 è pari al -1,5% rispetto a fine 2013, ma gran parte di questo (1,3 punti) era stata registrata già nei primi cinque mesi.
Non si vedono ancora, però, segnali di inversione di rotta. Le condizioni di offerta sono rimaste molto strette nel 3° trimestre 2014, dopo il timido allentamento nel 2°. Le indicazioni sulla domanda sono di nuovo di calo, dopo la stabilizzazione nella prima metà dell’anno (Indagine Banca d’Italia). Se la trasparenza sui bilanci bancari prodotta dalle analisi BCE-EBA di fine ottobre si tradurrà in più fiducia nel sistema creditizio, si aprirà la strada a una graduale ripartenza dei prestiti nei prossimi mesi.
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