La stima flash per il PIL del primo trimestre è decisamente più negativa di quanto gli stessi dati comunicati finora dall'ISTAT lasciavano intravedere. Sulla base di questi ultimi, infatti, si sarebbe dovuto realizzare un +0,13%, mentre è uscito un -0,12%.
Questo deludente avvio d'anno, assieme al dato molto basso con sui si è chiuso il 2013 (+0,06% sul trimestre precedente), pregiudica la variazione media del 2014. Già in Congiuntura Flash di marzo il CSC aveva concluso che: Tutto ciò mette a rischio le previsioni di un incremento del PIL superiore allo 0,5% nel 2014.
Utilizzando i nuovi numeri, e mantenendo il profilo di un +0,2% a trimestre nel resto dell'anno, la variazione del PIL medio del 2014 risulta di appena lo 0,1%.
Ciò rende ancora più urgenti le misure di rilancio della crescita che facciano perno sulla maggiore competitività e sul rilancio degli investimenti.
Ciò detto, l'evidenza di molti indicatori (per esempio; vendite di auto, aumento dell'occupazione, balzo della fiducia delle famiglie e delle imprese che operano nel commercio al dettaglio, indici PMI, ordini interni per i produttori di macchinari, fine della caduta del credito alle imprese) continuano a far ritenere che la tendenza sia di miglioramento, seppure lento e fragile.
Continuano a ostacolare l'economia italiana la perdita di competitività accumulata in passato, che i meccanismi dell'Eurozona impongono di recuperare via deflazione interna (senza un simmetrico aumento dei prezzi in Germania) e il divario di costo e di disponibilità di credito rispetto ai paesi core.