Facendo seguito alla voce di blog del 25 ottobre u.s. (in calce), si trasmette in allegato una versione aggiornata del documento confederale sul Biossido di Titanio, che, rispetto alla prima versione, illustra gli impatti della potenziale classificazione come cancerogeno sui seguenti settori:
Inoltre, è stato integrato il paragrafo che riguarda gli impatti sui settori ceramico e plastico.
Il documento è stato trasmesso alle autorità competenti, vi terremo informati in merito agli eventuali sviluppi.
Il 31 maggio scorso l'ECHA ha aperto una internet consultation sulla proposta di classificazione armonizzata del Biossido di Titanio (TiO2) come Carc. 1B, H350i.
La sostanza, che attualmente non è compresa nell'allegato VI del CLP, è un pigmento e un agente opacizzante, tra le cui proprietà segnaliamo la resistenza agli attacchi chimici, la stabilità termica, la resistenza alla degradazione UV e il potenziale di fotocatalisi.
E’ molto usato sia in ambienti industriali che professionali ed incluso in numerosi prodotti e articoli tra cui: pitture, vernici, inchiostri, rivestimenti, plastiche, gomme, carte, intonaci, adesivi, tessuti, vetro, ceramica, componenti elettronici, catalizzatori, rivestimenti per pavimenti, granuli di copertura, additivi alimentari (E 171), prodotti farmaceutici, cosmetici, impronte dentali, etc.
Gli usi di TiO2 dipendono dalle sue proprietà, che sono determinate dalla cristallinità, dalla dimensione, dalla forma e dalla chimica di superficie della particella TiO2.
A causa del vasto uso di tale sostanza, numerose Associazioni europee e nazionali hanno risposto alla consultazione inviando dati contrastanti la classificazione come cancerogeno 1B (H350) che, se confermata, comporterebbe grossi problemi a molti settori, sia per quanto riguarda la gestione, sia perché ne sarebbero vietati molti usi.
Alla luce di quanto sopra, trasmettiamo in allegato un documento che riporta, per ciascun settore interessato, una breve indicazione degli usi della sostanza, dell'impatto che avrebbe la riclassificazione come cancerogeno e dell'assenza - nella maggior parte dei casi - di sostanze alternative.
Vista la trasversalità della tematica, e il potenziale impatto su più settori, abbiamo ritenuto opportuno intervenire come Confindustria, trasmettendo alle autorità competenti gli elementi utili per condurre un dibattito il più possibile informato in sede europea.