La Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nella persona di Edo Ronchi, ha invitato Confindustria a collaborare a un Rapporto che la Fondazione vorrebbe produrre sui vent’anni della riforma dei rifiuti del Dlgs 22/97, anche in vista dell'approvazione definitiva delle direttive rifiuti nell'ambito del pacchetto economia circolare.
La Fondazione ci fa sapere che il documento, che raccoglierà i commenti di una ventina di esperti in materia, sarà presentato in un convegno pubblico di carattere istituzionale nel prossimo mese di febbraio.
Più in dettaglio, "il Rapporto ruoterà attorno a seguenti 5 temi centrali della riforma realizzata col Dlgs 22/97:
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il superamento degli interventi ambientali parziali, settoriali e stratificati con l’adozione di un modello legislativo ed innovativo in materia ambientale: un modello di “legge-quadro ambientale”
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il passaggio dallo smaltimento dei rifiuti a un sistema di “gestione integrata di una risorsa”: gestione organizzata secondo una precisa gerarchia che mette in primo piano la prevenzione, assegna centralità al riciclo di materia e punta a regolare meglio il recupero di energia e a minimizzare e rendere residuale lo smaltimento finale dei rifiuti.
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il cambiamento da una gestione sostanzialmente comunale dei rifiuti urbani ai “piani di gestione dei rifiuti” a livello regionale, sentite le province e i comuni che devono programmare e poi far realizzare il complesso degli impianti necessari alla gestione dei rifiuti urbani, articolati per la gestione in ambiti territoriali ottimali, a livello di norma provinciale, salvo diversa disposizione regionale.
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il cambiamento della gestione dei rifiuti d’imballaggi con l’introduzione del modello italiano del sistema CONAI-Consorzi di filiera
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l’introduzione delle procedure semplificate"
I contributi richiesti sono diversi a seconda dell'interlocutore. A Confindustria viene chiesto di esprimere valutazioni sui seguenti temi:
“Il D.lgs 22/97 interviene dopo la reiterazione – senza mai arrivare alla conversione in legge – per 17 volte di un decreto per il recupero dei rifiuti speciali non pericolosi che porterà ad una famosa sentenza della Corte Costituzionale che modificherà le modalità di decretazione. In genere il tema dei tempi lunghi, dei costi e delle incertezze delle autorizzazioni ambientali occupa da anni il dibattito nelle istituzioni e fuori da esse.
Il D.lgs. 22/97 introduce nel nostro ordinamento una procedura basata su un termine perentorio (90 giorni) all’Amministrazione titolare dell’autorizzazione (la Provincia, allora), entro il quale deve pronunciarsi, decorso il quale, purché siano rispettate precise e dettagliate prescrizioni, l’attività può iniziare. Le norme attuative di queste procedure semplificate sono rimaste in vigore fino ad oggi (DM 5 febbraio 1998 e DM 12 giugno 2002). Che esiti hanno prodotto?
Nel riciclo dei rifiuti speciali l’Italia ha raggiunto un livello di eccellenza (davanti alla Germania). Il modello procedure semplificate può essere esteso e a che condizioni all’End of waste?“.
I contributi sono richiesti entro il 20 dicembre, per questo motivo vi chiediamo cortesemente di inviare ad [email protected] vostre valutazioni entro lunedì 12 dicembre, in modo da permetterci di coordinare i contributi ricevuti e fornire riscontro in tempo utile.
Grazie in anticipo per la collaborazione.