A novembre 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 102,2, con una variazione di -0,2 rispetto al mese di ottobre.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A novembre 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 102,2.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,02191024.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A ottobre 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 102,4, con una variazione nulla rispetto al mese di settembre.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A ottobre 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 102,4.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,02214392.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A settembre 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 102,4, con una variazione di -0,5 rispetto al mese di agosto.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A settembre 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 102,4.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,02089392.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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Ad agosto 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 102,9, con una variazione di +0,4 rispetto al mese di luglio.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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Ad agosto 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 102,9.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,02335312.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A luglio 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 102,5, con una variazione di +0,3 rispetto al mese di giugno.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A luglio 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 102,5.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01913576.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A giugno 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 102,2, con una variazione di +0,2 rispetto al mese di maggio.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A giugno 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 102,2.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01566024.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A maggio 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 102,0, con una variazione di +0,3 rispetto al mese di aprile.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A maggio 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 102,0.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01292656.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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Ad aprile 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,7, con una variazione nulla rispetto al mese di marzo.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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Ad aprile 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,7.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00945104.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A marzo 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,7, con una variazione di +0,2 rispetto al mese di febbraio.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A marzo 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,7.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00820104.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A febbraio 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,5, con variazione nulla rispetto al mese di gennaio.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A febbraio 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,5.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00546736.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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MentInsieme cambia nome! Nella riunione annuale 2018, la decima dall'inizio della sua storia, la comunità che riunisce gli uffici studi del Sistema Confindustria ha scelto tramite brainstorming di chiamarsi ConfIdea. La comunità cambia nome ma non identità. Si consolida lo spirito di gruppo, la voglia di fare rete, la condivisione delle professionalità, il desiderio di conoscere per anticipare, il piacere di lavorare insieme. Confronto e confidenza gli ingredienti per trasfromare conf-fusione in conf-unione!

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A gennaio i prestiti alle imprese italiane sono aumentati dell’1,9% annuo (da +0,2% in dicembre), secondo i dati corretti per tener conto di cartolarizzazioni e altri crediti cancellati dai bilanci bancari.
Lo stock di sofferenze bancarie lorde si è ridotto di poco, a 116 miliardi di euro a gennaio (da 117 a dicembre), proseguendo il trend di lento decumulo (era a 145 miliardi a inizio 2017).
Il costo del credito per le imprese italiane resta ai minimi: 1,5% in media sui nuovi prestiti a gennaio, valore invariato da settembre.
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Prosegue a passo robusto la crescita dell’economia italiana a inizio 2018. Secondo l’indicatore PMI composito (Markit), il ritmo di espansione dell’attività nella media del primo bimestre, nonostante un rallentamento in febbraio, è il più elevato da prima della crisi e coerente con una crescita del PIL italiano nei mesi invernali superiore al +0,3% del quarto trimestre 2017.
In febbraio, in particolare, l’indice PMI composito (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) è sceso a 56,0, in calo di 3,0 punti dal picco di gennaio (massimo dal 2007). Il valore dell’indice nella media del primo bimestre (57,5) è comunque superiore di 2,0 punti rispetto a quello registrato nel quarto trimestre 2017 ed è il più alto dall’estate del 2007.
Il dettaglio settoriale indica in febbraio un rallentamento della crescita di produzione, ordini ed esportazioni nell’industria. Anche nei servizi l’attività è risultata in più lenta (ma robusta) espansione, sorprendendo al ribasso le attese dei mercati: l’indice PMI terziario è sceso a 55,0 (da 57,7 in gennaio, massimo da oltre dieci anni; le attese puntavano a 57,3); i nuovi ordini sono giudicati in crescita grazie soprattutto alla domanda interna; indicazioni positive anche per l’occupazione che risulta avanzare a un ritmo in linea con quello rilevato in gennaio.
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A gennaio 2018 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,5, con una variazione di +0,4 rispetto al mese di dicembre 2017.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A gennaio 2018 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,5.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2017, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00421736.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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A febbraio l’indice PMI Markit composito, che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario, si è attestato nell’Eurozona a 57.5 (stima flash) in calo di 1,3 punti rispetto a gennaio, quando aveva raggiunto il livello più alto in 12 anni. Nella media dei primi due mesi il livello dell’indice continua a essere elevato (58,2) e superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre del 2017 (57,2), Tale valore è coerente con una crescita del PIL a inizio 2018 compresa nel range 0,6%-0,8% (dopo + 0,6% nel quarto 2017).
Tra i settori, nel primo bimestre del 2018 l’attività ha accelerato nettamente nel terziario (indice a 57,4 da 55,9 del quarto), mentre ha lievemente decelerato nel manifatturiero (indice a 59,1 da 59,7) dove, però, è rimasta vicina ai livelli record raggiunti nel 2011 e ampiamente in territorio espansivo.
Tra i paesi, l’indice composito ha segnalato a febbraio un rallentamento dell’attività economica sia in Germania (a 57,4 da 59,0 di gennaio) sia in Francia (a 57,8 da 59,6), pur restando nella media del primo bimestre intorno ai massimi toccati sette anni fa.
Sul fronte della domanda, le indicazioni derivanti dalle stime flash sulla fiducia dei consumatori dell’area Euro sono, nel complesso, ancora positive: nel bimestre il livello dell’indice è in linea con quanto registrato a fine 2017, nonostante in febbraio il saldo si sia attestato a +0,1, in calo di 1,3 punti rispetto al picco pluriennale raggiunto a gennaio (record dal 2000).
Il CSC
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Il PIL italiano è aumentato dello 0,3% congiunturale nel quarto trimestre del 2017 (dopo +0,4% nel terzo) e dell’1,6% sullo stesso periodo del 2016 (stime preliminari ISTAT). Tale andamento è inferiore di un decimo di punto alle stime CSC di dicembre e alle attese di consenso. Nel 2017 il PIL è aumentato dell’1,4% (dati grezzi; +1,5% al netto del diverso numero di giornate lavorative), in accelerazione dal +0,9% del 2016. Il 2018 eredita una variazione acquisita di +0,5% (verso +0,6% atteso).
Il recupero del PIL italiano procede ininterrottamente dal secondo trimestre del 2014; fino al quarto 2017 ha accumulato un incremento del 4,2% (+0,29% medio trimestrale), che ha portato a -5,7% il gap rispetto al picco pre-crisi (primo trimestre 2008).
Nel quarto trimestre 2017 è stato positivo il contributo sia della domanda interna (sostenuta soprattutto dagli investimenti) sia di quella estera netta. Tra i settori si è avuto un calo solo nell’agricoltura, più che compensato dai progressi nei servizi e nell’industria. Gli indicatori congiunturali disponibili per il primo trimestre 2018 (fiducia e, soprattutto, PMI) sono molto positivi, coerenti con una crescita del PIL a inizio anno che potrebbe essere superiore al +0,35% previsto dal CSC a dicembre.
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In gennaio l’indice PMI Markit composito (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala un’accelerazione dell’attività nell’Eurozona a un ritmo record in 12 anni: a 58,8 da 58,1 in dicembre (con un lieve ritocco all’insù rispetto alla stima flash di 58,6). Il livello dell’indice è superiore a quello registrato in media nell’ultimo trimestre del 2017 (57,2).
Tra i paesi, si posiziona al primo posto per intensità di crescita la Francia (indice a 59,6, livello più alto da giugno 2011), seguita dalla Germania (59,0, massimo da maggio 2011) e dall’Italia (59,0, record da luglio 2006). A livello settoriale, l’attività accelera nel terziario (indice a 58,0, da 55,9 nel quarto trimestre, con una leggera revisione al rialzo rispetto alla stima flash di 57,6) e cresce a ritmi quasi record nel manifatturiero (a 59,6 da 59,7 nel quarto trimestre).
Anche l’indice di sentiment economico elaborato dalla Commissione Europea (ESI) si è attestato a gennaio su livelli record da ottobre 2000 (a 114,7 da 114,3 nel quarto trimestre), grazie al miglioramento dell’ottimismo dei consumatori (+1,5 punti il saldo delle risposte) e delle imprese nei settori delle costruzioni (+2,8 punti) e dell’industria (+0,5). In particolare, l’indice di fiducia delle imprese industriali ha raggiunto il livello record dal 1985 (saldo delle risposte a +8,8 punti), grazie a migliori valutazioni sul livello degli ordini (+1,4 punti rispetto al quarto trimestre) e da aspettative più rosee circa la dinamica della produzione (+0,4 punti).
Il CSC
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Nel quarto trimestre 2017 le esportazioni italiane extra-UE hanno registrato un robusto +4,1%, in valore, sul terzo, nonostante una correzione all’ingiù in dicembre (-1,8% mensile, dopo +6,7%). Nell’intero 2017 sono aumentate dell’8,2% sul 2016 (quando erano diminuite dell’1,3%).
L’export extra-UE è in espansione in tutti i principali comparti: nell’ultimo trimestre 2017 hanno registrato +7,7% i beni di consumo (trainati da quelli non durevoli), +2,9% quelli strumentali e +1,8% i semilavorati. Tra i mercati di destinazione, in dicembre l’espansione delle vendite italiane ha accelerato negli Stati Uniti ed è proseguita a ritmi elevati in Cina, Giappone e India; ancora in forte flessione, invece, l’export nei paesi OPEC.
In prospettiva, le esportazioni italiane continueranno a beneficiare dell’accelerazione della domanda mondiale. Ottimi segnali vengono anche dagli indicatori qualitativi sugli ordini manifatturieri esteri in dicembre (PMI Markit e giudizi delle imprese ISTAT) e dalle attese sulla domanda estera per i prodotti italiani nel primo trimestre dell’anno in corso (Sole 24 Ore-Banca d’Italia).
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A dicembre 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,1, con una variazione di +0,3 rispetto al mese di novembre.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A dicembre 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,1.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,02098205.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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I dati qualitativi raccolti presso le maggiori banche indicano una (marginale) restrizione dei criteri per l’erogazione di credito alle imprese italiane nel quarto trimestre 2017. Per quanto modesta, tale stretta interrompe il lento e graduale allentamento che era in atto dalla metà del 2014 (indagine Banca d’Italia).
Secondo tali dati qualitativi, la domanda di credito da parte delle imprese ha registrato, invece, un balzo nel quarto trimestre dello scorso anno, facendo seguito ai progressi già visti nei due trimestri precedenti. In particolare, è in forte crescita la richiesta di credito per finanziare investimenti fissi, a un ritmo maggiore di quella per scorte e capitale circolante.
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In novembre le esportazioni italiane sono aumentate, a prezzi costanti, dell’1,9% su ottobre (stime CSC). La crescita acquisita dell’export nel quarto trimestre 2017 è del 2,4% sul terzo; nell’intero anno è pari al 6,2% sul 2016.
In particolare, nel quarto trimestre le vendite italiane hanno accelerato sia nei paesi dell’Area euro (+0,8% acquisito sul terzo, quando avevano registrato +0,3%) sia, soprattutto, nei paesi extra-area (+3,5%, dopo +1,9%). Sono in espansione tutti i principali comparti: i beni strumentali, ad alti ritmi (+4,1% nel quarto trimestre), i beni di consumo (+1,2%) e i semilavorati (+1,0%).
Le prospettive per l’inizio del 2018 sono molto positive, grazie all’accelerazione della domanda globale, con il traino di manifatturiero e investimenti. Ottimi segnali sono confermati dagli indicatori qualitativi sugli ordini esteri nel manifatturiero italiano in dicembre (PMI Markit e giudizi delle imprese ISTAT) e sulla domanda attesa per i prodotti italiani nel primo trimestre dell’anno in corso (Banca d’Italia-Il Sole 24Ore).
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Sulla base dei dati diffusi oggi dall’Eurostat, in novembre la produzione industriale nell'Area euro è cresciuta dell'1,0% su ottobre e del 3,2% su base annuale.
A livello settoriale, l’espansione è stata corale, con ritmi particolarmente sostenuti nei due comparti più importanti: +3,0% su ottobre i beni strumentali (29% il peso relativo sull’indice complessivo) e +1,1% i prodotti intermedi (34% il peso), mentre i beni di consumo sono cresciuti dello 0,3% (22%) e quelli energetici sono rimasti invariati (15%). A livello paese, la produzione è aumentata in Germania (+3,6% congiunturale) e Spagna (+1,0%), mentre è calata in Francia (-0,5%) e nei Paesi Bassi (-1,0%).
L’espansione è prevista proseguire a ritmi sostenuti anche nei prossimi mesi, sulla base dell'ottimismo espresso dalle imprese industriali intervistate dalla Commissione Europea: la produzione è attesa in ulteriore aumento (saldo delle risposte a 20 nell’ultimo trimestre 2017 da 18 nel terzo), anche grazie al miglioramento delle aspettative circa la domanda estera (saldo a 17 da 16).
Il CSC
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Lo stock di prestiti alle imprese italiane è cresciuto dello 0,3% annuo a novembre, tenendo conto di cartolarizzazioni e altre cancellazioni dai bilanci bancari (-0,5% in ottobre).
Le sofferenze bancarie sono scese di poco, a 121 miliardi (da 122 in ottobre). Al netto dei fondi rettificativi (e relativamente ai prestiti a imprese, famiglie e altri settori) sono ferme a 66 miliardi.
Il tasso di interesse pagato dalle imprese, in media, sui nuovi prestiti è stabile ai minimi: 1,5% a novembre (2,0% per quelle di minori dimensioni, 1,0% per le maggiori).
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Nell’Eurozona l’indice sintetico del sentiment economico di imprese e consumatori (ESI) si è ulteriormente rafforzato in dicembre (+1,4 punti su novembre), attestandosi a 116,0, il valore più elevato da ottobre 2000. Il livello medio dell’indice nell’ultimo trimestre del 2017 è coerente con un ritmo di crescita del PIL vicino all’1,0% sul terzo trimestre, quando ha registrato +0,6% sul secondo.
L’aumento dell’ottimismo in dicembre è stato corale tra i settori; l’apporto maggiore è venuto dai servizi (saldo dei giudizi +2,0 punti su novembre), seguiti dal commercio al dettaglio (+1,9 punti), dalle costruzioni (+1,2) e dall’industria (+1,0). Dal lato della domanda, la fiducia dei consumatori ha registrato un ulteriore balzo in avanti e il saldo delle risposte è tornato a essere positivo per la prima volta da gennaio 2001 (a +0,5 punti, da zero in novembre), grazie soprattutto alle aspettative più rosee riguardo all’evoluzione dell’occupazione nei prossimi dodici mesi. Ciò è in linea con la risalita dei piani di assunzione, che hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi trenta anni nel settore industriale e degli ultimi dieci anni nei servizi e nelle costruzioni.
A livello paese, l’indice ESI è aumentato in Francia (+2,3 punti su novembre), in Germania (+1,6) e nei Paesi Bassi (+0,7), è rimasto stabile in Italia ed è diminuito in Spagna (-0,8), rimanendo comunque su livelli elevati.
Il CSC
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A novembre 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 100,8, con una variazione di -0,1 rispetto al mese di ottobre.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A novembre 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 100,8.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01748878.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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La prima lettura del PMI composito nell’Eurozona in dicembre (IHS Markit) è pari a 58,0 (da 57,5 in novembre), massimo da febbraio 2011. Il livello medio dell’indice nel quarto trimestre (57,2) è coerente con una crescita del PIL intorno allo 0,8% sul terzo, che porterebbe la variazione annua nel 2017 al +2,4%, come incorporato negli Scenari economici del CSC presentati ieri.
A livello settoriale l’espansione dell’attività è stata corale. Continua a fare da traino il manifatturiero, nel quale il PMI è salito a 60,6 (da 60,1 in novembre), il valore più alto dall’inizio della rilevazione nel 1997. Anche il terziario ha registrato un’accelerazione, con il relativo PMI a 56,5 (da 56,2), record da aprile 2011.
L’espansione dell’attività prosegue molto robusta nelle due principali economie dell’area. In Francia, in particolare, il PMI composito ha corretto lievemente (a 60,0 in dicembre da 60,3) ma rimane su livelli record da maggio 1998; ciò risulta da un’accelerazione del manifatturiero (PMI a 59,3 da 57,7) e da un rallentamento dei servizi (a 59,4 da 60,4), la cui espansione prosegue comunque ad alti ritmi. In Germania il PMI composito ha registrato un massimo da 6 anni e mezzo (a 58,7 da 57,3), grazie alla crescita record nel manifatturiero (a 63,3 da 62,5) e all’accelerazione dei servizi (a 55,8 da 54,3).
Il CSC
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La BCE, come atteso, non ha varato nuove mosse nella riunione del 14 dicembre, dopo il prolungamento in ottobre degli acquisti di titoli pubblici e privati, a ritmi minori (QE, 30 miliardi al mese fino a settembre 2018).
Nell’Eurozona, quindi, i tassi di interesse sono fermi a zero sui prestiti alle banche e a -0,40% sui loro depositi. Secondo la guidance BCE, resteranno a tali livelli almeno fino alla seconda metà del 2019. L’inflazione è molto sotto l’obiettivo del +2,0% annuo: +0,9% al netto di energia e alimentari.
La FED, invece, nella riunione del 13 dicembre ha alzato di un quarto di punto la forchetta per il tasso ufficiale (a 1,25-1,50%), chiudendo l’anno con tre rialzi (come incorporato negli Scenari economici del CSC di dicembre). La Banca Centrale, che continua a segnalare attenzione ai prezzi (+1,7% negli USA l’indice core) ma anche una disoccupazione ai minimi (4,1%), proseguirà con gradualità i rialzi dei tassi nel 2018 e 2019.
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Lo stock di prestiti alle imprese italiane è diminuito dello 0,5% annuo in ottobre (-0,7% in settembre), correggendo per cartolarizzazioni e altri crediti cancellati dai bilanci bancari. Continua a mancare, dunque, il sostegno del credito alla risalita dell’economia italiana.
Le sofferenze lorde sono salite marginalmente in ottobre, a 122 miliardi di euro (da 121 a settembre), mentre quelle al netto dei fondi rettificativi sono stabili a 66 miliardi (includendo anche i prestiti a famiglie e altri settori). Si allunga, quindi, la pausa nel processo di riduzione dello stock di sofferenze che era partito nei mesi estivi e che resta fondamentale per riavviare l’offerta di credito.
Il tasso di interesse pagato dalle imprese, in media, sulle nuove operazioni di credito è stabile ai minimi (1,5% in ottobre, come a settembre). Il costo basso è cruciale nel sostenere la domanda di credito.
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In novembre il PMI Markit composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala espansione dell’attività a un ritmo superiore a quello rilevato in ottobre (indice a 56,0 da 53,9) e al massimo da luglio. Il valore dell’indice negli ultimi due mesi è poco più basso rispetto a quello registrato nel terzo trimestre (55,0 da 55,5) ed è coerente con un incremento del PIL tra lo 0,4% e lo 0,5% nell’ultimo quarto dell’anno.
Il dettaglio settoriale per l’Italia indica un rafforzamento del manifatturiero, il cui indice è salito a 58,3 in novembre (massimo da inizio 2011; 55,9 nel terzo trimestre), con la componente produzione a 60,0 (da 59,2 in ottobre), grazie al forte incremento degli ordini totali (al top da 17 anni), che hanno beneficiato delle crescenti richieste da parte del mercato europeo.
Ha accelerato anche l’attività nei servizi: l’indice PMI terziario ha raggiunto il valore massimo da quattro mesi (54,7, +2,6 punti su ottobre), favorito dall'accelerazione dei nuovi ordini (+2,2 punti a 54,3), con quelli esteri ritornati in area di espansione; risultano più ottimistiche le valutazioni sull’andamento dell’occupazione, giudicata in marginale crescita (52,0 da 51,3 in ottobre); meno favorevoli rispetto a ottobre le attese sulla dinamica dell’attività nei prossimi 12 mesi.
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La seconda lettura del PMI composito dell’Eurozona in novembre conferma la stima flash a 57,5 (da 56,0 sia in ottobre sia nella media del terzo trimestre), segnalando un’accelerazione del ritmo di espansione dell’attività. Il livello medio dell’indice nel bimestre ottobre-novembre è in linea con una crescita del PIL pari a 0,8-0,9% nel quarto trimestre sul terzo. Inoltre, l’elevato livello degli ordini, l’accumulo di commesse inevase e le robuste prospettive di investimenti e occupazione suggeriscono che l’espansione proseguirà a buoni ritmi anche nei primi mesi del 2018.
L’accelerazione dell’attività in novembre è diffusa a livello settoriale. Fa da traino il manifatturiero, nel quale il PMI è salito a 60,1 da 58,5 in ottobre, il secondo valore più alto dopo il massimo storico dell’aprile del 2000. Anche il settore terziario ha registrato una crescita al passo più veloce degli ultimi sei anni e mezzo (PMI a 56,2 da 55,0).
Il rafforzamento dell’espansione dell’attività ha interessato tutte le principali economie dell’area. In testa alla classifica la Francia (PMI composito a 60,3, ritoccato all’insù da 60,1 della stima flash), con un’accelerazione del manifatturiero (PMI a 57,7 da 56,1 di ottobre, record da novembre 2010) e, soprattutto, dei servizi (a 60,3 da 57,4, massimo da maggio 2011). Segue la Germania (PMI composito a 57,3, rivisto all’ingiù dalla stima flash di 57,6), grazie, in particolare, alla forte crescita nel manifatturiero (PMI a 62,5, il secondo valore più alto dal 1996) e alla buona performance dei servizi (a 57,3, da 56,6 di ottobre).
Il CSC
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Nell’Eurozona l’ESI, l’indice sintetico del sentiment economico di imprese e consumatori, è aumentato in novembre di 0,5 punti su ottobre, attestandosi a 114,6, il valore più elevato da ottobre 2000. Il livello medio dell’indice nell’ultimo bimestre è coerente con una crescita del PIL intorno allo 0,9% nel quarto trimestre sul terzo, quando ha registrato +0,6% sul secondo.
Il nuovo incremento dell’indice, il settimo consecutivo da maggio 2017, è da attribuire al miglioramento della fiducia dei consumatori, con il saldo delle risposte tornato positivo per la prima volta da gennaio 2001 (a +0,1, +1,2 punti su ottobre), grazie soprattutto alle buone aspettative riguardo l’evoluzione dell’occupazione, e al maggiore ottimismo delle imprese nelle costruzioni (+1,2 punti su ottobre). La fiducia ha continuato a migliorare, sia pure lievemente, nell’industria (+0,2 punti su ottobre) e nei servizi (+0,1), mentre è diminuita nel commercio al dettaglio (-1,3).
A livello paese, la fiducia è aumentata in Francia (+1,9 punti su ottobre), nei Paesi Bassi (+0,8) e, in minor misura, in Italia (+0,2), mentre è rimasta sostanzialmente stabile in Germania (-0,1).
Il CSC
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Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,6% in novembre su ottobre, quando è stata stimata una variazione di +0,8% su settembre.
Nel quarto trimestre del 2017 la variazione acquisita dell’attività è di +0,6%. Nel terzo si è avuto un incremento dell’1,5% congiunturale.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in novembre del 4,0% rispetto allo stesso mese dello scorso anno; in ottobre è stato rilevato un incremento del 3,8% su ottobre 2016.
Gli ordini in volume hanno registrato una variazione di +0,4% in novembre su ottobre (+1,5% su novembre 2016), quando erano aumentati dello 0,7% su settembre (+3,0% sui dodici mesi).
Gli indicatori qualitativi sono coerenti con l’ulteriore crescita della produzione industriale nell’ultimo trimestre del 2017, in linea con le stime CSC. In novembre la fiducia degli imprenditori manifatturieri è rimasta sostanzialmente stabile sugli elevati livelli di ottobre, intorno ai massimi dalla primavera del 2007: l’indice generale si è attestato a 110,8 (da 110,9), dopo +3,8 punti cumulati da giugno. Sono state rilevate valutazioni più favorevoli sugli ordini totali (spinti dalla componente interna) e sui livelli correnti di produzione. Le aspettative risultano, invece, in lieve peggioramento. Tra i comparti, la fiducia è aumentata solo tra i produttori di beni di consumo, dove nei mesi scorsi aveva registrato i più lenti progressi.
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A ottobre 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 100,9, con una variazione di -0,2 rispetto al mese di settembre.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
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A ottobre 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 100,9.
Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01698654.
In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
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Il dato diffuso oggi dall'ISTAT indica un incremento del PIL italiano dello 0,5% congiunturale nel terzo trimestre, in linea con le previsioni del CSC. Il PIL era cresciuto dello 0,3% nel secondo e dello 0,5% nel primo. La variazione acquisita per il 2017 è pari a +1,5%. Se si confermasse il profilo tracciato dal CSC in settembre (+0,3% nel quarto trimestre), la crescita annua si attesterebbe all'1,5% (considerando il diverso numero di giorni lavorativi rispetto al 2016), con un trascinamento al 2018 pari a +0,5 punti percentuali.
L’incremento del PIL nel terzo trimestre risulta da un aumento del valore aggiunto nell’industria (la produzione è cresciuta dell’1,5% congiunturale) e nei servizi e da una diminuzione nell’agricoltura. Dal lato della domanda, il traino viene dalla componente nazionale ed è positivo anche il contributo di quella estera (esportazioni al netto di importazioni). Gli indicatori qualitativi in ottobre puntano a un ulteriore progresso del settore manifatturiero e a un buon andamento dei servizi nell’ultimo quarto dell’anno.
In Europa il PIL è aumentato dello 0,6% nel terzo trimestre (sia nell’Eurozona sia nell’Unione europea; stima flash Eurostat). Il divario in livelli del PIL italiano rispetto a quello degli altri paesi europei, quindi, in media aumenta ancora. In particolare, la crescita italiana nel terzo trimestre risulta nettamente inferiore a quelle tedesca e spagnola (+0,8% in entrambi i paesi); tuttavia, è in linea con il dato della Francia (+0,5%) e superiore a quelli di Paesi Bassi e Regno Unito (+0,4%).
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La dinamica annua dei prestiti alle imprese, tenuto conto di cartolarizzazioni e altre cancellazioni di crediti dai bilanci bancari, è scivolata maggiormente in territorio negativo a settembre: -0,6%, da -0,1% in agosto. Continua a mancare, dunque, il sostegno del credito alla risalita dell’attività economica.
Lo stock di sofferenze lorde sui prestiti alle imprese è rimasto fermo a 121 miliardi a settembre (era a 144 a maggio). Stabili anche le sofferenze al netto delle rettifiche, a 66 miliardi (relative a imprese, famiglie e altri settori). La riduzione che si era avviata negli scorsi mesi, dunque, sta registrando una pausa.
Il tasso pagato dalle imprese sulle nuove operazioni di credito è sceso a 1,4% a settembre (da 1,6%). Il costo del credito ai minimi favorisce la crescita della domanda da parte delle imprese.
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Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,4% in ottobre su settembre, quando ha stimato una variazione di -0,6% su agosto. Nel terzo trimestre del 2017 l'attività è aumentata dell’1,8% sul secondo (+1,4% sul primo); nel quarto la variazione congiunturale acquisita è di +0,4%.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in ottobre del 4,0% rispetto allo stesso mese dello scorso anno; in settembre era aumentata del 3,9% su settembre 2016. Si tratta di incrementi forti, in linea con la media degli ultimi cinque mesi. Gli ordini in volume hanno registrato una variazione di +0,9% in ottobre su settembre (+3,5% su ottobre 2016), quando erano progrediti dell’1,6% su agosto (+0,5% sui dodici mesi).
Il dato congiunturale negativo di settembre va interpretato come una correzione tecnica dopo il significativo progresso di agosto, che è spiegato dalla necessità di soddisfare una domanda crescente in presenza di normali chiusure aziendali per ferie.
Il contesto economico rimane molto positivo anche in autunno, come peraltro è segnalato dalle indagini presso le imprese. Gli indicatori qualitativi preannunciano un buon andamento dell'attività industriale nei prossimi mesi. In ottobre la fiducia degli imprenditori manifatturieri è migliorata per il quinto mese consecutivo: l’indice generale è salito di 0,5 punti (a 111,0), dopo +2,0 in settembre. Il sostegno è venuto da valutazioni più ottimistiche su ordini interni e livelli di produzione corrente; sono risultate stabili le aspettative sugli ordini totali e più elevate quelle sulla produzione a tre mesi. I maggiori progressi della fiducia si sono avuti tra i produttori di beni intermedi.
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