La quinta T-LTRO della BCE ha fornito alle banche dell’Eurozona 15,5 miliardi di euro, di cui 3,0 a istituti italiani. Si tratta di valori molto inferiori rispetto a quelli delle quattro operazioni precedenti che avevano erogato in media 96,0 miliardi ciascuna (24,0 a istituti nazionali) e rispetto alle attese del mercato (intorno ai 50 miliardi).
La riduzione della domanda delle banche per tali fondi BCE, disponibili a costi quasi nulli (0,05%), riflette anzitutto un fattore positivo: il miglioramento delle condizioni di raccolta sui mercati internazionali, ottenuto nel corso del 2015 anche grazie al Quantitative Easing della stessa BCE. Gli istituti in genere, quando possibile, preferiscono diversificare il funding, piuttosto che dipendere da un unico prestatore.
A spiegare la scarsa richiesta a settembre è anche il fatto che molti istituti avevano già fatto il pieno nelle prime quattro operazioni: il totale prestato finora da Francoforte con le prime cinque T-LTRO è salito a 400 miliardi (98 a banche italiane), risorse che gli istituti devono utilizzare solo per accrescere i prestiti a imprese e famiglie. Goldman Sachs stima che il totale delle otto T-LTRO arriverà intorno a 460 miliardi. Ciò significa che mancano solo altri 60 miliardi, a fronte di ulteriori tre aste in calendario fino a metà 2016 (20 miliardi in media attesi per operazione).