Negli Stati Uniti gli occupati nel settore non agricolo sono aumentati di 215mila unità a marzo, dopo +245mila in febbraio. Il dato conferma la solidità della ripresa americana, nonostante il freno alle esportazioni esercitato dal rallentamento dell’economia globale e dal dollaro forte e i tagli a investimenti e produzione nel settore energetico ed estrattivo indotti dal calo del prezzo del petrolio. Nell’ultimo anno l’occupazione non agricola è cresciuta in media di oltre 233mila unità al mese.
È salito di un decimo il tasso di disoccupazione, al 5,0% della forza lavoro, con un analogo aumento del tasso di partecipazione (63,0% della popolazione in età lavorativa, da 62,9%).
In un mercato del lavoro non lontano dalla piena occupazione, tuttavia, restano modesti gli aumenti salariali, sebbene in leggera accelerazione (+0,3% i guadagni orari su febbraio, +2,3% in un anno), e ancora lontani da quel +3-3,5% annuo che buona parte degli economisti ritiene necessario per riportare rapidamente l’inflazione attorno al target del 2% stabilito dalla FED.