Al fine di agevolare l'accoglienza dei migranti da parte dei paesi europei, la Commissione europea ha previsto, nell'ambito della flessibilità di bilancio, di acconsentire a una deviazione dall'obiettivo di deficit pubblico nella misura delle spese pubbliche sostenute per l'accoglienza stessa.
L'esclusione dai vincoli del Patto di stabilità e crescita nel 2016 varrà soltanto per la maggiore spesa per i migranti rispetto a quella sostenuta nel 2015. Tale previsione penalizza l'Italia, che spenderà quest'anno, come nel 2015, 2,5 volte la media nel triennio 2011-2013 e che dai primi anni 2000 è tra i paesi europei quello che, insieme alla Spagna, ha visto crescere di più la quota di stranieri residenti (dal 2,4% all'8,2% nel 2013).
È singolare, inoltre, che la Commissione abbia deciso di includere le spese per i migranti nel calcolo dei saldi strutturali finendo per peggiorarli. L'Italia dovrà così compensare tale peggioramento con manovre correttive più ampie.
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