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A inizio 2018 continua a crescere a ritmi record l’economia dell’Eurozona
In gennaio l’indice PMI Markit composito (che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario) segnala un’accelerazione dell’attività nell’Eurozona a un ritmo record in 12 anni: a 58,8 da 58,1 in dicembre (con un lieve ritocco all’insù rispetto alla stima flash di 58,6). Il livello dell’indice è superiore a quello registrato in media nell’ultimo trimestre del 2017 (57,2).
Tra i paesi, si posiziona al primo posto per intensità di crescita la Francia (indice a 59,6, livello più alto da giugno 2011), seguita dalla Germania (59,0, massimo da maggio 2011) e dall’Italia (59,0, record da luglio 2006). A livello settoriale, l’attività accelera nel terziario (indice a 58,0, da 55,9 nel quarto trimestre, con una leggera revisione al rialzo rispetto alla stima flash di 57,6) e cresce a ritmi quasi record nel manifatturiero (a 59,6 da 59,7 nel quarto trimestre).
Anche l’indice di sentiment economico elaborato dalla Commissione Europea (ESI) si è attestato a gennaio su livelli record da ottobre 2000 (a 114,7 da 114,3 nel quarto trimestre), grazie al miglioramento dell’ottimismo dei consumatori (+1,5 punti il saldo delle risposte) e delle imprese nei settori delle costruzioni (+2,8 punti) e dell’industria (+0,5). In particolare, l’indice di fiducia delle imprese industriali ha raggiunto il livello record dal 1985 (saldo delle risposte a +8,8 punti), grazie a migliori valutazioni sul livello degli ordini (+1,4 punti rispetto al quarto trimestre) e da aspettative più rosee circa la dinamica della produzione (+0,4 punti).
Il CSC
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PIL italiano +0,3% nel quarto trimestre 2017; indicatori qualitativi in ulteriore miglioramento a inizio 2018
Il PIL italiano è aumentato dello 0,3% congiunturale nel quarto trimestre del 2017 (dopo +0,4% nel terzo) e dell’1,6% sullo stesso periodo del 2016 (stime preliminari ISTAT). Tale andamento è inferiore di un decimo di punto alle stime CSC di dicembre e alle attese di consenso. Nel 2017 il PIL è aumentato dell’1,4% (dati grezzi; +1,5% al netto del diverso numero di giornate lavorative), in accelerazione dal +0,9% del 2016. Il 2018 eredita una variazione acquisita di +0,5% (verso +0,6% atteso).
Il recupero del PIL italiano procede ininterrottamente dal secondo trimestre del 2014; fino al quarto 2017 ha accumulato un incremento del 4,2% (+0,29% medio trimestrale), che ha portato a -5,7% il gap rispetto al picco pre-crisi (primo trimestre 2008).
Nel quarto trimestre 2017 è stato positivo il contributo sia della domanda interna (sostenuta soprattutto dagli investimenti) sia di quella estera netta. Tra i settori si è avuto un calo solo nell’agricoltura, più che compensato dai progressi nei servizi e nell’industria. Gli indicatori congiunturali disponibili per il primo trimestre 2018 (fiducia e, soprattutto, PMI) sono molto positivi, coerenti con una crescita del PIL a inizio anno che potrebbe essere superiore al +0,35% previsto dal CSC a dicembre.
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Prosegue su ritmi elevati l’attività economica dell’EurozonaA febbraio l’indice PMI Markit composito, che sintetizza la dinamica complessiva nel manifatturiero e nel terziario, si è attestato nell’Eurozona a 57.5 (stima flash) in calo di 1,3 punti rispetto a gennaio, quando aveva raggiunto il livello più alto in 12 anni. Nella media dei primi due mesi il livello dell’indice continua a essere elevato (58,2) e superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre del 2017 (57,2), Tale valore è coerente con una crescita del PIL a inizio 2018 compresa nel range 0,6%-0,8% (dopo + 0,6% nel quarto 2017). Tra i settori, nel primo bimestre del 2018 l’attività ha accelerato nettamente nel terziario (indice a 57,4 da 55,9 del quarto), mentre ha lievemente decelerato nel manifatturiero (indice a 59,1 da 59,7) dove, però, è rimasta vicina ai livelli record raggiunti nel 2011 e ampiamente in territorio espansivo. Tra i paesi, l’indice composito ha segnalato a febbraio un rallentamento dell’attività economica sia in Germania (a 57,4 da 59,0 di gennaio) sia in Francia (a 57,8 da 59,6), pur restando nella media del primo bimestre intorno ai massimi toccati sette anni fa. Sul fronte della domanda, le indicazioni derivanti dalle stime flash sulla fiducia dei consumatori dell’area Euro sono, nel complesso, ancora positive: nel bimestre il livello dell’indice è in linea con quanto registrato a fine 2017, nonostante in febbraio il saldo si sia attestato a +0,1, in calo di 1,3 punti rispetto al picco pluriennale raggiunto a gennaio (record dal 2000). Il CSC |