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Nell’Eurozona migliora ancora la fiducia in novembre
Nell’Eurozona l’ESI, l’indice sintetico del sentiment economico di imprese e consumatori, è aumentato in novembre di 0,5 punti su ottobre, attestandosi a 114,6, il valore più elevato da ottobre 2000. Il livello medio dell’indice nell’ultimo bimestre è coerente con una crescita del PIL intorno allo 0,9% nel quarto trimestre sul terzo, quando ha registrato +0,6% sul secondo.
Il nuovo incremento dell’indice, il settimo consecutivo da maggio 2017, è da attribuire al miglioramento della fiducia dei consumatori, con il saldo delle risposte tornato positivo per la prima volta da gennaio 2001 (a +0,1, +1,2 punti su ottobre), grazie soprattutto alle buone aspettative riguardo l’evoluzione dell’occupazione, e al maggiore ottimismo delle imprese nelle costruzioni (+1,2 punti su ottobre). La fiducia ha continuato a migliorare, sia pure lievemente, nell’industria (+0,2 punti su ottobre) e nei servizi (+0,1), mentre è diminuita nel commercio al dettaglio (-1,3).
A livello paese, la fiducia è aumentata in Francia (+1,9 punti su ottobre), nei Paesi Bassi (+0,8) e, in minor misura, in Italia (+0,2), mentre è rimasta sostanzialmente stabile in Germania (-0,1).
Il CSC
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Aumenta l’attività industriale in novembre: +0,6% dopo +0,8% in ottobreIl CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,6% in novembre su ottobre, quando è stata stimata una variazione di +0,8% su settembre. Nel quarto trimestre del 2017 la variazione acquisita dell’attività è di +0,6%. Nel terzo si è avuto un incremento dell’1,5% congiunturale. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in novembre del 4,0% rispetto allo stesso mese dello scorso anno; in ottobre è stato rilevato un incremento del 3,8% su ottobre 2016. Gli ordini in volume hanno registrato una variazione di +0,4% in novembre su ottobre (+1,5% su novembre 2016), quando erano aumentati dello 0,7% su settembre (+3,0% sui dodici mesi). Gli indicatori qualitativi sono coerenti con l’ulteriore crescita della produzione industriale nell’ultimo trimestre del 2017, in linea con le stime CSC. In novembre la fiducia degli imprenditori manifatturieri è rimasta sostanzialmente stabile sugli elevati livelli di ottobre, intorno ai massimi dalla primavera del 2007: l’indice generale si è attestato a 110,8 (da 110,9), dopo +3,8 punti cumulati da giugno. Sono state rilevate valutazioni più favorevoli sugli ordini totali (spinti dalla componente interna) e sui livelli correnti di produzione. Le aspettative risultano, invece, in lieve peggioramento. Tra i comparti, la fiducia è aumentata solo tra i produttori di beni di consumo, dove nei mesi scorsi aveva registrato i più lenti progressi.
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Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di ottobre 2017A ottobre 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 100,9, con una variazione di -0,2 rispetto al mese di settembre. In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_ott17.xlsView Details |
Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Ottobre 2017A ottobre 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 100,9. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01698654. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003. Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_ott17.xlsView Details |
PIL italiano in accelerazione nel terzo trimestre, in linea con le attese
Il dato diffuso oggi dall'ISTAT indica un incremento del PIL italiano dello 0,5% congiunturale nel terzo trimestre, in linea con le previsioni del CSC. Il PIL era cresciuto dello 0,3% nel secondo e dello 0,5% nel primo. La variazione acquisita per il 2017 è pari a +1,5%. Se si confermasse il profilo tracciato dal CSC in settembre (+0,3% nel quarto trimestre), la crescita annua si attesterebbe all'1,5% (considerando il diverso numero di giorni lavorativi rispetto al 2016), con un trascinamento al 2018 pari a +0,5 punti percentuali.
L’incremento del PIL nel terzo trimestre risulta da un aumento del valore aggiunto nell’industria (la produzione è cresciuta dell’1,5% congiunturale) e nei servizi e da una diminuzione nell’agricoltura. Dal lato della domanda, il traino viene dalla componente nazionale ed è positivo anche il contributo di quella estera (esportazioni al netto di importazioni). Gli indicatori qualitativi in ottobre puntano a un ulteriore progresso del settore manifatturiero e a un buon andamento dei servizi nell’ultimo quarto dell’anno.
In Europa il PIL è aumentato dello 0,6% nel terzo trimestre (sia nell’Eurozona sia nell’Unione europea; stima flash Eurostat). Il divario in livelli del PIL italiano rispetto a quello degli altri paesi europei, quindi, in media aumenta ancora. In particolare, la crescita italiana nel terzo trimestre risulta nettamente inferiore a quelle tedesca e spagnola (+0,8% in entrambi i paesi); tuttavia, è in linea con il dato della Francia (+0,5%) e superiore a quelli di Paesi Bassi e Regno Unito (+0,4%).
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Il credito alle imprese non sostiene la crescita economicaLa dinamica annua dei prestiti alle imprese, tenuto conto di cartolarizzazioni e altre cancellazioni di crediti dai bilanci bancari, è scivolata maggiormente in territorio negativo a settembre: -0,6%, da -0,1% in agosto. Continua a mancare, dunque, il sostegno del credito alla risalita dell’attività economica. Lo stock di sofferenze lorde sui prestiti alle imprese è rimasto fermo a 121 miliardi a settembre (era a 144 a maggio). Stabili anche le sofferenze al netto delle rettifiche, a 66 miliardi (relative a imprese, famiglie e altri settori). La riduzione che si era avviata negli scorsi mesi, dunque, sta registrando una pausa. Il tasso pagato dalle imprese sulle nuove operazioni di credito è sceso a 1,4% a settembre (da 1,6%). Il costo del credito ai minimi favorisce la crescita della domanda da parte delle imprese. |