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Accelera la crescita in Germania
Nel primo trimestre del 2017 il PIL della Germania è cresciuto dello 0,6% congiunturale (stima flashdi Destatis), accelerando il passo rispetto al quarto 2016 (+0,4%). In base alle stime preliminari hanno contribuito all’accelerazione sia la domanda interna sia quella estera. Quanto alla domanda interna, in particolare, hanno fornito un apporto sostanziale gli investimenti fissi lordi in costruzioni e, in misura minore, in macchinari e attrezzature.
A livello settoriale, nel primo trimestre la produzione è cresciuta a ritmi sostenuti nelle costruzioni (+4,7% sul quarto 2016, quando aveva registrato -1,3%), grazie anche alle favorevoli condizioni meteorologiche, e nell’industria (+0,9%, dopo +0,2%).
Gli indicatori qualitativi hanno raggiunto in aprile livelli record in circa sei anni (PMI composito a 56,7 e sentimento economico ESI a 111,6 punti) e sono coerenti con una crescita del PIL tedesco nel secondo trimestre intorno allo 0,65-0,75%.
Il CSC
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Balzo della core inflation nell'Eurozona e in ItaliaIn aprile l'indice totale dei prezzi è risalito al +1,9% annuo nell'Eurozona, da +1,5% a marzo (era al +2,0% a febbraio). La novità è che ciò è dipeso dal balzo della core inflation (al netto di energia e alimentari), al +1,2% da +0,7%, sulla scia dei prezzi dei servizi (+1,8% da +1,0%). La dinamica annua dei prezzi energetici è invece stabile (+7,5% da +7,4%). Ciò indica un aumento più solido dell'inflazione europea rispetto ai valori già toccati in febbraio, sebbene la dinamica core resti lontana dall'obiettivo Bce (+2,0%). Dinamica simile in Italia, dove l'inflazione sale al picco di +1,8% annuo in aprile da +1,4%. Ciò soprattutto per il balzo della core inflation al +1,1% da +0,7%, trainata dai prezzi dei servizi, mentre la dinamica di quelli dei beni industriali è caduta in territorio negativo (-0,2% da zero). In Italia contribuiscono al balzo di aprile anche i prezzi dell'energia (+7,5% da +4,7%). |
Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Aprile 2017Ad aprile 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 101,3. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,01247757. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_apr17.xlsVisualizza dettagli |
Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di aprile 2017Ad aprile 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 101,3, con una variazione di +0,3 rispetto al mese di marzo.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_apr17.xlsVisualizza dettagli |
Continua a crescere a ritmi robusti il PIL dell’Eurozona
Nell’Eurozona, secondo le stime preliminari dell’Eurostat, il PIL è aumentato dello 0,5% congiunturale nel primo trimestre dell’anno, come nel quarto 2016 (dato rivisto al rialzo da +0,4%). Sulla base delle informazioni disponibili, la crescita ha accelerato in Spagna (+0,8%, dopo +0,7%), mentre ha rallentato in Francia (+0,3%, dopo +0,5%). Nel complesso dell’Unione europea si è registrata una decelerazione (+0,4%, dopo +0,6%), anche a causa della netta frenata nel Regno Unito (+0,3%, dopo +0,7%). Nel confronto con il primo trimestre 2016, il PIL è cresciuto dell’1,7% nell’Eurozona e dell’1,9% nell’Unione europea.
La crescita nel primo trimestre dell’anno è stata verosimilmente trainata dalla domanda interna: consumi delle famiglie (favoriti dalle migliori condizioni del mercato del lavoro) e investimenti delle imprese (sostenuti dall’elevato grado di utilizzo degli impianti).
Il dato preliminare del PIL nell’Eurozona, pubblicato oggi dall’Eurostat, non rispecchia ancora appieno il miglioramento rilevato nei dati qualitativi. L’ulteriore incremento registrato in aprile dal PMI composito (a 56,7, record da sei anni) e dal sentimento economico ESI (a 109,6 punti, massimo da quasi dieci anni), comunque, è coerente con un’accelerazione del PIL dell’Eurozona nel secondo trimestre intorno allo 0,65-0,75%.
Il CSC
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Credito alle imprese ancora in calo a marzo, sofferenze invariateLo stock di prestiti bancari alle imprese italiane continua a diminuire lentamente: -0,2% a marzo, dopo il -0,1% al mese a gennaio e febbraio. Anche il primo trimestre 2017, dunque, si è chiuso senza alcun supporto del credito bancario all’attività economica. In termini annui, lo stock di prestiti registra un -1,3% a marzo (+0,3% tenendo conto anche dei prestiti cartolarizzati e cancellati dai bilanci bancari negli ultimi 12 mesi). Il fardello delle sofferenze bancarie resta invariato: 145 miliardi a marzo, come a febbraio, pari al 19,1% dei prestiti alle imprese. Questo resta il principale freno alla ripartenza del credito, perché tiene bassa la redditività degli istituti, limitando la loro capacità di espandere i bilanci e in particolare i prestiti, senza esaurire rapidamente le proprie risorse di capitale. Il costo del credito per le imprese è salito di poco a marzo: 1,7% in media sulle nuove operazioni, da 1,5% a febbraio. Resta comunque molto basso, grazie anche alle misure iper-espansive della BCE, che sono state ancora una volta confermate in aprile. |
Dopo tre incrementi mensili diminuisce l'attività in maggio (-0,2%)
Il CSC rileva un calo della produzione industriale ita-liana dello 0,2% in maggio su aprile, quando è stima-ta una variazione di +0,3% su marzo.
Nel secondo trimestre 2017 la variazione congiuntu-rale acquisita è di +0,8%; nel primo trimestre l’attività industriale è diminuita dello 0,3% sul quarto 2016.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in maggio del 2,4% rispetto a maggio del 2016; in aprile si è avuto un incremento del 2,8% sullo stesso mese dell’anno scorso.
Gli ordini in volume hanno registrato una crescita dello 0,5% in maggio su aprile (+1,7% su maggio 2016); il mese scorso sono aumentati dello 0,6% su marzo (+3,8% sui dodici mesi).
Gli indicatori ISTAT sulla fiducia nel manifatturiero, dopo la graduale e significativa risalita dal precedente minimo di novembre 2016 (+5,2 punti cumulati fino ad aprile), hanno registrato una battuta d’arresto in maggio. L’indice complessivo è diminuito di 0,8 punti (a 106,9) rispetto al picco pluriennale raggiunto in aprile (massimo da gennaio 2008); il saldo dei giudizi sui livelli di produzione è sceso a -4 (-2 il mese scorso) e quello sugli ordini totali a -7 (da -4), specie per il peggioramento delle valutazioni sulla componente estera della domanda; sono invariate rispetto ad aprile le attese sugli ordini e in lieve calo quelle sulla produzione a tre mesi.
Nonostante il peggioramento della fiducia in maggio, l’andamento degli indicatori qualitativi (incluso il PMI manifatturiero) risulta coerente con il proseguimento di una graduale risalita dell’attività industriale italiana anche nei mesi centrali dell’anno, sostenuta da entrambe le componenti della domanda.
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Eurozona locomotiva della crescita mondiale, l’Italia acceleraLa crescita mondiale prosegue rapida, a un ritmo superiore alla media dei passati venticinque anni. È guidata dal nuovo ciclo internazionale degli investimenti (riconosciuto ora dall’FMI) e dal manifatturiero. Ne trae maggiore spinta il commercio con l’estero, canale di trasmissione degli impulsi espansivi tra settori e paesi. La fiducia delle imprese nelle economie avanzate è ai livelli più alti dal 2005. I mercati azionari incorporano, nelle quotazioni elevate e in aumento, il perdurare dello scenario favorevole. Al quale contribuiscono tutti i principali motori. Anzitutto gli USA, dove ci sono tutte le condizioni e le indicazioni perché la battuta d’arresto del primo trimestre sia già superata. Tra gli emergenti Cina e Russia hanno rallentato, mentre l’India mantiene la velocità. La novità è rappresentata dall’Eurozona nelle vesti inedite di locomotiva: marcia a un passo superiore al 2% annualizzato e la fiducia è ai massimi dal 2007; la Germania traina e la Francia rincalza, ma anche gli altri membri partecipano, pur con forti differenze di velocità. Il buon andamento della domanda interna, superiore a quello del PIL, deriva dagli effetti ritardati del calo del prezzo del petrolio e delle misure monetarie iper-espansive della BCE, ma anche dai bilanci pubblici, che da molto restrittivi nel triennio 2012-14 sono diventati leggermente espansivi dal 2015. Con la crisi dietro le spalle, come ha affermato Mario Draghi, la stessa BCE si prepara a cambiare politica, seppure nelle parole molto prima che nei fatti e con grande gradualità. Tuttavia, un primo mutamento c’è già stato con la risalita del tasso di cambio dell’euro, che si ripercuoterà sulla congiuntura dell’Area nei prossimi trimestri. L’Italia si accoda all’andamento positivo europeo: il PIL va meglio dell’atteso ed è in accelerazione; l’export continua a guadagnare quote di mercato; gli investimenti proseguono nello slancio, con l’aggiunta di quelli in costruzioni. I consumi continuano a essere alimentati dai guadagni nel monte retribuzioni, anche se risentono del rincaro della bolletta energetica. L’incertezza politica costituisce un freno al pieno dispiegarsi delle forze del recupero. |
Export italiano extra-UE: correzione all’ingiù in aprile; positive le prospettive
In aprile le esportazioni italiane extra-UE sono calate del 4,9% mensile in valore, dopo il +6,4% in marzo. Debole, quindi, l’inizio del secondo trimestre: -2,4% la variazione acquisita sul primo, quando si era registrato un aumento molto robusto (+4,6% sul quarto 2016).
La correzione all’ingiù in aprile riguarda tutti i principali settori (a eccezione dell’energia), specie quello dei beni strumentali, che aveva registrato incrementi molto sostenuti a inizio anno. Tra i mercati di destinazione, ha rallentato l’espansione delle vendite italiane in Russia e nei paesi asiatici (Giappone, Cina e area ASEAN), mentre si registra una calo nei paesi OPEC e, per la prima volta nell’anno, negli Stati Uniti.
Lo stop dell’export italiano extra-UE in aprile è, in parte, coerente con il contemporaneo rallentamento della domanda di importazioni in Asia (specie in Cina). Le prospettive, comunque, restano ampiamente positive, sostenute dal nuovo ciclo internazionale degli investimenti. Segnali robusti vengono anche dagli indicatori qualitativi sugli ordini manifatturieri esteri sia in Italia sia nel Mondo.
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Fiducia dei consumatori dell’Eurozona al top da quasi 10 anni
In maggio la fiducia dei consumatori nell’Area euro è ulteriormente aumentata: il saldo delle risposte è salito di 0,3 punti, a -3,3 (da -3,6 di aprile, stima flash della Commissione Europea), il livello più elevato da agosto 2007 e di gran lunga al di sopra della media storica di -12,2.
Inoltre l’indice ZEW, che sintetizza le aspettative sull’economia dell’area da parte di esperti scelti tra banche, compagnie di assicurazione e grosse aziende, ha raggiunto in maggio il massimo da agosto 2015 (+35,1 il saldo delle risposte tra ottimisti e pessimisti, da +26,0 nella media del 1° trimestre); l’indice SENTIX (fonte GmbH), che misura la fiducia degli investitori istituzionali e privati, è salito a 27,4 da 23,9 (zero è la soglia neutrale).
Secondo gli indicatori qualitativi la crescita dell’Area euro è attesa accelerare a ritmi compresi tra 0,7-0,8% nel secondo trimestre dell’anno (dopo +0,5% nel primo).
Il CSC
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