Centro Studi

Accelerano fatturato e ordinativi a fine 2016. Prospettive favorevoli
La dinamica di ordinativi e fatturato dell’industria italiana risulta vivace a fine 2016 e le prospettive appaiono favorevoli. Ciò è coerente con un miglioramento dello scenario economico italiano a inizio 2017.
In dicembre gli ordinativi, in volume, sono aumentati del 2,2% (stime CSC, +2,8% a prezzi correnti), dopo +1,8 in novembre e +1,2% in ottobre. L’incremento mensile è dipeso esclusivamente dalla domanda interna (+6,2%), che era aumentata nei due mesi precedenti (+2,6% cumulato). Gli ordini esteri sono diminuiti del 2,6% (dopo +3,5% cumulato in ottobre e novembre). Nel quarto trimestre gli ordini totali registrano una variazione congiunturale di +1,7% (invariati nel terzo) e lasciano intravedere un miglioramento dell’attività nella prima parte dell’anno in corso.
L’andamento in volume del fatturato dell’industria italiana è risultato in crescita per il terzo mese di fila: +1,9% a dicembre (+2,6% a prezzi correnti), dopo +2,5% in novembre e +1,0% in ottobre. L’aumento dei volumi è da attribuirsi principalmente al mercato estero (+4,9%) poiché quello interno è rimasto quasi stabile (+0,5%). Il fatturato totale mostra nel quarto trimestre una variazione congiunturale in volume di +1,7%, dopo +1,2% nel terzo.
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Attività in calo a gennaio: -0,2% su dicembre
Il CSC rileva una variazione della produzione industriale di -0,2% in gennaio su dicembre, quando è stato stimato un calo dello 0,3% su novembre.
Nel quarto trimestre del 2016 l’attività industriale registra un aumento dello 0,6% congiunturale, dopo il +1,3% nel terzo trimestre. Il primo trimestre 2017 ha una variazione acquisita di -0,2%.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative (2 in più questo mese), è aumentata in gennaio dello 0,3% rispetto a gennaio del 2016 e in dicembre del 2,5% sullo stesso mese dell’anno precedente.
Gli ordini in volume hanno registrato in gennaio una crescita dello 0,7% sul mese precedente (+6,9% su gennaio 2016). In dicembre erano aumentati dello 0,8% su novembre (2,9% sui dodici mesi).
Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero (indagine ISTAT) offrono indicazioni positive sulla tendenza dell’attività nei prossimi mesi, anche se a gennaio si è avuto un calo dei giudizi sul livello corrente di attività. Comunque, per il secondo mese consecutivo la fiducia degli imprenditori manifatturieri è aumentata (+1,1 punti, a 104,8, massimo da ottobre 2015) grazie al miglioramento dei giudizi sugli ordini (+2 punti) e delle attese sulla produzione (+1) e sull’andamento dell’economia (+3). La dinamica della fiducia dei consumatori, in calo a gennaio con un peggioramento di giudizi e attese su bilanci familiari, suggerisce una maggiore parsimonia delle famiglie italiane a inizio anno. Ciò potrebbe frenare la risalità dell’attività nei prossimi mesi
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Buone condizioni del manifatturiero italiano a inizio anno; ulteriore accelerazione nell'Eurozona
Il PMI manifatturiero italiano in gennaio ha mantenuto un ritmo di crescita in linea con quello rilevato in dicembre: l’indice si è attestato a 53,0, da 53,2, in area di espansione per il quinto mese consecutivo. Il livello di gennaio è superiore di 0,9 punti alla media registrata nel quarto trimestre 2016.
L’indice della componente produzione mostra un incremento di attività meno robusto rispetto a quello rilevato in dicembre (54,0 da 54,7); è meno forte anche la crescita degli ordini totali (53,8, -0,9 punti su dicembre), che è stata sostenuta dalla domanda estera, avanzata allo stesso ritmo del mese precedente (-0,1 punti a 54,8). Sono migliorate le valutazioni sulla dinamica occupazionale (a 53,9 da 52,2) e mostrano una netta accelerazione i prezzi di acquisto dei prodotti industriali (al massimo da aprile 2011), per effetto del maggior costo delle materie prime e della debolezza dell’euro rispetto al dollaro; per il terzo mese di fila sono aumentati i prezzi di vendita.
Nell’Eurozona la crescita dell’attività manifatturiera ha accelerato al passo più rapido da maggio 2014 (indice a 55,2 da 54,9 di dicembre). Fatta eccezione per la Grecia, l’espansione dell’attività è diffusa a tutti i paesi compresi nell’indagine Markit, con i Paesi Bassi al livello massimo su circa 3 anni (56,5), l’Austria con un valore record in quasi 6 anni (57,3) e la Germania che, pur con un leggero ritocco al ribasso rispetto alla stima flash, permane intorno al picco degli ultimi 3 anni (56,4); il livello dell’indice in Italia è superiore solo a quello della Grecia (46,6).
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Coefficiente per la rivalutazione del TFR – Gennaio 2017A gennaio 2017 l'indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è risultato pari a 100,6. Il coefficiente utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2016, secondo l’art. 1 della L. 297/1982, è dunque pari a 1,00349327. In allegato e in “Libreria del CSC/TFR” si riporta la tabella con i valori dei coefficienti dal gennaio 2003.
Si ricorda che la comunicazione dell’aggiornamento del coefficiente del TFR è diffusa attraverso le News e il Servizio “annuncio TFR” che risponde al numero 06-5903417.
Tabella TFR_gen17.xlsVisualizza dettagli |
Coefficienti utili per la rivalutazione dei crediti di lavoro da liquidare nel mese di gennaio 2017A gennaio 2017 l’indice in base 2015 dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), considerato al netto dei tabacchi, è stato pari a 100,6, con una variazione di +0,3 rispetto al mese di dicembre 2016.
In allegato e in “Libreria del CSC/Rivalutazione crediti di lavoro” si riporta la tabella dei coefficienti di rivalutazione dei crediti di lavoro maturati dal 1° gennaio 1990, o data successiva, e liquidati dal 1° al 31 dicembre.
Tabella Rivalutazione crediti lavoro_gen17.xlsVisualizza dettagli |
Congiuntura Flash: Europa in forte crescita, Italia fanalino di coda.
La crescita italiana prosegue debole e il nostro Paese si conferma fanalino di coda dell'Eurozona. Lo dicono le ultime rilevazioni del Centro Studi Confindustria, che prevede una crescita del PIL a ritmo lento anche nel 1°trimestre 2017, dopo il +0,2% nel 4° 2016 e il +0,3% nel 3°. Il CSC |
Export italiano in robusta crescita a fine 2016. Buone le prospettive di inizio 2017
In dicembre le esportazioni italiane sono aumentate, a prezzi costanti, dell’1,8% su novembre (stime CSC). Nella media del quarto trimestre hanno registrato +2,0% sul terzo, crescendo allo stesso ritmo sia nell'insieme dei paesi dell’Area Euro sia in quelli extra-AE. Nel 2016 l’export è salito del 2,2% sul 2015; ciò risulta da una dinamica robusta delle vendite intra-AE (+4,5%) e una debole di quelle extra-AE (+0,6%).
A fine 2016 l’export italiano è aumentato in tutte le principali categorie di beni (di consumo, strumentali, intermedi ed energetici). Tra i mercati di destinazione, si è rafforzata l’espansione delle vendite in Cina, Stati Uniti e Germania; in risalita anche quelle in Sud America e Russia, che però registrano un calo nella media dell’anno.
Secondo gli indicatori qualitativi degli ordini manifatturieri esteri (giudizi delle imprese ISTAT e componente PMI Markit), l’export italiano è atteso aumentare a buoni ritmi a inizio 2017, anche grazie al rafforzamento della crescita mondiale e all’euro debole (scambiato a 1,06 sul dollaro).
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In Italia maggiore ottimismo tra le imprese; più prudenti le famiglie
La fiducia delle imprese continua a migliorare in febbraio: l’indice composito di sentimento economico è aumentato di 0,7 punti su gennaio, a 104,0 (+2,8 punti a gennaio su dicembre), sospinto dai rialzi nel commercio al dettaglio (+5,1 punti) e nella manifattura (+1,3 punti); fiducia invariata nei servizi di mercato e nelle costruzioni.
Il miglioramento nel manifatturiero (il terzo di fila) è da attribuirsi prevalentemente ai più favorevoli giudizi sugli ordini (saldo a -6 da -10), cui hanno contribuito entrambe le componenti (ordini interni ed esteri), e sulla produzione corrente (saldo a -4 da -8). Sono peggiorate le aspettative sull’andamento dell’economia italiana, mentre vi sono attese più favorevoli sull’occupazione. A livello settoriale il più forte progresso della fiducia si è avuto tra i produttori di beni strumentali.
Tra i consumatori l’indice di fiducia è diminuito per il secondo mese consecutivo: -2,0 punti in febbraio (-2,2 in gennaio), a 106,6, minimo dallo scorso settembre, con valutazioni più negative soprattutto sul clima economico (-3,4 punti dopo -8,5 in gennaio) e sul clima corrente (-2,9). I giudizi sulle variabili strettamente connesse alle decisioni di spesa delle famiglie, situazione economica della famiglia e bilanci familiari, sono peggiorati. Le maggiori preoccupazioni riguardano giudizi e attese sulla situazione economica dell’Italia; in tal caso l’incertezza politica gioca un ruolo determinante. Il risultato potrebbe essere un aumento del risparmio e una maggiore parsimonia nella gestione delle spese familiari.
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Indagine Confindustria sul lavoro
Cara/o Collega,
è partita oggi la 13^ edizione dell'Indagine Confindustria sul lavoro. Consapevoli del carico statistico che grava sulle nostre imprese, abbiamo ulteriormente snellito il questionario rispetto agli anni scorsi. Continuiamo, però, a raccogliere importanti informazioni sulla dinamica dell’occupazione, sull’orario di lavoro (da cui si possono calcolare, tra l’altro, i tassi di assenteismo) e sulla negoziazione di premi variabili e pacchetti di welfare aziendale.
Prosegue inoltre lo sforzo del nostro Sistema per coordinare le diverse indagini confindustriali che monitorano il lavoro nelle nostre imprese. Rinnovando l’esperienza inaugurata nel 2010, l’indagine di Sistema è armonizzata con l’analoga rilevazione di Federmeccanica (arrivata quest’anno alla 40^ edizione), oltre che con quelle della Federazione Gomma Plastica, di Federchimica, di Assografici, di Sistema Moda Italia, di Confindustria Ceramica e dell'Unione Parmense degli Industriali.
Data l’importanza dell’indagine speriamo che la Tua Associazione partecipi all’iniziativa di Sistema, facendo richiesta del kit per l’avvio, contenente il questionario e una lettera che potrai mandare alle Aziende Associate, adattandola, se vorrai, per presentare l'indagine e indicare la persona cui fare riferimento nell'Associazione.
Qui trovi i riferimenti delle colleghe che si occupano dell’indagine e che puoi contattare per richiedere il materiale per l’avvio:
Il termine per la raccolta dei questionari è il 31 marzo 2017 pertanto, qualora volessi far parte di questo progetto, Ti chiederemmo di agire tempestivamente in modo da rispettare la deadline.
Restiamo a disposizione per qualsiasi necessità, Il CSC
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L’inflazione risale, spinta da energia e alimentari, ma frena la misura coreLa variazione annua dei prezzi al consumo in Italia è salita al +0,9% a gennaio, da +0,5% a dicembre. Prosegue, dunque, il processo di graduale incremento dai minimi, in territorio negativo, toccati negli ultimi mesi del 2016 (-0,2% in ottobre). La risalita è spiegata anzitutto dall’andamento dei prezzi energetici, che ora risultano in aumento (+2,7% annuo a gennaio, da -1,9% a dicembre), sulla scia del rincaro delle quotazioni petrolifere negli ultimi mesi. Una dinamica molto simile si ha per i prezzi alimentari, il cui aumento è divenuto più marcato (+2,1%, da +0,7%). Viceversa, i prezzi misurati al netto di energia e alimentari hanno frenato al +0,4% annuo a gennaio (da +0,6% a dicembre). In particolare, i prezzi dei servizi crescono del +0,6% annuo (da +0,9%), mentre quelli dei beni industriali sono fermi in termini annui (+0,1% a dicembre). |