L’indagine REC sul ciclo economico italiano, condotta presso i centri studi del Sistema Confindustria, rileva una modesta accelerazione congiunturale dell’economia nel secondo trimestre 2016 e una stabilizzazione della crescita nel terzo. La domanda interna traina il recupero del PIL. L’incertezza geopolitica costringe gli imprenditori a navigare a vista e frena i programmi di investimento.
L’indicatore coincidente REC Nazionale nel secondo trimestre 2016 ha raggiunto un valore di +0,28. Il livello del secondo trimestre a consuntivo è più alto di quanto indicato come aspettativa dagli intervistati in marzo (+0,01). L’indice riguardante le attese per il terzo trimestre 2016 ha segnato +0,151.
Valori positivi indicano un incremento nel ritmo di crescita dell’attività economica, negativi segnalano un rallentamento, nulli preannunciano una stabilizzazione della dinamica.
L’andamento del REC Nazionale segnala un’espansione del PIL italiano nei mesi primaverili di poco superiore al +0,3% congiunturale rilevato dall’ISTAT nel primo trimestre 2016, e una sostanziale stabilizzazione in quelli estivi.
Il REC Mentinsieme mostra per il secondo trimestre (+0,22) una dinamica in linea con quella rilevata dal REC Nazionale; per il terzo (+0,33) segnala, invece, un andamento più robusto. Nella precedente indagine il livello dell’indicatore sulle attese per il secondo trimestre era risultato più basso (+0,07)2.
Diversi intervistati hanno evidenziato un peggioramento delle aspettative sulla domanda estera e un rafforzamento di quelle sulla domanda interna. La crisi del comparto edile rappresenta un forte freno all’evoluzione del PIL, soprattutto in alcune aree del Sud Italia. Il quadro complessivo risulta comunque caratterizzato da un’accresciuta incertezza, legata all’evoluzione delle problematiche politiche interne e internazionali (specie Brexit). Ciò induce gli imprenditori ad essere prudenti nella programmazione degli investimenti.
1 All’indagine REC condotta in giugno hanno partecipato 32 associazioni provinciali e 10 regionali. La quota di valore aggiunto coperto dai territori rappresentati è stata pari al 56% del totale nazionale.
2 In totale 67 rispondenti.