Negli USA l’occupazione non agricola è aumentata di 271mila unità in ottobre, ben oltre le più ottimistiche aspettative degli analisti, dopo due mesi di incrementi piuttosto moderati (+153mila e +137mila unità in agosto e settembre, rispettivamente) che avevano sollevato qualche dubbio sulla solidità della crescita economica.
Benché sceso di un solo decimo di punto, per il contemporaneo aumento della forza lavoro (+313mila unità), il tasso di disoccupazione è ora al livello più basso dal novembre 2007 (5,0%). Ciò, insieme all’aumento dei salari orari (+0,4% su settembre, +2,2% annuo) potrebbe risultare determinante nella decisione della Fed di procedere all’aumento dei tassi di interesse nella prossima riunione di dicembre.
I dati sull’occupazione in ottobre confermano che l’espansione USA è trainata dalla domanda interna e si aggiungono a quelli molto positivi sulle vendite di auto, che sono salite a 18,2 milioni di unità (dato mensile annualizzato), il massimo da luglio 2005. Il rallentamento del manifatturiero (indice PMI a 50,1 in ottobre, da 50,2 in settembre, appena sopra la soglia neutrale di 50), che risente degli effetti sulle esportazioni della frenata delle economie emergenti e del dollaro forte, è più che compensato dall’ulteriore accelerazione dei servizi (PMI a 59,1 da 56,9, non lontano dai massimi storici) dove, in alcuni comparti, quali il commercio all’ingrosso, l’attività continua a crescere a ritmi record.