Frena la discesa dei prezzi delle case in Italia: -0,1% nel secondo trimestre 2015 sul primo (-0,3% le abitazioni nuove e -0,1% quelle esistenti), dopo un calo dello 0,9% nel trimestre precedente. Il -0,1% è il dato migliore dal terzo trimestre 2011.
Sono i primi segnali di stabilizzazione dei prezzi, dopo il crollo del 15,0% avvenuto negli ultimi quattro anni. Il livello delle quotazioni risulta ancora dell’1,8% sopra la media di lungo periodo in rapporto al reddito disponibile pro-capite, cioè alla capacità di spesa delle famiglie. Tuttavia, la massiccia riduzione dei tassi di interesse, che sono ai minimi storici, ha fatto impennare la convenienza ad acquistare casa tramite mutuo ipotecario, tanto che l’affordability index calcolato dal CSC è del 22,6% sopra il livello del 2000 e del 67,9% sopra il minimo del terzo trimestre 2008.
Ciò è coerente con la risalita delle compravendite residenziali (soprattutto di quelle finanziate da mutuo), che risultano nel secondo trimestre in aumento per il quarto periodo consecutivo (+8,2% tendenziale). Sono in miglioramento le prospettive per il mercato delle abitazioni nel terzo trimestre, secondo le valutazioni delle agenzie immobiliari.
Centro Studi

In Italia segnali di stabilizzazione nel mercato delle case |
Prosegue la lenta e graduale accelerazione dei prezzi al consumo in ItaliaLa dinamica dei prezzi al consumo in Italia aumenta in ottobre (+0,3% annuo, da +0,2% a settembre; minimo a -0,6% a gennaio), restando comunque ancora troppo vicina alla soglia della deflazione e lontanissima dall’obiettivo BCE (poco sotto il +2,0% annuo). Una spinta al rialzo viene dai prezzi alimentari, che accelerano al +1,8% annuo in Italia (da +1,5%); in particolare, per gli alimentari non lavorati si registra una fiammata al +4,2% (da +3,3%). Cresce, di poco, anche la dinamica dei prezzi core, cioè al netto di alimentari e energia (+0,9% annuo, da +0,8%), sulla scia della ripartenza dell’economia nel 2015. Al suo interno, i prezzi dei beni industriali crescono solo del +0,5% annuo, la metà rispetto a quelli dei servizi (+1,0%). Viceversa, continuano a ridursi in misura marcata i prezzi al consumo energetici (-7,7% annuo, da -7,6%), a causa dei precedenti ribassi della quotazione del petrolio. Ciò, da un lato, tiene bassa la dinamica totale dei prezzi in Italia, ma dall’altro libera risorse per la crescita dei consumi di beni e servizi. |
Si consolida la risalita dell’occupazione in Italia
Al di là delle fluttuazioni mensili, si consolida la risalita dell’occupazione in Italia: nonostante il -0,2% di settembre su agosto, il terzo trimestre si chiude con 102mila occupati in più rispetto al secondo (+0,5%), stessa variazione registrata nel trimestre precedente. Il numero delle persone occupate è ai massimi da autunno 2012.
Il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre si attesta sull'11,9%, sui livelli di inizio 2013; in settembre il numero di disoccupati in percentuale della forza lavoro è 11,8%, a seguito di una contrazione della forza lavoro (-0,3% su agosto).
Tasso di disoccupazione in discesa nella media dell’Eurozona (10,8% in settembre, da 10,9% nei due mesi precedenti); alto in Spagna (21,6%), ma in costante riduzione da inizio 2013; in lieve contrazione in Francia (10,7% da 10,8%) e ai minimi in Germania (4,5%).
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Cina: fine della politica del figlio unico
Il Comitato Centrale del Partito Comunista cinese ha decretato che le coppie cinesi potranno avere fino a due figli, ponendo fine alla politica del figlio unico in vigore dal 1979. |
Frena la crescita USA nel 3° trimestre; resta elevata la domanda internaRallenta all’1,5% congiunturale (annualizzato) la crescita del PIL USA nel terzo trimestre 2015, dopo il +3,9% del secondo trimestre. La frenata è da attribuirsi quasi esclusivamente al forte contributo negativo fornito dalle scorte (-1,4%), che lascia, però, ben sperare per i prossimi trimestri, quando le imprese, per soddisfare una domanda interna in solida espansione, dovranno ripristinare un livello di scorte adeguato. Pressoché nullo è stato il contributo del settore estero, dove l’export (+1,9% dopo il +5,1% nel secondo trimestre) ha risentito delle difficoltà dei paesi emergenti e del dollaro forte. Sono cresciuti a ritmi sostenuti i consumi, che costituiscono più di due terzi dell’economia americana (+3,2% dopo il +3,6% nel secondo trimestre), sostenuti da un’occupazione in costante aumento e dalla bassa inflazione, che ha fatto lievitare il potere d’acquisto delle famiglie. Il reddito disponibile, aumentato dell’1,2% in termini reali nel secondo trimestre, è infatti balzato del 3,5% nel terzo. Hanno rallentato gli investimenti (+2,9% dopo un +5,2%), per il calo di quelli in strutture non residenziali (-4,0% dopo un +6,2%) legato, in particolare, alla chiusura di impianti nel settore energetico e estrattivo. Sono, invece, balzati del 5,3% quelli in macchinari (dopo il +0,3% nel secondo), anche per la necessità da parte delle imprese di sostituire macchine e attrezzature ormai obsolete. |
La FED rinvia la stretta, la BCE aumenterà lo stimolo, la Banca cinese ha già tagliato i tassiNella riunione del 28 ottobre la FED ha rinviato ancora il primo rialzo del tasso ufficiale di interesse (fermo a 0-0,25%), da tempo annunciato per fine 2015. L’ulteriore rinvio è stato giustificato con un rallentamento della crescita USA, ma soprattutto con le preoccupazioni per la frenata dell’economia globale e l’elevata incertezza nei mercati finanziari, che però viene accresciuta dalla stessa opacità della strategia della FED. La Banca, comunque, ha confermato con chiarezza che nel prossimo meeting del 16 dicembre è possibile il primo rialzo dei tassi dal 2006, prendendo in contropiede i mercati che ormai assegnavano una probabilità molto bassa se non nulla a tale evento, sebbene la decisione rimanga dipendente dai prossimi dati in uscita. Anche la BCE, il 22 ottobre, non ha preso nuove decisioni, ma ha sottolineato con forza di essere pronta ad accrescere gli interventi espansivi, muovendosi quindi in direzione opposta alla FED. Ciò viene giustificato con i rischi al ribasso per crescita e prezzi nell’Eurozona che provengono dalla frenata degli emergenti, dal ribasso delle commodity e dalla volatilità dei mercati finanziari. In particolare, la BCE ha ribadito la possibilità di espandere, nella riunione di dicembre, il programma di acquisto titoli (Quantitative Easing), in termini di dimensione complessiva e/o durata, e di ridurre ancor più in territorio negativo il tasso con cui remunera i depositi effettuati presso di lei dalle banche. La banca centrale della Cina (PBOC), invece, si è già mossa per sostenere un’economia in deciso rallentamento: il 23 ottobre ha tagliato ulteriormente il tasso di interesse ufficiale e quello sui depositi (di 0,25 punti base), per la sesta volta in 12 mesi. Inoltre, ha abbassato il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche dello 0,50%, liberando 600-700 miliardi di yuan di liquidità (circa 90 miliardi di euro). Gli analisti si attendono ulteriori interventi espansivi della PBOC nei prossimi mesi. Ciò dovrebbe anche riportare fiducia nei mercati finanziari cinesi, favorendone la stabilizzazione. |
Prosegue il recupero dell’attività in ottobre: +0,2% su settembreIl CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,2% in ottobre su settembre quando ha stimato una variazione di +0,8% su agosto1 . Nel terzo trimestre del 2015 il CSC calcola un aumento della produzione dello 0,6% sul secondo, quando si era registrato un progresso dello 0,4% sul precedente. La variazione congiunturale acquisita nell’ultimo trimestre di quest’anno è di +0,6%. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è avanzata in ottobre del 3,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno; in settembre è stato rilevato un aumento del 3,2% su settembre 2014. Gli ordini in volume hanno registrato una crescita dello 0,6% su settembre e del 2,3% su ottobre 2014. In settembre: +1,5% su agosto e +4,1% sui dodici mesi. La fiducia tra le imprese manifatturiere è ancora aumentata in ottobre e traccia una tendenza positiva dell’attività anche nei prossimi mesi: l’indice è salito di 1,5 punti (dopo +1,5 in settembre), a 105,9, massimo da gennaio 2011; in miglioramento, rispetto al mese scorso, giudizi e attese sui livelli di produzione e sugli ordini interni ed esteri. Il CSC
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Credito alle imprese fermo a settembre, in calo nel terzo trimestreI dati diffusi dalla BCE (in anticipo di due settimane rispetto al comunicato ufficiale Banca d'Italia) mostrano che lo stock di prestiti bancari erogati alle imprese italiane è rimasto fermo a settembre, dopo essersi ridotto dello 0,4% al mese a luglio-agosto (dati destagionalizzati dal CSC). Nel terzo trimestre 2015, quindi, lo stock di credito registra in media un calo dello 0,3% al mese, dopo che nella prima metà dell’anno la caduta si era sostanzialmente arrestata (-0,03% al mese; -0,4% nel 2012-2014). Nonostante l’avvio del recupero dell’attività economica in Italia, le banche restano dunque molto prudenti nelle erogazioni. Il principale freno è costituito dall’enorme stock di prestiti deteriorati nei loro bilanci, che le ha rese avverse al rischio di credito. Può aver inciso, inoltre, la discussione in corso a livello internazionale sulla definizione di ulteriore regolamentazione per il sistema bancario (in particolare sulla composizione del passivo, in vista dell’entrata in vigore nel 2016 del bail-in, cioè del salvataggio a carico di azionisti e creditori della banca). |
Fiducia di imprese e famiglie italiane in ulteriore miglioramento
Prosegue in ottobre il miglioramento della fiducia di imprese e consumatori italiani e delinea una tendenza positiva di consumi e investimenti anche nel trimestre in corso.
L’indice composito di sentimento economico delle imprese è aumentato di 1,4 punti in ottobre su settembre (a 107,5), raggiungendo il valore massimo da ottobre 2007, superiore di 2,7 punti rispetto alla media del terzo trimestre. L’indicatore di fiducia è diminuito solo nelle costruzioni (-3,5 punti), dopo due robusti incrementi mensili consecutivi; particolarmente marcato l’aumento nel commercio al dettaglio (+7,4, a 116,6, massimo storico); è continuato il recupero anche nei servizi di mercato (+0,9, secondo rialzo consecutivo).
Nel manifatturiero l’indice di fiducia è salito a 105,9 (+1,5 punti, come in settembre), favorito da un incremento in tutte le componenti: attese e giudizi su ordini interni e (soprattutto) esteri e sui livelli di produzione. Il livello di ottobre è il più elevato da gennaio 2011 e superiore di 2,2 punti a quello medio del terzo trimestre. Il miglioramento è più marcato nel settore di produzione di beni di consumo.
Tra i consumatori la fiducia è aumentata per il terzo mese di fila (+3,9 punti, +9,9 da agosto) ed è al top da febbraio 2002, grazie soprattutto alla componente relativa al clima economico (+9,1 punti); il clima personale è migliorato di 0,3 punti dopo due forti incrementi di fila. Le valutazioni strettamente connesse alle decisioni di spesa sono meno favorevoli: migliorano ancora i giudizi e, in misura maggiore, le attese sulla situazione economica della famiglia; per la prima volta dopo quattro mesi peggiorano invece le valutazioni sui bilanci familiari, pur restando sui valori più elevati da quattro anni.
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USA: nuovo calo degli ordini di beni di investimento e famiglie meno ottimisteNegli Stati Uniti gli ordini di beni capitali sono di nuovo diminuiti a settembre: -5,6% rispetto ad agosto, quando erano scesi del 7,0% su luglio. Il calo si riduce a -0,3% (dopo il -1,6% di agosto) se si escludono difesa e aeromobili, settori particolarmente volatili. Il dato conferma la debolezza del settore manifatturiero americano, penalizzato dalla forza del dollaro e dal rallentamento delle economie emergenti. È calata in ottobre anche la fiducia delle famiglie (a 97,6 da 102,6) per il peggioramento, in particolare, dei giudizi sulla situazione economica corrente (-8,2 punti). Ciò, insieme ai recenti dati su occupazione (solo +142mila unità quella non agricola in settembre, ben sotto le 228mila registrate in media negli ultimi due anni) e produzione industriale (in calo negli ultimi due mesi estivi), ha indotto molti analisti a rivedere al ribasso le stime di crescita sia per il terzo sia per il quarto trimestre 2015. La persistente debolezza degli investimenti e una rinnovata cautela sulle nuove assunzioni da parte delle imprese rendono più incerto il timing dell’inizio della stretta monetaria da parte della FED, da molti atteso prima della fine dell’anno. |