Prosegue senza soste, e anzi accelera nel ritmo di discesa, la correzione degli indici azionari cinesi. Lo Shanghai composite index, che aveva guadagnato il 150% in dodici mesi fino a giugno, è sceso oggi del 5,9%; il calo dallo scorso 12 giugno, giorno in cui è scoppiata la bolla speculativa, è pari al 32,1%. Molto simili gli andamenti degli altri principali indici azionari sulle piazze di Shanghai e Shenzen.
La correzione potrebbe non essere finita. Le vendite sul mercato sono guidate dal panico della moltitudine di piccoli risparmiatori cinesi, che hanno fatto un uso eccessivo della leva finanziaria e si trovano ora a dover ridurre bruscamente la loro esposizione.
Sono risultati finora inefficaci gli interventi delle autorità cinesi volti a ridare liquidità ai mercati e riportare calma tra gli operatori. I titoli di 1.323 società quotate, circa il 45% del totale, sono stati sospesi dalla contrattazione. Pur rappresentando gli investimenti in azioni solo il 15% della ricchezza delle famiglie cinesi, l’instabilità finanziaria aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione per un’economia già in deciso rallentamento.